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CALENDARIO DEL POPOLO. 7 NOVEMBRE 1917: LA RIVOLUZIONE RUSSA.

GIUSEPPE ABBA’

Quel giorno di 104 anni fa l’avvenimento più importante del’900: la Rivoluzione d’ottobre (si celebra il 7 novembre, all’epoca era in vigore in Russia il calendario ortodosso, quindi le giornate insurrezionali erano state il 24 e 25 ottobre, secondo questo computo).
Nel febbraio 1917 c’era stata la prima Rivoluzione, che aveva detronizzato lo zar, ma si era installato un governo borghese che continuava la guerra imperialista (la prima guerra mondiale).

La guerra aveva provocato milioni di morti, in particolar modo nell’Impero russo oltre a miseria, fame, freddo, epidemie.

Lenin e il partito bolscevico, (che successivamente si chiamò Comunista) chiamarono alla lotta gli operai e i contadini dell’ immenso Impero zarista su precise parole d’ ordine: Pane, Pace e Terra.

Il partito bolscevico, dapprima minoritario, ebbe un rapido sviluppo nell’autunno 1917, conquistando la maggioranza dei Soviet (consigli, organismi che rappresentavano gli operai, i contadini, i soldati, i marinai.

Il congresso dei Soviet era stato convocato per quei giorni e l’insurrezione di Pietrogrado (e poi di Mosca e di altre località) consegnò “tutto il potere ai Soviet” abbattendo, con la presa del Palazzo d’Inverno il governo Kerenskij e formando un governo di “commissari del popolo”.

Le vicende successive sono note: la guerra civile contro le armate “bianche”, l’intervento dell’imperialismo contro il potere sovietico (ben 16 paesi), poi la difficile costruzione del socialismo fino ad arrivare alla vittoria contro l’aggressione nazista nella seconda guerra mondiale.

Per questo è necessario approfondire la storia di quella grande esperienza che fu l’Unione Sovietica (ovviamente con le sue luci e le sue ombre), le altre Rivoluzioni, la formazione dei Paesi Socialisti, i movimenti di liberazione nazionale.

Mi limito a citare, per celebrare la ricorrenza, due autori. Il primo è John Reed (giornalista americano comunista) che nei “10 giorni che sconvolsero il Mondo” descrive l’arrivo e l’intervento di Lenin al congresso dei Soviet: “infine si levò Lenin. Tenendosi al parapetto della tribuna egli posò sugli astanti i piccoli occhi socchiusi, insensibile in apparenza all’immensa ovazione, che si prolungò per parecchi minuti. Quando l’ovazione fu finita, disse semplicemente “adesso passiamo all’edificazione dell’ordine socialista”.
Il secondo autore è il poeta comunista turco Nazim Hikmet che, nel finale della sua poesia “Pietrogrado 1917” scrive:

Ferro, carbone e zucchero e rame rosso e tessuti

e amore, violenza e vita

E tutti i rami dell’ industria

E la Piccola e la Grande e la Bianca Russia

E il Caucaso, la Siberia e il Turkestan

E il corso malinconico del Volga e le città

Si videro mutare la sorte nel volgere di un’Alba in cui,

balzati dalle profonde rive della notte,

con le loro scarpe nevose calpestarono gli scalini di marmo”.