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Aumento del 10% delle rette al De Rodolfi

15 Giugno 2023

Asili, scuole, mense scolastiche… Mancava giusto il De Rodolfi, che però è arrivata con puntualità; meno male!
Conseguentemente alle solite motivazioni, ovvero aumento del costo dell’energia e delle materie prime (rincarate dalla guerra e dai super guadagni delle società fornitrici), a quanto dicono concordi maggioranza e opposizione, nella RSA c’è un problema riguardante l’età dell’edificio (che è stato costruito nel 1908, ristrutturato l’ultima volta negli anni ‘80) e il costo delle varie riparazioni, che rendono insufficiente il contributo comunale – aggravato, se così si può dire, dalla crescita degli ospiti.

Si rendono dunque necessari degli aumenti, che si spingeranno da luglio al 10% in più, scaricando ancora una volta su anziani e fragili le incapacità dell’amministrazione – sempre che non si parli di aumentarsi gli stipendi.
È forse necessario pensare ad una nuova struttura? Ma in questo caso, quanto tempo e quanti soldi occorrerebbero?

Ricordiamoci che per il ponte sul Ticino ci son voluto dieci anni e ancora manca l’allacciamento alla statale e alla rotonda.

La nostra proposta è dunque quella, nell’immediato, di rivedere il sistema di distribuzione delle rette, scaglionandolo in base all’ISEE.

Circolo “Hugo Chavez Frias” del Partito della Rifondazione Comunista di Vigevano

Unione Popolare

Informatore vigevanese del 1° Giugno 2023
Istituto De Rodolfi Vigevano

RIFONDAZIONE: IL 30 MARZO DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO PER I DIRITTI DELLE PERSONE OSPITI DELLE RSA

25 marzo 2022

Saremo mercoledì 30 marzo davanti alla prefettura di Milano per pretendere un atto di giustizia e di umanità da parte dei responsabili politici e amministrativi che regolano la vita delle RSA in tutta Italia, che ancora privano gli anziani del rapporto stabile con i loro parenti o lo organizzano in modalità che rendono l’incontro ancora più straziante e doloroso, se le mani non si possono incontrare e i corpi avvicinare.

Anche se i contagi sono in risalita, per il governo Draghi sembra che il Covid non ci sia più, dal 30 marzo saranno alleggerite le misure di precauzione, di distanziamento e l’obbligo del green pass, ma nelle case di riposo l’incubo continua e gli anziani continuano a vivere isolati e separati dal mondo   

La strage avvenuta nelle RSA, peraltro inspiegabilmente senza responsabili secondo i nostri tribunali, non ha insegnato nulla, ha solo aumentato vincoli e divieti per paura del contagio, fuga dalle responsabilità e soprattutto negazione dei diritti delle persone anziane e dei loro cari, ostacoli a riconnettere i legami umani e affettivi, che spesso alimentano in modo preminente la forza di un anziano per continuare a vivere.

Dietro questa insensibilità si nasconde un progetto politico, quello neoliberista: uno stato sociale minimo, che riduce progressivamente spesa sociale e sanitaria e nega il valore universale dei diritti.  Per aumentare le spese militari si richiamano i valori dell’Occidente e i diritti umani. Ma nelle RSA durante tutte le fasi della epidemia questi sono stati ampiamente accantonati e dismessi, perché intere generazioni sono state escluse dalla cura e dalla attenzione sociale e sanitaria.

È chiaro che il futuro degli anziani dovrebbe essere pensato e organizzato nelle proprie case, con pensioni dignitose e assistenza domiciliare integrata. Tutti e tutte capiscono che questa è l’unico progetto che rispetta fino in fondo la vita delle persone e la loro umanità. Ma la realtà si sviluppa in senso opposto.

La giornata del 30 vuol essere un SOS: ridiamo la possibilità di incontro nelle RSA, rimettiamo al centro della politica la costruzione di uno stato sociale che affronti organicamente la qualità di vita degli anziani.

Milano, 25/03/2022

Fabrizio Baggi, segretario regionale

Giovanna Capelli, responsabile regionale sanità

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia