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Vaccino: un dovere civico

Lorenzo Antibo

Sempre più spesso leggo (soprattutto sui social) che viviamo in una “dittatura”, che ci “imbavagliano”, che “non cielo dikono” (l’ho letto anche scritto così, non scherzo).

Dato che non ho intenzione di farmi venire l’orchite ho deciso di dare la mia opinione.

Sono un anarchico e, forse, un poeta. La mia opinione prescinderà l’aspetto politico della vicenda limitandosi al suo aspetto più umano e sociale.

Io sono dell’opinione che il vaccino sia un dovere civico, esattamente come il voto. Vaccinarsi non vuol dire salvaguardare sé stessi, vuol dire anche salvaguardare il prossimo e la collettività.

Credo anche che chi non ha le competenze per dare un’opinione sul vaccino deve semplicemente affidarsi alla scienza, perché altrimenti siamo davvero alla ruota di Ok il prezzo è giusto.

Io studio scienze, lo faccio da quattro anni e posso spiegare a chi vuole come funziona questo vaccino; posso farlo perché l’ho studiato! Non fidarsi della scienza perché “non so cosa c’è dentro” vuol dire non credere in Dio, perché non esistono prove certe (ovvero accettate da tutti) della sua esistenza; eppure tanti preferiscono affidarsi a Dio che alla scienza.

Non credo capirò mai questo paradosso, non a caso lo chiamo così infatti…Quando il vaccino per la poliomelite fu rilasciato in Europa l’URSS per tre settimane fece chiudere in casa i cittadini. In tre settimane venne completato il piano vaccinale per un Paese intero.

Questa è una dittatura, ti viene impedito di uscire perché c’è da vaccinarsi; a quanto mi sembra non ci hanno costretto a stare in casa e il vaccino non ti viene fatto con un mitra puntato alle tempie.

Io credo che chi afferma di vivere in una dittatura non sappia bene neanche cosa sia una dittatura, non l’ha mai studiato probabilmente.

E ritorna il pensiero sullo studio: se non so una cosa sto zitto, perché qualunque cosa io dica mi farà fare una gran figura di merda.

Peace & Love Non prendetemi troppo seriamente che rischio di diventare qualcosa di più che un ciarlatano.

P.S. ringrazio Rodica Popovschi per le informazioni sulle vaccinazioni del periodo sovietico.

Visita il Centro informazioni sul COVID-19 per risorse sui vaccini.Ottieni informazioni sui vaccini

Cuba produce l’unico vaccino anti covid pubblico

Scrive Gino Strada: “Al momento Cuba produce l’unico vaccino anticovid pubblico, ovvero finanziato, sviluppato e prodotto interamente dallo stato, diventando l’unica nazione autonoma da questo punto di vista in tutto il mondo.

Inoltre si prepara a distribuire entro sei mesi cento milioni di dosi ai paesi che non hanno le risorse per procurarselo, avviando la più colossale campagna di solidarietà internazionale della storia dell’umanità”.

Invece di prendere esempio da questa piccola e povera nazione che in campo sanitario continua a fare progressi nonostante sia da 60 anni oppressa dall’embargo statunitense, i governi europei continuano ad affidarsi alle multinazionali private coi risultati che stiamo vedendo: ritardi nelle consegne e meno dosi fornite di quelle concordate con la Commissione Europea senza che alcuno muova un dito per far rispettare gli accordi.

Il governo Conte aveva minacciato azioni legali, ma alle parole non sono mai seguiti i fatti e non ci aspettiamo nulla neanche dal nuovo governo del banchiere Draghi.

Come Giovani Comunisti/e della Lombardia chiediamo:

-Rottura degli accordi stipulati con le case farmaceutiche;

-Ricorso ad un sistema pubblico di produzione e distribuzione di vaccini per far sí che siano garantiti a tutti i cittadini;

-Eliminazione dei brevetti sui farmaci.

Giovani Comunisti/e Lombardia