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NO ALLA LOGISTICA DI TRIVOLZIO. NO ALL’ULTERIORE CONSUMO DI TERRITORIO

Mortara 31/03/2021

Come per molte altre situazioni ambientali, anche per le logistiche la Provincia di Pavia è terra di conquista dei potentati economici. Così è stato per gli inceneritori, gli impianti rifiuti, i fanghi in agricoltura, le cave ecc..                                                                                                                                                                                     

Oggi, con Trivolzio e anche a Casatisma, tornano in campo le richieste di logistiche. A Trivolzio si parla di consumare ben 25 ettari di fertile terreno agricolo, con tutte le conseguenze del caso: consumo e cementificazione del territorio (25 ettari sono una porzione enorme), centinaia di TIR e di furgoni ogni giorno ad appesantire ulteriormente il traffico su gomma.                                                                                         

Ricadute ambientali importanti anche nei comuni vicini di Battuda, Marcignago, Bereguardo e Torre d’Isola.   Già nel 2010 (e anche prima) le richieste di simili insediamenti erano presenti.                                       

All’epoca ero consigliere provinciale del Partito della Rifondazione Comunista e, come gruppo consigliare, ci battemmo contro questo uso dissennato del territorio presentando mozioni, chiedendo una programmazione adeguata per le necessità vere della nostra Provincia e non dei gruppi speculativi. L’Amministrazione provinciale, a quel punto, ordinò uno studio (spendendo oltre 90 mila euro) per redigere un piano commerciale con proposte anche sulla viabilità. Si discusse in Consiglio Provinciale ma non si seppe più nulla.

Peraltro l’unica forza politica in Consiglio Provinciale e nel territorio che si è battuta coerentemente su questi problemi è stato il Partito della Rifondazione Comunista.                                                        

Il perché è presto detto: i potentati economici non vogliono nessuna pianificazione, vogliono avere le mani completamente libere. Ad esempio: perché non vengono utilizzati capannoni dismessi, così abbondanti nella nostra zona?  Non vengono utilizzati perché conviene di più, dal punto di vista economico, per “lor signori” consumare terreno agricolo piuttosto che recuperare edifici!                                                                                                           

Di fatto manca ogni programmazione: non si discute mai di quello che serve veramente al territorio, ma si inseguono sempre e solo le mirabolanti promesse (mai mantenute, peraltro) delle “compensazioni ambientali”. 

PREVALE LA PURA LOGICA DEL PROFITTO.                                                                                                                 

Per questo, come in tutte le altre simili occasioni, esprimiamo la nostra ferma opposizione alla logistica di Trivolzio e siamo al fianco di chi si batte per contrastarla.

Teresio Forti, ex capogruppo nel consiglio provinciale del Partito della Rifondazione Comunista