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ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI DEL PRC-SE LOMBARDIA: BUON 2023 DI RISCOSSA

31 Dicembre 2022

Fabrizio Baggi, Segretario Regionale Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea Lombardia

Care Compagne cari, Compagni,

sta per finire un altro anno nel quale abbiamo lavorato molto e per questo ringrazio tutte e tutti.

Questa fine anno arriva vedendoci impegnate/i in un’ennesima campagna di raccolta firme, da svolgersi di corsa, al freddo ed in un periodo che, date le festività natalizie non è certo congeniale, eppure la stiamo portando avanti con determinazione come il nostro Partito è solito fare per permettere alla cittadinanza di non doversi “accontentare del menopeggio” ma di poter votare mettendo la famosa X sul simbolo della nostra coalizione, sul simbolo della sanità pubblica, sul simbolo di chi non ha valigie di soldi nascoste, sul simbolo di chi dice no al consociativismo tra centrodestra e centrosinistra che da anni nella nostra regione contribuisce al disastro politico al quale assistiamo.

La prossima settimana sarà decisiva per il raggiungimento dell’obiettivo rispetto alla raccolta firme e poi, una volta raggiunto quello, ci aspetterà un mese di campagna elettorale. E noi ci saremo!

Un grandissimo ringraziamento va alla nostra compagna Mara Ghidorzi che ha messo a disposizione il suo alto profilo politico, la sua esperienza e la sua persona per questa importante avventura he ci vede, ancora una volta, immaginare una Lombardia diversa, fatta di diritti, di Persone e di servizio pubblico, una Lombardia che solo Unione Popolare può rivendicare.

Sono certo che, come sempre, lavoreremo tutte e tutti per la buona riuscita di questo nostro progetto che, oltre all’importante livello elettorale, ha con sé quello politico e della costruzione di Unione Popolare.

Voglio infine ringraziare tutte le compagne e tutti i compagni per la tenacia con la quale ogni giorno si adoperano per salvaguardare questo nostro Partito, una comunità politica importante, a volte litigiosa ma con un grande cuore e con una grande voglia di rivalsa per le classi popolari e per tutte le persone in difficoltà.

Buon anno a tutte e tutti care compagne e cari compagni. Auguro a tutt@ noi un 2023 di riscossa.

Al lavoro e alla lotta!

RIFONDAZIONE: CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLA MAIER CROMOPLASTICA IN LOTTA. SUBITO UNA LEGGE CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI

Ieri una nostra delegazione regionale ha incontrato le lavoratrici e i lavoratori della MAIER CROMOPLASTICA di Verdellino (BG) in presidio permanete dal 23 giugno scorso.

Lo sciopero ad oltranza ed il blocco dello stabilimento hanno avuto inizio quando alcuni impianti (stampi), fondamentali per la produzione, sono stati rimossi nottetempo senza dare spiegazioni alle lavoratrici, ai lavoratori ed alle organizzazioni sindacali.

Messa di fronte all’evidenza la proprietà ha prima dichiarato che gli impianti erano stati trasferiti al fine di una reinternalizzazione del servizio e poi, si è venuti a sapere che, almeno due su cinque sono stati destinati ad altri stabilimenti, all’estero.

A quel punto lo spettro di un’ennesima delocalizzazione ha fatto si che la RSU decidesse per uno sciopero ad oltranza fino a che non fosse stata fatta luce sul futuro delle 92 persone che attualmente lavorano nel sito produttivo.

I prossimi passaggi saranno i seguenti: una presenza delle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori nel corso del Consiglio Comunale di ieri sera, l’apertura del tavolo di crisi il prossimo 4 luglio presso la Prefettura e la riunione del Consiglio di amministrazione della MAIER il prossimo 6 luglio.

Un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori che si è svolta ieri ai cancelli della fabbrica ha votato, a stragrande maggioranza, il proseguimento dello sciopero ad oltranza fino al 6 luglio.

Come Rifondazione Comunista continueremo a sostenere attivamente questa lotta presenziando al presidio ed attivandoci in tutte quelle pratiche nelle quali ci si adopera in queste situazioni.

Chiederemo alla nostra componente ManifestA la presentazione di un’interrogazione parlamentare e continueremo con forza a rivendicare la necessità di una legge contro le delocalizzazioni.

Prima le Lavoratrici e i Lavoratori non i maxi-profitti delle multinazionali.

29/06/2022

Fabrizio Baggi, segretario regionale

Nadia Rosa, responsabile regionale lavoro Partito della Rifondazione Comunista#Lombardia

Francesco Coco Macario, segretario provinciale

Marco Sironi, responsabile provinciale lavoro Partito della Rifondazione Comunista #Bergamo

Documento politico approvato dal CPR lombardo del 19/06

20 Giugno 2022

Documento politico approvato a larghissima maggioranza (37 voti favorevoli e 2 astenuti) dal Comitato Politico Regionale del Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia riunitosi il 19 giugno 2022.

Il Comitato Regionale della Lombardia riunito domenica 19 giugno ritiene che:

  1. Il Partito della Rifondazione Comunista ha analizzato con tempestività e lungimiranza il carattere eccezionale della fase che stiamo attraversando dallo scoppio della pandemia di Covid in cui si sommano ed intrecciano crisi sanitaria non ancora conclusa e le sue conseguenze economiche e sociali di lunga durata. La gestione neoliberista di questa crisi globale e sistemica imprime una violenta riorganizzazione economica e sociale all’insegna della precarizzazione del lavoro, della cancellazione dei diritti, dell’aumento delle disuguaglianze dell’irresponsabile rinvio della trasformazione ecologica del modello produttivo, l’unica che può salvaguardare la vita del pianeta compatibile con la sopravvivenza del genere umano.
  2. Il PRC ha espresso nelle mobilitazioni e nei dibattitti una unanime e forte opposizione alla guerra, come ha fatto per l’invasione dell’Afghanistan, dell’Irak, della Siria, dei territori della Palestina, o quando la Nato bombardava la Serbia per imporre la indipendenza del Kossovo. Ha definito l’invasione russa dell’Ucraina, una gravissima violazione del diritto internazionale, una irresponsabile mossa che pretenderebbe di rispondere alla incessante azione espansionista della Nato. Il violento scontro in atto fra potenze capitalistiche rischia di condurci alla terza guerra mondiale o di produrre nel cuore dell’Europa una situazione simile all’Afghanistan, una guerra per procura della Nato contro la Russia attraverso il popolo ucraino. Se questo conflitto non viene fermato devasterà l’Ucraina e il suo popolo, farà pagare al popolo russo il peso delle sanzioni e rovescerà su tutti i popoli europei i costi economici e sociali della guerra a partire dai rifornimenti energetici e alimentari e di molte materie prime. Abbiamo organizzato e continueremo a farlo, iniziative contro la guerra, contro Putin e contro la Nato; ci ricolleghiamo alla tradizione dell’internazionalismo socialista e comunista, alla nostra Costituzione, che all’art. 11, rimane lapidaria attraverso l’uso del verbo ripudiare nell’indicare la volontà di sottrarre la Repubblica da ogni guerra di aggressione.  La nostra posizione, che trova ampia rispondenza nella volontà popolare di pace, va continuamente promossa e argomentata nell’obiettivo di costruire ed allargare il movimento pacifista, contro la guerra contrastando in ogni modo il clima guerrafondaio e militarista, il processo alle voci critiche ed indipendenti che scandalosamente vengono fatte passare a libro paga di Putin.
  3. Mai l’Italia ha avuto un ruolo così subalterno e succube degli interessi Usa. Fin dal suo sorgere siamo alla opposizione del governo Draghi; abbiamo puntualmente criticato i provvedimenti presi e le impostazioni delle leggi di bilancio malgrado gli sforamenti e le copiose risorse del PNNR il Governo, con la complicità della destra, ha rafforzato l’impianto neoliberista degli ultimi decenni puntando alle privatizzazioni, all’allargamento del lavoro precario, ai bassi salari e scandalosamente sottovaluta l’emergenza ambientale e climatica. Ma il volto vero del Santo Draghi si è svelato ai cittadini e alle cittadine quando accanto all’invio delle armi all’Ucraina, per noi assolutamente fuori dal dettato costituzionale, è stata aumentata la spesa militare annua da 25 a 38 miliardi, dunque questo governo di unità nazionale continuamente in ascolto di Confindustria e di Fratelli d’Italia ci porta nei fatti a una cobelligeranza e a una vera economia di guerra.
  4. Questo è lo scenario gravissimo che dovremo affrontare nel prossimo anno coniugando al massimo opposizione sociale e lavoro politico di aggregazione e unificazione dei soggetti che ritengono irrimandabile costruire un’alternativa di popolo, di classe, pacifista, ecologista e femminista. Anche nella ricca Lombardia la crisi ha morso e ora si aggrava. A fronte del crescere dell’inflazione che arriva al 6,6% in Regione con punte di 7,3 % a Brescia (già a gennaio prima della guerra gli aumenti dei prezzi sono stati ben del 4,8%  )i salari delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti sono rimasti fermi ai livelli bassissimi. Il “governo dei migliori” è stato totalmente immobile rispetto alla necessità di aumenti salariali, e ha scaricato sui ceti popolari il peso di tutti i rincari. Nella sola nostra regione su 1.289.538 contratti attivati l’80% è a termine mentre il saldo tra contratti attivati e cessati registra una perdita di 103.069 posti di lavoro; merita attenzione il fenomeno delle dimissioni volontarie, a partire dalla sanità, alla ricerca di posti dove sia più possibile conciliare reddito, qualità del lavoro e della vita. Malgrado la scandalosa gestione del Covid di Regione Lombardia, il numero dei morti, le stragi nelle RSA, le mancate zone rosse, i tempi di attesa per le visite, la mancanza di medici, tutto è tornato peggio di prima (legge Regionale 22) e  vi è una oggettiva convergenza fra politiche sanitarie do Regione Lombardia e Governo sull’uso del PNRR. Si costruiscono strutture territoriali moderne assolutamente mancanti di personale medico ed infermieristico, mentre aumentano con il tempo le carenze di personale pubblico. Così il PNRR è un’occasione per una ulteriore privatizzazione della sanità, una porta spalancata per le multinazionali della sanità privata nei territori e negli ospedali (già si appaltano ai privati interi Pronto soccorsi e reparti ospedalieri della sanità pubblica )
  5. In questo contesto ci prepariamo come gruppo dirigente della Regione Lombardia a costruire una coalizione elettorale alternativa al centro-destra e al centro-sinistra sia per le elezioni nazionali che per le elezioni regionali. I risultati delle elezioni amministrative italiane a partire dalle liste di cui noi siamo stati protagonisti ci mostrano la difficoltà della costruzione di liste alternative locali efficaci in mancanza di un progetto aggregatore nazionale, nel quadro più generale di un aumento della astensione e di un distacco drammatico fra governanti e governati travolti da una crisi sociale da cui non vedono possibile uscita. Dove sono state presentate liste alternative il successo arriva solo quando esiste una storia e un radicamento locale, un lavoro sociale riconosciuto. Guardiamo con interesse ed entusiasmo alle elezioni francesi: lo straordinario successo della Nuova Unione Popolare (la NUPES pareggia con il 25,7% i voti di Macron e lascia la destra al 18%) in una nazione decisiva per struttura economica e ruolo politico come la Francia darà a questa nuova opposizione parlamentare la possibilità di svolgere un ruolo chiave nella lotta contro la guerra, la Nato e le politiche neoliberiste della UE. Con questa proposta Mèlanchon ha saputo riaggregare una sinistra divisa e frammentata, e riportare alla politica, lavoratori e lavoratrici poveri e precari. L’esito francese nasce naturalmente in un contesto diverso, in una nazione dove i movimenti e il conflitto sociale sono sempre stati forti e anche capaci di ottenere risultati, ma è nuova la modalità di stare insieme di questa Unione e può esserci utile 

Con queste premesse generali il Comitato Regionale con piena fiducia affida alla Segreteria Regionale il seguente mandato

A) Organizzare nei territori la immediata risonanza del percorso nazionale di costruzione della coalizione alternativa (ManifestADe MagistrisPotere al Popolo, Appello D’Orsi, Appello di TransformAppello delle Lavoratrici e dei Lavoratori per l’Alternativa) a partire dal primo incontro nazionale del 9 luglio per farlo vivere, conoscere nei territori, e continuare il lavoro di aggregazione.

B) Impostare in modo autonomo, la costruzione di una coalizione regionale per l’alternativa tenendo conto delle caratteristiche del bilancio regionale, che è impiegato principalmente alla spesa sanitaria, costruendo un programma di difesa dei beni popolari e dei beni comuni che metta al centro la sanità pubblica, la lotta all’abbandono scolastico, alla devastazione del suolo, alle conseguenze della crisi climatica. Vista la contemporaneità nel 2023 delle elezioni nazionali con le elezioni Regionali della Lombardia, si chiede al gruppo dirigente nazionale del Prc/SE di concordare da subito con gli altri soggetti e personalità politiche coinvolte la presenza comune alle elezioni regionali lombarde e del simbolo nazionale che sarà definito.

C) Mettere in agenda in un piano coerente federazione per federazione incontri propositivi con forze politiche, associazioni, liste civiche, centri sociali, singole personalità, gas , gap, comitati  di scopo per dare forma a questo modo di stare insieme e di lavorare per  una rappresentanza politica di alternativa, operando per una configurazione  della alleanza aperta, partecipata, democratica , interessata alla convergenza e alla unità del molteplice dentro l’obiettivo comune  La prossima fase dunque impegna il nostro piccolo partito ad agire un inedito e aspro scontro di classe con finalità precise, che presuppongono un lavoro di Rifondazione fuori Rifondazione  non solo una  linea politica condivisa, ma una riorganizzazione operativa delle nostre strutture, una nuova e più ampia configurazione e responsabilizzazione  dei gruppi dirigenti che dai territori dovranno raccogliere, orientare e rendere operative le disponibilità politiche, i saperi e le differenze.

Milano, 19 giugno 2022

RIFONDAZIONE: LA CONTRIFORMA MORATTI SULLA SANITÀ UCCIDE IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO

22 novembre 2021

Aderiamo con grande condivisione dei tempi, dei contenuti e delle forme alla manifestazione indetta dal Coordinamento Regionale per la difesa della Sanità pubblica davanti al Consiglio regionale il 26 novembre alle ore 16:30, mentre in Consiglio regionale sta per essere approvata una legge sanitaria peggiore della precedente, la legge Maroni, che avevamo criticato e combattuto e che la tragica ondata di Covid 19 ha chiaramente indicato come la responsabile della strage di uomini e di donne che abbiamo sofferto a Codogno, a Bergamo, a Brescia.

Una medicina territoriale marginalizzata, una prevenzione azzerata, carriere mediche con continue strozzature e numeri chiusi, una continua diminuzione del personale, dei posti letto, una finta competizione fra sanità pubblica e privata, che in realtà innesta un meccanismo perverso per cui, non trovando posto in tempi utili nella sanità pubblica si alimenta di continuo la sanità privata convenzionata e non.

Un sistema sanitario per i ricchi e chi non può si accontenti. Quando le sale di rianimazioni erano colme si diceva che tutto doveva cambiare, che si doveva tornare alla sanità come servizio pubblico e alla salute come diritto costituzionale.

Moratti ha mortificato queste aspettative, ha imbrigliato il dibattito in Consiglio lo ha tenuto accuratamente lontano dallo spazio pubblico e da una adeguata informazione di massa e ora sforna una legge peggiore della precedente, che finge di emendare quella precedente sui punti segnalati da AGENAS, ma di fatto compie una operazione di ulteriore privatizzazione della sanità lombarda, grazie all’intreccio fra questa legge e il PNRR. Non cambia il rapporto pubblico privato, anzi la sanità pubblica e privata sono considerate equivalenti, non cambia la modalità dell’accreditamento e dei criteri con cui si sceglie da parte del pubblico che quel servizio privato offra una serie di prestazioni. Niente ricerca epidemiologica, quindi niente presupposti per una programmazione a partire dai bisogni delle collettività e non delle convenienze della imprenditoria sanitaria privata, ormai in mano a potenti multinazionali.

Quindi la sanità in Lombardia è come prima peggio di prima, una eccellenza fasulla e alle spalle una strage impunita.

Rilevando questo regresso molti condividono le critiche al centro- destra regionale e alla sua trentennale azione di malgoverno, pochi rilevano stranamente l’esistenza di un convitato di pietra a questo processo, e cioè il governo nazionale che sia sotto il Presidente Conte che con Draghi avrebbe potuto intervenire pesantemente sulla sanità lombarda a partire dal suo fallimento di fronte alla epidemia , risalendo al sostanziale carattere anticostituzionale della legislazione sanitaria lombarda di Formigoni, di Maroni e ora di Fontana Moratti.

Ma il testo del PNRR sulla sanità da cui Moratti attinge forza e idee per le case della comunità e per il loro possibile affidamento ai privati dentro il sostanziale indebolimento della qualità del pubblico, rileva sostanziali convergenze che saranno ancora più forti nell’ambito del riproposto progetto della autonomia differenziata. Qui siamo. La sanità pubblica lombarda arretra e non solo per colpa del centro- destra, anche il centro sinistra concorre a questo snaturamento privatistico e aziendalistico del SSN che è in pericolo non solo in Lombardia.

Con questi contenuti verremo venerdì alla manifestazione davanti alla Regione e chiameremo i nostri compagni e le nostre compagne. E ci saremo anche dopo quando la contro riforma e il PNRR non garantiranno la salute alla popolazione lombarda, ripartendo dai territori, dalle competenze dei movimenti per la salute, dalle vertenze territoriali contro il centro destra lombardo e contro il governo Draghi per una sanità pubblica perché la salute non è una merce, ma un diritto.   

Fabrizio BaggiSegretario regionale Lombardia

Giovanna CapelliResponsabile regionale Sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

BAGGI/CAPELLI (PRC-SE) GIÙ LE MANI DALLA SANITÀ PUBBLICA. BASTA CON LE ESTERNALIZZAZIONI

Giovedì 24 non vi è nulla da festeggiare a Cassano d’Adda (MI), nella ASST Melegnano Martesana e nella Sanità lombarda si dà il tocco finale a un nuovo inaudito furto alla Sanità Pubblica.

L’Assessora Moratti si accinge ad inaugurare, l’ospedale Zapattoni riammodernato con 60 posti letto in più, un centro di riabilitazione specialistica. 

È un esempio di come in Lombardia con la gestione Fontana (sulla scia di Formigoni e Maroni) la sanità pubblica venga in ogni occasione umiliata e depauperata.  

Siamo al massimo dell’assurdo: questo centro, sorge vicino ad un ospedale pubblico dove addirittura le entrate si confondono ed è privato, affidato alla gestione di FERB, Fondazione europea di Ricerca. Gode della vicinanza al nostro ospedale pubblico e delle convenzioni che ha con la Regione. Non deve fare fatica a trovare utenti, perché “naturalmente“ i pazienti li trova vicino all’ ospedale pubblico e magari sono anche ignari della differenza di gestione (non scelgono il privato, ma sono obbligati ad usufruirne)   

Ci chiediamo come mai la riabilitazione in Lombardia sia prevalentemente affidata ai privati. Forse perché è un campo molto remunerativo e produttore di profitto? Ci chiediamo perché questa stessa funzione non possa essere assolta dal pubblico in particolare a Cassano, in un territorio dove ci sono già ospedali, strutture e personale.

Mentre si inaugura la struttura privata mancano medici di medicina generale, i tempi di attesa sono lunghissimi e costringono, guarda caso, i pazienti a rivolgersi ai sempre più numerosi centri privati convenzionati, è inesistente la medicina preventiva (da 4.000 addetti si è passati a 2.000, da 15 presidi a 3). 

Anche questo è il prodotto di una mentalità privatistica: meno previeni più tu ammali, più hai bisogno di riabilitare i malati.

La pandemia ha dimostrato che il modello di sanità lombardo è malato, incapace di difenderci, va annullato.

La Moratti è stata chiamata a difenderlo e a potenziarlo contro ogni evidenza scientifica e politica.

Alle nostre lotte alla nostra voce di verità la responsabilità di smascherare gli inganni e capovolgere il banchetto che stanno apparecchiando in Consilio regionale elaborando la nuova legge sulla Sanità lombarda 

La salute non è una merce, la sanità non è una azienda!

Milano, 22/06/2021

Fabrizio Baggisegretario regionale Lombardia

Giovanna Capelliresponsabile regionale sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea