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RIPUBBLICIZZIAMO L’ACQUA!

A 10 anni dalla storica vittoria nei Referendum del 2011 ancora e ancora  il Forum dei Movimenti per l’Acqua si mobilita per riaffermare il valore universale dell’acqua come bene comune e la necessità di una sua gestione pubblica e partecipativa.

Anche in provincia di Pavia il Comitato per i 2SI non ha mai smobilitato e mantiene vivo il dibattito per arrivare ad una gestione del ciclo dell’acqua secondo parametri di interesse comune, che possono essere perseguiti solo mediante una gestione pubblica per davvero, non tramite una Società di capitali qual è Pavia Acque Scarl, bensì tramite una Azienda Pubblica. Solo in questo modo diventano obiettivi prioritari anche quelli di tutela ambientale, di salubrità delle acque, di gestione del servizio idrico a favore della comunità.

Si è già concretizzato il fatto che l’acqua, una volta classificata come merce da vendere solo a chi può pagare, venga addirittura quotata in Borsa. E altre nubi all’orizzonte del PNRR post pandemia fanno temere il rischio che qualche Macro utily – di quelle quotate – possa fare un sol boccone anche del nostro Gestore unico provinciale. Ricordo solo, a titolo di esempio, che analoga vicenda si è già vissuta nel caso di LGH. Perciò vale la pena di mettere al sicuro i nostri servizi affidandoli esclusivamente ad Aziende pubbliche.

Si dice che l’Ufficio d’Ambito (ATO) ha funzione di “controllo” del sistema. Ma da quando in qua chi controlla  dipende in tutto e per tutto dal controllato?

E’ sotto gli occhi di tutti – e in particolare dei Sindaci della Conferenza dei Comuni chiamata a esprimere parere obbligatorio – che il Piano d’ambito viene regolarmente aggiornato sulla base dei prospetti e dei programmi di Pavia Acque. L’Ente Provincia e gli altri fautori dello status quo ci dicono che è sufficiente un “controllo” pubblico e che la gestione può essere privatistica. Ma l’ufficio d’Ambito può giusto prendere atto e fare da passacarte verso Arera.

Tutta la Programmazione dei Lavori, il Piano Finanziario, gli Obiettivi qualitativi e quantitativi, tutto viene studiato elaborato e proposto da Pavia Acque. E  come potrebbe essere altrimenti se uffici tecnici, competenze e know-how sono quelli di Pavia Acque Scrl (che ha il preciso scopo di fare utili)? E come può un semplice “controllo” pubblico orientare le scelte del Gestore privato verso obiettivi di una drastica riduzione dell’inquinamento delle falde e dei corsi d’acqua e verso una riduzione delle perdite dell’acquedotto, quando il guadagno del Gestore dipende essenzialmente dall’incasso delle bollette?

Facciamo qualche esempio :

Il Piano d’Ambito “Pilota” – quello del 2008 – stimava perdite idriche del sistema acquedottistico pari al 18,63%. Nel 2020/2021 il dato sulle perdite risulta pari al 25%, mentre la tariffa è raddoppiata e il Piano tariffario 2020-2023 ha come obiettivo una riduzione delle suddette perdite pari al 2% (!).

Nei successivi aggiornamenti non vi è più traccia della  realizzazione di due Poli di essicamento fanghi inizialmente previsti nel Piano d’Ambito del 2008. Forse perché costa meno mandare i fanghi dei depuratori a chi ci fa affari e chi s’è visto s’è visto. Ma l’Ufficio d’Ambito in quale modo intende tutelare la salubrità delle acque sotterranee gravemente esposte agli inquinanti pericolosi (vedi cronaca delle scorse settimane) sparsi abbondantemente con i fanghi nei terreni agricoli della nostra provincia?

E ancora. Le prescrizioni comunitarie europee (risalenti agli anni ’90), e le conseguenti norme di recepimento e attuazione adottate dalle autorità competenti, indicano limiti molto stringenti circa la presenza di fosforo e di azoto totale presente nelle acque reflue. Qualche Gestore, di altri Ambiti, da diversi anni ha attivato sperimentazioni e sistemi operativi per l’estrazione di suddetti elementi dai fanghi . Pavia Acque ? Non pervenuta.

E arriviamo al recentissimo aggiornamento tariffario del 2020. Secondo i macroindicatori di qualità tecniche Arera, nel 2019  il Gestore Pavia Acque Scarl è in classe B per l’obiettivo di riduzione delle perdite idriche; in classe E per la qualità dell’acqua erogata; in classe E per l’adeguatezza del sistema fognario; in classe D per la qualità dell’acqua depurata. Tuttavia i nostri Sindaci, all’unanimità dei presenti,  hanno comunque approvato la revisione del piano tariffario che porterà nuovi aumenti nel 2022 e  nel 2023.

Abbiamo assistito negli scorsi decenni a molteplici privatizzazioni di servizi pubblici, sia locali che nazionali, sempre decantate con il mito dell’efficienza. Ma, stante che resta tutto da dimostrare, ci chiediamo: a che serve un soggetto Gestore efficiente se la qualità ambientale del servizio risulta scadente?

Ri-eccoci dunque a reclamare l’acqua pubblica, e la ripubblicizzazione dei servizi pubblici locali in rispetto alla volontà popolare convalidata dai Referendum fin dal 2011. Ripubblicizziamo i servizi pubblici locali ! A partire dal servizio idrico. E torniamo a ritroso anche alle Aziende Municipalizzate diventate Spa dalla sera alla mattina ai primi del 2000.

Per il  COMITATO PAVESE 2SI PER L’ACQUA BENE COMUNE

Antonietta Bottini – 335 6819546 – antoniettabottini@gmail.com