Tag: Crimini fascisti in Lomellina

27 aprile 1921. Uccisione di Salvadeo Giovanni

Marco Savini e Antonietta Arrigoni

Nella primavera di cent’anni fa si scatenò in tutt’Italia l’offensiva delle squadre fasciste raggiungendo il massimo di violenza e ferocia.

È impossibile comprendere la nascita del fascismo se non si riescono a misurare l’ampiezza del fenomeno e la sua diffusione territoriale.

Uno dei luoghi più martoriati fu la Lomellina, con una sequenza quasi quotidiana di spedizioni punitive squadriste.

Se l’uccisione del 21 marzo di Maria Monchietti poteva essere stata forse “preterintenzionale”, quella del  capo lega di Tromello era non solo mirata ma particolarmente efferata.

La notte del 27 aprile 1921, fascisti mascherati arrivarono su un camion alla cascina Conca di Tromello gestita dalla Federazione delle Cooperative.

Cercarono Giuseppe Pazzi fiduciario della Federazione Pavese, spaventando moglie figlia e, non trovandolo, devastarono la sua casa e spararono a un salariato.

Appena dopo cercarono il capo lega Giovanni Salvadeo, che in un primo tempo fuggì da casa per i campi, poi ritornò al pianto dei figlioletti, qui lo colpirono con le mazze e lo finirono con una revolverata.

Le cooperative rappresentavano un sistema di produzione e di distribuzione che urtava gli interessi degli esercenti privati e degli agrari. Un po’ come per l’occupazione della fabbriche, non si poteva permettere che prendesse piede l’auto-organizzazione dei lavoratori nella gestione del sistema produttivo.

Guai se semplici braccianti avessero esteso con profitto la conduzione di aziende agricole, sostituendosi ai tradizionali affittuari.

Ecco l’accanimento contro le cooperative agricole come quella alla cascina Conca di Tromello.