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Covid: Rifondazione, Conte e Fontana coimputati nello stesso processo… Manca la lobby degli industriali

2 Marzo 2023

Il tribunale di Bergamo manda sul banco degli imputati tutta la catena di comando della Sanità che nel marzo del 2020 per negligenza e sottovalutazione ha riaperto l’ospedale di Alzano, malgrado si sapesse che vi erano dei contagiati di Covid e che la chiusura fosse già stata prevista dai dirigenti dell’ospedale, quella catena di comando che non ha fatto la zona rossa, che non ha aggiornato il piano epidemico e ha causato migliaia di morti che si  potevano evitare (più di 4000).

Conte, Speranza, Fontana, Gallera, Fumagalli e Brusaferro, nello spazio pubblico si sono sempre trincerati dietro la teoria della catastrofe imprevedibile, dell’aver fatto tutto il possibile o addirittura nel reciproco scaricabarile sulle competenze.  Le imputazioni sono pesanti: epidemia colposaomicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio

Con questo rinvio a giudizio la magistratura da dignità e riconoscimento al dolore delle famiglie dei deceduti per Covid che hanno avuto il coraggio di volere la verità, di tener ferma la volontà di avere giustizia. Rifondazione ha sempre sostenuto la loro tenacia e il loro non facile percorso, rimane fuori dal processo la causa prima di questi atteggiamenti di omissione e negligenza, il difetto irriformabile di un  sistema economico, il neoliberismo che in Lombardia vede un laboratorio e un anticipatore dei processi strutturali .

Non si è fatta la zona rossa perché la produzione non si fermasse, perché prima delle vite delle persone vengono i profitti. Il timore di danneggiare questa attività è stato comune ai dirigenti politici del centro destra e del centro sinistra. Sta alla politica riempire questo tassello e proporre strumenti e prospettive per uscire da questa barbarie.

Fabrizio BaggiSegretario regionale

Giovanna CapelliResponsabile regionale sanità

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia

RIFONDAZIONE: BERGAMO, RIVELAZIONI DI DOMANI CONFERMANO CHE ANCHE GOVERNO CONTE RESPONSABILE DELLA MANCATA ZONA ROSSA

L’inchiesta della giornalista Francesca Nava sul quotidiano Domani conferma quello che come Rifondazione Comunista abbiamo sempre sostenuto.

Anche Conte e Speranza sono responsabili della mancata istituzione della “zona rossa” nei comuni di Nembro e Alzano in provincia di Brescia.

L’anno scorso la giunta regionale lombarda di destra e il governo nazionale M5S-PD-LEU hanno deciso di non fare la zona rossa per non far arrabbiare Confindustria.

Ricordiamo che gli industriali dissero che non si potevano chiudere le fabbriche e la politica li accontentò. Conte avrebbe anteposto il «costo politico» di una decisione che vedeva la contrarietà di Confindustria alla tutela della salute.

Dopo la riunione riservata del 2 marzo, rivelata da Francesca Nava, il ministro Speranza il 4 marzo dell’anno scorso incontrò la giunta leghista lombarda. Il resto è noto, lo scaricabarile inutile.

La giunta di destra lombarda ha seguito indicazioni degli industriali, il governo pure. La subalternità della politica al potere economico ha prodotto una strage che si cerca di rimuovere. 

Quando diciamo che c’è bisogno di una sinistra che sia alternativa ai poli esistenti vogliamo dire, per esempio, una sinistra che non prenda ordini dal padronato.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea