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Pastasciutta antifascista 2023

Oggi, venerdì 21 luglio, Area Feste Piccolini (via Gravellona 167, Vigevano (PV), si terrà la pastasciutta antifascista per la pace.
Il programma:
– 17:30 animazione col il gruppo teatrale Pane e Mate;
– 18:30 dialogo con l’autore e giornalista Andrea Seresini.

Verrà presentato il libro “Ucraina. La guerra che non c’era”. Seguiranno canzoni per la pace di Mariangela Maritato e pastasciutta, pane e salame e vino a offerta libera da €5. Come da locandina, è prevista l’opzione vegetariana.

Per prenotare: 334 220 9146 o 333 589 0922.

Le due “Caporetto”

11 Novembre 2022

In questo autunno sono caduti gli anniversari di due date tragiche: il 24-25 ottobre 1917 la rotta di Caporetto e il 28 ottobre 2022 la “Caporetto della democrazia” cioè la cosiddetta “Marcia su Roma”. Quest’ultima ricorrenza non è stata lasciata passare sotto silenzio dall’ANPI di Vigevano che ha realizzato la mostra “La violenza squadrista in provincia di Pavia. 1921-1922” esposta nella sala dell’affresco del Castello.

Per i 105 anni dalla Caporetto militare voglio ricordare i due soldati vigevanesi fucilati durante la scomposta ritirata.

Una fuga a caso, in cui ciascuno decideva per proprio conto guidato solamente dai propri istinti. Nulla di più facile per gli austro-tedeschi prenderne in rete 265mila, mentre i restanti 350mila si ammassavano sulle strade infangate incrociandosi con l’esodo a piedi delle tante famiglie del luogo, anch’esse terrorizzate dal sopravvenire del nemico, e con carri carichi di masserizie. L’unica aspirazione dei fanti in ritirata era il ritorno a casa; ma per molti di loro la fuga fu interrotta da truppe di carabinieri che li passavano per le armi con l’accusa sommaria di diserzione.

Questa descrizione si adatta probabilmente a delineare le circostanze dell’esecuzione capitale di Giovanni Bussola, classe 1893, ucciso il 30 ottobre 1917 a Codroipo, cioè vicino a uno dei ponti sul Tagliamento.

Di fronte a una confusione generalizzata, tra maltempo, fuga di civili, strade impraticabili, tra ordini insensati o la mancanza di comandi, era facile cadere ucciso, oppure fatto prigioniero, e anche arrestato. Bussola si era presentato senza fucile? Bastava questo per essere giustiziato? Non lo sappiamo, sul suo foglio matricolare è indicato un generico “atto di codardia”.

Per Antonio Santagostino, classe 1887, sposato con un figlio, abbiamo qualche notizia in più. L’indicazione sulla sua fucilazione a Nervesa, appena a ovest del Piave, mi ha fatto scoprire la memoria dattiloscritta di Paolo Ciotti raccolta nell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, che racconta che il 2 novembre 1917:

“Tre soldati, fra cui un caporale, erano stati sorpresi dal Colonnello Brigadiere mentre uscivano da una villa di Nervesa con alcuni effetti di biancheria. Vi erano entrati così per quel senso di curiosità, di cui tutti ancora si era invasi nel vedere una casa abbandonata, e trovando nelle stanze deserte della biancheria, avevano innocentemente commesso l’errore di scegliere qualche camicia e qualche paia di mutande per cambiarle con quelle sporche e piene di insetti che tenevano ancora addosso fino dal Settembre. Il Generale li interrogò, prese il nome e cognome di ciascuno e tre ore dopo, quando ancora eravamo a mensa, un porta ordini del Comando di Brigata recò un biglietto scritto a matita con l’ordine perentorio al Comandante della 3^ Compagnia di fare immediatamente fucilare da una squadra dello stesso reparto i tre soldati, di null’altro colpevoli, che di avere innocentemente asportato da una casa abbandonata una camicia e un paio di mutande!!”

È proprio il caso del povero soldato vigevanese, come, di nuovo, attesta il foglio matricolare depositato all’Archivio di Stato di Pavia, dove si afferma: “morto in seguito a fucilazione perché sorpreso a svaligiare la Villa Berti in Nervesa”.

Esecuzioni sommarie probabilmente per futili motivi, che hanno stroncato giovani vite sacrificate nel caos della disfatta militare, una “Caporetto” anche morale.

Per loro due, l’ANPI aveva già dal 2020 inoltrato alla Giunta di Vigevano la richiesta di una riabilitazione anche visibile: una targa, l’aggiunta dei nomi nelle due grosse lapidi apposte nel cortile del municipio (dove mancano) o altre forme di memoria tangibile.

Istanza ancora in attesa di risposta.

Marco Savini

La fucilazione di Giovanni Carnier

Fucilati a Cradoipo

Gioventù cancellata – Ferruccio Ghinaglia

1 Novembre 2022

Edoardo Casati

Presso la sala dell’affresco, nel castello di Vigevano, domenica 30 ottobre, ho avuto l’onore di tenere, assieme a Iara, una conferenza dal titolo. “gioventù cancellata”.

Abbiamo trattato, in particolare di Ferruccio Ghinaglia (leader pavese del PCdI ucciso, a soli 22 anni, dai fascisti) e più in generale di tutti quei giovani e quelle giovani che hanno dato un contributo enorme al nostro paese.

Partendo dal Biennio Rosso, con la scissione di Livorno (in cui, nella nostra provincia, i giovani furono protagonisti della svolta contro l’attendismo dei leader del PSI), fino ad arrivare alla lotta partigiana in cui numerosi giovani (3 di loro sono stati commemorati la scorsa settimana nel nostro castello) hanno avuto la forza e il coraggio di immaginare e realizzare un futuro migliore, trascinando anche e non solo quelle persone che, per vari motivi, non avevano più la capacità di mettere al centro la necessità del cambiamento radicale.

RIFONDAZIONE: SOLIDARIETÀ A SALVATORE MARRANO, SI SCIOLGANO LE ORGANIZZAZIONI NEOFASCISTE

21 Febbraio 2022

Fonte: Prc Lombardia

http://www.rifondazionelombardia.it/antifascismo/rifondazione-solidarieta-a-salvatore-marrano-si-sciolgano-le-organizzazioni-neofasciste/

Il Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia si unisce alle compagne e ai compagni della Federazione provinciale di Pavia nell’esprimere la più totale solidarietà e vicinanza a Salvatore MarranoPresidente della Sezione ANPI di Vigevano (PV) vittima di intimidazioni fasciste pervenute attraverso alcune lettere anonime.

Sono sempre più frequenti le minacce e le aggressioni ai danni di chi lotta per l’applicazione della Costituzione Repubblicana – Antifascista – nata dalla Resistenza, ed il tutto accade sotto lo sguardo di Istituzioni che troppo spesso latitano e che colpevolmente sono, nella migliore delle ipotesi, afasciste.

Da anni, come Rifondazione Comunista, ci battiamo per lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e neonaziste e denunciamo una mancanza di volontà politica nel farlo.

È importante ricordare che non è necessario attendere le sentenze della magistratura, e che in virtù dell’articolo 3 della legge Scelba ed in modo particolare dell’articolo 7 della legge Mancino del 1993 il Governo è titolato a chiedere alla magistratura di procedere allo scioglimento di quelle organizzazioni che promuovono odio raziale, etnico, religioso, e che utilizzano il metodo della violenza nella misura in cui queste organizzazioni siano ritenute pericolose.

Va quindi sottolineato come dopo il grave assalto squadrista alla sede nazionale della CGIL avvenuto a Roma che ha portato in Carcere, tra gli altri, Fiore e Castellino – esponenti di spicco di Forza Nuova – il mancato scioglimento quell’organizzazione sia frutto di una mancata volontà politica del Governo, anche di quelle sue componenti che appena accaduto il fatto urlavano allo scandalo.

Si applichino le leggi e si sciolgano immediatamente tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste.

Un grande abbraccio a Salvatore. Ora e sempre Resistenza!

Milano, 21/02/2022

Fabrizio BaggiSegretario regionale Partito della Rifondazione Comunista / Lombardia

Anpi Vigevano: pastasciutta antifascista

Alla caduta del Fascismo, il 25 luglio del 1943, fu grande festa a Casa Cervi, come in tutto il Paese.
Una gioia spontanea di molti italiani che speravano nella fine della guerra, nella morte della dittatura.
La Liberazione verrà solo 20 mesi dopo, al prezzo di molte sofferenze.
Ma quel 25 luglio, alla notizia che il duce era stato arrestato, c’era solo la voglia di festeggiare.
A Campegine, i Cervi insieme ad altre famiglie del paese, portarono la pastasciutta in piazza, nei bidoni per il latte.
Con un rapido passaparola la cittadinanza si riunì attorno al carro e alla “birocia” che aveva portato la pasta.
Tutti in fila per avere un piatto di quei maccheroni conditi
C’era la fame, ma c’era anche la voglia di uscire dall’incubo del fascismo e della guerra, il desiderio di “riprendersi la piazza” con un moto spontaneo, dopo anni di adunate a comando e di divieti.
Sono ormai 5 anni che a Vigevano la sezione ANPI tiene vivo quel ricordo.
PARTECIPATE, PRENOTATE 3924241470

ANPI Vigevano: iniziative prossimo fine settimana

– Sabato 1 Maggio – ore 16 – Sala degli Affreschi Castello di Vigevano: proiezione del film “Le ali non sono in vendita”, film di forte denuncia. Per il film è necessaria la prenotazione.

– Domenica 2 Maggio dalle ore 10:00 posa di alcune corone alle lapidi dei partigiani caduti.   Si partirà dal cimitero di Vigevano, monumento ai caduti partigiani.
Per domenica sarebbe bello partecipare come Partito e come Giovani Comuniste/i.

Siccome ci sarà da spostarsi in vari punti della città, sarebbe opportuno organizzarsi con le auto.

https://www.informatorevigevanese.it/attualita/2021/04/30/news/nuove-corone-nei-luoghi-della-resistenza-548958/https://www.informatorevigevanese.it/home/2021/04/30/news/le-ali-non-sono-in-vendita-il-docufilm-del-primo-maggio-548962/

Scusate il preavviso ravvicinato ma i dettagli sono stati comunicati solo ieri pomeriggio.

GC e PRC Vigevano, Circolo Hugo Chavez Frias

Comunicato stampa in dissenso alla delibera del consiglio comunale di intestare un luogo pubblico a Norma Cossetto.

Con queste significative parole il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha suggellato l’incontro con il Presidente della Repubblica Slovena, Borut Pahor, avvenuto a Trieste lo scorso 13 luglio.“La storia non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano.Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro.Al di qua e al di là della frontiera – il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione Europea – sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste – con la presenza dell’amico Presidente Borut Pahor -segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa”. In questa giornata i due presidenti hanno seguito un protocollo di commemorazione condivisa di sprone a continuare la ricerca storica e di diffonderla a unica voce.Insomma una forte volontà di dialogo e comprensione per il dolore di tutte le parti vittime del nostro confine orientale espresse dal nostro Presidente, con la sincera volontà d rapporto con le varie parti del territorio, il tutto per dare una onesta storia delle tragiche conseguenze che si sono susseguite in quei luoghi.

E a Vigevano?
Il Consiglio Comunale di Vigevano ha contrapposto un’altra posizione e si è contraddistinto nel perseguire una via totalmente opposta, accettando di rimuovere dal dibattito una storia collettiva per sposarne una di parte che altro non è che propaganda politica volta a nascondere le colpe che hanno causato l’evolversi degli eventi.
“IN COMPLETA CONTRO TENDENZA AI DESIDERI DEI 2 PRESIDENTI”
Con voto unanime, è approvata la proposta di intitolare un luogo pubblico a Norma Cossetto. Dietro la pietas umana riguardo le tragiche vicende che hanno coinvolto la giovane istriana, di fatto è stata approvata una versione di deliberazione elaborata senza nessun definitivo rilievo storico, tutt’oggi frutto di ricerca e studio degli storici, proprio da coloro che persistono a giustificare chi causò la Seconda Guerra Mondiale cominciando una guerra di occupazione  sfociata in alcuni casi in pulizia etnica e le ideologie che la sostennero; da coloro che, in 75 anni, hanno fatto ben poco in termini di riconoscimento delle proprie responsabilità rispetto gli orrori di questa tragica guerra; da coloro che non hanno alcuno scrupolo a negare, a minimizzare o far risaltare le tragedie avvenute, secondo convenienza, allo scopo di dare una veste di rispettabilità al fascismo, al nazionalismo ed al razzismo.
Siamo rimasti molto rattristati ed indignati nell’ascoltare il livello e il contenuto del dibattito peraltro solo dell’opposizione in Consiglio Comunale, segnato da una chiara inconsapevolezza dei fatti.
Un consiglio comunale dovendo affrontare un tema importante della nostra storia aveva il dovere di consultare storici di ambo le parti organizzando/proponendo prima un riflessione/dibattito pubblico per poi decidere in serenità, in modo che le informazioni storiche purificassero e non farsi sopraffare da strumentali convenienze politiche di “una parte”.
Non facendolo hanno permesso e legittimato che una parte si ritagli un pezzetto da vicende ingarbugliate e di ogni pezzetto fa una sorta di parentesi: la responsabilità, il tutto condito da una lettura leggera dei mass-media o della propaganda politica ossessionata dalle riletture che possano legittimare un passato ampiamente condannato dalla storia.
E così la complessa vicenda del confine orientale”, come per esempio: l’invasione italiana della Jugoslavia; il razzismo fascista verso gli slavi; i crimini di guerra italiani in Jugoslavia. La repressione di un fascismo di confine intriso di nazionalismo violento, che lacerò, negandole addirittura, le minoranze slovena e croata, le quali, nei secoli, hanno sempre costituito, con quella italiana, le componenti essenziali di un’unica comunità plurilinguistica e multiculturale che fu sempre, e che avrebbe dovuto sempre essere, considerata come la ricchezza di un intero territorio.Scomparse dal dibattito le centomila persone che furono segregate in campi di internamento dal regime nazifascista, in cui morirono circa cinquemila persone, il caso del campo di concentramento dell’isola di Rab è emblematico. Tutto scomparso dal dibattito riducendolo a comprimario errore di percorso
E’ necessario riportare il dibattito sulla storia e ristabilire una onesta riflessione sugli argomenti trattati e per questo che chiediamo alle Istituzioni comunali di organizzare due incontri, con storici illustri che hanno approfondito da tempo la materia, di ambo le parti:
– Il primo sulle vicende del confine orientale.
– Il secondo sullo stupro come arma di guerra.
Il tutto per raccogliere e confrontare le diverse posizioni e purificarsi delle convenienze politiche affidandosi alla storia.

Abbiamo anche due riflessioni di carattere generale assistendo al procedere del dibattito parlamentare che vorremmo condividere con la cittadinanza:
La prima l’abbiamo espressa in questo comunicato riguarda la mozione per l’intitolazione di un luogo pubblico a Norma Cossetto. Ma pare che non ci si voglia fermare qui nel perseguire le voglie di una parte di maggioranza di riportare le lancette dell’orologio indietro nel tempo promuovendo prassi antistoriche del nazionalismo del ventennio. La richiesta su “l’utilizzo esclusivo della lingua italiana negli atti della pubblica amministrazione” ne sono un segno esplicito e ci preoccupa un eventuale proseguo. Queste proposte provengono da direttive e a testi preconfezionati dalla segreteria di partito di appartenenza per un disegno ben preciso a livello nazionale, Non dobbiamo certo ricordare che essendo eletti in consiglio comunale per interessarsi delle criticità che assillano TUTTI i cittadini e non solo una parte e avendo come spirito guida la Costituzione nata dalla resistenza e approvata a tutti i partecipanti della assemblea si imporrebbe l’ascolto anche di chi si è imposto tramite istituzioni e associazioni ,di ricordare i partigiani come combattenti per la libertà e la democrazia partecipando attivamente a ricostruire un paese distrutto dalla guerra è avvilente pensare che chi è chiamato a rappresentare i cittadini sia più interessato obbedire agli ordini di partito sul revisionismo storico di parte, piuttosto che confrontarsi con i cittadini ed agire nel loro interesse per migliorare la città.
La seconda riflessione riguarda la qualità dei contenuti sostenuti durante la discussione, peraltro a unica voce di approvazione della minoranza che si pensava non certo interessata al disegno revisionista della proponente.Il Consiglio Comunale è chiamato ad importante ruolo di indirizzo e di controllo politico – amministrativo, che riguardano ed incidono sul benessere della cittadinanza, sullo sviluppo economico locale, sulla programmazione urbanistica e la tutela del territorio, sono decisioni che condizionano in concreto la vita dei Vigevanesi. Ebbene ci permettiamo di auspicare, in ogni occasione, ma in particolare, quando saranno messe in discussione rilevanti questioni, di poter ascoltare dai nostri rappresentanti interventi appassionati che rilevino un adeguato livello di preparazione, conoscenza del tema che porta alla competenza e questo lo possono fare ascoltando la voce delle associazioni che esprimono e divulgano le tesi degli storici e anche della cittadinanza attiva  che con tecnica e passione disinteressati operano su temi specifici.Questo li aiuterebbe nel mettere in primo piano il bene comune spogliandosi dalle mere convenienze di partito.
Vorremmo che questa triste pagina non sia ripetuta su tutti gli altri temi che sviluppa il Consiglio Comunale

ANPI Sezione Vigevano
Il Presidente
Salvatore Marrano       
                                          

La memoria nelle pietre

Aned Provincia di Pavia e Anpi Vigevano

Per celebrare il Giorno della Memoria in questo tempo così difficile l’ANED provinciale e l’ANPI di Vigevano hanno proposto alla Rete Cultura del Comune un video realizzato compiendo un tour tra le quattro pietre d’inciampo posate in città e precisamente quelle dedicate a Teresio Olivelli davanti al portone del liceo “B. Cairoli”, ad Anna Botto in via del Popolo al n. 11, a Santino Bonafin ed Ermes Testori in piazza Martiri della Libertà. Il tour, è stato accompagnato dalla lettura di testi e poesie: per Olivelli un suo brano tratto dal giornale clandestino “Il ribelle”, per la Botto una poesia della francese Charlotte Delbò, deportata come lei al lager femminile di Ravensbrück, per Testori una poesia di Mirco Camia, pure deportato al campo di Flossenbürg, infine per Bonafin, il “giuramento di Mauthausen” (il campo dov’è morto), sottoscritto dai deportati di varie nazionalità alla liberazione del lager. Una lezione di storia e poesia all’aria aperta.

On-line lunedì 25 gennaio alle ore 21, dal sito di Rete Cultura o da quello della Biblioteca Civica di Vigevano.

Quest’anno sono arrivate dall’artista tedesco Gunther Demnig quattro pietre d’inciampo: a Pieve Albignola per i due deportati lì arrestati: Aldo Locatelli e Guido Panigadi; e a Lomello per Giuseppe Loew e Giuseppe Zaltieri.. Per la loro posa si deciderà in base alle disposizioni governative, rimandando eventualmente a qualche data utile l’evento (25 aprile, 2 giugno) In ogni caso il Giorno della Memoria sarà presentato e distribuito un libro dedicato a questi due deportati di Lomello.

Come è noto le “pietre d’inciampo” sono un’installazione ideata dall’artista tedesco Gunther Demnig (che quest’anno non sarà presente personalmente in Italia) che ha lo scopo, dopo anni di oblio, di permettere ai deportati di ritornare virtualmente ad abitare per sempre i luoghi che li hanno visti protagonisti di una pagina importante, forse la più significativa, della storia d’Italia. Le pietre con i loro nomi ci ricorderanno, attraverso le loro storie, che la democrazia è fatta di partecipazione, di conoscenza e sacrificio.

Il comune di Cilavegna ha sofferto durante la guerra la deportazione di diversi suoi cittadini e, negli ultimi anni, ha allestito mostre su aspetti della Shoah. Quest’anno la biblioteca comunale, vista l’impossibilità di farlo dal vivo, presenterà on-line agli studenti di Cilavegna e Cassolnovo i pannelli della mostra dell’ANED di Pavia “In treno con Teresio” sul trasporto che ha visto partire per il lager di Flossenbürg 432 prigionieri, tra cui 15 pavesi con Teresio Olivelli.

Infine, sempre sui deportati di tutta la provincia di Pavia, il giorno 27 gennaio sarà presentato, ancora on-line, dalla biblioteca Universitaria di Pavia e dall’ANED in collaborazione con l’Istituto per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Pavia, il sito internet che accoglie l’aggiornamento dell’elenco di tutti i deportati nati, residenti o catturati in provincia, con un apparato di schede biografiche, documenti, foto e audio con le voci di alcuni dei sopravvissuti.

Come scriveva il filosofo tedesco Max Horkheimer dall’esilio a New York nel 1944: “I martiri anonimi dei campi di concentramento sono i simboli dell’umanità che lotta per venire alla luce. Il compito della [storia] sta nel tradurre ciò che essi hanno fatto in parole che gli uomini possono udire, anche se le loro voci mortali sono state ridotte al silenzio dalla tirannia”.