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La siccità non è un dibattito vuoto

Riprendiamo l’articolo pubblicato sul sito di Rifondazione Comunista Lombardia

di Massimo Gatti già Presidente CAP-gestione 2004-2008

L’emergenza idrica in corso ha bisogno di approfondimenti seri, di meno chiacchiere e di esempi virtuosi, nel massimo rispetto di chi quotidianamente nei vari settori e nelle istituzioni sta lavorando con fatica e tenacia.

1) Il 20-6-2005 ho avuto l’onere e l’onore di inaugurare come Presidente di CAP-gestione insieme al Sindaco di Milano Gabriele Albertini e all’Assessore Zampaglione il 3° depuratore della città capoluogo (per 300.000 abitanti), colmando un ritardo di decenni di una grande città che senza depuratori contribuiva significativamente all’inquinamento delle acque nel sud-milanese e nel lodigiano. Il nuovo impianto fu situato nel comune di Peschiera Borromeo, raddoppiando il depuratore esistente dal lontano 1982 al servizio di 12 comuni della Provincia di Milano, In pochissimi anni concludemmo un’opera complicata (dal punto di vista tecnico e amministrativo) avviata dal mio predecessore alla Presidenza CAP on. Osvaldo Felissari, oggi sindaco di Lodi Vecchio e diretta con altri, ma con un compito apicale e grande autorevolezza, dal compianto Dott. Marco Pelosi Direttore del settore fognatura e depurazione di CAP. Il Consorzio Acqua Potabile azienda interamente pubblica del ciclo integrato dell’oro blu che allora raggruppava i comuni della provincia di Milano e di Lodi diventava interlocutore essenziale e decisivo del comune di Milano (che gestisce da sempre l’acqua da solo) per contribuire a risolvere l’atavico problema della depurazione. In quella occasione per la prima volta nelle nostre zone un quantitativo rilevante di acqua ripulita veniva destinato all’agricoltura. Da allora, e sono passati 17 anni, è necessario conoscere quanta acqua recuperata dalla depurazione viene utilizzata oggi nel sistema milanese e lombardo, individuando luoghi e strutture dove si annidano inefficienze e sprechi da rimediare.

2) Già in quegli anni CAP-gestione, grazie alla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori e come registrato dagli studi indipendenti di Mediobanca, segnalava perdite di rete medie di poco superiori al 20%. In alcune zone si scendeva ulteriormente e quindi si dimostrava la possibilità concreta di buoni rendimenti, tenuto conto di un margine fisiologico di utilizzo di acqua per gli spurghi. Bisogna quindi intervenire con precisione nelle situazioni di degrado e di malaffare senza sparare nel mucchio e poi combinare poco. Fatti salvi i buoni comportamenti sempre da mantenere, la disponibilità di acqua potabile nel nostro territorio è assicurata (tranne qualche eccezione) dalla ricchezza della falda. La situazione diventa molto critica per il costo in continua crescita dell’energia e per le gravi conseguenze delle epidemie e delle guerre. Al momento, al fine di tamponare, non c’è alcun provvedimento governativo (con l’Europa o senza) per recuperare finalmente risorse aggiuntive dagli extra-profitti delle grandi aziende nazionali e multinazionali che hanno realizzato in questa fase guadagni enormi e senza precedenti. Diversificare e puntare a fonti energetiche alternative diventa un impegno ineludibile su cui investire. I nostri pozzi pescano in media a 100 m di profondità e quindi la materia prima va captata e sollevata continuamente con la conseguenza di bollette energetiche da capogiro. Le riduzioni fiscali permanenti devono valere immediatamente per tutelare il lavoro e i beni comuni in una situazione economica così difficile. Bisogna inoltre regolamentare in modo uniforme ed efficace l’utilizzo dell’acqua non potabile di prima falda (ad es. profondità. 10 m) per gli usi agricoli, industriali, sportivi e termici che possono produrre l’aumento di una buona occupazione e dei ricavi.

3) Oggi per essere credibili le classi dirigenti devono collocare come prima opera pubblica il riassetto idro-geologico, dalla montagna alla pianura, la cura dei boschi, dei laghi, dei fiumi e del reticolo idrico minore. Non è così, e si prosegue solo con la logica delle grandi opere e dei grandi eventi. Nelle nostre zone, ad esempio le nuove grandi autostrade BREBEMI e TEM, hanno aggredito una delle campagne più fertili d’Italia, penalizzato il trasporto pubblico locale, compromesso lo scorrimento delle acque, dimenticato di collocare alberi ad alto fusto lungo i tracciati autostradali per contrastare l’inquinamento e le urbanizzazioni selvagge a ridosso dei caselli. Tornando all’oggi, subito, secondo i principi dell’interesse pubblico, l’utilizzo delle scorte dei grandi bacini idroelettrici ed alpini va programmato regolarmente da Regione Lombardia e dagli altri enti competenti, senza aspettare l’emergenza e bilanciando le esigenze dell’agricoltura, dei produttori di energia e del turismo. La frammentazione delle competenze va superata e riordinata, ma intanto un sistema di piccoli invasi razionalmente distribuito è irrinunciabile per fronteggiare siccità e alluvioni, prendendo sul serio le conseguenze dirompenti del cambiamento climatico e le indicazioni del CIRF (centro italiano per la riqualificazione fluviale).

4) Infine se si ha il coraggio di una riflessione critica bisogna cambiare strada e rettificare decisioni sbagliate in tempo utile. In una situazione eccezionale governo, regioni, comuni e tutti i soggetti coinvolti non si nascondano dietro le procedure e assumano nuovi e adeguati provvedimenti. Le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina prevedono nuove piste e impianti che si basano al 100% sulla produzione di neve artificiale che sottrae quantità abnormi di acqua buona, in una situazione di crisi idrica permanente e di mancanza di pioggia e di neve. È così difficile pensare allo sport anziché all’edilizia e ad Olimpiadi che riguardino l’arco alpino e che si collochino nei numerosi impianti già esistenti in Stati confinanti (tutti in Europa) con un risparmio ingente di terra, di acqua e di quattrini. Serve coerenza con gli allarmi lanciati a cui non possono seguire solo lacrime di coccodrillo, si può fare meglio: occorre coraggio, competenza e la capacità di affrontare esasperazioni, gravi conflitti tra le categorie e le persone e anche molteplici contenziosi già in essere. Il tempo per intervenire è ora!