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Appello da Riace: ”SULLA CONDANNA DI MIMMO LUCANO, UOMO GIUSTO, CHIAMIAMO ALLA MOBILITAZIONE DEMOCRATICA!

Quello che è successo oggi è molto chiaro: con la sentenza che ha condannato Mimmo Lucano a 13 anni e 2 mesi si è voluto condannare un’idea e ostacolare un progetto politico basato su valori di giustizia, uguaglianza e riscatto sociale.

Una sentenza, quella del Tribunale di Locri, che certifica la natura politica di questo processo e che non tiene neanche conto dei pronunciamenti di altri organi di giustizia, quali il Tar, il Consiglio di Stato, la Cassazione e il Riesame, che precedentemente avevano demolito l’impianto accusatorio della Procura.

È paradossale che tutto questo avvenga a tre giorni dalle elezioni regionali, alle quali abbiamo voluto partecipare come lista mettendo in campo idee e pratiche che vengono proprio dall’esperienza di Riace, che oggi si vuole condannare.

Noi invece vogliamo ribadire che non ci fermeremo e che la nostra lotta va avanti in nome della solidarietà e della giustizia: chiamiamo tutti e tutte a partecipare all’iniziativa prevista per domani alle 16.00 a Riace, al Villaggio Globale, e chiediamo ai compagni e alle compagne nel resto d’Italia di costruire mobilitazioni democratiche in concomitanza con la nostra iniziativa alle 17.30.

Ora più che mai è necessario manifestare il proprio dissenso nei confronti di questa assurda sentenza e portare solidarietà a Mimmo Lucano, un uomo che ha cercato e praticato il riscatto degli ultimi e della suterra.

La condanna di Mimmo Lucano apre una situazione pericolosa

Pubblicato il 30 set 2021

Paolo Ferrero*

La condanna di Mimmo Lucano a 13 anni è una vergogna. Non è solo l’assurda pesantezza della pena a gridare vendetta ma la motivazione e cioè il teorema su cui è fondata. La generosa accoglienza dei migranti viene dipinta come una operazione criminale di speculazione sull’immigrazione clandestina. Questa sentenza rovescia la realtà in un modo vergognoso e ricorda gli anni bui del paese, non solo della repubblica ma anche quelli precedenti. Più che una sentenza è una vendetta contro un amministratore pubblico che ha inteso il suo mandato non come una carriera ma come un impegno civile, come una espressione di umanità. E’ l’impegno di Mimmo che viene punito, il suo senso civico, così come Martin Luther King veniva messo in prigione.

Una sentenza così scandalosa non è però un fatto isolato e può essere emessa solo dentro un contesto politico e culturale.

Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi, quasi il doppio della richiesta dei pm. L’ex sindaco di Riace: “Neanche un mafioso”

Il contesto è la vera e propria normalizzazione centrista a cui stiamo vivendo. Il governo di Draghi – che agisce come un monarca in una situazione post democratica in cui il parlamento non conta nulla – sostenuto dalle istituzioni europee, dal presidente della Repubblica e da un assordante coro dei media mainstream non è solo un governo di unità nazionale ma è un governo costituente. Tratto fondativo dell’azione di questo governo è l’allargamento del perimetro del sostegno politico e la dura repressione dei soggetti sociali che non accettano di essere parte della mediazione bonapartista. Ne sa qualcosa il sindacato, chiamato ad una concertazione subalterna guidata da Confindustria.

Non penso che qualcuno da Palazzo Chigi abbia telefonato per avere la condanna di Mimmo Lucano. Non c’è nessun complotto e chi vede complotti da tutte le parti farebbe bene a farsi dare una guardata. Vi è però un clima e il clima è quello di un paese in cui dalla dialettica politica aspra ma democratica si passa al meccanismo inclusione/esclusione. Lo subisce da anni il Movimento no Tav, avviene oggi in modo esplicito sul piano politico, questa sentenza ci dice che il meccanismo si sta allargando.

Per questo la solidarietà a Mimmo, l’indignazione per il fatto che chi accoglie viene trattato come un criminale, uno sfruttatore, si deve saldare ad una rottura democratica di questa gabbia in cui viene rinchiuso il paese. La costruzione dell’alternativa passa in primo luogo per il riconoscimento delle situazioni di pericolo e questa lo è.

Vice presidente Partito della Sinistra Europea, da “Il Fatto Quotidiano”

Rifondazione: con Mimmo Lucano la legge NON è uguale per tutti

Lascia interdetti, dopo i vari proscioglimenti già acclarati, che la Procura di Locri, continui a tentare di perseguitare Mimmo Lucano proponendo per lui una pena di oltre 7 anni.

Reati inesistenti che però denotano la volontà di screditare l’attività il lavoro di chi, per scelta ideale, ha portato avanti la strada dell’accoglienza degli ultimi chiedendo di condannarlo alla galera, come per dire “chi rispetta i diritti degli ultimi” va considerato fuorilegge.

Una richiesta – e ci assumiamo la responsabilità politica di affermarlo – a cui non è estranea la scelta di Mimmo Lucano di candidarsi al fianco di Luigi De Magistris per combattere, dalla Regione, la corruzione e la criminalità organizzata in Calabria.

Rifondazione Comunista resta al fianco di Mimmo Lucano e continuerà ogni giorno a ribadire quanto da lui affermato: “se per salvare persone ho infranto leggi, lo rifarei ancora”.

Perché a Riace si sono infrante le leggi che prevedono di far primeggiare l’odio e il diritto allo sfruttamento e Mimmo ha fatto ciò che dovrebbe fare qualsiasi amministratore.

Nell’augurarci che i giudici facciano prevalere la carta costituzionale e non le convenienze politiche restiamo a domandarci: che paese è quello che assolve un ministro che sequestra persone e istiga all’odio contro chi salva le vite e condanna uomini di pace come Mimmo Lucano?

Non quello in cui vogliamo vivere.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale

Stefano Galieni, Responsabile immigrazione PRC-S.E.