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Rifondazione Comunista con gli studenti 11 gennaio

Loredana Fraleone*

Lunedì 11 gennaio in molte piazze italiane, gli studenti delle scuole superiori si sono dati appuntamento per rivendicare il loro diritto allo studio.

Un diritto messo in discussione non solo da una pandemia che ha limitato molte attività fondamentali, ma anche da una gestione da parte della Ministra Azzolina e del governo, che pur di non investire nel sistema d’istruzione quanto sarebbe indispensabile, non hanno provveduto a ridurre il numero degli alunni per classe, non hanno assunto il personale necessario, non hanno predisposto trasporti sicuri, non hanno predisposto un piano di edilizia scolastica non rinviabile specialmente in alcuni territori, non hanno ripristinato la figura del medico scolastico, scomparsa come molte altre della medicina territoriale.

Abbiamo fin dalla primavera scorsa fatto proposte in questo senso e in occasione dell’ultima finanziaria presentato un emendamento sul numero degli alunni per classe, neanche preso in considerazione da maggioranza e opposizione, ma sul quale torneremo appena possibile.

Gli studenti chiedono “fatti”, che garantiscano la possibilità di tornare a scuola in presenza ma in sicurezza, a partire dai mezzi di trasporto, siamo d’accordo con loro e per questo aderiamo alla loro mobilitazione.

*Responsabile Scuola Università Ricerca

Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

No alle “classi pollaio”.

Loredana Fraleone*

Nello spazio brevissimo, avuto a disposizione, abbiamo presentato il nostro emendamento sul numero degli alunni per classe in Senato, dove Rifondazione Comunista è rappresentata dalla senatrice Paola Nugnes.

Il Parlamento italiano funziona ormai come se avesse una sola Camera, dal momento che le leggi finanziarie arrivano in Senato, in tempi talmente ristretti, da poter incidere poco o nulla su ciò che è già stato deciso alla Camera.

L’emendamento, che avrebbe aumentato la quota di spazio per alunno all’interno delle classi e con un numero non superiore ai 15, non è stato ammesso in commissione, a riprova che le “classi pollaio” non sono un problema per maggioranza e opposizione, nonostante i proclami sull’importanza della scuola e della formazione per il futuro del paese.

Questo tentativo, che avrebbe comportato una vera inversione di tendenza, necessaria da tempo, ma urgente per i problemi posti dalla pandemia, ha suscitato interesse e aspettative diffuse, rappresentate nei pressi del Senato da un presidio di compagne e compagni di Rifondazione contingentati dall’autorizzazione della polizia per un numero non superiore ai 20.

Che la questione delle classi numerose sia un problema di sicurezza, ma anche di relazione didattica efficace è difficilmente confutabile, ma la resistenza a incrementare i fondi per l’istruzione, per avvicinarli almeno alla media europea, è dettata da un’idea di società e di futuro, in cui non sia necessaria cultura diffusa e tanto meno cultura critica.

Meno risorse al sistema pubblico più spinta verso quello privato; non sia mai che un settore della società sia sostanzialmente fuori dal mercato.

Vale per la scuola come per Università, Ricerca e tutti i settori pubblici, sanità compresa.

La pandemia però apre contraddizioni rimaste in ombra fino ad ora e la centralità della sicurezza comincia a entrare nel senso comune.

Non può rimanere tutto come prima e anzi peggiorare.

Le omissioni e le bugie sulla situazione del pubblico in Italia, messo in contrapposizione al “bello del privato”, cominciano a ricevere colpi significativi, anche dai dati sulla media europea dei finanziamenti per l’istruzione, ben più alti dell’Italia, e da ultimo su quella del numero degli alunni per classe, che in Europa è intorno ai 15, mentre in Italia è al 20,34%, con punte superiori al 21% in Emilia Romagna, Lombardia e Toscana.

La nostra battaglia non si ferma all’emendamento al documento di contabilità, la riprenderemo in sede istituzionale in altre occasioni e insieme a tutti i soggetti che si sono pronunciati a favore di questa proposta, continueremo a sostenerla in tutti i modi, per rendere strutturale una condizione della Scuola vivibile ed efficace.

*Responsabile Scuola Università Ricerca di Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Rifondazione, in piazza per sostenere un emendamento alla legge di bilancio contro le “classi pollaio”

Pubblicato il 28 dic 2020

Martedì 29 alle 11 saremo a Roma a Largo Vidoni, presso il Senato a sostegno dell’emendamento alla legge di bilancio per il 2021, presentato dalla senatrice Nugnes, per conto di Rifondazione Comunista.

Tale emendamento ha lo scopo di ridurre il numero degli alunni per classe, più volte evocata nella prima fase della pandemia anche da esponenti del governo, poi abbandonata e non più posta come una delle misure funzionali al distanziamento.

La riduzione ad un massimo di quindici alunni per classe, (la media europea nella scuola primaria è di quattordici) consentirebbe non solo la salvaguardia della sicurezza e del distanziamento, ma anche il rilancio di un rapporto più attento e proficuo sul piano pedagogico, terreno minato dai provvedimenti che da alcuni decenni hanno investito la scuola italiana, subordinandola al modello aziendale.

La riduzione del numero degli alunni per classe porterebbe con sé la necessità di un piano per l’edilizia scolastica, l’assunzione del personale necessario, la riduzione del precariato, l’incremento dei finanziamenti per il sistema d’istruzione avvicinandolo alla media europea.

Rifondazione Comunista/Sinistra Europea con questo emendamento intende anche denunciare la grave carenza, nel testo del documento di contabilità varato dalla Camera, di fondi minimamente adeguati a sostenere la grave situazione di alunni e studenti fortemente penalizzati dalla perdita di tante ore di scuola a causa della pandemia.

Maurizio Acerbo
Segretario nazionale di Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Loredana Fraleone
responsabile Scuola Università Ricerca di Rifondazione Comunista/Sinistra Europea