Tag: repressione

Solidarietà ai compagni del Sindacato USB

6 Aprile 2022

Il Circolo Mascherpa di Rifondazione Comunista di Mortara esprime la piena solidarietà ai compagni del Sindacato USB dopo la perquisizione effettuata ai suoi danni nella propria sede di Roma in cerca di armi, è una palese provocazione che evidenzia un chiaro avvertimento a coloro che come noi di Rifondazione Comunista sono contro la guerra e contro il traffico di armi.

Siamo profondamente preoccupati per lo sviluppo di questa escalation di guerra e questa perquisizione a scopo intimidatorio è la prova che chi è contro la guerra è contro di loro

Il circolo Mascherpa di Rifondazione Comunista di Mortara

https://www.usb.it/leggi-notizia/provocazione-contro-usb-carabinieri-nella-sede-di-roma-alla-ricerca-di-armi-1117.html

CALENDARIO DEL POPOLO. 9 GENNAIO 1950: 6 OPERAI DELLE “FONDERIE ORSI” DI MODENA CHE LOTTAVANO PER IL LAVORO UCCISI DALLA POLIZIA DI SCELBA

9 Gennaio 2022

Nel quadro delle repressioni poliziesche che contrassegnarono la “restaurazione capitalistica” del dopoguerra con decine di morti provocati da polizia e carabinieri durante le occupazioni delle terre e i conflitti di fabbrica, uno dei più gravi eccidi fu quello di Modena, il 9 gennaio 1950.

A Modena esisteva un’importante fabbrica” le fonderie ORSI”.

Il 9 gennaio di quell’anno era in corso uno sciopero indetto dalla CGIL per protestare contro il licenziamento di 560 operai di quella fabbrica.

Nella fabbrica era in corso da circa un mese una “serrata padronale”.

Il mattino del 9 gennaio un gruppo di operai si reca davanti ai cancelli delle Fonderie Riunite (Orsi).

I carabinieri sparano e uccidono ANGELO APPIANI.

Dal tetto della fabbrica i carabinieri sparano con le mitragliatrici contro altri lavoratori uccidendo ARTURO CHIAPPELLI e ARTURO MALAGOLI.

Successivamente l’operaio ROBERTO ROVATTI veniva circondato da una squadra di carabinieri e ucciso con i calci dei fucili.

Un blindato sparò uccidendo ENNIO GARAGNANI e un carabiniere centrò con una fucilata RENZO BERSANI.

In tutto 6 morti, 200 feriti, 34 arrestati.

In varie città italiane furono indette manifestazioni e scioperi (dalla sola CGIL, la CISL si era dissociata).

I funerali delle vittime si svolsero l’11 gennaio a Modena con oltre 300 mila partecipanti.

La sorella di uno dei caduti (Marisa Malagoli) fu adottata da Palmiro Togliatti e Nilde Jotti.

COLOMBIA: GOVERNO MASSACRA, MA ITALIA E EUROPA FANNO FINTA DI NIENTE. OGGI PROTESTA A ROMA

Pubblicato il 4 mag 2021

In Colombia il governo ha scatenato la repressione contro lo sciopero nazionale in corso dal 28 aprile scorso con manifestazioni di massa nelle principali città del Paese. Il bilancio è terribile e in continuo aumento: 27 morti, 426 feriti, 6 violenze sessuali, 12 persone hanno perso la vista, 726 arrestati. Non di sa quanti sono i desaparecidos.
Tutto questo non esiste sui nostri media e la politica italiana e europea fa finta di non accorgersene. Forse perché la Colombia è entrata nella NATO come “socio globale” dal 2018 ? Forse perché l’Italia ha addestrato le FF.AA. colombiane grazie ad accordi militari ?

Forse perché è la base da cui partono le azioni di terrorismo contro il Venezuela ?
Maduro non ha mai ordinato di sparare sulla folla, ma viene presentato come un dittatore e contro il suo Venezuela vengono imposte sanzioni criminali. Questi stragisti colombiani invece sarebbero i democratici con cui fare affari ?
Il silenzio su quanto accade conferma i seri interrogativi sull’informazione in Italia. In Colombia ogni anno vengono ammazzati centinaia di attivisti sociali nella totale “distrazione” di USA e UE.
Lo sciopero in corso è contro l’intenzione del governo di Iván Duque di realizzare una riforma fiscale che cerca di scaricare il peso della crisi sulle classi popolari per tappare il buco lasciato dalla corruzione e dalla pandemia nelle casse dello Stato.

Il popolo colombiano ha deciso di prolungare lo sciopero civico, in una protesta che continua contro la riforma fiscale e la riforma sanitaria, contro altre misure antisociali e contro l’impunità garantita dalle autorità colombiane per chi assassina leader sociali e firmatari della pace. La mobilitazione di piazza ha costretto il governo Duque a ritirare la riforma tributaria ed alle dimissioni del Ministro delle Finanze, ma questo non ha fermato la protesta, a cui si sono uniti anche i camionisti.

Alla mobilitazione pacifica e di massa, il presidente Ivan Duque risponde con la massima repressione, degna di un regime fascista. Ci sono decine di morti nel paese, e la violenza di Stato è particolarmente brutale a Cali. Lo scorso 1° maggio, il presidente ha decretato la militarizzazione delle città, obbedendo all’ex presidente Uribe che aveva invitato i militari e la polizia a usare le loro armi da guerra contro i manifestanti. Detto e fatto: nella notte tra domenica e lunedì, a Cali l’esercito ha attaccato la popolazione civile con armi pesanti e elicotteri da combattimento.

Il Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea (PRC-SE) esige che il governo colombiano cessi immediatamente la repressione e la militarizzazione del Paese, l’uso di armi da fuoco contro la popolazione civile, rispetti il diritto alla protesta sociale, rilasci tutti i prigionieri politici, indaghi e punisca gli autori degli omicidi dei manifestanti, rispetti gli obblighi derivanti dagli accordi di pace.

Il PRC-SE chiede alla Commissione Europea, al Consiglio dei Ministri e ai Paesi membri dell’Unione Europea di smettere di sostenere il governo colombiano, il più repressivo, omicida e antisociale di tutta la regione e di condannare chiaramente l’assassinio dei leader sociali e dei firmatari dell’accordo di pace, e il non rispetto degli accordi di pace da parte del governo.

La Commissione Europea deve attivare la clausola democratica e dei diritti umani dell’”Accordo di Libero Commercio” UE-Colombia, sospendendo parzialmente o totalmente la sua applicazione fino a quando non finirà l’impunità degli assassini.

Si terrà oggi, Martedì 4 maggio alle 18 presso il Colosseo, una manifestazione convocata dalla comunità colombiana presente a Roma.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Marco Consolo, responsabile esteri
Partito della Rifondazione Comunista