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21 GENNAIO 1921-NASCE IL PARTITO COMUNISTA D’ITALIA.

21 Gennaio 2022

CALENDARIO DEL POPOLO

Giuseppe Abbà


101 anni fa, dopo che da alcuni giorni era in corso a Livorno il congresso del Partito Socialista, i delegati che avevano votato per la frazione comunista abbandonarono il Teatro Goldoni (sede dell’assemblea) e si recarono in corteo al Teatro San Marco cantando “L’INTERNAZIONALE”.

In quella sede, un teatro che era stato destinato ai depositi dell’Esercito e semidiroccato (pioveva dal tetto, finestre prive di vetri, palchi senza parapetti) i delegati comunisti, con gli ombrelli aperti e in piedi (non c’erano sedie o panche) proclamavano la nascita del PARTITO COMUNISTA D’ITALIA – sezione della Terza Internazionale e ne eleggevano gli organismi dirigenti.

Il Partito Comunista nasceva dalla confluenza degli astensionisti di Amadeo Bordiga, dall’Ordine Nuovo di Antonio Gramsci, da altri gruppi provenienti dal massimalismo socialista. Era la (prima) conclusione della vicenda che vide la crisi del Partito Socialista (diviso tra massimalisti, riformisti, comunisti), nonché il mancato sbocco rivoluzionario dopo L’OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE del settembre 1920.

Il grande riferimento era la RIVOLUZIONE D’OTTOBRE.

Purtroppo il 1921 fu anche l’anno che vide il dispiegarsi della violenza squadrista pagata dagli agrari e dagli industriali.

Già in quell’anno i comunisti ebbero (assieme ai socialisti) numerose vittime per mano dei fascisti. Tra tutti ricordiamo Ferruccio Ghinaglia, primo segretario della Federazione Comunista di Pavia.

Si arrivò poi alla messa fuori legge del Partito con le “leggi eccezionali” del regime fascista nel 1926. La clandestinità, la Resistenza, le lotte del dopoguerra fecero del Partito Comunista Italiano uno dei più grandi partiti comunisti dei Paesi capitalisti.
È vero che oggi siamo in pochi e ci arrabattiamo tra mille difficoltà, ma, sino a che il Mondo è diviso tra sfruttati e sfruttatori, sino a che ci sarà disuguaglianza ed ingiustizia la “necessità storica” del Comunismo permane.

SOCIALISMO O BARBARIE (Rosa Luxembourg).

CALENDARIO DEL POPOLO. 9 GENNAIO 1950: 6 OPERAI DELLE “FONDERIE ORSI” DI MODENA CHE LOTTAVANO PER IL LAVORO UCCISI DALLA POLIZIA DI SCELBA

9 Gennaio 2022

Nel quadro delle repressioni poliziesche che contrassegnarono la “restaurazione capitalistica” del dopoguerra con decine di morti provocati da polizia e carabinieri durante le occupazioni delle terre e i conflitti di fabbrica, uno dei più gravi eccidi fu quello di Modena, il 9 gennaio 1950.

A Modena esisteva un’importante fabbrica” le fonderie ORSI”.

Il 9 gennaio di quell’anno era in corso uno sciopero indetto dalla CGIL per protestare contro il licenziamento di 560 operai di quella fabbrica.

Nella fabbrica era in corso da circa un mese una “serrata padronale”.

Il mattino del 9 gennaio un gruppo di operai si reca davanti ai cancelli delle Fonderie Riunite (Orsi).

I carabinieri sparano e uccidono ANGELO APPIANI.

Dal tetto della fabbrica i carabinieri sparano con le mitragliatrici contro altri lavoratori uccidendo ARTURO CHIAPPELLI e ARTURO MALAGOLI.

Successivamente l’operaio ROBERTO ROVATTI veniva circondato da una squadra di carabinieri e ucciso con i calci dei fucili.

Un blindato sparò uccidendo ENNIO GARAGNANI e un carabiniere centrò con una fucilata RENZO BERSANI.

In tutto 6 morti, 200 feriti, 34 arrestati.

In varie città italiane furono indette manifestazioni e scioperi (dalla sola CGIL, la CISL si era dissociata).

