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Pastasciutta antifascista 2023

Oggi, venerdì 21 luglio, Area Feste Piccolini (via Gravellona 167, Vigevano (PV), si terrà la pastasciutta antifascista per la pace.
Il programma:
– 17:30 animazione col il gruppo teatrale Pane e Mate;
– 18:30 dialogo con l’autore e giornalista Andrea Seresini.

Verrà presentato il libro “Ucraina. La guerra che non c’era”. Seguiranno canzoni per la pace di Mariangela Maritato e pastasciutta, pane e salame e vino a offerta libera da €5. Come da locandina, è prevista l’opzione vegetariana.

Per prenotare: 334 220 9146 o 333 589 0922.

RIFONDAZIONE COMUNISTA PER UN 1° MAGGIO DI LOTTA PER LA PACE E IL LAVORO CONTRO IL GOVERNO DELL’AUSTERITÀ E DELLA GUERRA

1° Maggio 2023

Il governo Meloni prosegue le politiche neoliberiste che scaricano i costi della crisi prodotta dalla guerra e dalle sanzioni sulle classi lavoratrici e i ceti popolari.
Col documento di economia e finanza varato si prevede una brutale stretta fiscale di circa 70 miliardi e a regime un avanzo primario di 45 miliardi.  I finti sovranisti nostrani sono allineati agli ordini dei falchi europei e rilanciano la fallimentare politica dell’austerità che come in passato colpirà duramente i ceti popolari, peggiorerà la situazione economica del paese aumentando ancora di più il divario dell’Italia dal resto d’Europa e del sud dal nord del nostro paese.
Vedremo riduzioni reali alla spesa per la scuola, la sanità, i servizi, tagli pesanti ai fondi per i contratti dei pubblici dipendenti, per i salari e per il sostegno alle famiglie contro il carovita; in soffitta la tanto decantata promessa di cancellare la Fornero
Con un’arroganza e una demagogia senza limiti Il governo postfascista si riunisce il primo maggio per sancire la cancellazione del reddito di cittadinanza, ampliare la platea della manodopera precaria a basso costo attraverso l’estensione del ricorso ai contratti a tempo determinato, ridurre demagogicamente il cuneo fiscale proprio mentre coi tagli alla spesa verranno colpiti pesantemente occupazione e salario indiretto.
Tutto ciò mentre Continuano ad aumentare le spese militari a sostegno delle spinte guerrafondaie della Nato, si riducono le tasse agli autonomi e alle rendite, non si tassano gli extraprofitti e le grandi ricchezze, si favorisce l’evasione fiscale.
L’unica strada possibile per contrastare le politiche neoliberiste del governo  è l’unità del mondo del lavoro e sindacale per costruire una nuova  grande stagione di lotte  indispensabile per rivendicare aumenti generalizzati dei salari e delle pensioni; la reintroduzione della scala mobile per il recupero automatico dell’inflazione; un salario minimo legale di dieci euro all’ora indicizzato all’inflazione; più risorse per la sanità e la scuola pubbliche; l’abolizione di tutte le leggi che producono precarietà; la salvaguardia e l’estensione del reddito di cittadinanza.
Non ci si ripeta lo stantio refrain che i soldi non ci sono. Si può fare con: un fisco realmente progressivo da realizzare anche attraverso l’eliminazione di tutte le tasse piatte; la tassazione delle grandi ricchezze e una vera lotta all’evasione fiscale; la riduzione drastica delle spese militari; lo stop all’ invio di armi in Ucraina per una politica di pace.

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Al via la campagna regionale Lombardia di Unione Popolare: basta guerra – Pace subito – Giù le armi su i salari!

La guerra in Ucraina, a più di un anno dal suo inizio, continua a seminare morte e distruzione ai danni del popolo e del martoriato territorio e colpisce duramente sia le economie che i ceti popolari europei attraverso l’inflazione generata dall’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime.

Abbiamo condannato l’aggressione di Putinnon dimenticando però le responsabilità di NATO USA e UE che rivelano la vera natura di scontro tra potenze per procura con un’escalation sempre più sanguinosa accompagnata da una corsa al riarmo e da un aumento dissennato delle spese militari a discapito di quelle sociali. L’Europa fa guerra dicendo di volere la pace non vergognandosi nemmeno di sottrarre due miliardi allo stesso fondo europeo per la pace destinandoli poi all’invio di armi in Ucraina.

Ora, ad aggravare il tutto, arriva anche l’ipotesi di invio, da parte dell’Inghilterra, di munizioni contenenti uranio impoverito come se il dramma causato dall’utilizzo di questo tipo di armi nel corso della guerra dei Balcani non fosse mai esistito.

Il coinvolgimento sempre maggiore della Nato e dell’UE ci porta dritti verso un allargamento del conflitto e la conseguente degenerazione in guerra mondiale nucleare.
Una società sempre più irreggimentata grazie ad una feroce propaganda di guerra portata avanti da tutti i principali partiti, di maggioranza e di opposizione che, insieme alla stampa mainstream dimostrano il loro asservimento alla follia bellicista euroatlantica. Tutto questo rappresenta una grave ferita alla democrazia e alla libertà d’informazione, al quale è giunto il momento di rispondere con la mobilitazione.

