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9 MAGGIO 1978 – 9 MAGGIO 2023: 45 ANNI SENZA PEPPINO

di Fabrizio Baggi, Segretario regionale Rifondazione Comunista Lombardia

45 Anni fa a Cinisi veniva assassinato, per ordine del boss Tano BadalamentiGiuseppe (Peppino) Impastato, attivista di DEMOCRAZIA PROLETARIA e giornalista di RADIO AUT.

Peppino denunciava con forza attraverso la sua radio, le attività criminali di Cosa Nostra coperte da un’omertà complice di una Sicilia chiusa nella stretta della mafia.

“Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda. Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi, prima di abituarci alle loro facce, prima di non accorgerci più di niente”

queste sue parole sono oggi terribilmente attuali, oggi che le mafie hanno cambiato aspetto ma sono ancora più potenti, oggi dove non ci sono le stragi col tritolo degli anni ’90 ma dove la mafia si è impossessata di appalti pubblici e privati, di un pezzo di politica e via discorrendo.

Le idee e la lotta di Peppino devono camminare sulle nostre gambe, sulle gambe di chi vede nell’ antimafia sociale la continuità di ciò che a lui e a molte e molti altre/i è costata la vita. Per non rendere vano quel sacrificio, si devono fare ogni giorno tutte e tutti insieme quei 100 passi di lotta.

“Peppino è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai”

ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI DEL PRC-SE LOMBARDIA: BUON 2023 DI RISCOSSA

31 Dicembre 2022

Fabrizio Baggi, Segretario Regionale Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea Lombardia

Care Compagne cari, Compagni,

sta per finire un altro anno nel quale abbiamo lavorato molto e per questo ringrazio tutte e tutti.

Questa fine anno arriva vedendoci impegnate/i in un’ennesima campagna di raccolta firme, da svolgersi di corsa, al freddo ed in un periodo che, date le festività natalizie non è certo congeniale, eppure la stiamo portando avanti con determinazione come il nostro Partito è solito fare per permettere alla cittadinanza di non doversi “accontentare del menopeggio” ma di poter votare mettendo la famosa X sul simbolo della nostra coalizione, sul simbolo della sanità pubblica, sul simbolo di chi non ha valigie di soldi nascoste, sul simbolo di chi dice no al consociativismo tra centrodestra e centrosinistra che da anni nella nostra regione contribuisce al disastro politico al quale assistiamo.

La prossima settimana sarà decisiva per il raggiungimento dell’obiettivo rispetto alla raccolta firme e poi, una volta raggiunto quello, ci aspetterà un mese di campagna elettorale. E noi ci saremo!

Un grandissimo ringraziamento va alla nostra compagna Mara Ghidorzi che ha messo a disposizione il suo alto profilo politico, la sua esperienza e la sua persona per questa importante avventura he ci vede, ancora una volta, immaginare una Lombardia diversa, fatta di diritti, di Persone e di servizio pubblico, una Lombardia che solo Unione Popolare può rivendicare.

Sono certo che, come sempre, lavoreremo tutte e tutti per la buona riuscita di questo nostro progetto che, oltre all’importante livello elettorale, ha con sé quello politico e della costruzione di Unione Popolare.

Voglio infine ringraziare tutte le compagne e tutti i compagni per la tenacia con la quale ogni giorno si adoperano per salvaguardare questo nostro Partito, una comunità politica importante, a volte litigiosa ma con un grande cuore e con una grande voglia di rivalsa per le classi popolari e per tutte le persone in difficoltà.

Buon anno a tutte e tutti care compagne e cari compagni. Auguro a tutt@ noi un 2023 di riscossa.

Al lavoro e alla lotta!

RIFONDAZIONE: ANCHE IN LOMBARDIA UNIONE POPOLARE AMMESSA IN TUTTI I COLLEGI DI CAMERA E SENATO. ORA AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE VERSO IL SUPERMANETO DEL 3 PER CENTO

25 Agosto 2022

La raccolta delle firme necessarie alla presentazione di UNIONE POPOLARE è, senza ombra di dubbi, stata un’impresa eccezionale a cui il nostro Partito ha risposto dimostrando, senza ombra di dubbio alcuno, la determinazione del suo corpo militante.

