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Covid: Rifondazione, Conte e Fontana coimputati nello stesso processo… Manca la lobby degli industriali

2 Marzo 2023

Il tribunale di Bergamo manda sul banco degli imputati tutta la catena di comando della Sanità che nel marzo del 2020 per negligenza e sottovalutazione ha riaperto l’ospedale di Alzano, malgrado si sapesse che vi erano dei contagiati di Covid e che la chiusura fosse già stata prevista dai dirigenti dell’ospedale, quella catena di comando che non ha fatto la zona rossa, che non ha aggiornato il piano epidemico e ha causato migliaia di morti che si  potevano evitare (più di 4000).

Conte, Speranza, Fontana, Gallera, Fumagalli e Brusaferro, nello spazio pubblico si sono sempre trincerati dietro la teoria della catastrofe imprevedibile, dell’aver fatto tutto il possibile o addirittura nel reciproco scaricabarile sulle competenze.  Le imputazioni sono pesanti: epidemia colposaomicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio

Con questo rinvio a giudizio la magistratura da dignità e riconoscimento al dolore delle famiglie dei deceduti per Covid che hanno avuto il coraggio di volere la verità, di tener ferma la volontà di avere giustizia. Rifondazione ha sempre sostenuto la loro tenacia e il loro non facile percorso, rimane fuori dal processo la causa prima di questi atteggiamenti di omissione e negligenza, il difetto irriformabile di un  sistema economico, il neoliberismo che in Lombardia vede un laboratorio e un anticipatore dei processi strutturali .

Non si è fatta la zona rossa perché la produzione non si fermasse, perché prima delle vite delle persone vengono i profitti. Il timore di danneggiare questa attività è stato comune ai dirigenti politici del centro destra e del centro sinistra. Sta alla politica riempire questo tassello e proporre strumenti e prospettive per uscire da questa barbarie.

Fabrizio BaggiSegretario regionale

Giovanna CapelliResponsabile regionale sanità

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia

RIFONDAZIONE: CONVIVERE CON IL COVID O ABITUARCI ALLE MORTI?

26 Gennaio 2022

Continua lo scandalo della gestione della pandemia della Giunta Regionale lombarda. Incurante del caos totale in cui versa la sanità lombarda, Moratti persegue un’abile strategia: pur se ogni giorno i dati sulle morti sono pesanti, punta solo ad accreditare la ipotesi che ci parla del plateau del picco e del lento sfumare dei contagi.

Anche se si verificasse, gli esperti ci mettono in guardia dall’allentamento della vigilanza e ci parlano di possibili nuove ondate anche con altre varianti, (vedi la 5° ondata in Israele) la Giunta invece si prepara a farci convivere con il virus, rassegnandosi alla sua endemicità.  Ci dicano Fontana e Moratti se convivere con il virus significa

1) considerare normale, scontata, inevitabile l’impennata ancora in atto delle morti per Covid (ieri 352 morti in Italia, 87 in Lombardia)

2) continuare a lasciarlo correre indisturbato, puntando solo sulla vaccinazione, quando si sa che i responsabili dei contagi non sono i non vaccinati, ma le migliaia di asintomatici che lo trasmettono senza saperlo e che continueranno a farlo ancor di più se verranno attenuate le precauzioni

3) Continuare a non fare il necessario nei trasporti locali, nelle scuole, nella sanità programmando un immediato piano di assunzioni pubbliche. Per queste inadempienze ad ogni ondata si ripete il fallimento di questa Giunta. È difficile farsi curare, persino avere una ricetta in tempi accettabili dal Medico di Medicina Generale, quando c’è.

4) occultare e una strage nascosta: il numero delle morti avvenute di chi non è stato curato a causa del Covid. Eppure sarebbe facile scoprirlo: la mortalità del 2020 / 2021  a confronto di quella del 2019, ci fornirebbe la dimensione dei risultati drammatici di questa gestione regionale e nazionale subalterna alle multinazionali del Farmaco (non si toccano i diritti di proprietà dei brevetti), alla Confindustria e alla Confesercenti (prima la produzione e il profitto, le compere delle feste, etc), che mina alle fondamenta il nostro Servizio Sanitario Nazionale, lascia in completa solitudine i cittadini malati e i loro famigliari  e li spinge verso la medicina privata.        

Non si deve convivere con il Covid, bisogna fermarlo a livello mondiale vaccinando al più presto tutta la popolazione, sospendendo i brevetti sui vaccini e ripristinando in Italia un servizio sanitario nazionale pubblico in grado di prevenire e curare tutte e tutti. I soldi ci sono, usiamoli per realizzare veramente l’art 32 della Costituzione   

Fabrizio Baggisegretario regionale  

Giovanna Capelliresponsabile regionale Sanità

No vax, Draghi nasconde i propri errori dietro a capri espiatori

Pubblicato il 12 gen 2022

Paolo Ferrero*

Nella conferenza stampa di qualche giorno fa, parlando dell’emergenza Covid, Mario Draghi ha detto testualmente: “Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati”. Trovo queste affermazioni incredibili, degne di un demagogo che nasconde i propri errori dietro la costruzione di capri espiatori. Una cosa vergognosa tipica delle destre qualunquiste.

A scanso di equivoci, ho fatto tre dosi di vaccino, lavoro per la campagna per togliere i brevetti dai vaccini e in generale cerco di convincere le persone a vaccinarsi. Considero infatti il vaccino utilissimo per ridurre il danno del Covid, ma è del tutto evidente che il vaccino da solo non può risolvere il problema. Il Covid non può essere combattuto come se si trattasse di una emergenza permanente che solo il “miracolo” del vaccino può risolvere. Ed è esattamente questo l’errore pesantissimo fatto da Draghi e dal suo governo in questi mesi: hanno puntato tutto solo sul vaccino, hanno comunicato che chi era vaccinato poteva tornare alla “normalità” e così hanno indebolito la lotta al contagio che vede nel distanziamento sociale, nei mezzi di protezione individuale, nell’evitare situazioni di congestionamento collettivo punti decisivi della lotta al virus.

Il governo non ha fatto nulla per potenziare il trasporto pubblico locale e per ridisegnare i tempi delle città in modo da ridurre l’impatto drammatico che i trasporti pubblici hanno sulla propagazione da virus. Il governo che dice di essere contro la Dad nulla ha fatto per ridurre il numero degli alunni per classi e in generale per dar vita a una scuola in grado di non trasformarsi in un amplificatore della pandemia. Il governo non ha fatto nulla per potenziare la sanità pubblica e, in combutta con larga parte delle regioni, sta utilizzando la sindemia del Covid per una ulteriore privatizzazione della sanità.

Il governo non solo non ha fatto nulla per togliere i brevetti sui vaccini in modo da poter vaccinare anche i popoli più poveri. Il governo è stato protagonista, insieme al gruppo dirigente dell’Unione Europea, dell’azione politica che ha impedito la moratoria sui brevetti. Questo governo che parla di obbligo vaccinale ha ostacolato pesantemente il fatto che il vaccino diventasse un diritto per tutta la popolazione mondiale, a partire dai popoli africani. Dopo due anni in cui siamo immersi nel Covid continuano a parlare di emergenza mentre il problema è che il governo – come gli altri governi europei – non ha preso nessuna delle misure strutturali che doveva assumere per lottare efficacemente contro il Covid.

Tutti buoni e no vax cattivi: se è questo il modo di convincere…

*Vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, da “Il Fatto quotidiano”

VACCINO, APPELLO DI AGNOLETTO A DRAGHI: “L’ITALIA FACCIA UN ATTO CONCRETO SULLA LIBERALIZZAZIONE DEI BREVETTI”

1 Gennaio 2022

di Matteo Pucciarelli

Il medico ed ex portavoce dei no global inserito tra i dieci professionisti della scienza che hanno inciso nel 2021 per la lotta al Covid. “Senza una vaccinazione diffusa in tutto il mondo, continueranno a nascere nuove varianti”

La rivista del settore Sanità Informazione lo ha inserito nella lista dei dieci professionisti della scienza che hanno segnato a livello mondiale i 365 giorni di lotta alla pandemia del 2021, nello specifico con la campagna europea per la sospensione dei brevetti sui vaccini. Il medico Vittorio Agnoletto, già presidente della Lega per la lotta contro l’Aids, ex portavoce dei no global nelle drammatiche giornate di Genova nel 2001, poi europarlamentare di Rifondazione comunista, oggi è coordinatore di Right2cure/DirittoallaCura pagina italiana dell’ICE –No Profit on Pandemic, alla quale in Italia hanno aderito tutti i sindacati, compresi quelli di base, Arci, Emergency, Libera, gruppi cattolici e parrocchiali, con testimonial come Silvio Garattini e don Luigi Ciotti.

Agnoletto ‘festeggia’ il riconoscimento (è in ottima compagnia: con lui, tra gli altri, Antonella Viola, Alberto Mantovani, Giovanni Rezza) con il Covid: nonostante abbia ricevuto la terza dose, febbre alta e dolori. “Da ieri sto meglio, però per me non è stato affatto un comune raffreddore…”, dice.

C’è un collegamento tra la diffusione di #Omicron e il fatto che mezzo mondo, quasi sempre quello più povero, non sia vaccinato?”

Certo, le varianti sono il risultato di un errore spontaneo nella replicazione della diffusione del virus. Più il Covid-19 si replica più è possibile che gli errori provochino nuove varianti. Le quali sono perciò il frutto dell’assenza diffusa di vaccini e farmaci”.

Senza la vaccinazione di massa mondiale il Covid è destinato a non scomparire?

“In assenza di una vaccinazione diffusa e in tempi brevi il rischio è proprio la formazione di nuove varianti e quindi il pericolo di andare avanti così in continuazione. Anche perché ogni volta che compare una nuova variante non sappiamo il suo potenziale diffusivo e il suo livello di pericolosità. Né sappiamo se i vaccini che ci sono in quel momento saranno in grado di contrastare la nuova variante, e ci vogliono mesi di studio per capirlo. La richiesta quindi di far produrre vaccini in tutto il mondo è sì di giustizia, eguaglianza e diritti ma anche di un sano egoismo se si pensa alla nostra economia”.

I tempi brevi’ di cui parlava prima cosa possono significare?

“Già oggi secondo l’Oms se fossero sospesi i brevetti sui vaccini e fosse socializzata la conoscenza per tre anni il mondo occidentale, Corea del Sud, Bangladesh, India, Sudafrica e Brasile sarebbero in grado di produrre nuove vaccini. Così entro l’estate 2022 il 70-75 per cento di popolazione mondiale sarebbe vaccinata. E consideriamo che si è perso già un anno di tempo, India e Sudafrica avevano avanzato una richiesta del genere a ottobre 2020, e con loro altri cento Paesi del sud del mondo e cento premi Nobel ed ex governanti come Mario Monti e Romano Prodi. Senza dimenticare gli appelli in questo senso di papa Francesco e dell’Oms”.

Chi si oppone alla liberalizzazione?

“L’anno scorso di opposero Ue, Gran Bretagna, Svizzera, Singapore, Australia, Giappone, Brasile e Stati Uniti. Oggi rimangono contrarie Ue, Gran Bretagna e Svizzera”.

Mario Draghi si era espresso a favore della liberalizzazione e in Europa ha un ruolo centrale, Joe Biden prima ancora lo stesso: allora perché non si riesce a sbloccare?

“Biden ha ribaltato la posizione di Donald Trump e oggi gli Usa sono formalmente a favore, con il segretario di Stato americano che ha chiesto un impegno a tutti i ministri della Salute del mondo occidentale. Draghi invece non ha mai fatto un atto politico ma solo delle dichiarazioni. La posizione della Ue è sostenuta dai Paesi europei e in primis dai governi tedeschi, francesi e il nostro. La cosa curiosa è che al parlamento europeo diversi partiti che sostengono il nostro esecutivo, come Pd e 5 Stelle, hanno votato più volte per la sospensione dei brevetti, senza però imporla ai governi di cui fanno parte”.

Donare i vaccini non può essere una soluzione?

“No. Come dice don Luigi Ciotti la carità e l’elemosina non possono mai sostituire i diritti. Poi di quelle forniture promesse in passato ne sono state fatte arrivare meno del 25 per cento. Secondo, perché nelle donazioni è la nazione che dona che decide in base ai propri interessi geopolitici quanto e a chi donare. Terzo, purtroppo molte volte le dosi donate sono a un passo dalla scadenza che non solo non si riescono a utilizzare ma chi le riceve poi deve occuparsi pure di smaltirle. Noi comunque non chiedono la cessione del brevetto, ma la sospensione. Opzione prevista in casi eccezionali, e questo lo è, dallo statuto dell’Organizzazione mondiale del commercio. I diritti di remunerazione dei privati non sono in discussione ma si tratta di trovare un equilibrio tra i loro enormi guadagni e il numero dei morti. Senza scordare che quei vaccini sono stati prodotti in gran parte con fondi pubblici”.

Messa così viene quasi da pensare che alle grandi case farmaceutiche non convenga debellare il covid.

“Io invito solo a riflettere sul fatto che alle aziende produttrici dei vaccini conviene che il mondo ricco sia periodicamente costretto ad acquistare nuovi e massicci quantitativi, affinché la pandemia si trasformi in endemia. Il vero punto di domanda è quali sono i rapporti che legano i vertici politici che si oppongono alla liberalizzazione a Big Pharma. Di queste ultime puoi capire la ricerca del profitto, ma di chi dovrebbe preoccuparsi della salute pubblica?”.

Perché è così difficile essere convinti sostenitori della scienza e allo stesso tempo porre dubbi su Big Pharma?

“Perché Big Pharma ha un potere enorme nel mondo della politica e della comunicazione. Da più di un anno chiediamo un confronto televisivo con i vertici di Farmindustria, senza successo. Possibile che la questione dei brevetti non diventi la prima materia di discussione pubblica? Per questo vorrei rilanciare un appello al presidente del Consiglio affinché prenda la decisione formale di sospendere i brevetti. Sarebbe un gran regalo a noi e al mondo per il 2022″

COMPAGNO REMO DE BATTISTA CLASSE 1957, MORTO DI COVID IN OSPEDALE A UDINE

Enrico Crotti

COSA SI PROVI A RICEVERE LA NOTIZIA DELLA MORTE A CAUSA DEL VIRUS DI UN CONOSCENTE, DI QUESTI TEMPI, CREDO CHE IN MOLTI PURTROPPO SAPPIANO.

CREDO CHE PER ALCUNI SUBENTRI QUASI UNA RASSEGNATA FATALITA’, PER IL RIPETERSI QUOTIDIANO DI NOTIZIE CHE CI VEDONO PIU’ O MENO COINVOLTI  EMOTIVAMENTE, IN ALTRI INVECE QUESTO STILLICIDIO DI TRISTI NOTIZIE CAUSA UN SENSO DI IMPOTENZA E IN ALTRI UN SENSO DI RABBIA E INDIGNAZIONE.

MA REMO NON ERA UN CONOSCENTE ERA UN COMPAGNO, E IL DOLORE E LO SCONFORTO CAUSATE DALLA NOTIZIA DELLA SUA MORTE SONO AGGRAVATE DAL PENSIERO DELLA LONTANANZA E DELLA SOLITUDINE IN CUI CI SENTIAMO COLPEVOLI DI AVERLO LASCIATO E NON VALE, NON BASTA RICORDARCI CHE REMO IN FONDO E’ SEMPRE STATO UN PO’ UN ORSO SOLITARIO AD AUTOCONSOLARCI.

MA DIETRO LA SUA VICENDA CHE CI COINVOLGE C’E’ LA RABBIA E L’INDIGNAZIONE DEL COME SIA AVVENUTA, LA RABBIA E L’INDIGNAZIONE PER  COME SI VEDE L’INEFFICACIA DELLA GESTIONE DELL’EMERGENZA, CHE NON E’ DOVUTA SOLO DALLA GRAVITA’ DEL FENOMENO PANDEMICO, MA SOPPRATUTTO DA COME SI SONO TROVATE IMPREPARATE LE STRUTTURE SANITARIE DOPO DECINE DI ANNI DI TAGLI AL BILANCIO DELLA SANITA’, PER LA SPECULAZIONE DELLE MULTINAZIONALI DEL FARMACO E DELLA SUBALTERNITA’ DEGLI STATI ALLE LEGGI DEL PROFITTO CINICO DEL MERCATO.

DIRE QUESTO DI FRONTE ALLA MORTE DI REMO E’ DOVEROSO, PERCHE ALDILA’ DI COME SIA AVVENUTA LA SUA SCOMPARSA, DOBBIAMO RICORDARCI DELLE LOTTE CHE ABBIAMO INTRAPRESO AL SUO FIANCO E DI COME CI SAREMMO COMPORTATI SE CI FOSSIMO TROVATI ANCORA ASSIEME SOTTO LA STESSA BANDIERA.

SCUSATE SE SONO FORSE TROPPO RIDONDANTE, MA NON RIESCO A TROVARE UN ALTRO MODO PER RICORDARE LA FIGURA DEL COMPAGNO REMO, SENZA ASSOCIARLO A QUELLA DEL MILITANTE CHE SI SVEGLIAVA AL MATTINO E CON IL FASCIO DI VOLANTINI NEL TASCAPANE SI RECAVA DAVANTI ALLA NECCHI, AL POLICLINICO, ALL’UNIVERSITA’, DI PAVIA PER RIVENDICARE IL RISPETTO DEI DIRITTI DEI LAVORATORI DEGLI AMMALATI O DEGLI STUDENTI, E QUINDI OGGI DOVER PIANGERE LA SUA SCOMPARSA A CAUSA DI UN VIRUS CHE HA COLPITO IL SUO FISICO GIA’ GRAVEMENTE DEBILITATO E SAPERE CHE COME LUI ANCHE MOLTI TROPPI SONO MORTI E FORSE MOLTI ANCORA DOVRANNO MORIRE PERCHE’ NON HANNO POTUTO AVERE UNA VACCINAZIONE TEMPESTIVA, O UN OSPEDALE CON UNA TERAPIA INTENSIVA ADEGUATA CI FA SALIRE L’INDIGNAZIONE E LA RABBIA.

CREDO CHE QUESTO DOBBIAMO DIRE; DI FRONTE ALLA MORTE DEL COMPAGNO REMO GLIELO DOBBIAMO TUTTA LA NOSTRA RABBIA E INDIGNAZIONE, PER TUTTO QUELLO CHE LUI E NOI SIAMO STATI E PER TUTTO QUELLO CHE FORSE SIAMO ANCORA, PERCHE’ SE SIAMO COSI’, RICORDARCI DELLE PAROLE DELL’INTERNAZIONALE DI FRANCO FORTINI “ … chi ha compagni non morirà. ”,  CI SERVE PER CONTINUARE A SENTIRCI VIVI E A FAR VIVERE ANCORA L’IDEALITA’ CHE CI HA ACCOMUNATO.

CIAO REMO  

 ….Questo pugno che sale

questo canto che va

è l’Internazionale

un’altra umanità.

Questa lotta che eguale

l’uomo all’uomo farà

è l’Internazionale….

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Testo di un comunicato della “Provincia Pavese” del 1981 per il dibattito su: “Referendum: perché è giusto”, firmato da Anfossi Francesco, De Battista Remo e Scaglioli Luciano.

Dibattito

“Referendum: perché è giusto”

E’ UNA REGOLA per ogni dittatura che pochi decidono per tutti. Questa regola sa di disprezzo nei confronti del popolo, anzi è proprio da questo presupposto che nascono i governi dittatoriali. Con questo noi non vogliamo affermare che in Italia si stia consolidando un regime dittatoriale, ma quanto sta accadendo sulla questione del referendum sulle liquidazioni è molto preoccupante.

Riassumendo i termini della questione: nel ’77 con una legge veniva congelata la contingenza sulle liquidazioni. Per questo milioni di lavoratori hanno perso e perderanno svariati milioni.

Democrazia Proletaria raccogliendo le firme per l’abrogazione dei due articoli che prevedevano questa norma dà l’opportunità al popolo italiano di cancellare votando Sì, questa legge ingiusta.

Il Governo e la Confindustria non sono d’accordo. E’ un loro diritto. E’ un po’ meno loro diritto impedire che la gente si possa esprimere.

Se sono convinti di avere ragione perché non lo spiegano alla gente, chiedendo di votare No, e avendo il coraggio di affrontare il giudizio del paese.

Spadolini infatti afferma senza pudore”bisogna approvare la legge altrimenti vincono i Si” vuole cioè far passare in Parlamento quello che non passerebbe nel paese. Ciò sa molto di esercizio del potere. Chiedendo la fiducia al Parlamento sulla legge ed essendo convinto che il 13 giugno vincerebbero i Si Spadolini chiede ai 650 deputati di sottoscrivere una dichiarazione esplicita: voler esercitare il potere contro la maggioranza del paese.

Se questa è democrazia! Chi siamo noi cittadini, forse degli incapaci a cui non è possibile decidere di se stessi? Siamo sotto tutela: Spadolini e il Parlamento decidono ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

E che dire poi dei vari Lama, Carniti e Benvenuto?

Chi ha dato loro il diritto di affermare dal chiuso dei loro uffici che è  interesse dei lavoratori che sia approvata la legge del Governo e quindi evitato il referendum sulle liquidazioni?

Quanti lavoratori sono stati consultati? Quante assemblee sono state convocate sul tema e quante si sono espresse in questo senso?

Comunque se non hanno consultato i lavoratori siamo pronti a scommettere che qualcuno hanno consultato. Senza tema di smentite siamo pronti a fare i nomi e i cognomi dei consultati; Spadolini, i ministri economici, i loro segretari di partito.

E’ riaffermazione vivente e palese dell’autonomia sindacale … l’autonomia dei dirigenti sindacali dalla massa dei lavoratori.

Eppure non c’era qualcuno che voleva il referendum in fabbrica per le vertenze aziendali? Se ne sono forse dimenticati.

Che dire poi della posizione del Presidente dei deputati del Partito Comunista “coloro che vogliono il referendum … sostengono una politica di destra”. Gli 800.000 lavoratori che hanno firmato il referendum tra cui molti del Pci, sono di destra? Affermazione autolesionista quella di Napolitano. Se ciò fosse vero Il Pci dovrebbe il 13 giugno votare “No” anziché “Si”.

Il problema vero è che su questo referendum si sta operando un vero e proprio spartiacque.

Da una parte chi sta con i lavoratori e quindi mette in primo piano i loro interessi e le loro compatibilità.

Dall’altra parte chi mette in primo piano le compatibilità e gli interessi del sistema capitalistico.

Noi siamo fiduciosi che questo referendum si faccia ugualmente e si determini quindi la possibilità con la vittoria dei Si di rendere giustizia a milioni di lavoratori del paese. Con buona pace delle loro dichiarazioni, frutto di una malcelata arroganza di potere.

Anfossi Francesco

De Battista Remo

Scaglioli Luciano

di DEMOCRAZIA PROLETARIA    

Rifondazione: Noi sappiamo cosa è successo all’inizio dello scorso anno nella Provincia di Bergamo!

Pubblicato il 11 mar 2021

Noi sappiamo di chi è la responsabilità sulla mancata zona rossa in bassa Val Seriana. Sappiamo chi incitava, in una incredibile campagna pubblicitaria, la produzione a correre a non fermarsi. Sappiamo chi continuava a far fare ai dipendenti avanti e indietro nelle le aree contaminate dal Covid. Sappiamo chi non voleva fermare la produzione nelle aziende anche quando le bare venivano portate via con i camion militari. Sappiamo chi rilasciava dichiarazioni fallaci, pastrugnava con i codici ATECO e vendeva certificati di filiera fasulli pur di continuare a produrre, anche prodotti superflui, per ira di profitto.

Lo sappiamo noi e lo sanno le bergamasche e i bergamaschi, soprattutto le lavoratrici e i lavoratori, che queste cose le hanno viste con i loro occhi.

Non sappiamo chi ha usato minacce e intimidazione nei confronti degli imprenditori e di Confindustria, ma li condanniamo per il regalo che hanno fatto ai padroni. Li condanniamo per avere posto dalla parte del torto chi ha ragione e viceversa. Li condanniamo perché la ragione si afferma con la lotta politica e non con la violenza e l’intimidazione. Chi lo ha fatto, chiunque sia, ha sbagliato.

Oggi giovedì 11 marzo in questo clima già opaco arrivano le perquisizioni nei confronti di una serie di esponenti della sinistra radicale bergamasca. A loro vengono contestati i reati di cui all’articolo 270bis (associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico), 612 (minacce) e 339 (aggravante per lesione minacciate). Il riferimento è a fatti intercorsi tra il 19 giugno e il 23 settembre.

Il 27 giugno venne infatti recapitata alla sede di Confindustria Bergamo una busta con due proiettile e la minaccia di morte al presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti. Il 29 giugno un’altra busta con proiettile e minacce di morte fu recapitata a Stefano Scaglia, presidente di Confindustria Bergamo. Il 23 settembre fu recapitata una bomba carta a Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Brescia.

Tra le persone perquisite vi sono la compagna Pia Panseri, compagna facente parte della segreteria Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista di Bergamo, impegnata sui temi dalla salute e della sanità, un esponente del Comitato Popolare Verità e Giustizia delle vittime del Covid e animatore dei presidi, che si sono svolti per mesi davanti all’ospedale di Alzano. Siamo certi della loro estraneità alle accuse mosse nei loro confronti ed esprimiamo tutta la nostra solidarietà.

Il tutto mentre è iniziata un’altra campagna mediatica tesa ad accreditare la tesi che fosse una calunnia, diffusa evidentemente da terroristi, che Confindustria o che alcuni imprenditori abbiano fatto pressione sulla politica perché non venisse istituita la zona rossa in Val Seriana all’inizio di marzo 2020. Tesi che troverebbe anche l’improvvida conferma nella grave dichiarazione della pm Maria Cristina Rota, che senza essere giunta a nessuna conclusione formale nell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, afferma che “dall’indagine non risulta che Confindustria si sia opposta alla chiusura né ci sono pressioni rivolte alla Regione o al Governo per sollecitarli a non chiudere la zona”.
Forse lei non risulta, ma noi sappiamo.
Se, in linea con i periodi più oscuri della nostra repubblica, si pensa di riscrivere la storia minimizzando le proprie responsabilità, ben si sappia che noi sappiamo…

11 marzo 2021

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Fabrizio Baggi, segretario regionale Lombardia
Francesco Macario, segretario provinciale Bergamo

COVID e UE – STOP BIG PHARMA – Venerdì 5 marzo, ore 18:00

COVID e UE – STOP BIG PHARMA
La salute prima dei profitti
Registrati qui per seguire il webinar:
https://us02web.zoom.us/…/reg…/WN_tVDGpSHHQ46-zZs3FBBxEg

INCONTRO CON:
– Manon Aubry – Marc Botenga
Deputati The Left – La Sinistra nel Parlamento Europeo
– Maurizio Acerbo –
Segretario Nazionale Prc-SE
– Vittorio Agnoletto –
Portavoce ICE “Right to Cure” Italia

Coordina
– Rosa Rinaldi
Responsabile Sanità Prc/SE

Dirette facebook sulle pagine:
– Partito della Rifondazione Comunista
– Giovani Comunisti/e
– Paolo Benvegnù – Solidarietà Ambiente Lavoro

Iniziativa in collaborazione con Transform Europe