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Alessandro Farina, una vita nel segno di falce e martello: si è iscritto al PCI nel 1946

In città è soprannominato “Farinin”, lo conoscono tutti: è il volto gentile del volantinaggio politico

Di Massimiliano Farrell

Fonte: Informatore Lomellino

Alla veneranda età di 93 anni, Alessandro Farina è senza ombra di dubbio uno dei testimoni più longevi della storia di Mortara dal secondo dopoguerra ad oggi. Sopravvissuto non soltanto alla Seconda Guerra Mondiale, quando era poco più che un ragazzino, ma anche al Covid-19 che lo ha colpito qualche mese fa in una forma molto leggera, nei suoi ricordi rivivono tutti i momenti più importanti che hanno contraddistinto la storia della città. Prima bracciante, poi operaio alla Sacic, si è avvicinato giovanissimo al Partito Comunista Italiano, formazione politica nella quale ha sempre militato e di cui possiede quasi tutte le tessere, dal 1946 al 1991. Dopo la dissoluzione del PCI, la sua attività politica non si è mai fermata. Si è iscritto fin da subito al Partito della Rifondazione Comunista, e anche oggi è molto attivo all’interno del partito. Tra un volantinaggio e l’altro, si occupa anche di tenere in ordine e di curare l’orto della sede mortarese del Prc. Il “Farinin”, come lo chiamano i suoi amici e i compagni di partito, è sempre stato un uomo tuttofare e un instancabile attivista politico.

Nato a Dorno nel 1928, lo stesso anno di nascita del rivoluzionario argentino Ernesto “Che” Guevara, si trasferì in giovane età a San Giorgio di Lomellina. Da ragazzo ha fatto il bracciante agricolo, nel ruolo di abbattitore di piante. Era un arrampicatore nato, e non ha mai sofferto di vertigini, nemmeno quando saliva sugli alberi più alti.

“Rischiavo molto con il mio lavoro. – ricorda Sandro Farina – Mi arrampicavo fino in cima agli alberi e facevo un taglio alla pianta da dietro per farla piegare un po’”.

Grazie alla sua attività da bracciante, si è avvicinato molto presto alla politica. Nel 1946 si tesserò al Partito Comunista Italiano, iscrivendosi al circolo di San Giorgio.

“Avrei dovuto iscrivermi già nel 1945, così avrei potuto collezionare tutte le tessere – osserva il “Farinin”, con una nota di rammarico – ma io ho aspettato. Prima di fare la tessera volevo avere le idee più chiare. Mi sono iscritto quindi nel 1946, un anno dopo, e ho quasi tutte le tessere del partito”.

Tra il 1949 e il 1950, fu sostenuto dal PCI il famoso Appello di Stoccolma contro la bomba atomica, per il quale furono raccolte milioni di firme in tutta Italia. Alessandro Farina si occupò di raccogliere le firme tra i braccianti delle cascine lomelline. Nel 1950 aderì agli scioperi bracciantili, con cui i lavoratori chiedevano maggiori diritti e maggiori tutele.

“Nel 1955 mi sono trasferito a Mortara – continua a raccontare il “Farinin” – e fino al 1960 sono andato avanti a fare l’abbattitore di piante. La mia abilità nell’arrampicarmi si è rivelata molto utile durante le campagne elettorali. Quando ancora si potevano mettere fuori gli striscioni, ci pensavo io a legare quelli che appendevamo più in alto, dato che io non ho mai sofferto di vertigini”.

Nel 1960 Farina iniziò a lavorare come operaio alla Sacic, e fu sempre in prima linea nell’attività sindacale e politica, soprattutto durante le lotte per i diritti dei lavoratori combattute tra il 1968 e il 1970. Nelle occupazioni delle fabbriche lui c’era sempre, teneva i collegamenti tra i vari reparti e avvertiva gli operai per gli scioperi a scacchiera.

“Dopo il 1979 – spiega Sandro Farina – la Sacic fu ridimensionata e molti di noi si ritrovarono senza lavoro. Io trovai una nuova occupazione presso una ditta che si occupava della pulizia dei treni. Dal 1980 al 1988 mi sono sempre recato a Casale per pulire i treni, poi sono andato in pensione”.

Dopo oltre quarant’anni di duro lavoro, prima nei campi come bracciante e poi in fabbrica come operaio, negli anni della sua meritata pensione Alessandro Farina non si è mai allontanato dall’attivismo politico. Sempre presente in prima linea durante tutte le iniziative e i banchetti al mercato organizzati dal Partito della Rifondazione Comunista, molti concittadini lo conoscono ormai come il miglior “volantinatore” della città. Un ruolo che senza ombra di dubbio il “Farinin” andrà avanti a ricoprire a testa alta anche negli anni a venire.