Una raccolta firme fatta in maniera totalmente antidemocratica, in poco più di dieci giorni e durante il mese di agosto con le città svuotate, (mai successo precedentemente della storia del nostro Paese) non era certamente un fatto con un risultato scontato, ma la determinazione delle compagne e dei compagni ha permesso non solo di raccogliere abbondantemente tutte le firme necessarie ma anche di essere ammessi come UNIONE POPOLARE in tutti i 10 collegi della Lombardia, sia per quanto riguarda la Camera dei Deputati e sia  per quanto riguarda il Senato della Repubblica. Anche in tutta la Lombardia quindi le cittadine e i cittadini che il 25 settembre intenderanno votare per la pace, per i diritti per tuttə, per il lavoro e contro il pensiero unico draghiano neoliberista, capitalista e guerrafondaio avranno la possibilità di farlo votando UNIONE POPOLARE.

Ringraziamo ancora una volta tutte e tutti coloro le e i quali con il proprio grande impegno hanno permesso questa evidente prima vittoria democratica ed ora lavoreremo sodo nel corso della campagna elettorale con l’obiettivo di superare la soglia e portare UNIONE POPOLARE in Parlamento.

Insieme possiamo!

Fabrizio BaggiSegretario regionale Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea Lombardia

RIFONDAZIONE: CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLA MAIER CROMOPLASTICA IN LOTTA. SUBITO UNA LEGGE CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI

Ieri una nostra delegazione regionale ha incontrato le lavoratrici e i lavoratori della MAIER CROMOPLASTICA di Verdellino (BG) in presidio permanete dal 23 giugno scorso.

Lo sciopero ad oltranza ed il blocco dello stabilimento hanno avuto inizio quando alcuni impianti (stampi), fondamentali per la produzione, sono stati rimossi nottetempo senza dare spiegazioni alle lavoratrici, ai lavoratori ed alle organizzazioni sindacali.

Messa di fronte all’evidenza la proprietà ha prima dichiarato che gli impianti erano stati trasferiti al fine di una reinternalizzazione del servizio e poi, si è venuti a sapere che, almeno due su cinque sono stati destinati ad altri stabilimenti, all’estero.

A quel punto lo spettro di un’ennesima delocalizzazione ha fatto si che la RSU decidesse per uno sciopero ad oltranza fino a che non fosse stata fatta luce sul futuro delle 92 persone che attualmente lavorano nel sito produttivo.

I prossimi passaggi saranno i seguenti: una presenza delle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori nel corso del Consiglio Comunale di ieri sera, l’apertura del tavolo di crisi il prossimo 4 luglio presso la Prefettura e la riunione del Consiglio di amministrazione della MAIER il prossimo 6 luglio.

Un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori che si è svolta ieri ai cancelli della fabbrica ha votato, a stragrande maggioranza, il proseguimento dello sciopero ad oltranza fino al 6 luglio.

Come Rifondazione Comunista continueremo a sostenere attivamente questa lotta presenziando al presidio ed attivandoci in tutte quelle pratiche nelle quali ci si adopera in queste situazioni.

Chiederemo alla nostra componente ManifestA la presentazione di un’interrogazione parlamentare e continueremo con forza a rivendicare la necessità di una legge contro le delocalizzazioni.

Prima le Lavoratrici e i Lavoratori non i maxi-profitti delle multinazionali.

29/06/2022

Fabrizio Baggi, segretario regionale

Nadia Rosa, responsabile regionale lavoro Partito della Rifondazione Comunista#Lombardia

Francesco Coco Macario, segretario provinciale

Marco Sironi, responsabile provinciale lavoro Partito della Rifondazione Comunista #Bergamo

Documento politico approvato dal CPR lombardo del 19/06

20 Giugno 2022

Documento politico approvato a larghissima maggioranza (37 voti favorevoli e 2 astenuti) dal Comitato Politico Regionale del Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia riunitosi il 19 giugno 2022.

Il Comitato Regionale della Lombardia riunito domenica 19 giugno ritiene che:

  1. Il Partito della Rifondazione Comunista ha analizzato con tempestività e lungimiranza il carattere eccezionale della fase che stiamo attraversando dallo scoppio della pandemia di Covid in cui si sommano ed intrecciano crisi sanitaria non ancora conclusa e le sue conseguenze economiche e sociali di lunga durata. La gestione neoliberista di questa crisi globale e sistemica imprime una violenta riorganizzazione economica e sociale all’insegna della precarizzazione del lavoro, della cancellazione dei diritti, dell’aumento delle disuguaglianze dell’irresponsabile rinvio della trasformazione ecologica del modello produttivo, l’unica che può salvaguardare la vita del pianeta compatibile con la sopravvivenza del genere umano.
  2. Il PRC ha espresso nelle mobilitazioni e nei dibattitti una unanime e forte opposizione alla guerra, come ha fatto per l’invasione dell’Afghanistan, dell’Irak, della Siria, dei territori della Palestina, o quando la Nato bombardava la Serbia per imporre la indipendenza del Kossovo. Ha definito l’invasione russa dell’Ucraina, una gravissima violazione del diritto internazionale, una irresponsabile mossa che pretenderebbe di rispondere alla incessante azione espansionista della Nato. Il violento scontro in atto fra potenze capitalistiche rischia di condurci alla terza guerra mondiale o di produrre nel cuore dell’Europa una situazione simile all’Afghanistan, una guerra per procura della Nato contro la Russia attraverso il popolo ucraino. Se questo conflitto non viene fermato devasterà l’Ucraina e il suo popolo, farà pagare al popolo russo il peso delle sanzioni e rovescerà su tutti i popoli europei i costi economici e sociali della guerra a partire dai rifornimenti energetici e alimentari e di molte materie prime. Abbiamo organizzato e continueremo a farlo, iniziative contro la guerra, contro Putin e contro la Nato; ci ricolleghiamo alla tradizione dell’internazionalismo socialista e comunista, alla nostra Costituzione, che all’art. 11, rimane lapidaria attraverso l’uso del verbo ripudiare nell’indicare la volontà di sottrarre la Repubblica da ogni guerra di aggressione.  La nostra posizione, che trova ampia rispondenza nella volontà popolare di pace, va continuamente promossa e argomentata nell’obiettivo di costruire ed allargare il movimento pacifista, contro la guerra contrastando in ogni modo il clima guerrafondaio e militarista, il processo alle voci critiche ed indipendenti che scandalosamente vengono fatte passare a libro paga di Putin.
  3. Mai l’Italia ha avuto un ruolo così subalterno e succube degli interessi Usa. Fin dal suo sorgere siamo alla opposizione del governo Draghi; abbiamo puntualmente criticato i provvedimenti presi e le impostazioni delle leggi di bilancio malgrado gli sforamenti e le copiose risorse del PNNR il Governo, con la complicità della destra, ha rafforzato l’impianto neoliberista degli ultimi decenni puntando alle privatizzazioni, all’allargamento del lavoro precario, ai bassi salari e scandalosamente sottovaluta l’emergenza ambientale e climatica. Ma il volto vero del Santo Draghi si è svelato ai cittadini e alle cittadine quando accanto all’invio delle armi all’Ucraina, per noi assolutamente fuori dal dettato costituzionale, è stata aumentata la spesa militare annua da 25 a 38 miliardi, dunque questo governo di unità nazionale continuamente in ascolto di Confindustria e di Fratelli d’Italia ci porta nei fatti a una cobelligeranza e a una vera economia di guerra.
  4. Questo è lo scenario gravissimo che dovremo affrontare nel prossimo anno coniugando al massimo opposizione sociale e lavoro politico di aggregazione e unificazione dei soggetti che ritengono irrimandabile costruire un’alternativa di popolo, di classe, pacifista, ecologista e femminista. Anche nella ricca Lombardia la crisi ha morso e ora si aggrava. A fronte del crescere dell’inflazione che arriva al 6,6% in Regione con punte di 7,3 % a Brescia (già a gennaio prima della guerra gli aumenti dei prezzi sono stati ben del 4,8%  )i salari delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti sono rimasti fermi ai livelli bassissimi. Il “governo dei migliori” è stato totalmente immobile rispetto alla necessità di aumenti salariali, e ha scaricato sui ceti popolari il peso di tutti i rincari. Nella sola nostra regione su 1.289.538 contratti attivati l’80% è a termine mentre il saldo tra contratti attivati e cessati registra una perdita di 103.069 posti di lavoro; merita attenzione il fenomeno delle dimissioni volontarie, a partire dalla sanità, alla ricerca di posti dove sia più possibile conciliare reddito, qualità del lavoro e della vita. Malgrado la scandalosa gestione del Covid di Regione Lombardia, il numero dei morti, le stragi nelle RSA, le mancate zone rosse, i tempi di attesa per le visite, la mancanza di medici, tutto è tornato peggio di prima (legge Regionale 22) e  vi è una oggettiva convergenza fra politiche sanitarie do Regione Lombardia e Governo sull’uso del PNRR. Si costruiscono strutture territoriali moderne assolutamente mancanti di personale medico ed infermieristico, mentre aumentano con il tempo le carenze di personale pubblico. Così il PNRR è un’occasione per una ulteriore privatizzazione della sanità, una porta spalancata per le multinazionali della sanità privata nei territori e negli ospedali (già si appaltano ai privati interi Pronto soccorsi e reparti ospedalieri della sanità pubblica )
  5. In questo contesto ci prepariamo come gruppo dirigente della Regione Lombardia a costruire una coalizione elettorale alternativa al centro-destra e al centro-sinistra sia per le elezioni nazionali che per le elezioni regionali. I risultati delle elezioni amministrative italiane a partire dalle liste di cui noi siamo stati protagonisti ci mostrano la difficoltà della costruzione di liste alternative locali efficaci in mancanza di un progetto aggregatore nazionale, nel quadro più generale di un aumento della astensione e di un distacco drammatico fra governanti e governati travolti da una crisi sociale da cui non vedono possibile uscita. Dove sono state presentate liste alternative il successo arriva solo quando esiste una storia e un radicamento locale, un lavoro sociale riconosciuto. Guardiamo con interesse ed entusiasmo alle elezioni francesi: lo straordinario successo della Nuova Unione Popolare (la NUPES pareggia con il 25,7% i voti di Macron e lascia la destra al 18%) in una nazione decisiva per struttura economica e ruolo politico come la Francia darà a questa nuova opposizione parlamentare la possibilità di svolgere un ruolo chiave nella lotta contro la guerra, la Nato e le politiche neoliberiste della UE. Con questa proposta Mèlanchon ha saputo riaggregare una sinistra divisa e frammentata, e riportare alla politica, lavoratori e lavoratrici poveri e precari. L’esito francese nasce naturalmente in un contesto diverso, in una nazione dove i movimenti e il conflitto sociale sono sempre stati forti e anche capaci di ottenere risultati, ma è nuova la modalità di stare insieme di questa Unione e può esserci utile 

Con queste premesse generali il Comitato Regionale con piena fiducia affida alla Segreteria Regionale il seguente mandato

A) Organizzare nei territori la immediata risonanza del percorso nazionale di costruzione della coalizione alternativa (ManifestADe MagistrisPotere al Popolo, Appello D’Orsi, Appello di TransformAppello delle Lavoratrici e dei Lavoratori per l’Alternativa) a partire dal primo incontro nazionale del 9 luglio per farlo vivere, conoscere nei territori, e continuare il lavoro di aggregazione.

B) Impostare in modo autonomo, la costruzione di una coalizione regionale per l’alternativa tenendo conto delle caratteristiche del bilancio regionale, che è impiegato principalmente alla spesa sanitaria, costruendo un programma di difesa dei beni popolari e dei beni comuni che metta al centro la sanità pubblica, la lotta all’abbandono scolastico, alla devastazione del suolo, alle conseguenze della crisi climatica. Vista la contemporaneità nel 2023 delle elezioni nazionali con le elezioni Regionali della Lombardia, si chiede al gruppo dirigente nazionale del Prc/SE di concordare da subito con gli altri soggetti e personalità politiche coinvolte la presenza comune alle elezioni regionali lombarde e del simbolo nazionale che sarà definito.

C) Mettere in agenda in un piano coerente federazione per federazione incontri propositivi con forze politiche, associazioni, liste civiche, centri sociali, singole personalità, gas , gap, comitati  di scopo per dare forma a questo modo di stare insieme e di lavorare per  una rappresentanza politica di alternativa, operando per una configurazione  della alleanza aperta, partecipata, democratica , interessata alla convergenza e alla unità del molteplice dentro l’obiettivo comune  La prossima fase dunque impegna il nostro piccolo partito ad agire un inedito e aspro scontro di classe con finalità precise, che presuppongono un lavoro di Rifondazione fuori Rifondazione  non solo una  linea politica condivisa, ma una riorganizzazione operativa delle nostre strutture, una nuova e più ampia configurazione e responsabilizzazione  dei gruppi dirigenti che dai territori dovranno raccogliere, orientare e rendere operative le disponibilità politiche, i saperi e le differenze.

Milano, 19 giugno 2022

RIFONDAZIONE: PERCHÈ DOBBIAMO FERMARE SUBITO QUESTA GUERRA

18 Maggio 2022

La guerra porta guerra; la guerra porta distruzione, violenza, perdite; la guerra uccide e fa morire. Porta anche migrazioni, le donne pagano un prezzo altissimo e il loro corpo diventa bottino di guerra.  La guerra, tutte le guerre, sono figlie del patriarcato e di logiche di mercato.

Come Christa Wolf faceva dire a Cassandra “Tra uccidere e morire c’è una terza via, vivere”

Non tutto finisce quando termina una guerra perché, al termine del conflitto, oltre all’opera di ricostruzione dei luoghi, comincia un altro percorso necessario ma ancora più difficile da realizzare: quello di una ricostruzione dei pensieri e dei rapporti tra le comunità.

Nessuno sta lavorando per la pace: continuiamo ad inviare armi, finanziamo gli eserciti e la maggioranza dei pensieri è orientata alla vittoria dell’Ucraina e non ad un accordo tra le parti. Le parole recenti del segretario generale della Nato Stoltenberg ne sono una conferma: “l’Ucraina può vincere questa guerra”. Non solo queste parole sono un chiaro incentivo a continuare le ostilità, ma anche l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato di certo non faciliterà la distensione e potrebbe mettere in pericolo l’intera Europa.

Altrettanto grave è il fatto che il Presidente del Consiglio dei ministri Draghi sia andato da Biden senza passaggio parlamentare e che la lista degli argomenti trattati in questo incontro sia secretata.

QUALCHE EFFETTO DELLA GUERRA

Avremo un autunno difficile con povertà che aumenteranno e una probabile crisi economica e sociale. Aumenteranno anche i profughi per fame perché dall’Ucraina, che è il granaio di tutti, non sta arrivando più il grano.

Le conseguenze già si fanno sentire sulla nostra economia, dove i rincari già attuati sul fronte energetico sono stati estesi anche a quello alimentare con aumenti dal 20 al 30%. Questo andamento sta trovando riscontri anche nel resto del mondo, dove le economie più fragili stanno già entrando in crisi.

In Iran ci sono state proteste di massa contro l’aumento dei prezzi, il governo ha aumentato i prodotti a base di farina del 300%, ha aumentato i prezzi dell’olio vegetale e dei prodotti lattiero-caseari.

L’India, l’altro paese granaio, per garantire la sicurezza interna ha sospeso le esportazioni di grano, facendo così vacillare le speranze occidentali di poter sostituire il rifornimento dall’Ucraina.

L’Africa, già con gravi problemi alimentari e un tasso di povertà elevato moltiplicherà i poveri e farà scoppiare altre guerre interne che produrranno profughi.

Avremo quindi un aumento di situazioni di povertà e necessità: quelle interne e quelle che arriveranno

Bisogna lavorare affinché l’obiettivo sia di fermare la guerra e non quello di vincerla e quindi dobbiamo costruire una grande movimento per la pace che sappia includere allo stesso tempo anche il tema sociale.

Basta guerre. No all’aumento di spese militari. Disarmo totale. Più soldi per sanità, scuola, lavoro.

Milano, 18 maggio 2022

Fabrizio Baggisegretario regionale

Giovanna Cardarelliresponsabile regionale internazionalismo

Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea – Lombardia

RIFONDAZIONE: I FALLIMENTI QUOTIDIANI DELLA SANITÀ LOMBARDA

12 maggio 2022

Quotidianamente si squadernano le falle della Sanità lombarda: pochi giorni fa al Call Center dell’ospedale di Niguarda la famiglia di un bimbo che aveva bisogno di esami ha scoperto che, per la ricetta in possesso, che il medico di famiglia aveva certificato D, (cioè un esame entro 60 giorni e una visita entro 30 ),non vi era spazio fino al giugno del 2023.

La solerte  addestrata operatrice dell’ospedale pubblico ha anche precisato che, volendo passare all’intramoenia, in tre giorni sarebbe stato possibile ottenere l’appuntamento sborsando 307 euro.

La Signora Moratti che sfarfalla per la Lombardia inaugurando Case della Comunità inesistenti smetta di raccontare frottole e di autolodarsi per la trovata degli esami e delle visite serali chieste o imposte a un personale stremato, con  organici insufficienti e malpagato , malgrado la medaglia di eroi .

In Lombardia non funziona il Servizio Sanitario Nazionale, il centro destra per anni lo ha picconato e ora siamo alla resa dei conti: il dissesto dei sevizi pubblici manda migliaia di pazienti alla sanità privata convenzionata, coperta da assicurazione o totalmente privata.

In Lombardia ci sono due Sanità: quella di chi può pagare e curarsi subito e bene, nella famosa eccellenza e quella di chi può solo affidarsi al Servizio pubblico o aspettare, magari ammalarsi e morire.

Questa Giunta va mandata a casa e con lei tutte le forze politiche che non la hanno incalzata e fermata..

Fabrizio BaggiSegretario regionale

Giovanna CapelliResponsabile regionale sanità

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia 

RIFONDAZIONE: AFGHANISTAN E ORA TOCCA AL BURKA

Lo scorso 7 maggio, il leader supremo dei talebani Hibatullah Akhundzada, ha reso obbligatorio per le donne l’uso del Burka, da lui ritenuto tradizionale e rispettoso, tutte le volte che si mostreranno in pubblico ma soprattutto davanti ad un uomo che non appartenga alla famiglia. Si ritorna indietro di vent’anni come nel precedente periodo talebano, si ritorna nel medioevo più oscuro, le donne provocano, sono portatrici di turbamenti anche solo se mostrano il viso.

Dopo che alle donne sono state vietate l’istruzione e il lavoro (persino alle vedove), dopo il divieto di viaggiare da sole per lunghe distanze (oltre i 72 kilometri), quello di partecipare alle feste anche quelle familiari, dopo  l’imposizione di  coprire il capo ora le si vuole nascondere completamente, renderle dei fantasmi e si aggiunge che dovranno rimanere chiuse in casa e uscire solo se avranno compiti importanti da svolgere pena condanne che prevedono anche il carcere.

Cosa ci si poteva aspettare da questo governo misogino e brutale?  Lo chiediamo a chi ha sostenuto la trattativa di Doha dicendo che i talebani erano cambiati. Lo chiediamo a chi è insensibile a tutto quello che sta succedendo in Afghanistan, lo chiediamo a chi è indifferente alle condizioni disumane riservate delle donne, a chi non si indigna per tutto questo, lo chiediamo al Governo, al Parlamento e al Ministro degli esteri che non spendono una parola su tutto quello che, anche loro, hanno permesso succedesse facendo ritornare i talebani in Afghanistan. Lo chiediamo a loro che in vent’anni di presenza nel paese non hanno provveduto alla sua ricostruzione e chiediamo alle forze democratiche di Sinistra di prendere posizione e di agire per portare l’attenzione tutto questo.

Non lasciamo le donne afghane da sole, tutte quelle donne che nel pericolo hanno continuato a manifestare e che per questo sono scomparse, sono state arrestate e qualcuna anche uccisa.

Non riconosciamo quel regime che brutalizza le donne, che calpesta i loro diritti, che utilizza la sharia per governare, sosteniamo le forze democratiche che esistono e che a fatica continuano a ribellarsi e a lottare.

Si istituisca, in collaborazione con le forze democratiche europee e afghane, un Osservatorio speciale per il monitoraggio delle violazioni e dei diritti umani che documenti le continue violazioni

Non rimaniamo in silenzio, mobilitiamoci, lo dobbiamo a tutte le donne afghane.

Milano, 10 maggio 2022

Fabrizio BaggiSegretario regionale

Giovanna CardarelliResponsabile Regionale Internazionalismo

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia

RIFONDAZIONE COMUNISTA MORTARA: PRESENTAZIONE DELLA LISTA GIUSEPPE ABBÀ SINDACO

Sabato 7 maggio 2022, il consigliere Comunale Giuseppe Abbà ha presentato ai giornalisti e ai militanti del circolo, la lista per le lezioni comunali del 12 giugno 2022, nella sede del partito.

Ha illustrato i punti programmatici più importanti e i candidati che lo sostengono.

Una lista con al suo interno, sia di candidati di provata esperienza politica amministrativa e giovanissimi candidati.

Mortara ha bisogno di un cambiamento radicale delle sue politiche amministrative, ambientali, di viabilità, di trasporti, di lavoro, un diverso rapporto tra cittadini, istituzioni e politiche aggregative giovanili.

L’unica vera alternativa per la città è votare Giuseppe Abbà!

Buona visione del video.

RIFONDAZIONE COMUNISTA MORTARA.

RIFONDAZIONE: 25 APRILE TUTTE E TUTTI IN PIAZZA CON L’ANPI PER LA PACE E IL DISARMO

23 Aprile 2022

La Festa della Liberazione dalla dittatura criminale nazifascista arriva quest’anno nel pieno di una situazione estremamente delicata.

Su un versante la guerra che sta distruggendo la vita di migliaia di persone e sull’altro la propaganda pro-guerra che i Partiti di governo, a partire da PD, compiono quotidianamente fomentando il folle invio di armi in Ucraina ed arrivando addirittura ad alzare la percentuale delle spese militari con l’obiettivo del 2 per cento d’investimenti in armi entro il 2024.

Noi, che siamo contro tutte le guerre, che siamo per la pace e per il disarmo abbiamo espresso molto chiaramente la nostra posizione che vede senza ombra di dubbi una ferma condanna a Putin ed all’invasione dell’Ucraina, ed una altrettanto ferma condanna all’espansionismo imperialista ad est della NATO – elemento destabilizzante che si rende complice delle guerre, alle infiltrazioni naziste all’interno dell’esercito ucraino, al mancato rispetto degli accordi di Minsk ed ovviamente all’invio di armi nei luoghi di conflitto ed all’aumento delle spese militari.

Siamo e saremo al fianco dell’#ANPI e del suo Presidente nazionale #Pagliarulo attaccati quotidianamente, in maniera squallida, dai “partiti con l’elmetto” e dall’informazione mainstream per via delle giuste posizioni su pace e disarmo espresse in queste settimane.

Non crediamo alle false narrazioni propagandistiche dei Partiti della guerra e per tutte queste ragioni saremo con l’ANPI e con il movimento per la pace in tutte le Piazza del 25 Aprile, nei territori e nella grande Piazza nazionale di Milano.

Rifondazione Comunista è contro Putin e contro la NATO.

Fuori la guerra dalla storia!

Noi vogliamo #pace e #disarmo.

Milano, 23/04/2022

Fabrizio Baggi, Segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea #Lombardia