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25 APRILE IL PRC CON L’ANPI E TUTTI GLI ANTIFASCISTI.

MAURIZIO ACERBO SEGRETARIO NAZIONALE IN CORTEO A MILANO.

21 Aprile 2023

Anche quest’anno, a partire dal 22 aprile si terranno a Milano e in Lombardia, numerose manifestazioni nostalgiche ed esplicitamente in sostegno del fascismo vecchio e nuovo, che si potranno svolgere senza che le istituzioni facciano sentire la propria flebile voce.

Saranno le tante realtà democratiche e che rispettano la Costituzione a tentare di contrastare le volgari e ridicole parate da ventennio che tanto piacciono anche ad esponenti del governo e delle massime cariche dello Stato.

Rifondazione comunista sarà in piazza, con l’Anpi e con le altre realtà antifasciste per impedire che si mortifichi una città medaglia d’oro della Resistenza.

Il 25 aprile, sfileremo nel corteo, quest’anno ancora più importante e imponente che nel passato, insieme al nostro segretario nazionale Maurizio Acerbo e continueremo a raccogliere firme per chiedere le dimissioni del presidente del Senato Ignazio Benito La Russa.

Rita Scapinelli, resp nazionale antifascismo

Matteo Prencipe, segretario Federazione di Milano

Antonella Barranca, Responsabile antifascismo, federazione di Milano Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

APPELLO PER LE DIMISSIONI DI IGNAZIO LA RUSSA

2 Aprile 2023

“Di fronte alle parole gravissime del Presidente del Senato non possiamo tacere. Abbiamo raccolto in poche ore le firme su un appello per le dimissioni di La Russa che vi chiediamo di pubblicare. In particolare segnaliamo quelle dei partigiani Gastone Cottino e Aldo Tortorella, dell’ex-presidente della Camera Fausto Bertinotti, del presidente dell’Arci Walter Massa, di storici, intellettuali, artisti, attivisti e ex-parlamentari. Da alcuni minuti la petizione è online e chiediamo di firmarla a tutte le cittadine e i cittadini che si riconoscono nella Costituzione nata dalla Resistenza”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Elena Mazzoni, segretaria della federazione di Roma di Rifondazione Comunista.

Appello per le dimissioni di Ignazio La Russa
Il presidente del Senato deve dimettersi. Le sue esternazioni sulla Resistenza non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi episodi di revisionismo storico Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, un’offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo. Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre. Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza. E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

Primi firmatariMaurizio Acerbo, Daniela Alfonzi, Cesare Antetomaso, Pier Giorgio Ardeni, Francesco Auletta, Stefano Azzara’, Franco Bartolomei, Michela Becchis, Fausto Bertinotti, Franco Berardi Bifo, Piero Bevilacqua, Daniele Biacchessi, Maria Luisa Boccia, Salvatore Bonadonna, Stefania Brai, Enrico Calamai, Eliana Como, Gastone Cottino, Massimo Dapporto, Luigi de Magistris, Angelo d’Orsi, Donatella Della Porta, Daniela Padoan, Giuseppe De Marzo, Antonio Di Stasi, Paolo Favilli, Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Francesca Frediani, Stefano Galieni, Domenico Gallo, Dino Greco, Giorgio Cremaschi, Giovanni Greco, Fabio Grossi, Leo Gullotta, Sabina Guzzanti, Alessandro Hobel, Raniero La Valle, Maria Lenti, Fabiomassimo Lozzi, Ramon Mantovani, Elena Mazzoni, Lucio Manisco, Laura Marchetti, Walter Massa, Sandro Mezzadra, Maria Grazia Meriggi, Raul Mordenti, Isidoro Mortellaro, Roberto Morea, Tomaso Montanari, Roberto Musacchio, Paola Nugnes, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Tiziana Pesce, Ulderico Pesce, Giovanni Russo Spena, Rita Scapinelli, Silvia Scola, Marino Severini, Barbara Spinelli, Simona Suriano, Aldo Tortorella, Vauro Senesi, Gianpasquale Santomassimo, Marco Trasciani, Raffaele Tecce, Vincenzo Vita, Massimo Zucchetti

La petizione on line.

Il presidente del Senato deve dimettersi


Le sue esternazioni sulla Resistenza, in particolare sull’atto di Via Rasella, non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi momenti di revisionismo storico.


Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, una offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo.


Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo.


Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre.

Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza.

E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

(clicca e firma l’Appello) 

Segreteria regionale Rifondazione Comunista Lombardia

ACERBO (PRC): GIANNI MINÀ, FUORICLASSE DEL GIORNALISMO PENALIZZATO PERCHÉ NON ALLINEATO CON GLI USA

Pubblicato il 28 mar 2023

Gianni Minà è stato un fuoriclasse del giornalismo italiano.

Era una leggenda vivente e ora si moltiplicheranno i riconoscimenti postumi e un po’ ipocriti. Vorrei ricordarlo come giornalista coraggioso e libero che è stato fortemente penalizzato perché non allineato con gli Stati Uniti come la quasi totalità della nostra informazione.

Ha dato voce a Cuba e alle lotte dei popoli dell’America Latina, ha raccontato i crimini del neoliberismo e dell’imperialismo contro i poveri della terra.

Alla moglie e alle figlie il più sentito cordoglio delle compagne e dei compagni di Rifondazione Comunista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

Porto contro la guerra, il Calp: a Genova con noi l’Italia che dice stop all’invio di armi

27 Febbraio 2023

Dalle 5.000 alle 10.000 persone hanno risposto all’appello dei portuali genovesi e sono scese in strada. A reggere lo striscione del Collettivo Autonomo anche chef Rubio.

L’Italia che dice no alla guerra e all’invio di armi ieri era qua, nel porto di Genova, a manifestare con i lavoratori dello scalo più grande del Paese, che dal 2014 denunciano “i traffici di armi e il fatto che i porti sono questa zona grigia in cui per interessi economici non si rispettano le leggi, come la 185 del 1990 che vieta il transito di armamenti, e l’articolo 11 della Costituzione”.

Così José Nivoi, responsabile USB e lavoratore del Calp, il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali che ha promosso la protesta in una giornata simbolica, il 25 febbraio appunto, non solo perché è un anno esatto dall’inizio del conflitto in Ucraina ma anche perché sono passati due anni dall’inchiesta della Procura per associazione a delinquere nei confronti del Calp, indagini che sono certamente legate alle battaglie per il blocco del traffico di armi di passaggio nel porto di Genova.

E proprio ieri, in effetti, era atteso al terminal Gmt l’attracco di una delle navi della compagnia saudita Bahri, una flotta che è diventata simbolo di guerra perché, denuncia il Calp, “passa dal porto carica di armamenti destinati all’Arabia Saudita per il conflitto in Yemen“.

“Quando abbiamo organizzato la manifestazione era previsto l’arrivo della nave Bahri. Oggi è sparita dai radar. Ma è una cosa normale per queste navi qua, che spengono i radar, spariscono e poi ricompaiono”. A spiegarcelo è un altro lavoratore del Calp, Riccardo Rudino, che poi aggiunge: “Fanno quello che vogliono e si vede chiaramente che possono farlo perché godono di privilegi di cui non godono altre compagnie di navigazione. La nostra battaglia è una battaglia contro il traffico di armi ma soprattutto contro quello che permette di costruire le guerre. E il conflitto in Ucraina è legato al bisogno di vendere armi, produrre armi e costringerci tutti a entrare in quella spirale lì, che non avrà mai una fine”.

Tra i portuali arrivati da Civitavecchia, Livorno e Trieste, gli attivisti, i rappresentanti dei sindacati USB, Cobas, Sì Cobas e OrSA, gli studenti di Osa e Cambiare rotta, i politici e i cittadini comuni, in migliaia da tutta Italia e dall’estero hanno raggiunto il capoluogo ligure in bus o in treno. Da 5.000 a 10.000 persone, a giudicare dal serpentone che ha attraversato per la prima volta il porto di Genova, dal Varco Etiopia a Ponte dei Mille.

“Questo Paese è un Paese assurdo. Il Pd fa le primarie e mette la bandiera della pace accanto a quella ucraina. Non si capisce più niente. In Italia fanno i finti pacifisti e poi votano per la guerra e l’invio delle armi. C’è bisogno di coerenza”.

Non usa mezzi termini Maurizio Acerbo, Segretario nazionale di Rifondazione, anche lui a Genova per la manifestazione del Calp, che ci tiene a ribadire: “Non vedevano l’ora di arrivare al conflitto. È evidente. Si è gettata benzina sul fuoco della crisi ucraina che è partita come guerra civile ed è diventata uno scontro di potenze”. Poi sul Collettivo Autonomo sottolinea che è il modello di cui abbiamo bisogno: “Io credo che il Calp sia un esempio di coscienza di classe, a partire dal rifiuto della guerra”. Un esempio coraggioso in una città che ospita anche importanti industrie di armamenti. E, infatti, Acerbo precisa: “Questa è una delle barbarie del nostro tempo. In Italia abbiamo privatizzato tutto, l’unico settore di forte industria pubblica è quello della produzione di strumenti di guerra e di morte. Non eravamo in grado di produrre le mascherine durante l’emergenza Covid, dobbiamo importare i pannelli solari per fare la transizione ecologica, ma esportiamo armi in tutto il mondo”.

“Questa è l’unica manifestazione che dice con chiarezza no alla guerra, no all’invio di armi, no al traffico di armi, ma che denuncia anche il ruolo che hanno avuto l’Unione Europea e la NATO nell’alimentare questo conflitto”. A dirlo è Maurizio Rimassa, coordinatore regionale di USB, il sindacato di base al quale sono iscritti molto attivisti del Calp e che ha dato il suo appoggio alla manifestazione.

In corteo anche il neo eletto coordinatore provinciale del Movimento Cinquestelle, Stefano Giordano, che sottolinea: “Come Movimento abbiamo tentato con tutte le nostre forze di fermare questa guerra che sta portando a rischio l’intera Europa. Noi siamo qui oggi a rappresentare un’alternativa che né il governo Draghi, né il governo Meloni, hanno tenuto in considerazione, e cioè un tavolo dove veramente si parli di pace e non di inviare ulteriori armi per aumentare il conflitto”.

Il corteo si è concluso in piazza De Ferrari senza scontri né momenti di tensione con le forze dell’ordine, presenti a distanza ma in numero massiccio.

Simona Tarzia

Piazza Fontana, una strage targata Nato

12 Dicembre 2022

Piazza Fontana, fascisti al servizio della NATO oggi come allora.

L’assenza del governo oggi a Milano è un fatto grave, ma non stupisce visto che è guidato dagli eredi di Almirante e Rauti.

Nell’anniversario della strage di Piazza Fontana ricordiamo che dietro ai neofascisti c’erano gli USA e la NATO.

Solo rimuovendo la storia gli oltranzisti atlantisti possono presentare la NATO come un’alleanza volta a promuovere la democrazia.

Dalla strage di Portella della Ginestra alla strategia della tensione gli USA – con la complicità di una rete anticomunista che annoverava apparati dello stato, servizi, logge segrete, mafia e neofascisti – usarono ogni mezzo per contrastare la forza del Partito Comunista Italiano, del movimento operaio e lo stesso centrosinistra.

Gli USA e la NATO hanno operato per decenni contro la democrazia italiana, come d’altronde fecero in Grecia sostenendo il golpe dei colonnelli, in America Latina e in tutto il mondo.

Noi di Rifondazione Comunista e Unione Popolare saremo in piazza oggi a Milano come ogni anno per dire no al fascismo e all’imperialismo, per non dimenticare.

Oggi ricordiamo anche i compagni anarchici Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli, vittime dei depistaggi di apparati dello Stato che tradirono la Costituzione.

Maurizio Acerbo , segretario nazionale e Rita Scapinelli, responsabile antifascismo del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento Unione Popolare

SABATO 8 OTTOBRE IN PIAZZA A ROMA CON LA CGIL

Care compagne e cari compagni,

l’8 ottobre la CGIL, ad un anno dall’assalto alla sede nazionale di corso d’Italia, sarà in piazza a Roma per una grande manifestazione.

Il corteo partirà alle ore 13.30 da piazza della Repubblica per giungere in piazza del Popolo dove, intorno alle 17.30, prenderà la parola Maurizio Landini.

Al centro della manifestazione della CGIL la richiesta al nuovo governo e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale.

Tra i punti: l’aumento di stipendi e pensioni; l’introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; la sicurezza nei luoghi di lavoro; un tetto alle bollette; un piano per l’autonomia energetica fondato sulle rinnovabili.

È importante lavorare per la massima partecipazione di compagne e compagni con le bandiere del nostro partito e di Unione Popolare.

Invitiamo circoli, federazioni e regionali a prenotare rapidamente i posti su pullman treni speciali contattando le strutture della Cgil sul territorio.

C’è il rischio di esaurimento dei posti disponibili.

Con prossima comunicazione daremo indicazioni per un nostro spezzone. 

Fraterni saluti

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE

Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro nazionale PRC-SE

Roma, 3 ottobre 2022

Ponte Morandi. 43 morti per il profitto. Basta

14 Agosto 2022

A quattro anni dal crollo del Ponte Morandi proviamo disgusto per il finto cordoglio dei partiti che portano la responsabilità della strage.

Ribadiamo che si è trattato di una strage causata dalla sciagurata privatizzazione delle autostrade voluta dal centrosinistra e dalla destra.

Ai privati sono state garantite concessioni con regole tutte a loro favore e una totale assenza di controlli.

L’asservimento della politica a gruppi economici privati è proseguita anche dopo il crollo nonostante siano emerse dalle indagini evidenti prove della mancata manutenzione.

Invece di riprendersi la concessione i governi Conte e Draghi hanno deciso di remunerare gli azionisti di Atlantia rilevando le quote della società. Circa 9 miliardi di euro sono andati a Benetton e gli altri azionisti. La politica ha arricchito i Benetton anche dopo la strage.

Ci associamo alla sacrosanta indignazione del comitato dei familiari delle vittime di fronte a questo scandalo alla luce del sole.

Va ricordato che la privatizzazione delle autostrade fu avviata dai governi di centrosinistra e poi con quelli di centrodestra furono scritte le norme oscene e contrarie alla tutela dell’interesse pubblico che hanno blindato i Benetton.

Noi di Rifondazione Comunista fummo gli unici a opporci alla privatizzazione e i fatti ci hanno dato ragione.

Il risultato della privatizzazione è che tutte le reti autostradali sono in stato di degrado e toccherà di nuovo agli italiani pagare i costi della manutenzione di cui hanno estremo bisogno.

Destra e PD hanno arricchito gli oligarchi nostrani con le privatizzazioni e ora affidano le nostre autostrade a fondi d’investimento stranieri.

E’ ora di procedere alla ripubblicizzazione, di riprenderci un patrimonio pubblico saccheggiato da una politica al servizio di un capitalismo di rapina.

L’Unione Popolare è l’alternativa ai partiti che hanno consentito il saccheggio del nostro paese con le privatizzazioni.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare con De Magistris#UnionePopolare

UNIONE POPOLARE: INTERROGAZIONE DELLA SENATRICE PAOLA NUGNES SU CHIUSURA COMUNI A FERRAGOSTO, PROBLEMI PER RACCOLTA FIRME

14 Agosto 2022

Dichiarazione del segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, candidato di Unione Popolare: “È vergognoso che il governo non abbia garantito la certificazione delle firme raccolte in tutti i comuni. Riscontriamo che in molti comuni il servizio non sia operativo in questi giorni creando enormi problemi alle liste come UNIONE  POPOLARE con De Magistris che devono raccogliere e presentare decine di migliaia di firme. La nostra senatrice Paola Nugnes ha presentato stamattina un’ interrogazione urgente alla ministra Lamorgese.

Ricordiamo che per legge i comuni dovrebbero consegnare certificati entro 24 ore. Siamo di fronte a un’altra pesante discriminazione antidemocratica.

INTERROGAZIONE URGENTISSIMA A RISPOSTA SCRITTA  ALLA MINISTRA DEGLI INTERNI dott.ssa Luciana Lamorgese  

La sottoscritta senatrice Paola Nugnes, coordinatrice della componente ManifestA al Senato                                                           

INTERROGA PER SAPERE

  • Premesso che in vista della presentazione delle liste per le elezioni politiche del 25 settembre solo poche formazioni politiche sono costrette, in pieno agosto, a raccogliere non meno di 750 firme per ogni collegio plurinominale della Camera e del Senato, e che queste firme vanno certificate dai Comuni per attestare l’iscrizione alle liste elettorali del sottoscrittore ed anche la sua qualità di elettore nello specifico collegio plurinominale
  • Tenuto conto che molti Comuni , non avendo avuto la possibilità di definire per tempo un adeguato piano ferie dei lavoratori, e nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori stessi, di fatto chiuderanno gli uffici elettorali dal 12 al 18 agosto 
  • Tenuto conto che la legge 361/1957 (succ. mod.) obbliga i Comuni a rilasciare le certificazioni entro 24 ore dalla loro richiesta, e che, nonostante  il fatto che dal 18 agosto in molti casi tale apertura degli uffici sarà garantita, si determina un danno grave per i soggetti politici che – raccogliendo le firme – devono sapere subito quante firme sono valide, eventualmente per incrementarle –
  • Ricordato che la scadenza della presentazione delle liste è al 35esimo giorno antecedente le elezioni, e cioè il 21 agosto                                                    

CHIEDE  

  • quale provvedimento urgente la Ministra competente intende assumere per garantire il diritto alla presentazione elettorale di tutti i soggetti politici, in particolare di quelli che devono raccogliere le firme
  • se non ritiene urgente ed opportuno inoltrare una circolare sulla materia  ai Prefetti per garantire la piena applicazione della legge Sen. 

PAOLA NUGNES

coordinatrice componente ManifestA del gruppo misto del Senato

UNIONE POPOLARE, IL SOLO VOTO UTILE PER LA PACE, I DIRITTI, IL LAVORO, L’AMBIENTE

Pubblicato il 4 ago 2022

È stato presentato, in un’affollata conferenza stampa, oggi 4 luglio, a Napoli il simbolo con cui l’Unione Popolare, si presenterà alle imminenti elezioni politiche.

Insieme al suo capo politico Luigi de Magistris, alle parlamentari uscenti di ManifestA, a DeMa, a PaP e al Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea si stanno unendo centinaia di personalità, di uomini e donne che cercano un’alternativa per questo Paese.

Un’alternativa pacifista, internazionalista, ambientalista e femminista che vuole dare voce a chi è priva/o di rappresentanza da troppi anni, a chi si vede ogni giorno sottrarre spazi di democrazia, chi perde diritti, chi non ha la prospettiva di immaginarsi un futuro perché ha un lavoro precario, o un salario insufficiente o proprio non ce l’ha un lavoro.

Un’alternativa realmente antifascista e antirazzista, radicalmente diversa dalle forze che oggi chiamano al voto utile e che fino a ieri con le destre hanno governato.

Il disprezzo totale per le regole democratiche impone al nostro progetto politico, appena iniziato, di dover raccogliere 40 mila firme in pochi giorni, sotto il sole d’agosto, per poter semplicemente partecipare alla competizione elettorale. Siamo certi di farcela grazie alla generosità e all’impegno di tante e tanti che non si rassegnano. Sono queste donne, questi uomini a dimostrare quotidianamente che esiste un Paese diverso e migliore della classe politica che oggi lo rappresenta e lo governa.

In allegato il simbolo di Unione Popolare

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Rifondazione: no alla repressione delle lotte. Solidarietà ai compagni del SiCobas e dell’USB

È in corso da questa mattina all’alba una pesantissima operazione di polizia partita dalla procura di Piacenza con perquisizioni, arresti di dirigenti sindacali del Si Cobas e dell’USB che col passare delle ore sembra allargarsi sempre più.
Alla base dell’operazione repressiva la criminalizzazione delle lotte che in questi anni hanno incrinato il sistema dello sfruttamento selvaggio nella logistica: i “fatti criminosi” sarebbero picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee.
Agli arresti domiciliari due dirigenti dell’Usb con imputazioni gravissime che vanno dall’associazione a delinquere ai reati di sabotaggio e blocco delle merci; arrestati, sempre ai domiciliari, a Piacenza 4 dirigenti del SI Cobas, in relazione a uno sciopero al magazzino Amazon di Castel San Giovanni, per due di loro siamo di fronte a una vera e propria persecuzione, visto che la Procura di Piacenza li aveva posti ai domiciliari nel marzo 2021 , mentre il tribunale del riesame aveva poi revocato la sentenza.
La magistratura viene meno al suo compito costituzionale se diventa il braccio repressivo dello schieramento neoliberista a difesa del capitale contro le lavoratrici e i lavoratori che difendono i propri diritti.
Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori sindacalisti del Si. Cobas e dell’USB colpiti dalla brutale repressione in atto e aderiremo a tutte le iniziative di lotta per la scarcerazione degli arrestati e in difesa della libertà di lottare contro lo sfruttamento, per i diritti e la democrazia.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Stefano Lugli, segretario regionale Emilia e Romagna
Elena Anelli, segretaria Piacenza
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea