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Moreschi, proclamato lo sciopero

Il circolo “Hugo Chavez” del Partito della Rifondazione Comunista di Vigevano parteciperà al presidio esprimendo solidarietà alla lotta dei lavoratori e lavoratrici della Moreschi in difesa dei loro diritti contrattuali e del posto di lavoro.

Tratto da l’INFORMATORE VIGEVANESE

https://www.informatorevigevanese.it/economia/2021/07/21/news/moreschi-proclamato-lo-sciopero-549522/

Martedì 27 l’astensione dal lavoro di 8 ore, con presidio davanti alla fabbrica

Bruno Ansani

21 Luglio 2021 – 18:48

di Bruno Ansani

VIGEVANO – Otto ore di sciopero per i lavoratori della Moreschi. L’azione è stata decisa nella mattinata di mercoledì nel corso di un’assemblea dei lavoratori del calzaturificio, ormai in rotta di collisione con le attuali politiche aziendali. L’agitazione è stata fissata per martedì prossimo, 27 luglio. Nella mattinata i lavoratori terranno anche un presidio davanti all’azienda, con la speranza di sensibilizzare la città e le istituzioni sulla situazione della fabbrica.

Di seguito il comunicato stampa diffuso dalle segreterie provinciali di Filctem Cgil Femca Cisl e Uiltec Uil.

In data 21 luglio c.a. si sono riuniti in assemblea indetta dalle O.O.S.S. per fare il punto sulla situazione aziendale, i lavoratori della Moreschi. Le organizzazioni sindacali hanno riferito l’esito dell’ultimo incontro avuto con l’azienda, in occasione della scadenza dell’utilizzo della cassa covid-19, contestualmente al ripristino dei contratti di solidarietà a decorrere dal 28 giugno.In prima battuta l’azienda aveva avanzato la richiesta di abolire l’accordo sottoscritto riguardante i contratti di solidarietà, perché ritenuto troppo oneroso per l’azienda, inoltre non ci sarebbe stato lavoro per tutti, in quanto l’accordo sottoscritto prevede una riduzione di orario medio del 22%. Il sindacato ha espresso la propria contrarietà ad abolire l’accordo, ma si è reso disponibile ad aumentare la riduzione di orario fino ad arrivare al 50%. L’azienda non ha ritenuto sufficiente la proposta e ha comunicato ai lavoratori la ripresa dell’attività, ma non per tutti, infatti per chi non ha avuto la possibilità di rientrare, sono stati collocati in ferie, questo, per solo tre giorni, dal 28 al 30 giugno. In occasione della proroga della cassa covid-19 per ulteriori 17 settimane a decorrere dal primo luglio, l’azienda, senza nessuna comunicazione ai lavoratori e alle O.O.S.S. ha rimesso tutti in cassa integrazione.

Sempre nel medesimo incontro, sono state richieste informazioni sulle prospettive, ma ancora senza risposte: il fatturato del primo semestre, volutamente non è stato comunicato, a nostro avviso peggio del semestre dell’anno precedente;

nuovi ordinativi quasi inesistenti;

l’accordo con le banche ancora non c’è; i debiti nei confronti dei fornitori restano se non aumentati;

ora si aggiungono gli ex dipendenti che devono ancora percepire il TFR;

mancata rotazione fra i dipendenti facendo ricadere il disagio economico sempre sugli stessi;

vengono trattenute e non versate le quote e il TFR al fondo previdenziale (pare che su sollecitazioni sia stato pagato il primo trimestre);

la lavorazione per conto terzi, tanto decantata, anzi ritenuto strategico per lo sviluppo dell’azienda, c’è stato solo un timido segnale con Chanel, ma abbiamo appreso la notizia, che pochi giorni fa, Chanel ha portato via tutto e quindi, sfumata anche l’unica e ultima commessa di lavorazione per conto terzi;

piano industriale, siamo ancora in attesa;

abbiamo richiesto l’organigramma aziendale e non ci è stato consegnato;

inoltre, la chiusura per ferie collettive, pare che vengano retribuite con la cassa covid-19 e non come prevede la norma con la retribuzione normale (i lavoratori hanno diritto almeno a due settimane di ferie ovviamente retribuite);

i rapporti in azienda sono ulteriormente peggiorati, continuano a perseguire da parte di chi sostiene di rappresentare l’azienda, atteggiamenti intimidatori, ricattatori e offensivi, arrivando a calpestare la dignità di chi lavora;

Investimenti promessi neanche l’ombra, e tanto altro ancora.

Tanto da far ritenere ai lavoratori tutto quanto inaccettabile e insopportabile, per queste ragioni a distanza di un anno (27 luglio 2020 primo sciopero con presidio rientrato dopo tre giorni a fronte di promesse fatte dagli attuali gestori), proclamano per martedì 27 luglio, 8 ore di sciopero con presidio davanti ai cancelli di entrata.

Invitiamo l’opinione pubblica a sostenere le ragioni dei lavoratori, invitiamo il sindaco, e le istituzioni a recarsi davanti ai cancelli per ascoltare la voce dei lavoratori.


Le segreterie Provinciali FILCTEM-CGIL FEMCA-CISL UILTEC-UIL

A FIANCO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLA MORESCHI

Il Partito della Rifondazione Comunista è a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della ditta Moreschi, nella loro lotta in difesa del posto di lavoro.

La MORESCHI, famoso marchio calzaturiero Vigevanese da tempo sta attraversando una grave crisi, crisi che invece di essere affrontata con nuovi piani industriali, nuove idee imprenditoriali e investimenti, la nuova proprietà non trova niente di meglio che decentrare a contoterzisti pezzi della produzione lasciando una buona parte delle lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione a zero ore.

Come al solito si pensa di risolvere i problemi riducendo il costo del lavoro e i diritti dei lavoratori.

Come al solito i nostri imprenditori nostrani non sanno fare altro che risolvere il loro problemi facendo pagare alle lavoratrici i loro errori.

La nuova proprietà deve presentare un piano industriale che abbia come scopo finale la salvaguardia dei posti di lavoro e la salvaguardia di un marchio che è patrimonio non solo loro, ma di tutta la collettività del Vigevanese.

Occorre rilanciare, anche nella nostra provincia un movimento di lotta che unisca tutti i lavoratori e le lavoratrici, purtroppo molti, che sono coinvolti i progetti di ristrutturazione aziendali per chiedere nuovi piani industriali finalizzati alla difesa dell’occupazione.

Basta con politiche economiche tese a favorire i soliti noti, occorrono politiche economiche atte a  favorire la salvaguardia dell’occupazione.

È giunto il momento che le istituzioni politiche non siano solo soggetti passivi che assistono impotenti ai processi economici, ma anche utilizzando le risorse che ci arriveranno dall’Europa svolgano un ruolo attivo di indirizzo economico.

Rifondazione Comunista è impegnata con tutte le sue forze per costruire un movimento di lotta contro queste politiche neoliberiste.

Partito della Rifondazione Comunista