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Sanità lombarda, basta commemorazioni ma fatti

Fonte: Medicina Democratica https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=12868

22 febbraio 2022

Basta commemorazioni, adesso i fatti per garantire la salute per tutti! Centinaia di persone da tutta la Lombardia, sotto il Palazzo della Regione alla casseruolata contro il disastro annunciato del sistema sanitario, confermato dalla cosiddetta riforma Moratti Fontana, che va cambiata dalle fondamenta.

Milano 21 febbraio 2022.

“ Se la Lombardia fosse una nazione, sarebbe all’ottavo posto al mondo con oltre 380 morti per Covid ogni 100.000 abitanti, per un totale ad oggi di 38.315 morti: un triste primato che la mette al primo posto assoluto in Italia per numero di morti e per percentuale sul totale della popolazione!”

Numeri che fanno male come un pugno allo stomaco, quelli dati da Vittorio Agnoletto, medico e docente di Globalizzazione e Politiche della Salute all’Università di Milano, nel corso della casseruolata, di oggi pomeriggio, sotto la Regione, lato via Galvani, indetta dal Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32. 

Numeri che sono la conseguenza diretta del progressivo “spolpamento” del servizio pubblico, che lo ha reso incapace di fronteggiare il disastro della pandemia e che rischia solo di peggiorare con la riforma sanitaria Moratti Fontana, messa in discussione persino dalla Ragioneria dello Stato!

In centinaia sono arrivati da diverse parti della Lombardia, in rappresentanza di oltre 50 associazioni aderentie delle forze di opposizione in Consiglio Regionale. Una ventina gli interventi che si sono succeduti, accompagnati dal frastuono di pentole e casseruole e dalla musica della Banda degli Ottoni a Scoppio.

“A due anni dal paziente uno non c’è proprio nulla da commemorare né cerimonie da celebrare, se non piangere i nostri morti e chiedere giustizia – ha detto Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica a nome Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32- Oggi sono necessari fatti e interventi urgenti perché c’è un malato grave da curare, e cioè la sanità lombarda, che è e rimane il vero paziente zero.

Abbiamo richiesto al Ministro Speranza con una lettera e con una petizione (quasi 30.000 firme) di intervenire in modo significativo sulla legge 22/2021, la cosiddetta riforma della sanità targata Moratti Fontana. La risposta è stata deludente e contraddittoria, perché limitata agli aspetti “strutturali” del servizio sanitario regionale mentre i temi principali riguardano l’estesa privatizzazione e l’ospedalocentrismo, su cui la stessa Ragioneria dello Stato ha espresso forti perplessità. Contiamo che l’opposizione in Consiglio sappia farsi valere: le associazioni contrasteranno ulteriori derive nei territori”.

“Il presidente Fontana e l’assessore Moratti – ha sottolineato Andrea Barbato, presidente Forum Diritto alla Salute- girano per la Lombardia a inaugurare case di comunità che sono poco più di poliambulatori preesistenti o rimessi a nuovo, a cui hanno cambiato la targa all’entrata. Calati dall’alto, senza confronto con gli enti locali, rischiano di essere nulla di più che uffici di smistamento delle richieste di prestazioni, peraltro con la esplicita possibilità di gestione da parte dei privati.” 

Per info. Carmìna Conte cell. 393 137 7616. 

Riforma sanitaria Moratti/Fontana: un fiume di soldi per la sanità privata e un fiume di code per liste d’attesa

Fonte Medicina Democratica: https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=12480

14 novembre 2021

COMUNICATO STAMPA

Iniziato il dibattito in Consiglio Regionale, le 57 associazioni del Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute:“In gioco la salvezza del servizio sanitario pubblico e il diritto alla salute dei cittadini: scenderemo in campo contro contro l’ulteriore deriva della riforma Moratti/Fontana”

Milano, 12.11.2021 “Hanno fatto un deserto della sanità pubblica, sulla pelle dei cittadini, e l’hanno chiamata parità pubblico/privato e libera scelta del cittadino”, ha dichiarato Marco Caldiroli, Presidente di Medicina Democratica, anche a nome delle associazioni lombarde che hanno manifestato il 23 ottobre in piazza Duomo per il rilancio della sanità pubblica e territoriale. “E’ cominciato in Consiglio regionale il dibattito per l’approvazione della non-riforma della sanità lombarda e la direzione non cambia, anzi vogliono approfittare delle risorse del PNRR per foraggiare ancora il privato, con gravi conseguenze per il diritto alla salute soprattutto per le fasce più deboli, così come l’emergenza pandemica ha dimostrato con i suoi 35.000 morti e le gravi inefficienze del sistema sanitario”. Per questo il Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute, con le 57 organizzazioni aderenti lancia un appello ai cittadini ed ai consiglieri regionali a partecipare ad una manifestazione di protesta in concomitanza con il voto sulla proposta di legge di riforma della sanità lombarda targata Moratti-Fontana, in modalità che saranno definite a breve

La Lombardia si è distinta in questi anni per un servizio sanitario ospedalocentrico, che ha svuotato i territori di strutture e professionalità. Il risultato è l’utilizzo improprio dei pronto-soccorsi e tempi di attesa lunghissimi per chi non può pagare le prestazioni private. Il top si è toccato con la pandemia su cui ha lucrato la sanità privata, proponendo tamponi e ”pacchetti” di visite domiciliari fino a 450 euro a cittadini “rinchiusi” in casa, nella inutile attesa del servizio pubblico.

Dal 1997 sono stati cancellati 22.239 posti letti nelle strutture pubbliche, mentre in quelle private sono aumentati di 2.553 o trasformati in altre forme di assistenza. Il privato (2017) copre il 54,3 % degli acquisti di servizi sanitari e si è “mangiato” il 62 % degli investimenti strutturali provenienti dalla regione. Gli operatori sanitari pubblici sono diminuiti di 11.768 unità dal 1997 al 2017 con un – 11,9 %, mentre la media italiana nello stesso periodo è stata del –7,3 %. C’è una grave carenza di medici di base e nei prossimi 5 anni ne mancheranno 4.167 per pensionamento, ma tale carenza per l’assessora Moratti è soltanto una “percezione” o un problema “organizzativo”, causato dagli stessi medici. Non c’è stata programmazione né concreti obiettivi di miglioramento della salute pubblica ma solo di incremento di fatturato per i privati.

“Di fronte a tale sfacelo la Giunta regionale ripropone ancora lo sbilanciamento verso il privato anche per le case e degli ospedali di comunità previsti dal PNRR”, sottolinea Angelo Barbato del Forum Nazionale per il Diritto alla Salute. “Come indicato nel documento condiviso da 57 associazioni e dalle opposizioni regionali, proponiamo ben altri obiettivi: un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione; la medicina territoriale va organizzata con bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute dando priorità alla prevenzione della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza. “Le Case e gli Ospedali di Comunità devono essere esclusivamente pubblici affinchè siano perseguiti risultati reali di salute e non utili economici. Le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un obiettivo primario. Eliminare la libera professione all’interno delle strutture pubbliche. Le RSA devono essere parte del servizio sanitario nazionale e va ritirata la richiesta di autonomia differenziata.”

Per info. Carmìna Conte cell. 393 137 7616.

INIZIATIVE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA (ANNO 2020) A PAVIA E VIGEVANO PER LA DIFESA DELLA SANITA’ PUBBLICA

STOP BREVETTI, BASTA CON IL FUMO NEGLI OCCHI: DRAGHI SI SCHIERI PER IL SI’!

Comitato Italiano ICE, Iniziativa dei Cittadini Europei

Right2cure – No profit on pandemic

Diritto alla Cura                                                                                                   

STOP BREVETTI, BASTA CON IL FUMO NEGLI OCCHI: DRAGHI SI SCHIERI PER IL SI’!

