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SOLIDARIETÀ AI LAVORATORI DELLA COOPERATIVA FABER

3 Giugno 2023

😡 Il caso della cooperativa Faber, gestita da Fabio Garavaglia, incaricata dalla prefettura di occuparsi dei migranti richiedenti asilo e di cui si è occupato, in un articolo – inchiesta, Massimiliano Farrell, induce ad una nostra presa di posizione e ad alcune riflessioni.

Gli ex lavoratori della Faber (circa una cinquantina) non sono stati retribuiti e devono, per una parte di loro, avere spettanze per diverse migliaia di euro. È ovvio che mesi e mesi senza stipendio pesano gravemente sulle condizioni di vita di questi lavoratori e delle loro famiglie, tanto è vero che, oltre alle vertenze sindacali sostenute dalla CGIL, hanno messo in atto una protesta con striscioni in via Belvedere (prontamente rimossi da Garavaglia) davanti alla palazzina dove erano ospitati i migranti.

💬 Oltre a non pagare i dipendenti, la “Faber” non avrebbe ottemperato alla necessaria assistenza ai migranti per cui era incaricata e finanziata dalla Prefettura.

Riteniamo questa situazione molto grave. Intanto esprimiamo solidarietà e pieno appoggio ai lavoratori che hanno il pieno diritto di essere pagati regolarmente. Questa è, purtroppo, una situazione ricorrente nel nostro Paese e facciamo delle considerazioni:

👉🏻 Quali sono gli effettivi controlli da parte degli organi competenti sulla corretta gestione dei dipendenti e dei migranti da parte dei soggetti ai quali viene appaltato il servizio? Temiamo siano scarsi o addirittura nulli.

👉🏻 È particolarmente odioso trovarsi di fronte a queste situazioni nel caso della gestione dei profughi (persone, non dimentichiamolo mai, che fuggono da guerre, fame, persecuzioni), ma è il sistema complessivo delle esternalizzazioni dei servizi che crea questi problemi. In generale ci troviamo di fronte a cooperative dove il padrone intasca i soldi e sfrutta i dipendenti. Questo avviene in moltissimi campi (non solo nell’immigrazione, ma imprese di pulizia, servizi vari) come conseguenza delle esternalizzazioni e dell’estensione molto grande del lavoro precario.

🔴 È ora, non solo di seri controlli verso queste “imprese”, ma di una legislazione che abolisca queste forme di sfruttamento.

RIFONDAZIONE COMUNISTA MORTARA E UNIONE POPOLARE

Rifondazione: intercettare giornalisti indipendenti e avvocati, ecco il partito di Minniti

L’inchiesta che ha portato ad intercettare giornalisti e avvocati, attuata dalla procura di Trapani è partita nel 2017, su pressione del “Servizio Centrale Operativo”, alle dipendenze del Ministero dell’Interno.

Allora al Viminale c’era il Pd di Marco Minniti e non Salvini. Un ministro che urlava al “rischio per la democrazia” causato dai richiedenti asilo, che firmava accordi con il governo libico con cui si finanziavano i lager per migranti, che combatteva con ogni mezzo necessario il lavoro delle ong.

L’inchiesta ha permesso di intercettare giornalisti che, senza ipotesi di reato a carico, si sono visti depositare le proprie intercettazioni, (30 mila pagine), che hanno messo a rischio le proprie fonti che comprovavano i crimini commessi dalle milizie.

Si è posto un freno non solo al diritto di informare ma anche ai vincoli di riservatezza che legano avvocati e assistiti, le cui conversazioni, non inerenti ad alcuna indagine, sono oggi agli atti.

Un vero e proprio attacco alla democrazia che ci fa dire: come si fa a chiamare all’alleanza antifascista con chi dei fascisti utilizza gli stessi metodi?

Il sagace comico Crozza, nel settembre 2017, imitando l’allora ministro, lanciò una frase premonitrice “Non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti”

Aveva ragione, come  Rifondazione Comunista, lo ribadiamo: se si è antirazzisti e se non si  vuole essere  complici delle stragi in mare, non si può avere nulla a che fare con un simile ex ministro e col partito che ne rivendica il ruolo.

Tutta la nostra solidarietà e appoggio a chi, malgrado il silenzio complice di centro destra e sedicente centro sinistra, continua a stare dalla parte degli ultimi

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Stefano Galieni, responsabile immigrazione PRC-S.E.