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RIFONDAZIONE: UN ALTRO MORTO SUL LAVORO. SI FERMI QUESTA STRAGE!

Nel giorno del funerale di Laila El Harim, l’operaia morta incastrata da un macchinario in una fabbrica del modenese, un uomo è morto in un’azienda di San Paolo d’Argon (BG).

Attendiamo l’esito delle indagini, ma diciamo fin da ora che la scelta criminale fatta dai vari governi di tagliare i fondi destinati all’Inail ha negli anni diminuito drasticamente la possibilità dell’ente di effettuare controlli sul rispetto delle norme di sicurezza e senza sicurezza si muore.

Nel caso di Laila, ad esempio, gli inquirenti hanno assunto come prova il cellulare con il quale lei stessa aveva fotografato il non funzionamento delle protezioni della fustellatrice che l’ha uccisa.

Nei soli primi 6 mesi del 2021 sono morti 538 lavoratori (dati Inail); rispetto allo stesso periodo del 2019, quest’anno gli infortuni mortali sul lavoro, sono cresciuti dell’11,6%; 5 i morti sul lavoro nelle ultime 48 ore. Senza contare i feriti gravi o gravissimi.

Questo è il drammatico risultato che arriva da una serie di politiche neoliberiste sui temi del lavoro che guardano solo al profitto ed alla concorrenza selvaggia a spese di diritti e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.

Ora basta! Fermiamo questa strage.

Si facciano subito importanti investimenti per garantire l’applicazione delle norme di sicurezza e il controllo delle stesse, si perseguano penalmente le aziende che non le applicano e si obblighi tutte le realtà lavorative a fare formazione per la sicurezza sul lavoro.

Se dalle indagini emergeranno dei responsabili devono essere perseguiti.

Ci stringiamo alla famiglia, agli amici e ai colleghi del lavoratore morto ieri San Paolo d’Aragon esprimendo le nostre più sentite condoglianze.

Fabrizio Baggi, Segretario regionale Lombardia

Francesco Macario, Segretario provinciale Bergamo Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea