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Rifondazione: no alla repressione delle lotte. Solidarietà ai compagni del SiCobas e dell’USB

È in corso da questa mattina all’alba una pesantissima operazione di polizia partita dalla procura di Piacenza con perquisizioni, arresti di dirigenti sindacali del Si Cobas e dell’USB che col passare delle ore sembra allargarsi sempre più.
Alla base dell’operazione repressiva la criminalizzazione delle lotte che in questi anni hanno incrinato il sistema dello sfruttamento selvaggio nella logistica: i “fatti criminosi” sarebbero picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee.
Agli arresti domiciliari due dirigenti dell’Usb con imputazioni gravissime che vanno dall’associazione a delinquere ai reati di sabotaggio e blocco delle merci; arrestati, sempre ai domiciliari, a Piacenza 4 dirigenti del SI Cobas, in relazione a uno sciopero al magazzino Amazon di Castel San Giovanni, per due di loro siamo di fronte a una vera e propria persecuzione, visto che la Procura di Piacenza li aveva posti ai domiciliari nel marzo 2021 , mentre il tribunale del riesame aveva poi revocato la sentenza.
La magistratura viene meno al suo compito costituzionale se diventa il braccio repressivo dello schieramento neoliberista a difesa del capitale contro le lavoratrici e i lavoratori che difendono i propri diritti.
Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori sindacalisti del Si. Cobas e dell’USB colpiti dalla brutale repressione in atto e aderiremo a tutte le iniziative di lotta per la scarcerazione degli arrestati e in difesa della libertà di lottare contro lo sfruttamento, per i diritti e la democrazia.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Stefano Lugli, segretario regionale Emilia e Romagna
Elena Anelli, segretaria Piacenza
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

RIFONDAZIONE: ADIL ASSASSINATO DALLA PROTERVIA PADRONALE

Pubblicato il 18 giu 2021

Il coordinatore del Sicobas di Novara, Adil Belakhdim, è stato travolto e ucciso da un camion che ha forzato il presidio dei lavoratori davanti alla Lidl di Biandrate in occasione dello sciopero nazionale della logistica.
Dopo le aggressioni subite dai lavoratori a Prato, a San Giuliano Milanese e quella violentissima con l’utilizzo di vigilantes di Tavazzano appare chiara la volontà padronale di uno scontro duro per piegare le lotte dei lavoratori e del Sicobas.
L’omicidio del sindacalista è figlio della protervia padronale che non accetta che possano essere messe in discussione le condizioni di sfruttamento, i bassi salari e la precarietà vigenti nella logistica.
E’ l’ennesimo attacco al diritto di scioperare e lottare per tutele e diritti minimi e contro il potere di ricatto dei lavoratori garantito alle aziende da leggi inique e dall’utilizzo a rotazione di finte cooperative sostituite alla bisogna per poter licenziare e ridurre i salari.
Chiamiamo in causa le gravissime responsabilità di padroni che stanno riportando indietro di cento anni le condizioni dei lavoratori riportandoli al rango di sudditi senza parola e senza diritti.
Ma non si possono tacere le vere e proprie connivenze di questo e dei governi degli ultimi trent’anni che hanno approvato e non stanno modificando leggi che hanno trasformato il mercato del lavoro in un suk di braccia.
Nell’esprimere solidarietà alle compagne e ai compagni del Sicobas e alla famiglia di Adil ribadiamo con grande forza la necessità di abolire tutte le leggi che hanno precarizzato il mercato del lavoro e di introdurre un salario minimo orario legale.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

RIFONDAZIONE COMUNISTA CON I LAVORATORI DELLA TNT-FEDEX E I SINDACALISTI DEL SICOBAS CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE

Pubblicato il 14 mar 2021

Prosegue con solerzia degna di miglior causa l’attività repressiva verso lavoratori della Tnt e sindacalisti del SiCobas colpevoli di aver disturbato i tentativi della multinazionale di riportare indietro le condizioni dei lavoratori eliminando tutele e diritti conquistati con la lotta.

Duri i nuovi provvedimenti repressivi: 5 divieti di dimora, almeno 6 avvisi di revoca dei permessi di soggiorno, 21 indagati con possibili misure di sorveglianza speciale, sequestro dei pc, 13.200 euro complessivi di multa, 2 attivisti del SiCobas agli arresti domiciliari.

Se qualcuno pensava che il blitz del 10 marzo fosse casuale deve ricredersi. Quanto accade segnala pienamente l’intenzione del governo Draghi di proseguire sulla strada di quelle politiche liberiste che per difendere la libertà incondizionata dei capitali e delle imprese da 30 anni attaccano i salari, i diritti e il potere contrattuale dei lavoratori.

E l’applicazione dura delle norme liberticide dei decreti Salvini, non a caso non abolite dal Conte 2, mostra proprio l’intenzione di procedere con la linea della tolleranza zero contro tutte le lotte in grado di difendere realmente i diritti delle lavoratrici e lavoratori piegando l’arroganza delle imprese

A sostegno dei lavoratori in lotta e per l’immediato ritiro dei provvedimenti repressivi attuati aderiamo alla manifestazione promossa dal SiCobas per oggi pomeriggio a Piacenza, alle ore 14.30 in piazzale Genova.

No alla criminalizzazione delle lotte!

Antonello Patta responsabile nazionale lavoro
Stefano Lugli segretario regionale Emilia Romagna
Partito della Rifondazione Comunista/SE

Arresti e perquisizioni della polizia in casa di 25 lavoratori della Tnt. Solidarietà del Prc ai lavoratori portati in questura e ai compagni del SiCobas agli arresti domiciliari

Pubblicato il 10 mar 2021

 
Questa mattina 25 operai della Tnt sono stati portati in Questura questa dopo perquisizioni in casa e due coordinatori del SiCobas, Carlo ed Arafat, sono stati arrestati ai domiciliari con accuse di resistenza aggravata per gli straordinari scioperi alla Tnt di 13 giorni contro l’arroganza della FedEx che si conclusero con un accordo in Prefettura.

Un’operazione gravissima che suona come il biglietto da visita del nuovo governo schierato dalla parte della multinazionale TNT-FedEx contro i lavoratori responsabili di avere lottato, resistito ai tentativi repressivi per ben 13 giorni e aver così strappato un accordo favorevole.

E’ una vera e propria vendetta e il segnale della volontà di applicare fino in fondo le norme liberticide dei decreti Salvini – non aboliti da governo Conte 2 – contro tutti i lavoratori e le lavoratrici che  oseranno provare a difendere realmente i propri diritti.
L’accusa è infatti di “resistenza aggravata” riferita al fatto che i lavoratori non hanno ceduto al tentativo della polizia di sgomberare, anche con cariche violente che hanno provocato molti feriti, un picchetto.
E’ la prosecuzione, a poli unificati, di quelle politiche neoliberiste che per difendere la libertà incondizionata dei capitali e delle imprese da 30 anni attaccano i salari, i diritti e il potere contrattuale dei lavoratori, indifferenti alla devastazione sociale in cui si trova il paese.
Mentre apprendiamo che a Piacenza è in corso un presidio davanti alla questura, esprimiamo la nostra piena solidarietà ai lavoratori, a Carlo e Arafat che si trovano agli arresti domiciliari.
No alla criminalizzazione delle lotte.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta responsabile nazionale lavoro

del Partito della Rifondazione Comunista