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Rifondazione: intercettare giornalisti indipendenti e avvocati, ecco il partito di Minniti

L’inchiesta che ha portato ad intercettare giornalisti e avvocati, attuata dalla procura di Trapani è partita nel 2017, su pressione del “Servizio Centrale Operativo”, alle dipendenze del Ministero dell’Interno.

Allora al Viminale c’era il Pd di Marco Minniti e non Salvini. Un ministro che urlava al “rischio per la democrazia” causato dai richiedenti asilo, che firmava accordi con il governo libico con cui si finanziavano i lager per migranti, che combatteva con ogni mezzo necessario il lavoro delle ong.

L’inchiesta ha permesso di intercettare giornalisti che, senza ipotesi di reato a carico, si sono visti depositare le proprie intercettazioni, (30 mila pagine), che hanno messo a rischio le proprie fonti che comprovavano i crimini commessi dalle milizie.

Si è posto un freno non solo al diritto di informare ma anche ai vincoli di riservatezza che legano avvocati e assistiti, le cui conversazioni, non inerenti ad alcuna indagine, sono oggi agli atti.

Un vero e proprio attacco alla democrazia che ci fa dire: come si fa a chiamare all’alleanza antifascista con chi dei fascisti utilizza gli stessi metodi?

Il sagace comico Crozza, nel settembre 2017, imitando l’allora ministro, lanciò una frase premonitrice “Non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti”

Aveva ragione, come  Rifondazione Comunista, lo ribadiamo: se si è antirazzisti e se non si  vuole essere  complici delle stragi in mare, non si può avere nulla a che fare con un simile ex ministro e col partito che ne rivendica il ruolo.

Tutta la nostra solidarietà e appoggio a chi, malgrado il silenzio complice di centro destra e sedicente centro sinistra, continua a stare dalla parte degli ultimi

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Stefano Galieni, responsabile immigrazione PRC-S.E.