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“I MUCCHI VANNO MUNGIUTI”

2 Luglio 2022

ABBA’ GIUSEPPE

Questa me la raccontò Carlo Lombardi, l’indimenticabile “commissario Remo” della brigata “Arturo Capettini”.

Carlo Lombardi aveva appoggiato, nell’autunno 1920, il grande sciopero bracciantile scoppiato in Lomellina, attraverso l’organizzazione dei giovani socialisti “i ciclisti rossi”.

In una cascina di Castellaro de’ Giorgi, presso Mede, ci fu uno scontro a fuoco con i proprietari terrieri con una vittima: l’agricoltore Magni.

Carlo Lombardi non era presente al fatto, ma il tribunale di Voghera, dietro forti pressioni degli agrari e del nascente squadrismo, lo condannò come “mandante” a ben 30 anni di carcere.

Ne scontò 19. Uscito dal carcere nel 1939 a seguito di alcune riduzioni di pena, nonostante fosse sottoposto a sorveglianza speciale, riprese contatto con il Partito Comunista clandestino (Lombardi aveva aderito al Partito Comunista d’Italia, nato nel gennaio 1921, in carcere).

Nel 1943, dopo l’8 settembre, si mise ad organizzare la Resistenza. Salì in montagna, nell’Oltrepò Pavese, nella primavera del 1944 e costituì, assieme ad altri compagni, la brigata garibaldina “Arturo Capettini”.

Tornò a Mortara dopo la Liberazione e riprese l’attività sindacale organizzando il proletariato agricolo che, all’epoca, era molto numeroso: 100 mila addetti in Lomellina di cui ben 30 mila iscritti all’organizzazione bracciantile della CGIL.

Nel settembre 1945 esplode un grande sciopero nelle campagne, uno sciopero totale, compresa la mancata mungitura delle mucche.

Il padronato agrario chiede l’intervento delle autorità alleate occupanti. Così, un mattino, Carlo Lombardi vede entrare nel suo ufficio alla Camera del Lavoro un ufficiale alleato, il maggiore Philips che, come lo vede, lo chiama con il suo nome di battaglia “Remo”! Lombardi risponde “Philips”! Difatti i due si conoscevano in quanto Philips era stato paracadutato, durante la lotta partigiana, in Oltrepò e aveva fatto il radiofonista nel reparto garibaldino di Lombardi.

Immediatamente Philips, che parlava un italiano stentato, dice a Lombardi “Remo, i mucchi vanno mungiuti“!

Remo, sentendo declinare al maschile plurale il termine “mucca”, non resistette e rispose “i mucchi potrebbero essere i tori, ma non producono latte”! Philips insistette perché lo sciopero terminasse, ma Remo lo invitò a fare un giro con lui nelle cascine per rendersi conto di persona come vivevano braccianti e salariati.

Con la jeep di Philips i due girarono per tutta la Lomellina e l’ufficiale alleato (che doveva essere un sincero democratico) si rese conto della grande miseria, aggravata dalla guerra appena finita, in cui si viveva.

A quel punto convocò, nella sala consiliare del Comune di Mortara, una riunione fra i rappresentanti sindacali e gli agrari. I padroni non volevano cedere alle richieste fra le quali, importante per l’epoca, la parità salariale fra uomo e donna.

A quel punto, spazientito, Philips intervenne dichiarando ai padroni: “Guardate, se non firmate l’accordo, in provincia di Pavia posso disporre di 20 mila indiani che taglieranno il riso e vi sequestreremo il raccolto”!

I padroni firmarono l’accordo. Non solo: Philips si adoperò per far confluire il materiale, specialmente vestiario, abbandonato dai tedeschi che fu distribuito alle famiglie dei braccianti.

Questa fu, probabilmente, l’unica volta (almeno che io sappia) che le armi dell’Impero Britannico le quali, di solito, nel dopoguerra erano usate per restaurare il potere capitalistico, furono impiegate per un accordo sindacale a favore dei lavoratori.

Lombardi, che raccontava con indubbio divertimento l’episodio, mi disse pure che i padroni non gli perdonarono mai quell’intervento.