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RIFONDAZIONE COMUNISTA PER UN 1° MAGGIO DI LOTTA PER LA PACE E IL LAVORO CONTRO IL GOVERNO DELL’AUSTERITÀ E DELLA GUERRA

1° Maggio 2023

Il governo Meloni prosegue le politiche neoliberiste che scaricano i costi della crisi prodotta dalla guerra e dalle sanzioni sulle classi lavoratrici e i ceti popolari.
Col documento di economia e finanza varato si prevede una brutale stretta fiscale di circa 70 miliardi e a regime un avanzo primario di 45 miliardi.  I finti sovranisti nostrani sono allineati agli ordini dei falchi europei e rilanciano la fallimentare politica dell’austerità che come in passato colpirà duramente i ceti popolari, peggiorerà la situazione economica del paese aumentando ancora di più il divario dell’Italia dal resto d’Europa e del sud dal nord del nostro paese.
Vedremo riduzioni reali alla spesa per la scuola, la sanità, i servizi, tagli pesanti ai fondi per i contratti dei pubblici dipendenti, per i salari e per il sostegno alle famiglie contro il carovita; in soffitta la tanto decantata promessa di cancellare la Fornero
Con un’arroganza e una demagogia senza limiti Il governo postfascista si riunisce il primo maggio per sancire la cancellazione del reddito di cittadinanza, ampliare la platea della manodopera precaria a basso costo attraverso l’estensione del ricorso ai contratti a tempo determinato, ridurre demagogicamente il cuneo fiscale proprio mentre coi tagli alla spesa verranno colpiti pesantemente occupazione e salario indiretto.
Tutto ciò mentre Continuano ad aumentare le spese militari a sostegno delle spinte guerrafondaie della Nato, si riducono le tasse agli autonomi e alle rendite, non si tassano gli extraprofitti e le grandi ricchezze, si favorisce l’evasione fiscale.
L’unica strada possibile per contrastare le politiche neoliberiste del governo  è l’unità del mondo del lavoro e sindacale per costruire una nuova  grande stagione di lotte  indispensabile per rivendicare aumenti generalizzati dei salari e delle pensioni; la reintroduzione della scala mobile per il recupero automatico dell’inflazione; un salario minimo legale di dieci euro all’ora indicizzato all’inflazione; più risorse per la sanità e la scuola pubbliche; l’abolizione di tutte le leggi che producono precarietà; la salvaguardia e l’estensione del reddito di cittadinanza.
Non ci si ripeta lo stantio refrain che i soldi non ci sono. Si può fare con: un fisco realmente progressivo da realizzare anche attraverso l’eliminazione di tutte le tasse piatte; la tassazione delle grandi ricchezze e una vera lotta all’evasione fiscale; la riduzione drastica delle spese militari; lo stop all’ invio di armi in Ucraina per una politica di pace.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

RIFONDAZIONE: SCIOPERO GENERALE CONTRO IL GOVERNO DEI PADRONI, PER REDDITO, PENSIONI, DIRITTI PER TUTTE/I

Il governo Draghi contro le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati: Sciopero generale!

Mario Draghi è sempre stato un nemico della classe lavoratrice e i fatti lo confermano.

L’incontro governo- sindacati  si è concluso con la totale chiusura di Draghi a qualsiasi proposta di riforma delle pensioni che non sia il ritorno alla legge Fornero. Scelta che Salvini, al di là del fumo ad uso dei media, ha già accettato discutendo solo dei tempi per chiudere l’eccezione di quota cento e ripristinare l’unica legge tuttora vigente.
Lo stesso vale per il Pd  e i 5 stelle che da tempo hanno accettato una legge che fissa l’età pensionabile a 67 anni, spinge ad allungare la vita lavorativa, discrimina i redditi più bassi e precari, limitandosi alla richiesta di proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna che penalizza fortemente l’assegno pensionistico.
Del resto il Pd non può smentire sestesso essendo tra i padri di questa Legge avendola sostenuta nel governo Monti.
Muro di Draghi anche  alle richieste dei sindacati di entrare nel merito delle  risorse disponibili per ammortizzatori sociali e fisco del tutto  insufficienti, specie le ultime e, a meno di modifiche in parlamento, destinate in gran parte alle aziende a discapito ancora una volta di lavoratori dipendenti e pensionati.
Non va meglio per il reddito di cittadinanza per il quale da una parte si stanziano risorse che ridurranno il numero degli attuali beneficiari, dall’altra si inaspriscono i requisiti e i vincoli per ottenerlo accentuando il carattere di strumento al servizio della precarizzazione del lavoro.
Con questa manovra di bilancio si conferma la linea neoliberista di Draghi che mentre accelera i tempi del ritorno all’austerità, continua a erogare risorse alle imprese e non investe sul lavoro, sul pubblico e sul sociale  come sarebbe necessario, al di là degli aspetti morali, anche per far crescere i consumi e di conseguenza tutta l’economia.

