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Nel Giorno della Memoria la capogruppo FDI celebra il nonno soldato della Wermacht

01 Febbraio 2022

Fonte: L’Informatore Vigevanese

https://www.informatorevigevanese.it/attualita/2022/01/28/news/nel-giorno-della-memoria-la-capogruppo-fdi-celebra-il-nonno-soldato-della-wermacht-552610/

Immediata reazione da parte della sezione Anpi vigevanese: inorridiamo, la consigliera ricordi che era dalla parte degli aggressori che occuparono l’Italia con una spaventosa contabilità delle vittime

VIGEVANO – Un post sui social nel Giorno della Memoria, ma non uno come tanti altri dei rappresentanti delle istituzioni, votato alla riflessione e al ricordo di un periodo tragico della storia dell’umanità. Un ricordo personale, quello postato da Emma Stepan, consigliere comunale a Vigevano, capogruppo di Fratelli d’Italia. Un ricordo del nonno. Non un deportato nei campi in Germania o in Polonia, ma un soldato austriaco appartenente alla Wermacht, l’esercito del Terzo Reich impegnato nell’occupazione tedesca del nostro Paese nel periodo dal ’43 al ’45.

Un nonno che rischiò la fucilazione da parte dei partigiani, che poi non avvenne. “Sento la necessità di ricordare questo episodio – ha scritto Stepan – affinché qualcuno provi a immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco a cui per un attimo l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza, stava per sottrarre la vita”, ha scritto la consigliera del partito della Meloni.

Il post di Emma Stepan su Facebook. Nei commenti si parla di partigiani “infami” e terroristi”

Un post che non poteva passare inosservato in qualsiasi momento, figuriamoci nella ricorrenza del 27 gennaio e che ha provocato una risposta decisa da parte della sezione vigevanese del’Anpi, attraverso un comunicato che qui sotto riportiamo integralmente.

“Dopo aver letto i post su FB della signora Emma Stepan consigliere comunale di FDI la sezione ANPI Vigevano inorridisce constatando che persone che ricoprono ruoli Istituzionali ancora non abbiano una memoria condivisa di quello che fu la seconda guerra mondiale ed in particolare dal 1943 al 1945 quando la Germania agì sul nostro territorio da
potenza militare occupante con una spaventosa contabilità delle vittime: 200.000 morti di cui almeno 120.000 civili, circa 7.200 ebrei avviati ai campi di sterminio e più di 700.000 soldati deportati, in gran parte costretti al lavoro schiavo nell’industria bellica tedesca, la paradossale condizione di “alleato occupato” in cui si trovò l’Italia con l’autonomia formale della Repubblica di Salò. In quella struttura ibrida di amministrazione nazista dell’alleanza, ricerca del consenso e ricorso brutale alla forza attraverso rastrellamenti e stragi, si inserì la collaborazione italiana, che diede prova di analoga spietatezza nella «lotta contro le bande», ossia nella guerra contro i partigiani. 

Chi furono i Partigiani? Coloro che si schierarono “da una parte”, dalla parte della libertà per gli italiani, contro il regime fascista che di tutte le libertà li aveva privati. Con il termine partigiano ci si riferisce ai protagonisti del fenomeno della Resistenza sviluppatasi in tutti i paesi europei occupati dalle truppe dell’Asse (Germania e Italia) durante la seconda guerra mondiale, una guerra di difesa di natura civile contro una occupazione militare. 

Ecco, consigliera Stepan cosa ricordiamo il giorno della memoria, perché non accada mai più. Il 27 gennaio Giornata della Memoria ricordiamo gli orrori di un regime nazi-fascista, ricordiamo tutte le vittime dell’Olocausto, il genocidio di cui furono responsabili la Germania nazista e i loro alleati (Italia) nei confronti degli ebrei Europa e lo sterminio di tutte le categorie di persone ritenute inferiori per motivi politici o razziali, dagli oppositori politici, minoranze etniche, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici. 

E quando vorrà raccontare la storia del suo nonno veda di non omettere che era dalla parte degli aggressori“.

LE REAZIONI

Arianna Spissu (consigliera comunale Pd): “Non è accettabile che una Consigliera Comunale, che ricopre un ruolo istituzionale, scriva questo post proprio nella Giornata della Memoria. Il ricordo della Shoah – e l’orrore che si dovrebbe provare – non può essere negoziabile o rivisitabile: non c’è un dibattito aperto, non ci sono confini labili tra vittime e carnefici, né c’è spazio per ricordare anche “quell’altro e quell’altro ancora”. La Giornata della Memoria appartiene alle vittime della Shoah, punto e stop. Ai deportati, a chi ha perso la vita in un campo di sterminio o fucilato in mezzo a un ghetto e a chi è sopravvissuto. Non ad altri. E questo non è in discussione, men che meno da parte di un rappresentante delle istituzioni di questa città. Quello che dice e che scrive ha un peso e queste parole, in questo giorno, non sono gradevoli. La Memoria è un valore condiviso, ripeto, non negoziabile“.

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La risposta di Edoardo Casati dei Giovani Comunisti di Vigevano con l’intervista del PUNTO PAVESE

Da nipote di un Partigiano e da Comunista mi sono sentito “toccato” in prima persona da questo revisionismo storico galoppante.

Ho ritenuto necessario dire la mia.

Ringrazio Edoardo Varese, giornalista del Punto Pavese, per questa intervista.

Un post pubblicato sul proprio profilo Face-book, proprio nel Giorno della Memoria. Non uno volto a condannare le atrocità commesse dai nazifascisti, o comunque a ricordare le numerose vittime decedute per colpa dei peggiori criminali che la storia ricordi.
Bensì un ricordo personale, quello postato da Emma Stepan, consigliera comunale di Vigevano e capogruppo di FdI. Un ricordo del nonno, di un soldato austriaco della Wehrmacht, l’esercito tedesco che occupò il nostro Paese tra il 1943 ed il 1945.Un nonno che rischiò di essere fucilato dai partigiani.
“Sento la necessità di ricordare questo episodio – ha scritto Stepan – affinché qualcuno provi ad immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco a cui per un attimo, l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza, stava per sottrarre la vita”.
Un post che ha suscitato inevitabilmente scalpore. “Un post semplicemente vergognoso – ha denunciato Edoardo Casati, membro della segreteria del circolo di Rifondazione Comunista di Vigevano – perché la consigliera ha omesso che suo nonno, ha fatto parte di un esercito che durante l’occupazione, si è macchiato di una serie interminabile
ed indescrivibile di rastrellamenti e di stragi contro la nostra popolazione. La sua voglia, di screditare l’importanza della Resistenza, va anche a contrastare i valori fondamentali della nostra Costituzione, antifascista per definizione. Da nipote di partigiano non posso che sentirmi colpito direttamente, e non posso che vedere calpestati i valori in cui credo. Posso dire sicuramente che la Resistenza ci lascia un’eredità enorme.
Un’eredità intrinseca nel termine stesso di partigiano, perché partigiano significa prendere una posizione. Antonio Gramsci sosteneva di essere partigiano, ovvero di odiare gli indifferenti.
Una presa di posizione condivisa anche da Sandro Pertini, che ci invitava sempre a prendere una posizione.
La lotta partigiana è stata anche una lotta contro l’indifferenza, quell’indifferenza che Liliana Segre ci spiega come consista in un vero e proprio germe spaventoso”.
Quella stessa indifferenza che ha permesso a fascisti e nazisti, di uccidere tante persone nei campi di sterminio. Occorre farsi carico di questa eredità, come se consistesse in uno zaino da portare sulle spalle. “Come Rifondazione Comunista – ha proseguito Edoardo Casati – ci ricordiamo che durante l’occupazione nazista sul nostro territorio, ci furono almeno 200 mila morti, tra soldati, partigiani e civili. Ci schiereremo con forza contro il negazionismo ed il re-
visionismo storico. Questo deve essere l’azione minima, che ogni persona dovrebbe compiere.
Il comportamento della consigliera è stato inaccettabile, dal momento in cui è una rappresentante delle istituzioni. Ricordo che stiamo parlando di storia, dell’eredità che i partigiani ci hanno lasciato. Definirli briganti, secondo me, significa schierarsi dalla parte di chi ha calpestato ed infangato il nostro Paese”, ha concluso Edoardo