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ManifestA – vertenza parlamentare sulla Maier

Pubblichiamo di seguito il testo dell’interrogazione parlamentare presentata dalla Componente ManifestA in merito alla vertenza della Maier Cromoplastica di Verdellino (BG)

Interrogazione a risposta scritta

Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Ministro dello Sviluppo Economico

per sapere,

premesso che –:

“Maier Cromoplastica S.p.A.”, appartenente alla società multinazionale spagnola “Maier”, è specializzata in stampaggio di materie plastiche e cromatura per componenti automotive;

tra i suoi stabilimenti, vi è quello di Verdellino, in provincia di Bergamo, nel quale operano 92 addetti;

sabato 18 giugno, a locali chiusi, cinque macchinari – corrispondenti al 23% della capacità produttiva totale – sono stati prelevati dalla fabbrica e trasportati all’estero dalla proprietà, a completa insaputa del personale ivi impiegato, senza avvisare né la Rsu né i sindacati dei lavoratori, e dopo aver disatteso nei loro confronti le promesse di nuovi investimenti;

la società comunicò che i beni prelevati erano stati trasportati nello stabilimento sito nei paesi baschi della Spagna;

la Direzione di Maier Cromoplastica S.p.A. annunciò che il 6 luglio si sarebbe tenuta un’assemblea dei soci, nella quale si sarebbe deciso se dismettere oppure no lo stabilimento di Verdellino;

il comportamento dei vertici aziendali ha indotto la protesta e lo sciopero con presidio permanente, dal 23 giugno scorso al 6 luglio, delle lavoratrici e lavoratori di Verdellino, con l’adesione dei Sindacati Fiom CGIL e Fim, per difendere il proprio impiego e per evitare che altri macchinari lasciassero lo stabilimento;

all’indomani dell’assemblea dei soci, la società ha convocato un’assemblea con i rappresentanti sindacali e i sindacati, alla quale si è presentato un dirigente spagnolo del gruppo cui fa capo Maier, comunicando alle rappresentanze l’intenzione di liquidare l’azienda italiana, e che tre liquidatori sono già stati nominati per espletare il lungo iter;

la decisione ha gettato nello sconforto le famiglie dei 92 dipendenti, su cui si profila la drammatica prospettiva del licenziamento collettivo, con ricadute drammatiche dal punto di vista economico e sociale: nuclei familiari, che si troverebbero privi di un reddito sufficiente per garantire il proprio sostentamento e in un contesto di totale incertezza e preoccupazione sul futuro, e in stato di totale impotenza di fronte a tale scenario;

la maggior parte di essi prestano la propria opera presso “Maier Cromoplastica” da oltre vent’anni, ma una minima parte di questi sono prossimi all’età pensionabile;

da quanto accaduto e illustrato poc’anzi, è ben desumibile che si tratti dell’ennesimo caso di delocalizzazione, fenomeno sempre più diffuso su tutto il territorio italiano, che consiste nel trasferimento del processo produttivo, o di alcune fasi di esso, in aree geografiche o Paesi in cui vi sono vantaggi competitivi, quali le agevolazioni di natura fiscale, il minore costo dei fattori produttivi e in particolare della manodopera, con gravissimo pregiudizio di tutti i dipendenti coinvolti in tali operazioni, nonché delle rispettive famiglie;

l’art. 4 della Costituzione stabilisce che «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto», l’art. 35, successivamente, stabilisce che «La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni», dopo aver sancito, all’art. 1, il primato del lavoro, principio fondante dello Stato democratico italiano–:

se “Maier Cromoplastica S.p.A. abbia ricevuto finanziamenti pubblici, di quale tipo e di quale entità;

se i Ministri interrogati fossero a conoscenza dello stato economico di Maier Cromoplastica e dell’intenzione dei suoi vertici di delocalizzare e licenziare il personale di Verdellino, e quali iniziative intrapresero per scongiurare tale pericolo;

quali iniziative, per quanto di competenza, intendano intraprendere i Ministri interrogati, al fine di tutelare il diritto al lavoro dei 92 addetti, individuando una soluzione adeguata alla gravità di quanto accaduto loro e alle rispettive famiglie;

Suriano, Benedetti, Ehm, Sarli

BUON PRIMO MAGGIO. NIENTE DA FESTEGGIARE

MAURIZIO ACERBO

Nell’augurare buon #PrimoMaggio 2021 a tutte le lavoratrici e i lavoratori, soprattutto a quelle/i che il lavoro lo hanno perso o non lo trovano, non possiamo nasconderci la desolante situazione del nostro paese.

Persino per affrontare il covid si è fatto ricorso in molte regioni alle agenzie di lavoro somministrato. E anche il Primo Maggio iper e supermercati saranno aperti dimostrando quanto poco rispetto abbia la nostra classe dirigente per lavoratrici e lavoratori del commercio che sono stati quotidianamente esposti al rischio.

I dati ci dicono che sono cresciute le disuguaglianze negli ultimi decenni di politiche condivise da centrodestra e centrosinistra che oggi con Draghi, ieri con Monti, nei momenti determinanti disvelano il gioco truccato del bipolarismo.

Dal 1995 al 2016 la percentuale della ricchezza dei 25 milioni di italiani più poveri è passata dall’11,7 al 3,5%, quella dei 50.000 più ricchi dal 5,5 al 9,3%.

Se l’Italia ha pagato durante la pandemia un prezzo altissimo in termini di vite umane lo si deve anche ai tagli alla sanità. E non può essere dimenticato che per subalternità al padronato non si è scelta una strategia di chiusure seria e in provincia di Bergamo non è stata istituita una zona rossa con conseguenze gravissime.

Neanche la pandemia ha spinto a un ravvedimento operoso le forze politiche oggi riunite intorno al banchiere Draghi che ha presentato un PNRR che è una presa in giro sul piano dell’ambiente e della giustizia sociale.

Non ci sono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori nelle riforme annunciate. Non c’è la riduzione dell’orario di lavoro. Non c’è un piano per il lavoro eppure abbiamo almeno un milione di dipendenti in meno nel settore pubblico rispetto agli altri paesi. Non c’è il salario minimo orario per legge nel paese dei bassi salari. Non c’è una legge come quella spagnola che ha sancito che i rider sono lavoratori subordinati punto e basta. Non c’è un reddito di base dignitoso oltre l’emergenza. Non c’è la fine delle esternalizzazioni. Non c’è l’abrogazione delle leggi di precarizzazione del lavoro. Nemmeno una norma contro le false cooperative. Non c’è almeno una modifica della legge Fornero. Non c’è una riforma fiscale che faccia pagare più tasse ai ricchi per dirla con Bernie Sanders e Ocasio Cortez. Non c’è nemmeno una vera risposta a lavoratrici e lavoratori migranti presi in giro con una regolarizzazione poco seria, Tantomeno un piano per la ricostruzione dello stato sociale e del ruolo del pubblico dopo decenni di tagli e privatizzazioni.

C’è la prosecuzione del neoliberismo con più spesa pubblica ma in soccorso delle grandi imprese. Persino Biden è più a sinistra del PD.

In questo Primo Maggio non c’è nulla da festeggiare.

Rimbocchiamoci le maniche per ricostruire una sinistra che sia espressione delle classi lavoratrici, strumento di lotta e organizzazione, autonoma e alternativa rispetto a chi prosegue sulla strada delle politiche neoliberiste.

Maurizio Acerbo

Per il primo maggio diretta con lavoratrici e lavoratori di tutta Italia sulla pagina facebook e il canale you tube del Partito della Rifondazione Comunista a partire dalle ore 10.

CONFERENZA REGIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI – LOMBARDIA

CONFERENZA REGIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI – LOMBARDIA-

Sabato 13 febbraio ore 15:00 / 18:30- Diretta facebook sulle pagine: Prc Lombardia – a questo link: https://www.facebook.com/prc.lombardia/

Prima le Lavoratrici e i Lavoratori – a questo link: https://www.facebook.com/primailavoratori2019/

Interventi di lavoratrici e lavoratori di tutti i principali comparti- CONCLUSIONI DI ANTONELLO PATTA – Responsabile nazionale Lavoro del Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea.

L’iniziativa di preparazione verso la Conferenza Nazionale delle Lavoratrici e dei Lavoratori che si terrà il 27 febbraio è a cura del Comitato Regionale Lombardo e del Dipartimento Nazionale Lavoro del Prc/SE.