Il governo cerca di dividere le generazioni mentre è evidente che il conflitto è di classe: rivendichiamo salari non da fame, fine precarietà, reddito per tutte/i, diritto alla pensione.


Altrochè patto sociale! L’unica strada per fermare le politiche di un governo nemico delle lavoratrici e dei lavoratori è l’avvio di una nuova grande  stagione di lotte che unisca tutti i ceti popolari a partire dallo sciopero generale nazionale.  La Cgil non faccia l’errore dei tempi di Monti, lanci la mobilitazione come nel 2003 per l’articolo 18.

Sabato 30 ottobre saremo in piazza a Roma con movimenti contro il G20 e il governo dei padroni (concentramento ore 15 a Piramide).

Tifiamo rivolta contro il governo dei padroni. 

Maurizio Acerbo, segretario  nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Rifondazione Comunista: “in pensione a 60 anni o con 40 di contributi, altro che ritorno alla Fornero”

Pubblicato il 4 mag 2021

Antonello Patta*

Si avvicina la scadenza di “quota cento” e il governo Draghi mostra di essere intenzionato a seguire le raccomandazioni della Commissione europea sulla riduzione della spesa pensionistica tramite il ritorno all’applicazione integrale della legge Fornero, definita a suo tempo, giustamente, come la legge più antipopolare del dopoguerra.
Si insiste pervicacemente su questa linea nonostante i dieci miliardi di risparmi su quota cento,  il progressivo impoverimento di milioni di pensionati, le ingiustizie e le distorsioni di un sistema che discrimina fortemente i giovani, le donne e i lavoratori con stipendi bassi e lavori discontinui, il fatto che l’allungamento della vita lavorativa abbia ridotto, in sei anni, di più di un milione di unità  l’occupazione nella fascia di giovani tra 15 e 35 anni.
A lor signori non fa problema il livello vergognoso delle pensioni attuali con 10 milioni di pensioni sotto i 750 euro, la media delle pensioni delle donne a circa il 50 per cento di quelle degli uomini  e il fatto che  i giovani di oggi siano destinati con questo sistema a un futuro di indigenza con   assegni pensionistici  ridotti  fino al 30% dello stipendio
Resta intatta la linea neoliberista che ha accompagnato il varo della Fornero , supportata in passato con la motivazione dell’austerità e oggi insistendo   con la falsa motivazione della non sostenibilità del sistema.  La realtà, oggi come ieri,  è che si continua a  perseguire  l’obiettivo della demolizione della previdenza pubblica per favorire i fondi privati.
I problemi veri, anche per il sistema previdenziale, sono la disoccupazione, i lavori precari discontinui, i part time obbligati, i bassi salari, paghe minime orarie intollerabili pur in presenza di contratti “regolari”, l’enorme mole del lavoro schiavile non dichiarato nell’economia sommersa.
È assolutamente necessario riprendere con forza la lotta per l’abolizione della legge Fornero come punto decisivo di un percorso per invertire la tendenza neoliberista affermatasi negli ultimi vent’anni che ha prodotto un attacco massiccio alle conquiste storiche del mondo del lavoro.
Perché questa lotta sia più efficace riteniamo utile indicare  quelli che per noi dovrebbero essere i contenuti principali di una nuova legge sulle pensioni:
– diritto alla pensione per tutte e  tutti con 6o anni di età o 40 anni di contributi versati indipendentemente dall’età anagrafica;
eliminazione del meccanismo che collega l’assegno pensionistico all’aumento dell’aspettativa di vita
introduzione, come ad esempio in Germania, ai fini del calcolo degli anni per maturare il diritto alla pensione, di contributi figurativi per i periodi di cura dei figli fino a 10 anni di età e delle persone non autosufficienti, di disoccupazione , di incapacità di lavoro, di istruzione superiore e universitaria a partire dai 17 anni; e per le donne ulteriori tre anni di contribuzione aggiuntivi per ogni figlio.
 interventi particolari con annualità di vantaggio per cause di invalidità sul lavoro e lavori usuranti.
– aumento delle pensioni previdenziali basse, riducendo il prelievo fiscale, oggi doppio della media europea, ripristinando la rivalutazione completa delle pensioni fino 5 mila euro lordi, e portando quelle assistenziali sopra il livello di povertà relativa.
In risposta al problema dell’equilibrio del sistema proponiamo: lo scorporo dal bilancio dell’Inps tutti i costi relativi agli interventi assistenziali; la restituzione  allo stesso ente le tasse che i lavoratori pagano sulla pensione ricevuta.
Aggiungiamo che bisogna smetterla di dire che non ci sono le risorse, come predica da anni l’ideologia della scarsità, purtroppo penetrata profondamente nel corpi sociali colpiti dalla crisi; Si possono e si devono recuperare molti miliardi per politiche sociali attraverso: il ripristino della progressività fiscale prevista dalla costituzione con riduzione delle aliquote più basse , una vera lotta a tutta l’evasione fiscale e contributiva e ai paradisi fiscali, una tassa sui grandi patrimoni a partire da milione di euro, tagli alle spese militari e a quelle per grandi opere inutili e dannose.

*responsabile nazionale lavoro PRC-S.E.

ACERBO/PATTA (PRC-SE): IN GERMANIA I CASSIERI DEI SUPERMERCATI SONO STATI VACCINATI PER PRIMI INSIEME AGLI OVER80, IN ITALIA INVECE SARANNO SFRUTTATI ANCHE A PASQUA E PASQUETTA

In Germania i cassieri dei supermercati sono stati vaccinati per primi insieme agli over80 perché è evidente che sono tra le categorie più esposte e a rischio.

In Italia invece saranno sfruttati anche a Pasqua e Pasquetta. Infatti, grazie alla distrazione del governo Draghi, e alla liberalizzazione del commercio in vigore dal 2012 supermercati e centri commerciali potranno aprire anche a Pasqua e pasquetta. Ancora una volta si dimostra la mancanza di rispetto verso queste lavoratrici e questi lavoratori essenziali che sono da anni sottoposti a iper-sfruttamento da una normativa che non tiene conto del loro diritto al riposo e a una vita familiare.Gli addetti del commercio sono tra le vittime invisibili del covid.

Nel 2020 l’Inail ha certificato un aumento dei decessi nella categoria del 67% rispetto all’anno precedente.

Rifondazione Comunista chiede ai Presidenti delle Regioni di emanare immediatamente ordinanze per la chiusura degli esercizi commerciali a Pasqua e Pasquetta* come era stato fatto l’anno scorso.

Ma soprattutto chiediamo che le/i commesse/i vengano vaccinate/i subito!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro

Partito della Rifondazione Comunista / #SinistraEuropea

Prima le Lavoratrici e i Lavoratori

Bene i sussidi a tutti, ma le tasse?

ANTONELLO PATTA

Il variegato mondo delle imprese, del lavoro autonomo, della piccola imprenditoria ha scoperto nell’emergenza l’importanza del ruolo dello stato e reclamato a gran voce l’intervento pubblico a sostegno dei redditi persi a causa del covid.

Sono d’accordo sul fatto che nessuno vada lasciato solo, ma non posso dimenticare che la situazione sarebbe diversa se non avessimo un’evasione fiscale di 110 miliardi circa, la metà dei soldi del Recovery Fund, dovuta al fatto che il 70% di imprese, lavoratori autonomi, professionisti evadono le tasse.

Né si può tacere che le risorse che si chiedono allo stato dipendono in gran parte da lavoratori dipendenti e pensionati che pagano l’81% dell’irpef. Allora condivido la proposta lanciata oggi da Gaetano Lamanna sul Manifesto: Draghi combatta davvero l’evasione fiscale, tutti si ricordino dello stato anche quando c’è da pagare le tasse e si istituisca un sistema di ammortizzatori sociali che tuteli non solo i lavoratori dipendenti, ma anche tutte le forme di lavoro autonomo.

Purtroppo c’è da dubitare che un governo con i vari Salvini, Gelmini, Brunetta adusi da sempre a lisciare il pelo agli evasori con norme, condoni e flat tax di tutti i tipi voglia affrontare seriamente uno dei principali problemi di questo paese, una delle cause dell’iniqua distribuzione della ricchezza.

CONFERENZA REGIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI – LOMBARDIA

CONFERENZA REGIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI – LOMBARDIA-

Sabato 13 febbraio ore 15:00 / 18:30- Diretta facebook sulle pagine: Prc Lombardia – a questo link: https://www.facebook.com/prc.lombardia/

Prima le Lavoratrici e i Lavoratori – a questo link: https://www.facebook.com/primailavoratori2019/

Interventi di lavoratrici e lavoratori di tutti i principali comparti- CONCLUSIONI DI ANTONELLO PATTA – Responsabile nazionale Lavoro del Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea.

L’iniziativa di preparazione verso la Conferenza Nazionale delle Lavoratrici e dei Lavoratori che si terrà il 27 febbraio è a cura del Comitato Regionale Lombardo e del Dipartimento Nazionale Lavoro del Prc/SE.