I funerali delle vittime si svolsero l’11 gennaio a Modena con oltre 300 mila partecipanti.

La sorella di uno dei caduti (Marisa Malagoli) fu adottata da Palmiro Togliatti e Nilde Jotti.

CALENDARIO DEL POPOLO. 7 NOVEMBRE 1917: LA RIVOLUZIONE RUSSA.

GIUSEPPE ABBA’

Quel giorno di 104 anni fa l’avvenimento più importante del’900: la Rivoluzione d’ottobre (si celebra il 7 novembre, all’epoca era in vigore in Russia il calendario ortodosso, quindi le giornate insurrezionali erano state il 24 e 25 ottobre, secondo questo computo).
Nel febbraio 1917 c’era stata la prima Rivoluzione, che aveva detronizzato lo zar, ma si era installato un governo borghese che continuava la guerra imperialista (la prima guerra mondiale).

La guerra aveva provocato milioni di morti, in particolar modo nell’Impero russo oltre a miseria, fame, freddo, epidemie.

Lenin e il partito bolscevico, (che successivamente si chiamò Comunista) chiamarono alla lotta gli operai e i contadini dell’ immenso Impero zarista su precise parole d’ ordine: Pane, Pace e Terra.

Il partito bolscevico, dapprima minoritario, ebbe un rapido sviluppo nell’autunno 1917, conquistando la maggioranza dei Soviet (consigli, organismi che rappresentavano gli operai, i contadini, i soldati, i marinai.

Il congresso dei Soviet era stato convocato per quei giorni e l’insurrezione di Pietrogrado (e poi di Mosca e di altre località) consegnò “tutto il potere ai Soviet” abbattendo, con la presa del Palazzo d’Inverno il governo Kerenskij e formando un governo di “commissari del popolo”.

Le vicende successive sono note: la guerra civile contro le armate “bianche”, l’intervento dell’imperialismo contro il potere sovietico (ben 16 paesi), poi la difficile costruzione del socialismo fino ad arrivare alla vittoria contro l’aggressione nazista nella seconda guerra mondiale.

Per questo è necessario approfondire la storia di quella grande esperienza che fu l’Unione Sovietica (ovviamente con le sue luci e le sue ombre), le altre Rivoluzioni, la formazione dei Paesi Socialisti, i movimenti di liberazione nazionale.

Mi limito a citare, per celebrare la ricorrenza, due autori. Il primo è John Reed (giornalista americano comunista) che nei “10 giorni che sconvolsero il Mondo” descrive l’arrivo e l’intervento di Lenin al congresso dei Soviet: “infine si levò Lenin. Tenendosi al parapetto della tribuna egli posò sugli astanti i piccoli occhi socchiusi, insensibile in apparenza all’immensa ovazione, che si prolungò per parecchi minuti. Quando l’ovazione fu finita, disse semplicemente “adesso passiamo all’edificazione dell’ordine socialista”.
Il secondo autore è il poeta comunista turco Nazim Hikmet che, nel finale della sua poesia “Pietrogrado 1917” scrive:

Ferro, carbone e zucchero e rame rosso e tessuti

e amore, violenza e vita

E tutti i rami dell’ industria

E la Piccola e la Grande e la Bianca Russia

E il Caucaso, la Siberia e il Turkestan

E il corso malinconico del Volga e le città

Si videro mutare la sorte nel volgere di un’Alba in cui,

balzati dalle profonde rive della notte,

con le loro scarpe nevose calpestarono gli scalini di marmo”.

9 ottobre 1967. Il Compagno Ernesto Che Guevara veniva assassinato dai militari boliviani guidati da un agente della C.I.A.

CALENDARIO DEL POPOLO

9 ottobre 2021

Giuseppe Abbà

Quel giorno, nel villaggio di La Higuera in Bolivia veniva ucciso il Che, catturato il giorno prima durante un violento combattimento.

L’emozione nel Mondo, soprattutto tra i giovani, fu enorme. Che Guevara era diventato il simbolo della lotta rivoluzionaria per cambiare un mondo ingiusto.
Il giovane Ernesto, nato a Rosario, in Argentina, il 14 giugno 1928, nei suoi viaggi attraverso l’America Latina assieme all’amico Alberto Granado, si rese conto della tragica realtà del continente sudamericano: fame, malattie, analfabetismo, rapina delle risorse e sfruttamento spietato da parte delle multinazionali degli Stati Uniti con la complicità dei governi locali.

Maturò in questo modo convinzioni marxiste, comuniste. Giunse in Guatemala dove sostenne il governo di Jacobo Arbenz, un progressista che aveva “osato” nazionalizzare le immense proprietà della “United Fruit” per potere aiutare i contadini poveri del proprio Paese.

Nel 1954 gli Stati Uniti abbatterono il governo Arbenz con un’invasione di mercenari. Ernesto Guevara dovette riparare in Messico dove conobbe gli esuli cubani, Fidel Castro e Raul Castro. Si unì a loro nella spedizione del “Granma” che il 2 dicembre 1956 approdò sulla costa cubana di Oriente.

Dopo la prima sconfitta ad opera delle truppe del dittatore Batista, i superstiti raggiunsero la Sierra Maestra. Si sviluppò la guerriglia che ottenne l’ appoggio dei contadini. Dopo due anni di combattimenti, tra cui l’epica battaglia di Santa Clara, diretta dal Che, la guerriglia trionfò il 2 gennaio 1959.

Fu effettuata una vasta riforma agraria e Cuba si avviò, nonostante le aggressioni e il blocco ( che dura tutt’ora) degli Stati Uniti, verso il socialismo.
Il Che, dopo aver fatto il Presidente della Banca Nazionale e il Ministro dell’Industria, dopo 5 anni lascia Cuba, annunciando che “altre terre del Mondo reclamano i suoi modesti sforzi”. Con l’aiuto cubano si reca clandestinamente nel Congo (1965) per aiutare i guerriglieri lumumbisti, ma la guerra popolare non riesce a svilupparsi. Il Che si ritira per qualche tempo a Praga, quindi ritorna per qualche tempo a Cuba, senza che la cosa venga resa nota.

Riparte per la Bolivia dove, purtroppo, la guerriglia insediata nella Selva, viene accerchiata e sconfitta.
Che Guevara fu un esempio di internazionalismo proletario.
Ricordiamolo con le parole pronunciate da Fidel Castro: “il Che non è caduto difendendo altri interessi, altra causa che la causa degli sfruttati e degli oppressi di questo continente. La causa per cui il Che è morto è la causa degli umili di questa Terra”.
Ricordiamolo anche con le parole della canzone cubana “Guantanamera “( versi di José Marti’): “con los pobres de la Tierra quiero yo mi suerte echar” (con i poveri della Terra voglio lanciare la mia sorte).

CALENDARIO DEL POPOLO: 1 OTTOBRE 1949-IL COMPAGNO MAO TSE TUNG PROCLAMA LA REPUBBLICA POPOLARE CINESE.

Giuseppe Abbà
Era il culmine di una delle più importanti rivoluzioni del Ventesimo secolo.

La Cina che, sin dalla prima metà dell’ottocento era stata preda dei vari imperialismi (inglese, statunitense, francese, tedesco, giapponese, Russia zarista) e che subiva, oltre all’oppressione semicoloniale, il dominio feudale dei grandi proprietari terrieri, la Cina preda di fame, carestie, analfabetismo, come disse Mao Tse Tung il 1 ottobre 1949,”si era levata in piedi”.

Lungo e complesso fu il percorso della Rivoluzione Cinese, dal movimento culturale del 4 maggio 1919, alla fondazione del Partito Comunista Cinese il 23 luglio 1921, ai contrastati rapporti con il Kuo Min Tang.

Il Kuo Min Tang era un partito all’inizio antimperialista che però successivamente vide prevalere la ” borghesia compradora” e i latifondisti rappresentati da Chiang Kai Shek.

La rottura con il Kuo Min Tang sfociò nel massacro dei comunisti da parte delle truppe reazionarie (Shanghai nell’aprile 1927).

I Comunisti reagirono creando nell’ agosto 1927 l’Armata Rossa. Furono liberate estese zone della Cina. Nel 1934 iniziò la “Lunga Marcia”, migliaia di chilometri percorsi in un anno per raggiungere la “base rossa” dello Shensi Settentrionale.

Seguì la Resistenza contro l’invasione giapponese con una relativa tregua con il Kuo Min Tang.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale gli imperialisti americani e Chiang Kai Shek fecero fallire i tentativi di un governo di unità nazionale.

Riprese il conflitto sino a che tutta la Cina fu liberata, tranne l’isola di Taiwan, bloccata dalla Settima Flotta americana.

Iniziò la marcia verso il socialismo.

Fu senz’altro uno dei più grandi avvenimenti dell’epoca contemporanea.

Calendario del popolo: ottanta anni fa, 22 giugno 1941. All’alba di quel giorno la Germania nazista aggredì l’Unione Sovietica


GIUSEPPE ABBA’

Più di 5 milioni di soldati (tedeschi, ungheresi, finlandesi, romeni, italiani) con migliaia di carri armati e di aerei si avventarono su tre direttrici di attacco: a Nord verso Leningrado, al Centro verso Mosca, a Sud verso Kiev.

Il governo dell’Unione Sovietica, nonostante si aspettasse l’attacco della Germania (ma lo prevedeva più avanti nel tempo, nel 1943) fu colto di sorpresa. Anche le precise segnalazioni del servizio segreto sovietico (Richard Sorge dal Giappone) furono sottovalutate da Stalin. Ma, nonostante le sconfitte iniziali, il popolo sovietico, guidato dal Partito Comunista, seppe reagire. Celebre fu il discorso di Stalin per radio il 3 luglio dove invitò alla mobilitazione e alla resistenza, come pure il discorso fatto il 7 novembre nella Piazza Rossa.

Tutti i commentatori internazionali prevedevano la disfatta dei sovietici entro tre mesi. In realtà questo non accadde e già nell’inverno 1941-1942 l’offensiva nazista fu respinta davanti a Mosca.

Leningrado resistette ad un assedio di 900 giorni (pagato, purtroppo, con un milione di morti).

Dall’estate 1942 al successivo inverno si svolse l’epica battaglia di Stalingrado dove fu annientata un’intera armata germanica.

In seguito ci fu la battaglia di Kursk (estate 1943) e l’offensiva dell’ armata Rossa si sviluppò nel 1944 fino a liberare tutta l’Europa Orientale per concludersi a Berlino nell’aprile – maggio 1945.

Durante la guerra, nei territori sovietici occupati, si sviluppò un forte movimento partigiano.

Un’altra grande impresa del popolo sovietico fu l’evacuazione delle industrie dalle zone occidentali agli Urali.

L’Unione Sovietica ebbe un numero di morti mai calcolato interamente. Si parla di 25 o 27 milioni di morti.

Per non parlare delle distruzioni di migliaia di villaggi e di città.

Sebbene la maggioranza del Parlamento europeo nel 2019 abbia votato un’infame risoluzione che metteva sullo stesso piano nazismo e comunismo, è la forza dei fatti che smentisce questo assunto.

L’Unione Sovietica e i comunisti nella Resistenza (non solo europea, ma anche asiatica) hanno avuto un ruolo fondamentale per sconfiggere il nazifascismo e l’imperialismo giapponese.

Le truppe sovietiche marciano verso il fronte di Mosca.


Calendario del popolo: 4 maggio, ricorre l’ anniversario di un importante momento per il popolo cinese

Abbà: Calendario del popolo: 4 maggio, ricorre l’ anniversario di un importante momento per il popolo cinese.

Il 4 maggio 1919, alla notizia che alla conferenza di Versailles era stata ceduta all’ imperialismo giapponese la penisola cinese dello Shantung, in molte città cinesi si sviluppò un grande movimento, in primo luogo studentesco.

E’ importante questo avvenimento, perché da esso si svilupparono elementi di una nuova cultura e si misero in luce i personaggi che furono alla base della nascita del Partito Comunista Cinese, come Chen Tu Hsiu, Li Ta Chao, lo stesso Mao Tse Tung.