COMUNICATO STAMPA

Milano, 19 maggio 2021. “Esprimiamo forte preoccupazione per la pressoché totale assenza di riferimenti alla sospensione dei brevetti sui vaccini nella bozza di dichiarazione per il Global Health Summit  di venerdì a Roma,   organizzato dal G20 e dalla Commissione Europea. Occorre che dall’incontro esca un netto sì alla proposta presentata, ormai da oltre sei mesi, da India e Sudafrica al WTO e rilanciata dal presidente USA Biden; proposta resa ancora più urgente dall’aggravarsi inarrestabile della situazione in molti Paesi, tra i quali proprio l’India, che, come avevamo già anticipato, non può più garantire l’approvvigionamento di vaccini ad altre nazioni, comprese quelle del primo mondo che ne hanno fino ad ora beneficiato, dovendo prima di tutto utilizzarli nel proprio Paese.” è quanto dichiara il Comitato Italiano della Campagna Europea -Right2Cure #NoprofitOnPandemic,  a cui hanno aderito ad oggi, 110 realtà associative, fra cui  i principali sindacati, impegnate nella raccolta di un milione di firme, che in base alla normativa ICE, Iniziativa Cittadini Europei, può “costringere” la Commissione Europea a rimettere in discussione la propria opposizione alla moratoria sui brevetti.

L’Italia come presidente di turno del G20  ha enormi responsabilità nelle decisioni che verranno assunte. Pensare di risolvere la situazione ricorrendo alle licenze volontarie,  lasciando alle aziende farmaceutiche la possibilità di decidere a chi concedere l’uso del brevetto e della tecnologia, non modifica l’attuale situazione e rischia di condannare a morte centinaia di migliaia di persone. Anche l’idea di finanziare un centro di produzione di vaccini in Africa è un progetto a lunga scadenza, che  non può incidere sull’attuale pandemia e non risolve la dipendenza globale dalle aziende proprietarie dei brevetti. L’unica soluzione  è liberare i vaccini dal cappio dei brevetti e realizzare i necessari trasferimenti tecnologici per consentire un significativo aumento della produzione in tutto il mondo.

“Siamo inoltre sconcertati- aggiunge Vittorio Agnoletto coordinatore italiano della Campagna #NoprofitOnPandemic – per l’assenza di risposte da parte del nostro presidente del Consiglio alla lettera che gli abbiamo inviato esattamente un mese fa, il 19 aprile scorso, in cui gli abbiamo chiesto di sostenere la sospensione dei brevetti in seno alla Commissione Europea e al WTO: non può ignorare la richiesta di 110 organizzazioni che rappresentano milioni di cittadini italiani! Nessuno in Italia pensi di essere “al sicuro”, perché ci stiamo vaccinando; infatti, essendo stato vaccinato soltanto lo 0,3% della popolazione dei Paesi a basso reddito, il virus continuerà a diffondersi e a mutare e  la pandemia, con tutte le sue varianti, continuerà a imperversare, con conseguenze inimmaginabili anche in Europa e nel cosiddetto primo mondo!”

Non è più tempo di dichiarazioni ambigue e fumose come, ultima in ordine di tempo, quella del vertice di Parigi sulle economie africane, in cui tutti i paesi partecipanti, fra cui l‘Italia con Draghi, avrebbero chiesto che siano tolti i brevetti sui vaccini contro il Covid-19, secondo quanto riferito dal  presidente francese, Emmanuel Macron, nella conferenza stampa finale. Un condizionale d’obbligo, perché nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata dal presidente del Consiglio italiano.

Ufficio Stampa – Carmìna Conte – cell. 393 1377616 https://noprofitonpandemic.eu/it  “Diritto alla Cura, nessun profitto sulla pandemia”