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Ancora scandali nella sanità lombarda: adesso basta!

La pretesa “eccellenza” nella sanità lombarda si dimostra ogni giorno di più una vera e propria “bufala”.

Ci sono gravi ritardi nella distribuzione dei vaccini e si registra una grande disorganizzazione per cui gran parte degli “over 80” sono ancora ad di fuori della possibilità di vaccinarsi.

In sostanza, ad oggi, solo il 9 per cento degli abitanti della provincia di Pavia è stato vaccinato, nonostante le continue promesse di Bertolaso e della Regione Lombardia, per non parlare delle persone “over 80” chiamate a vaccinarsi in ospedali lontani dalla propria abitazione, o dei vaccini arrivati senza avvertire gli interessati con il rischio di scongelarli.

A tutto ciò si aggiunge la notizia dell’arresto del direttore generale della Asst Pavia Michele Brait accusato di turbativa d’asta per l’appalto delle ambulanze (due milioni e 300 mila euro ad una cooperativa di Pesaro)

Ovviamente, come si dice in questi casi, bisogna lasciare lavorare la magistratura, ma, al di là dell’aspetto legale, alcune questioni sono evidenti: secondo l’accusa la cooperativa dei fratelli Antonio e Francesco Calderone, amministratore di fatto della stessa, impiegava manodopera sottopagata facendo passare per volontari i dipendenti, ambulanze non sanificate (gravissimo soprattutto in periodo Covid), ambulanze senza una sede (trovata solo successivamente a Mede in modo insufficiente) e parcheggiate, nelle ore morte, sulle strade o in luoghi nascosti.

La gara d’appalto sarebbe stata predisposta in modo tale da provocare l’esclusione delle varie “Croci” locali: da qui appunto l’accusa di “turbativa”.

Brait ha ignorato 46 violazioni del servizio (31 arrivate nel periodo di prova, per cui avrebbe dovuto revocare l’appalto).

La Cgil già tre anni fa era intervenuta per l’aspetto del “profilo anomalo” degli addetti della cooperativa “First Aid One” di Pesaro. Brait ha ignorato tutto ciò e ha continuato imperterrito con la ditta in questione.

La cosa non ci stupisce in quanto Brait è il medesimo che ha tagliato i Pronto soccorso di Mortara e Mede, oltre ad aver voluto altri ridimensionamenti della sanità pubblica con la conseguenza di favorire i profitti della sanità privata.

Del resto è stato il “braccio” della Regione Lombardia per i tagli ed è stato premiato, oltre al cospicuo stipendio di 150 mila euro all’anno, con altrettanti cospicui “bonus” di 100 mila euro per “aver raggiunto gli obiettivi” e cioè le chiusure e i ridimensionamenti.

Diciamo basta a questo tipo di politica che abbiamo sempre contestato con manifestazioni, presidi, volantinaggi!

Basta con gli scandali nella sanità lombarda: Formigoni, l’assessore regionale Mantovani, adesso Brait, cosa si aspetta ancora?

Occorre commissariare la sanità lombarda.

Piero Rusconi e Giuseppe Abbà

Federazione provinciale del Partito della Rifondazione Comunista