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Rifondazione: Chi salverà la sanità pubblica in Lombardia? Non certo la coalizione di Majorino

19 Dicembre 2022

Rifondazione: Chi salverà la sanità pubblica in Lombardia? Non certo la coalizione di Majorino. La Rete civica “Curare la Lombardia” si unisca a Unione Popolare.

Apprendiamo dalla stampa che il capolista della lista civica a sostegno della Presidenza in Lombardia di Maiorino sarà Il Dott. Pregliasco, virologo, Direttore Sanitario del Galeazzi, che ha già qualificato la sua visione politica sul diritto alla salute sostenendo che “la sanità lombarda ha reagito bene al covid”, dimenticando provocatoriamente le migliaia di morti causate nella pandemia dall’arretramento della prevenzione, dalla desertificazione della medicina territoriale, dal sistema di accreditamento della medicina privata.

La sanità pubblica è allo stremo, definanziata e senza personale nei territori e negli ospedali. Crescono invece i profitti della sanità privata, perché oggi in Lombardia per curarsi bisogna mettere mano al portafoglio, per saltare liste d’attesa ed evitare le molte mancanze della sanità pubblica bisogna rivolgersi alle strutture private, dove tutto è una merce, pagata al prezzo massimo con i soldi pubblici; il sistema lombardo ha perfezionato negli anni il suo carattere classista e sempre più barbaro.

I poveri non si curano più.

Chi pensava che nella coalizione di Maiorino ci fosse una possibilità e una volontà di cambiamento della sanità pubblica in senso universalistico e costituzionale prenda atto del significato simbolico di questa candidatura, che smentisce ogni chiacchiera su programmi e assunzione di piattaforme dei movimenti per il diritto alla salute.

Bene ha fatto la Rete civica Curare la Lombardia a sospendere ogni trattativa, ora noi la invitiamo a parlare e interloquire con Unione Popolare.

L’unica via è costruire Unione Popolare, farla crescere elettoralmente in rapporto alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità ed alle esigenze di salute delle cittadine dei cittadini.

Questa e la vera novità, questa è la vera speranza. La salute non è una merce, la sanità non è un’azienda

Fabrizio Baggi  Segretario Regionale

Giovanna Capelli responsabile Sanità

Partito della Rifondazione Comunista – Lombardia

RIFONDAZIONE COMUNISTA CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLA SANITÀ IN LOTTA

28 Ottobre 2022

Rifondazione Comunista sostiene la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica e privata che parteciperanno alla mobilitazione nazionale con manifestazione a Roma il 29 ottobre promossa da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fp , Fials e Nursind.

La lotta è l’unica risposta possibile di fronte a un governo che, a sentire le dichiarazioni della Presidente del Consiglio, intende mantenere i tagli alla spesa sanitaria di circa un punto e mezzo di pil decisi da Draghi; nulla dice sul fatto che si spendono i fondi del PNRR per costruire nuove strutture senza prevedere l’assunzione di personale, con la conseguenza di impoverire ancora di più il pubblico a vantaggio del privato.

Come è successo negli ultimi vent’anni che hanno visto tagli per decine di miliardi, 37 solo negli ultimi dieci, alla sanità pubblica, attraverso tagli lineari prevalentemente risolti con la riduzione del personale. Ciò ha reso fragilissimo il nostro sistema sanitario pubblico che ha retto l’urto drammatico del Covid solo grazie all’abnegazione dei lavoratori e delle lavoratrici, prima considerate eroiche, ora nuovamente dimenticate e sottoposte a turni massacranti.

Alla mancanza di personale si aggiunge un esodo preoccupante dalle professioni sanitari. La gravità della situazione è rappresentata dall’ aumento dei bandi per la esternalizzazione delle ore ai Pronto Soccorso.

Il servizio pubblico viene depauperato  e avanza la sanità  privata, ormai in mano a potenti multinazionali
Da tempo sosteniamo la necessità di maggiori risorse per la sanità pubblica, di  un corposo piano di investimenti e assunzioni superando i limiti di tetti per il personale, la reinternalizzazione di tutto quanto è stato esternalizzato e la stabilizzazione dei precari; per cui non possiamo non sostenere questa lotta , che ricorda al paese che il Servizio Sanitario Pubblico è in pericolo .

Ma perché la lotta sia efficace oltre le mobilitazioni come quella importante di sabato ci dovrebbero essere scioperi e una offensiva mediatica e politica che metta al centro il diritto alla salute, cui tutti i cittadine e le cittadine sono interessati e alla fine una mobilitazione generale ,a uno sciopero  non  solo di categoria .

La salute è un diritto di tutti e tutte.  Difendiamolo 

Giovanna Capelli Responsabile Sanità PRC Lombardia
Antonello Patta, Responsabile  Nazionale Lavoro PRC

Sanità lombarda, basta commemorazioni ma fatti

Fonte: Medicina Democratica https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=12868

22 febbraio 2022

Basta commemorazioni, adesso i fatti per garantire la salute per tutti! Centinaia di persone da tutta la Lombardia, sotto il Palazzo della Regione alla casseruolata contro il disastro annunciato del sistema sanitario, confermato dalla cosiddetta riforma Moratti Fontana, che va cambiata dalle fondamenta.

Milano 21 febbraio 2022.

“ Se la Lombardia fosse una nazione, sarebbe all’ottavo posto al mondo con oltre 380 morti per Covid ogni 100.000 abitanti, per un totale ad oggi di 38.315 morti: un triste primato che la mette al primo posto assoluto in Italia per numero di morti e per percentuale sul totale della popolazione!”

Numeri che fanno male come un pugno allo stomaco, quelli dati da Vittorio Agnoletto, medico e docente di Globalizzazione e Politiche della Salute all’Università di Milano, nel corso della casseruolata, di oggi pomeriggio, sotto la Regione, lato via Galvani, indetta dal Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32. 

Numeri che sono la conseguenza diretta del progressivo “spolpamento” del servizio pubblico, che lo ha reso incapace di fronteggiare il disastro della pandemia e che rischia solo di peggiorare con la riforma sanitaria Moratti Fontana, messa in discussione persino dalla Ragioneria dello Stato!

In centinaia sono arrivati da diverse parti della Lombardia, in rappresentanza di oltre 50 associazioni aderentie delle forze di opposizione in Consiglio Regionale. Una ventina gli interventi che si sono succeduti, accompagnati dal frastuono di pentole e casseruole e dalla musica della Banda degli Ottoni a Scoppio.

“A due anni dal paziente uno non c’è proprio nulla da commemorare né cerimonie da celebrare, se non piangere i nostri morti e chiedere giustizia – ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica a nome Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32- Oggi sono necessari fatti e interventi urgenti perché c’è un malato grave da curare, e cioè la sanità lombarda, che è e rimane il vero paziente zero.

Abbiamo richiesto al Ministro Speranza con una lettera e con una petizione (quasi 30.000 firme) di intervenire in modo significativo sulla legge 22/2021, la cosiddetta riforma della sanità targata Moratti Fontana. La risposta è stata deludente e contraddittoria, perché limitata agli aspetti “strutturali” del servizio sanitario regionale mentre i temi principali riguardano l’estesa privatizzazione e l’ospedalocentrismo, su cui la stessa Ragioneria dello Stato ha espresso forti perplessità. Contiamo che l’opposizione in Consiglio sappia farsi valere: le associazioni contrasteranno ulteriori derive nei territori”.

“Il presidente Fontana e l’assessore Moratti – ha sottolineato Andrea Barbato, presidente Forum Diritto alla Salute- girano per la Lombardia a inaugurare case di comunità che sono poco più di poliambulatori preesistenti o rimessi a nuovo, a cui hanno cambiato la targa all’entrata. Calati dall’alto, senza confronto con gli enti locali, rischiano di essere nulla di più che uffici di smistamento delle richieste di prestazioni, peraltro con la esplicita possibilità di gestione da parte dei privati.” 

Per info. Carmìna Conte cell. 393 137 7616. 

No alla (contro)riforma Moratti Fontana. Intervento di Giovanna Capelli

22 Febbraio 2022

#Milano, 21 febbraio 2022 – Palazzo di #RegioneLombardia: Intervento di Giovanna Capelli, responsabile regionale #sanità del Partito della Rifondazione Comunista lombardo nel corso della manifestazione IL VERO PAZIENTE ZERO E’ ANCORA LA SANITA’ LOMBARDA! Casserolata per la sanità pubblica. indetta per dire NO alla (contro)riforma sanitaria Moratti/Fontana addirittura peggiorativa rispetto alla fallimentare #Legge23.

Lettera a Speranza, riforma sanitaria Moratti/Fontana: il Gattopardo lombardo non rispetta le indicazioni di Agenas e va respinta dal Governo

28 dicembre 2021

Inviata oggi una lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza affinchè respinga la legge 22/2021, la riforma Moratti -Fontana perchè non rispetta le indicazioni date da lui attraverso Agenas e potrà peggiorare le condizioni di criticità della sanità lombarda.

Milano, 27.12.2021 .“Abbiamo inviato in data odierna una lettera al Ministro della Salute Roberto Speranza perché da una lettura puntuale della Legge 22/2021 la non riforma Moratti -Fontana, in ‘riforma’ della Legge Maroni (23/2015), risulta evidente che quanto da lui richiesto tramite Agenas (lettera del 16.12.2020) non è stato attuato, pertanto la legge va respinta dal Governo, ai sensi dell’art. 127 della Costituzione della Repubblica”, ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, anche a nome del Coordinamento Regionale per il diritto alla salute – Dico 32 e delle 57 associazioni e organizzazioni lombarde che hanno ripetutamente manifestato durante l’iter di discussione della legge per il rilancio della sanità pubblica e territoriale. “Le modifiche sono gattopardesche, di fatto il cambiamento è puramente fittizio, anzi le modifiche andranno a creare ulteriori squilibri organizzativi, che non potranno che peggiorare l’accesso ai servizi sanitari fondamentali: si assisterà a un aggravamento complessivo per esempio rispetto alle liste di attesa e alle possibilità reali di cura per le fasce di popolazione più svantaggiate e per i redditi più bassi”.

Lo scenario che si prospetta è drammatico: chi ha i soldi e ha possibilità di accesso ad assicurazioni sanitarie o a welfare aziendale avrà un accesso privilegiato nel privato e potrà curarsi, per tutti gli altri sarà sempre più problematico e difficile, con gravi conseguenze sulla salute pubblica.. La sanità lombarda rischia in questo modo di diventare un pessimo modello anche per le altre regioni, tanto più in una prospettiva di autonomia differenziata. “Il documento Agenas dava prescrizioni e raccomandazioni puntuali- sottolinea Angelo Barbato, presidente del Forum per il Diritto alla Salute, anche a nome del Coordinamento Regionale per il diritto alla salute – Dico 32- che la legge non attua. Tra quelle principali: la confusa frammentazione di competenze tra ATS e ASST permane e viene resa ancora più evidente nel campo della programmazione; la funzione dei distretti non corrisponde a quanto richiesto; risultano inoltre ancora inefficaci le modalità di controllo degli erogatori privati accreditati”.

Nella lettera al Ministro della Salute viene presentata una analisi delle criticità evidenziate da Agenas, che non vengono risolte ma anche ulteriormente appesantite: il Coordinamento Regionale per il diritto alla salute – Dico 32 ritiene che vi siano le condizioni per il rinvio da parte del Ministero della legge 22/2021 al Consiglio Regionale della Lombardia per aprire un percorso legislativo di vera riforma del servizio sanitario regionale, superando squilibri tra pubblico e privato e potenziando la medicina territoriale con servizi partecipati e coerenti, con una programmazione basata su obiettivi collettivi di prevenzione, cura e riabilitazione, alla base della riforma sanitaria del 1978.

Per info. Carmìna Conte cell. 393 137 7616

 Lettera-Ministro-Roberto-Speranza-LR-22Scarica

Respingere la controriforma Moratti La salute non è una merce Difendere e rilanciare la sanità pubblica Vogliamo un servizio pubblico universale, gratuito e di qualità Nessun profitto sulla nostra pelle

Occorre una grande mobilitazione contro la nuova legge sull’organizzazione della sanità lombarda proposta dall’assessora Moratti.

Il testo di legge preparato dalla giunta Fontana aumenta ulteriormente il peso delle strutture sanitarie private accreditate con il Servizio Sanitario pubblico, invece di puntare sulla centralità del servizio pubblico e della prevenzione.

Già la Legge Maroni (L.R.43/2015) ha introdotto l’equiparazione tra pubblico e privato nell’ottica di “trasparenza e parità di diritti e di doveri tra soggetti pubblici e privati”.

L’ulteriore controriforma Moratti, con il comma bis, certifica l’equivalenza, oltre alla commistione tra pubblico e privato.

Prevede perfino “case della salute” e “ospedali di comunità” gestite dal privato!

Bisogna eliminare l’equiparazione e l’equivalenza tra strutture pubbliche e private accreditate.

La sanità è un servizio: proprio per questo deve essere pubblico.

La gestione privata -per sua natura- eroga un prodotto inevitabilmente finalizzato al profitto delle aziende e distorce quindi il principio di salute rendendolo una merce. Il concetto di salute-malattia è così subordinato al profitto dell’azienda.

Deve essere rispettato l’art. 32 della Costituzione che prevede il diritto alla salute per tutti i cittadini.

Rispetto al lavoro, la controriforma Moratti, riconferma l’art. 5 della precedente L.R. 43/2015: “Principio della piena flessibilità e autonomia organizzativa da parte di tutti i soggetti erogatori”. Ciò significa incremento della precarizzazione di tutte le figure sanitarie, del cottimismo selvaggio, del caporalato attraverso finte partite IVA e cooperative fasulle e della mancanza di continuità di servizio.

Un’altra novità preoccupante è rappresentata dall’art. 11bis con cui si vuole creare un “Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive” (con relativo amministratore delegato e corteo di nomine): un doppione dell’ATS, un altro centro di potere e di prebende clientelari. Al punto Q gli viene attribuita la funzione di “ricerca di nuovi vaccini”, un clone che produrrà solo l’ennesima emorragia di denaro pubblico a favore di privati, sottraendo fondi a investimenti nazionali ed europei per la ricerca pubblica.

Non è prevista nessuna ricerca epidemiologica, quindi niente presupposti per una programmazione a partire dai bisogni delle collettività e non delle convenienze della imprenditoria sanitaria privata, ormai in mano a potenti multinazionali.

La Lombardia rappresenta il punto più alto di penetrazione del neoliberismo nella sanità. L’obiettivo è il medesimo in tutta Italia e in tutto il mondo capitalista: trasformare i nostri corpi in merce; la salute di tutti in profitto di pochi.

L’obiettivo è chiaro: distruggere il Servizio Sanitario Nazionale (L.883/78), puntare a una medicina di classe, destinata ad aumentare ulteriormente le differenze nella qualità e nella quantità di vita tra ricchi e poveri. In questo progetto ovviamente la medicina preventiva e territoriale non deve avere nessun peso.

La Lombardia, se fosse una nazione -come chiedevano i leghisti trent’anni fa- sarebbe al secondo posto, dopo il Perù, per numero di morti da Covid in relazione alla popolazione! 35.000 sono stati i morti dell’eccellenza lombarda! Una strage impunita, diretta conseguenza del trentennale malgoverno del centro-destra, a partire da Formigoni.

La logica del profitto applicato alla sanità è la stessa che nega i vaccini a quasi quattro miliardi di persone per tutelare i brevetti e quindi gli interessi di Big-Pharma. Per questo, da molti mesi, siamo impegnati nella Campagna Nessun profitto sulla pandemia. Diritto alla cura. Vogliamo: raccogliere un milione di firme per obbligare la Commissione Europea a modificare il proprio comportamento di totale asservimento agli interessi delle aziende farmaceutiche; sostenere le proposte di una moratoria sui vaccini e di liberalizzazione dei brevetti e dei kit diagnostici; socializzare le conoscenze.

La posizione della Commissione Europea deriva direttamente dalle scelte dei governi europei: in primo luogo della Germania ma anche dell’Italia. La Commissione e i governi europei, compreso il nostro, sono corresponsabili delle migliaia e migliaia di morti che si verificano quotidianamente nel mondo; sono i migliori alleati del Covid-19.

Agli interessi delle aziende farmaceutiche sono pronti a sacrificare anche la vita dei propri concittadini. Infatti, nei Paesi dove non arrivano i vaccini, il virus si diffonde, si formano nuove e più aggressive varianti che si propagheranno anche da noi, nel Nord del mondo. A oggi, non si sa se i vaccini che avremo a disposizione saranno in grado di difenderci.

Non è indifferente come usciremo dalla pandemia, per questo condividiamo le parole chiare ed efficaci pronunciate da papa Francesco: “Ritornare agli schemi precedenti sarebbe davvero suicida, …. ecocida e genocida”!

Per questo, con altrettanta fermezza, denunciamo le responsabilità dei governi Conte e Draghi: poiché non sono intervenuti nel fermare lo scempio delle politiche leghiste in Lombardia durante il Covid (non creazione di zone rosse in primis); perchè condividono il progetto di autonomia differenziata (presentato congiuntamente dalle giunte di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, con il sostegno di uno schieramento parlamentare trasversale), alla cui base vi è lo snaturamento privatistico e aziendalistico del SSN  e  la privatizzazione di tutti i “beni pubblici”; perché il tutto è ribadito nel testo del PNRR.

Il disprezzo per la vita umana è tragicamente visibile anche nei 3-4 infortuni mortali sul lavoro che si verificano ogni giorno. Pure in questo caso non siamo di fronte a pura casualità ma al risultato di politiche che, mettendo al primo posto il profitto degli imprenditori, hanno ridotto ai minimi termini o annullato la tutela della salute nei luoghi di lavoro. Non sono fatalità ma omicidi! Si tratta di una strage quotidiana che ha dei responsabili -i padroni- e dei complici -il ceto politico e le istituzioni- che non applicano le leggi esistenti.


Per realizzare un cambiamento profondo, che metta in discussione il sistema capitalista, è indispensabile la presa di coscienza e la mobilitazione delle cittadine e dei cittadini, degli utenti dei servizi.

Sono necessari grandi movimenti sociali, pensieri e culture alternative e un campo di forze politiche motivato e organizzato. Non c’è tempo da perdere. Tutte le forze anticapitaliste, dal locale al globale, sono chiamate alla mobilitazione.

Un altro mondo è urgentemente necessario.

Voi, 8,5% della popolazione mondiale che possedete l’86% della ricchezza del pianeta, siete la malattia.

Noi, 7,8 miliardi di persone, siamo la cura. La cura del pianeta e di tutte le specie.
La cura passa anche attraverso la lotta!

Circolo Hugo Chavez Frias

Partito della Rifondazione Comunista Vigevano

Giovani Comuniste/i

 Vigevano, 23 novembre 2021

RIFONDAZIONE: LA CONTRIFORMA MORATTI SULLA SANITÀ UCCIDE IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO

22 novembre 2021

Aderiamo con grande condivisione dei tempi, dei contenuti e delle forme alla manifestazione indetta dal Coordinamento Regionale per la difesa della Sanità pubblica davanti al Consiglio regionale il 26 novembre alle ore 16:30, mentre in Consiglio regionale sta per essere approvata una legge sanitaria peggiore della precedente, la legge Maroni, che avevamo criticato e combattuto e che la tragica ondata di Covid 19 ha chiaramente indicato come la responsabile della strage di uomini e di donne che abbiamo sofferto a Codogno, a Bergamo, a Brescia.

Una medicina territoriale marginalizzata, una prevenzione azzerata, carriere mediche con continue strozzature e numeri chiusi, una continua diminuzione del personale, dei posti letto, una finta competizione fra sanità pubblica e privata, che in realtà innesta un meccanismo perverso per cui, non trovando posto in tempi utili nella sanità pubblica si alimenta di continuo la sanità privata convenzionata e non.

Un sistema sanitario per i ricchi e chi non può si accontenti. Quando le sale di rianimazioni erano colme si diceva che tutto doveva cambiare, che si doveva tornare alla sanità come servizio pubblico e alla salute come diritto costituzionale.

Moratti ha mortificato queste aspettative, ha imbrigliato il dibattito in Consiglio lo ha tenuto accuratamente lontano dallo spazio pubblico e da una adeguata informazione di massa e ora sforna una legge peggiore della precedente, che finge di emendare quella precedente sui punti segnalati da AGENAS, ma di fatto compie una operazione di ulteriore privatizzazione della sanità lombarda, grazie all’intreccio fra questa legge e il PNRR. Non cambia il rapporto pubblico privato, anzi la sanità pubblica e privata sono considerate equivalenti, non cambia la modalità dell’accreditamento e dei criteri con cui si sceglie da parte del pubblico che quel servizio privato offra una serie di prestazioni. Niente ricerca epidemiologica, quindi niente presupposti per una programmazione a partire dai bisogni delle collettività e non delle convenienze della imprenditoria sanitaria privata, ormai in mano a potenti multinazionali.

Quindi la sanità in Lombardia è come prima peggio di prima, una eccellenza fasulla e alle spalle una strage impunita.

Rilevando questo regresso molti condividono le critiche al centro- destra regionale e alla sua trentennale azione di malgoverno, pochi rilevano stranamente l’esistenza di un convitato di pietra a questo processo, e cioè il governo nazionale che sia sotto il Presidente Conte che con Draghi avrebbe potuto intervenire pesantemente sulla sanità lombarda a partire dal suo fallimento di fronte alla epidemia , risalendo al sostanziale carattere anticostituzionale della legislazione sanitaria lombarda di Formigoni, di Maroni e ora di Fontana Moratti.

Ma il testo del PNRR sulla sanità da cui Moratti attinge forza e idee per le case della comunità e per il loro possibile affidamento ai privati dentro il sostanziale indebolimento della qualità del pubblico, rileva sostanziali convergenze che saranno ancora più forti nell’ambito del riproposto progetto della autonomia differenziata. Qui siamo. La sanità pubblica lombarda arretra e non solo per colpa del centro- destra, anche il centro sinistra concorre a questo snaturamento privatistico e aziendalistico del SSN che è in pericolo non solo in Lombardia.

Con questi contenuti verremo venerdì alla manifestazione davanti alla Regione e chiameremo i nostri compagni e le nostre compagne. E ci saremo anche dopo quando la contro riforma e il PNRR non garantiranno la salute alla popolazione lombarda, ripartendo dai territori, dalle competenze dei movimenti per la salute, dalle vertenze territoriali contro il centro destra lombardo e contro il governo Draghi per una sanità pubblica perché la salute non è una merce, ma un diritto.   

Fabrizio BaggiSegretario regionale Lombardia

Giovanna CapelliResponsabile regionale Sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

BAGGI/CAPELLI (PRC-SE) GIÙ LE MANI DALLA SANITÀ PUBBLICA. BASTA CON LE ESTERNALIZZAZIONI

Giovedì 24 non vi è nulla da festeggiare a Cassano d’Adda (MI), nella ASST Melegnano Martesana e nella Sanità lombarda si dà il tocco finale a un nuovo inaudito furto alla Sanità Pubblica.

L’Assessora Moratti si accinge ad inaugurare, l’ospedale Zapattoni riammodernato con 60 posti letto in più, un centro di riabilitazione specialistica. 

È un esempio di come in Lombardia con la gestione Fontana (sulla scia di Formigoni e Maroni) la sanità pubblica venga in ogni occasione umiliata e depauperata.  

Siamo al massimo dell’assurdo: questo centro, sorge vicino ad un ospedale pubblico dove addirittura le entrate si confondono ed è privato, affidato alla gestione di FERB, Fondazione europea di Ricerca. Gode della vicinanza al nostro ospedale pubblico e delle convenzioni che ha con la Regione. Non deve fare fatica a trovare utenti, perché “naturalmente“ i pazienti li trova vicino all’ ospedale pubblico e magari sono anche ignari della differenza di gestione (non scelgono il privato, ma sono obbligati ad usufruirne)   

Ci chiediamo come mai la riabilitazione in Lombardia sia prevalentemente affidata ai privati. Forse perché è un campo molto remunerativo e produttore di profitto? Ci chiediamo perché questa stessa funzione non possa essere assolta dal pubblico in particolare a Cassano, in un territorio dove ci sono già ospedali, strutture e personale.

Mentre si inaugura la struttura privata mancano medici di medicina generale, i tempi di attesa sono lunghissimi e costringono, guarda caso, i pazienti a rivolgersi ai sempre più numerosi centri privati convenzionati, è inesistente la medicina preventiva (da 4.000 addetti si è passati a 2.000, da 15 presidi a 3). 

Anche questo è il prodotto di una mentalità privatistica: meno previeni più tu ammali, più hai bisogno di riabilitare i malati.

La pandemia ha dimostrato che il modello di sanità lombardo è malato, incapace di difenderci, va annullato.

La Moratti è stata chiamata a difenderlo e a potenziarlo contro ogni evidenza scientifica e politica.

Alle nostre lotte alla nostra voce di verità la responsabilità di smascherare gli inganni e capovolgere il banchetto che stanno apparecchiando in Consilio regionale elaborando la nuova legge sulla Sanità lombarda 

La salute non è una merce, la sanità non è una azienda!

Milano, 22/06/2021

Fabrizio Baggisegretario regionale Lombardia

Giovanna Capelliresponsabile regionale sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Elenco delle piazze di mobilitazione per il diritto alla salute e alla difesa della sanità pubblica.

📌 SABATO 20 FEBBRAIO 2021 – Ad un anno dal “paziente uno” Per una sanità pubblica, preventiva, sociale, universale, partecipata👉 Ecco l’elenco delle Piazze e degli interventi che domani dalle 10:00 daranno il via alla giornata di mobilitazione per il diritto alla #Salute e per la difesa della #sanitàpubblica indetta dal Coordinamento Lombardo Per Il Diritto Alla Salute.🔴 Tutta l’iniziativa verrà trasmessa in diretta streaming sulle pagine: 👉Coordinamento Lombardo Per Il Diritto Alla Salute👉Medicina Democratica