Sabato 23 aprile 2022, a partire dalle ore 15, presso la sala San Martino Corso Garibaldi 69 Pavia, cercheremo di capire il perché di quello che sta succedendo in quella tormentata terra.
Da più di un mese assistiamo ad una guerra feroce tra la Russia e L’Ucraina, che tante sofferenze sta causando alla popolazione civile e tanta angoscia sta causando in tutta l’Europa, Russia compresa.
Come si è arrivati a questa situazione? Era possibile evitarla e soprattutto come risolverla? Sarà al centro della nostra discussione.
Soprattutto quali conseguenze questa guerra avrà sulle nostre economie? Quali conseguenze avrà sulle condizioni di vita e lavoro di milioni di cittadini Italiani e Europei?
Non ci sono dubbi che se lasciamo fare ai padroni del mondo, il rischio che ci trascinano in un conflitto ancora più ampio è molto alto, è necessario che si costruisca e si sviluppi nel nostro Paese una forte mobilitazione popolare per impedire un allargamento della guerra.
Occorre una forte mobilitazione per impedire che le conseguenze di tutto ciò non sia pagato dai ceti più deboli del nostro Paese.
Siamo ad una svolta storica in Europa e come ci insegnava Antonio Gramsci:
“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.”
Un elogio grande se lo merita proprio tutto, questo ragazzo che da poco è diventato maggiorenne e che ora è presidente del circolo Anpi di Mortara. Un nuovo partigiano capace di parlare di giustizia e di libertà, recuperando e riprendendo i valori dei nostri padri, quelli che salirono in montagna per regalarci la costituzione più bella del mondo.
Bravo ed anche coraggioso Massimiliano Farrel, perché non è facile portare a Mortara oggi nel giorno della Memoria, un tema così difficile. Come questo dello sterminio dei rom e dei sinti. Invitando due persone d’eccezione, quali Dijana Pavlovic e Paolo Cagna Ninchi.
La sala rotonda della biblioteca è tutta piena e dieci ma forse anche venti persone sono fuori sulla strada in coda. Senza la possibilità di entrare a causa delle misure restrittive di questa odiosa pandemia.
Max ha introdotto con eleganza e con una calma invidiabile, un lungo ragionamento che parte certo dal genocidio dei rom e dei sinti nei campi di sterminio tedeschi ed italiani, per arrivare poi ai tempi odierni e constatare i forti pregiudizi che continuano ad incatenarli. Sostiene Dijana che qualcuno ancora dice che essi si distinguono dall’odore.
Due ore fitte fitte di racconti, di storie, e poi ancora un appassionato dibattito che ci spiega come spesso viviamo di pregiudizi. Dijana nell’incontro osserva che a questo pezzo di popolazione italiana, non viene ancora riconosciuto il valore della loro partecipazione alla Resistenza e il tributo di sofferenza e di morte subito.
Parla del fatto che la sua gente è considerata oggi solo come portatrice di un problema di sicurezza. Da qui parte la richiesta di un riconoscimento della loro identità, certo anche tenendo conto di tutte le loro fragilità e contraddizioni, ma anche della loro storia.
Rom e Sinti infatti non sono mai stati un popolo sedentario, ma nomade. Non si sono mai posti il problema di possedere un terreno, un territorio, una casa, non hanno mai fatto la guerra, non si sono mai armati o creato alcun esercito.
Tanta tristezza e tanta emozione nelle parole di Dijana, soprattutto quando racconta la sua storia personale, la fatica dell’esistenza in una famiglia jugoslava poverissima, la contestazione studentesca dei fischietti a Belgrado contro Milosevic a cui aveva preso parte. E poi la voglia di non arrendersi, la laurea, la lista civica con Dario Fo, il suo lavoro attuale di attrice, gli inviti alle televisioni regionali, il desiderio di difendere la sua gente.
Paolo invece spiega un pezzo della storia, che io e molti altri come me, non conoscevamo così bene. Le teorie di Darwin e l’eugenetica in cui si parlava di razza superiore e di razza Inferiore. La cultura pseudoscientifica che ha permeato tutto il mondo occidentale e che poi ha prodotto le leggi per il cosiddetto miglioramento della razza.
Gli zingari considerati come nemici e come piaga sociale. Giudicati prima ancora della guerra “di sangue estraneo alla specie umana”. Il manifesto della razza del ’38 in Italia, le 500 mila vittime Rom e Sinti in Europa durante la guerra, il fatto che nel giorno della memoria, si parla della Shoah che ricorda giustamente il genocidio degli ebrei ma non quello delle altre minoranze. E ancora del processo di disumanizzazione che da allora è andato avanti per lungo tempo.
A introdurre e poi a chiudere questa pagina di storia e di racconti commoventi ci ha pensato Max. Max, che ha disegnato l’incontro in maniera puntuale e precisa e con una invidiabile senso della storia e della giustizia. Sembra quasi incredibile che questo ragazzo sia stato espresso dalla mia città, abituata a inventare nemici e a creare fratture.
Certo la questione dei Rom è un tema complesso e difficile. Tuttavia io sono convinto che se non teniamo conto delle speranze di ogni umano su questa terra, non costruiremo mai una democrazia planetaria capace di pace. Capace di distribuire un po’ di felicità a tutti.
Dunque grazie Max, per avere portato questo incontro e questi relatori d’eccezione nella mia città.
La prevista quarta ondata e la variante omicron mettono in ginocchio il nostro paese, a partire dalla regione più ricca. In Lombardia il caos è assoluto, la sanità è allo sbando, i cittadini sono abbandonati a se stessi e al flusso dei contagi, che spingono in un secondo tempo, drammaticamente tutto il resto della cura delle patologie, anche gravi, della prevenzione e della riabilitazione È completamente saltato il tracciamento pubblico per mancanza di personale, di programmazione, di vere strutture stabili e preparate di sanità pubblica territoriale capaci di rispondere ad ogni evenienza, di prevenire e di curare il paziente fin dai primi sintomi (A proposito dove sono finite le USCA? Che ruolo hanno in questo frangente?).
A lungo la Regione ha fatto la furba sui numeri delle terapie intensive per non passare in zona gialla durante le settimane degli acquisti di Natale. Un gioco sporco e risaputo. Aumenta il numero dei posti disponibili in terapia intensiva fino al limite percentuale necessario per non passare in zona gialla, ma i letti resi disponibili in realtà non potrebbero entrare in funzione per mancanza di medici, di infermieri, o peggio, sono letti strappati alle cure No Covid.
Invece di sanare questa terribile e grave situazione Moratti e Fontana sono impegnati a propagandare la loro controriforma sanitaria, che non ha tenuto in alcun conto delle osservazioni fatte da Agenas alla sperimentazione di Maroni (legge 23), ha appesantito tutti i difetti di quella legge (che di fatto è una delle cause della strage da Covid in Lombardia nella prima ondata) e soprattutto ha allargato lo spazio della sanità privata definendola equivalente a quella pubblica.
Prima di Natale hanno inaugurato in pompa magna una “casa di comunità” in centro di Milano, in Via Rugabella, per dimostrare la centralità della medicina territoriale. Peccato che l’operazione è una presa in giro scandalosa: riverniciano e rinominano uno storico poliambulatorio e ci aggiungono qualche infermiere e qualche specialista in più. Non è questa per noi la medicina territoriale che va garantita: ci vogliono assunzioni di Medici di Medicina generale con non più di 1500 pazienti, azzeramento delle liste di attesa per esami diagnostici e visite specialistiche con reperimento di organico stabile in tutti i poliambulatori, nei consultori va garantita la certificazione della 194 e l’aborto farmacologico, in tutte le UONPI va assunto personale perché ora le diagnosi per il sostegno scolastico vengono date due anni dopo la segnalazione. Questo il minimo per invertire la tendenza. Le case di comunità per noi sono le case della salute progettate da Maccacaro, una equipe stabile multidisciplinare che conosce bene i suoi pazienti e li segue nel corso dell’arco della vita.
Per questo diciamo che la controriforma Moratti-Fontana va fermata: ha al suo interno elementi di dubbia costituzionalità, non ha tenuto conto neppure delle modifiche che il Governo tramite Agenas aveva suggerito. Il Governo Draghi, che sembra fino ad ora insensibile al caos della sanità lombarda, batta un colpo e assolva al suo compito di autorità centrale garante di un Servizio Sanitario Nazionale.
Per questo condividiamo organicamente la lettera che il Coordinamento Regionale art. 32 ha inviato al Presidente Draghi e al Ministro Speranza perché compiano questo passo. La diffonderemo e faremo conoscere nei territori dove ogni giorno nascono lotte, conflitti e proteste, dove la sanità lombarda mostra le sue inefficienze, pronta a rispondere ai bisogni, se passi per le vie a pagamento, ma lenta, burocratica e sorda per chi si affida al Servizio Sanitario Nazionale.
La salute non è una merce, la sanità non deve essere un affare per le aziende private.
Oggi mercoledì 20 ottobre, scaduti gli arresti domiciliari, torna libero Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera (Pavia) accusato di eccesso colposo di legittima difesa dopo che, lo scorso luglio, ha ucciso con un colpo di pistola il 39enne Youns El Boussettaoui.
Questa tragica vicenda dimostra, una volta di più, come le politiche securitarie introdotte nel nostro paese dal centrodestra hanno creato un vero e proprio Far West .
Chiunque è legittimato a girare armato, tra l’altro usando pallottole illegali, vantando il diritto di farsi giustizia.
Questo non fa che aumentare la tensione tra la gente, creando, questo si, un clima di incertezza e paura.
Si sta consolidando nel nostro paese un’idea che quando a delinquere sono i “soggetti fragili” occorre usare la “mano di ferro”, quando a delinquere sono “soggetti forti” allora si applicano tutte le attenuanti possibili e immaginabili.
Come Rifondazione Comunista siamo contro la “giustizia fai da te” e all’impunità per i potenti.
Nell’ambito della stagione congressuale del Partito della Rifondazione Comunista, che terrà il suo congresso nazionale a Chianciano Terme nei giorni 22, 23 e 24 ottobre, anche a Pavia si stanno svolgendo i congressi dei Circoli territoriali.
Alla conclusione dei congressi di circolo, sabato 16 ottobre, a partire dalle ore 9:30, si terrà, a Pavia, presso la Sala San Martino, C.so Garibaldi 69, nel rispetto rigoroso delle normative anti Covid, l’XI Congresso Provinciale del PRC.
Il tema scelto dai compagni e dalle compagne del prc Pavese sarà:
“PRATICARE L’OPPOSIZIONE – PROGETTARE E COSTRUIRE L’ALTERNATIVA”.
Si tratta di un appuntamento importante che permetterà alle compagne e ai compagni del Partito della Rifondazione Comunista del Pavese di riflettere insieme, approfonditamente su cosa occorra fare per fortificare e rilanciare una sinistra di classe, pavese e parimenti internazionalista nel nostro territorio, che è e vuole restare saldamente fuori da qualsivoglia campo di legittimazione del capitalismo lavorando ad una forte, reale alternativa senza rinunciare alla presenza e alla rappresentanza sociale di bisogni ed interessi diffusi.
Siamo consapevoli dei nostri limiti politici e organizzativi, ma siamo altresì convinti di come le nostre ragioni e le nostre proposte siano le uniche in grado di risolvere i problemi che attanagliano anche il nostro territorio.
Da anni siamo impegnati a denunciare la politica di devastazione ambientale portata avanti dai nostri governanti.
Da anni denunciamo l’assoluta inadeguatezza del sistema sanitario Lombardo, sistema che con tutta evidenza non ha retto all’impatto della pandemia.
Da anni siamo al fianco dei lavoratori nella difesa dei loro diritti.
Da anni siamo impegnati nella difesa della pace contro la guerra e nella difesa della nostra democrazia.
Il nostro congresso rappresenta la nostra volontà di continuare in questa strada.
Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra piena solidarietà all’associazione Mimoal, associazione che da anni si batte per ottenere quello che in un paese civile sarebbe normale, un servizio di trasporto pubblico decente.
Da anni l’associazione si batte perché sia migliorato il servizio di trasporto sulla linea ferroviaria che collega Mortara a Milano, tratta che è tra le più disastrate dell’Italia settentrionale.
Sono state raccolte migliaia di firme, fatti presidi sotto la Regione Lombardia, incontri con tutte le amministrazioni locali e sempre Trenord e la Regione Lombardia non hanno fatto nulla.
Il centrodestra ha sempre fatto promesse, senza mai rispettare la parola data.
Ora si arriva addirittura ad aprire una vertenza legale contro Mimoal, chiedendo un risarcimento di diecimila euro, con il chiaro intento di intimidire gli associati per ridurli al silenzio.
Come Partito della Rifondazione Comunista siamo, come sempre, al fianco dei cittadini che si battano per rivendicare diritti legittimi e contro l’arroganza del potere che non accetta nessuna critica al proprio operato.
Venerdì scorso due lavoratori impiegati in un’azienda di Villanterio nella nostra provincia sono stati uccisi dalle esalazioni di vapori di ammoniaca a causa della rottura di un tubo.
Si aggiungono alla lunga lista d’infortuni che anche nella nostra provincia si sta sempre più allungando.
I dati INAIL ci dicono che nei primi quattro mesi dell’anno in corso si sono già verificati nel nostro territorio ben 1.523 infortuni con quattro morti.
Solo a marzo sono stati 340 ad aprile 384, il 90% di tali incidenti è avvenuto nell’industria.
Le cause di tutto ciò non vanno ricercate nella sfortuna e nel destino ma nell’irresponsabilità dei nostri governati.
Negli ultimi dieci anni, i vari governi che si sono succeduti hanno tagliato il personale addetto ai controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a tal punto che è impossibile eseguire un controllo capillare nelle aziende.
Le responsabilità vanno cercate anche nel nostro sistema produttivo, dove tutto è subordinato alla produttività e profittabilità delle aziende, dove i lavoratori non sono esseri umani ma appendici delle macchine e come tali trattati.
Ripeto, non si tratta d’incidenti, né del destino, né di tragica fatalità ma di precise scelte fatte dalla politica e da molti imprenditori.
Occorre rilanciare un nuovo ciclo di lotte per imporre diritti e sicurezza nei luoghi di lavoro, Rifondazione Comunista è impegnata in questo lavoro convinta che solo un nuovo protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici potrà cambiare questa situazione.
E’ finito agli arresti domiciliari Michele Brait Direttore generale della AssT di Pavia accusato di turbativa d’asta.
Non sappiamo se le accuse a suo carico saranno provate, ma di certo non è la prima volta che la sanità in Lombardia è al centro di vicende giudiziarie, a partire da quelle che hanno visto coinvolti l’ex Governatore Formigoni e l’ex assessore Mantovani.
Il Brait era conosciuto in Lomellina perchè è stato l’artefice della soppressione del pronto soccorso a Mortara e sempre si era distinto per le sue scelte a favore della sanità privata a scapito di quella pubblica.
Per le sue politiche di tagli era stato premiato dalla regione con un bonus di 100 mila euro oltre al già lauto stipendio sempre di 100 mila euro all’anno, ma forse non gli bastavano.
Come partito della Rifondazione Comunista non avevamo bisogno di questi scandali per confermare la nostra opposizione alle scelte fatte dal centrodestra in materia di sanità.
Scelte che non hanno fatto altro che peggiorare l’assistenza sanitaria ai cittadini Lombardi, come si è evidenziato drammaticamente nella vicenda della gestione della pandemia Covid tuttora in corso.
Per questo come partito assieme a numerose associazione abbiamo lanciato la campagna per commissariare la sanità Lombarda.
Commissariare subito la Sanità Lombarda
Piero Rusconi segretario PRC Pavia
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA FEDERAZIONE DI PAVIA
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