Per tutte queste ragioni a partire da sabato 25 Marzo Unione Popolare sarà in tutte le città della Lombardia con la campagna BASTA GUERRA – PACE SUBITO – giù le armi su I salari e parteciperà al presidio indetto per il prossimo 2 aprile davanti alla base NATO di Ghedi (BS) per chiedere con forza:

●      Cessate il fuoco e l’avvio immediato di trattative di pace

●      Stop all’ invio di armi in ucraina

●      Messa al bando di tutte le armi nucleari

●      Chiusura delle basi atomiche in Italia

●      Riduzione drastica delle spese militari

●      Fuori l’Italia dalla Nato

Milano, 24 marzo 2023

Unione Popolare Lombardia

L8 e sciopero contro la guerra del patriarcato

Pubblicato il 8 mar 2023

La guerra è l’espressione più violenta del patriarcato. Vogliamo gridarlo ancora più forte, oggi che l’Europa e l’Italia sono in guerra.
Oggi che torna a invadere le nostre vite l’incubo del nucleare e che l’Europa è risucchiata dal militarismo, dalla logica della frontiera, del confine.
Come donne non abbiamo patria, la nostra patria è il mondo intero, come ci ha insegnato Virginia Woolf.

Siamo femministe e pacifiste. Non indossiamo i colori di una nazione, non avalliamo la costruzione di muri, né l’invio di armi. Anche quando sappiamo che sono donne a fare queste scelte.
Ripudiamo la guerra, come hanno voluto le partigiane e i partigiani che hanno scritto col loro sangue la Costituzione

Ripudiamo la guerra di Putin, e con lui la sua ideologia e machista omofoba, il suo autoritarismo che semina morte dentro e fuori i confini della Russia.
Ripudiamo la guerra della Nato, il suprematismo che considera la democrazia valore occidentale, e che vuole tornare a governare il mondo con la logica amico/nemico.
Siamo contro l’aumento delle spese militari: spese di morte, sottratte alle nostre vite.

Scioperiamo contro ogni guerra, solidarietà con le donne kurde, palestinesi, sahrawi, afgane iraniane e con tutte le donne che subiscono la violenza del patriarcato.
Scioperiamo per il salario minimo legale, il reddito di autodeterminazione, il superamento di ogni forma di gender pay gap.
Scioperiamo perché si torni a investire sulla scuola, sulla sanità, sulla ricerca pubbliche.
Scioperiamo contro la Fortezza Europa e il Governo italiano, perché Stragi di stato come quella di Cutro non si ripetano più.
Scioperiamo per una scuola laica e antifascista.
Scioperiamo perché non siamo mai state indifferenti.

PRESE IN GIRO

26 Febbraio 2023

Maurizio Acerbo

Enrico Letta ci comunica che

“Ho chiesto che i seggi per le #primariepd2023 espongano 🏳️‍🌈 e 🇺🇦. A testimoniare il nostro impegno per la pace e al fianco, sempre, dell’aggredito”.

Sarebbe assai più onesto e rispettoso dell’intelligenza di cittadine e cittadini esporre la bandiera della NATO davanti a quelle sedi.

Siamo di fronte all’ennesima presa in giro da parte di un partito che si è caratterizzato per la totale identificazione con l’aumento delle spese militari e le politiche di guerra e riarmo della NATO.

Il PD è talmente guerrafondaio che ha preferito perdere le elezioni che allearsi con chi metteva in dubbio la scelta di proseguire con l’invio di armi.

È talmente allineato con gli USA che si complimenta continuamente con Meloni per aver proseguito nello schieramento del paese sulle posizioni di oltranzismo NATO.

Il PD è NATO, come raccontano i cablo di Wikileaks sull’entusiasmo degli USA nel 2008, per garantire che i governi di “centrosinistra” non fossero più condizionati da sinistra pacifista.

Il PD porta grandi responsabilità nella crisi ucraina avendo sostenuto acriticamente Euromaidan facendo finta di non vedere i gruppi paramilitari di estrema destra.

Che il Pd sia sempre dalla parte dell’aggredito non ci sembra proprio visto che è il partito che si è schierato, sul palco con la destra, dalla parte di Israele anche quando Netanyahu bombardava Gaza.

Il PD è talmente guerrafondaio che nessuna/o alle primarie si è candidata/o proponendo lo stop all’invio di armi.

Sulla guerra, fino all’arrivo di Giorgia Meloni, il PD è riuscito a battere la destra che nel militarismo ha uno dei suoi valori fondanti.

Ricordate quando Berlusconi titubava sulla guerra alla Libia come il PD insistette per partecipare ai bombardamenti?

L’identificazione del PD con i “socialisti” europei della razza di Blair e Stoltenberg e con il Partito democratico USA ha rappresentato una rottura con la tradizione di lotta per la pace e il disarmo e per il superamento dei blocchi militari di Enrico Berlinguer, Willy Brandt, Olof Palme.

Dalle ceneri del partito che guidò il movimento contro l’istallazione degli euromissili a Comiso è nato per inesorabile involuzione il partito che ha trasformato l’Italia, in totale accordo con la destra, nella piattaforma militare per le guerre degli USA nel Mediterraneo.

Quelle bandiere della pace davanti alle sedi del PD rappresentano in maniera visibile l’ennesimo tentativo di egemonizzare e di assumere la rappresentanza di tutto ciò che nega con la sua politica.

Il PD fa la guerra ma vuole occupare lo spazio della pace, fa le leggi contro lavoratrici e lavoratori ma pretende di occupare lo spazio della sinistra, ha svuotato la democrazia costituzionale ma pretende di rappresentare l’argine contro la destra che ha vinto grazie alla legge elettorale che il Pd ha voluto.

L’appropriazione indebita della bandiera della pace è l’ennesima presa in giro cinica e spregiudicata.

Solo l’autonomia e la rottura dei movimenti per la pace con il PD può dare efficacia alla lotta contro la guerra nel nostro paese.

Le bandiere della pace portiamole oggi nelle piazze dove si chiede lo stop all’invio di armi, il taglio delle spese militari, il cessate il fuoco e la trattativa.

Disertiamo i partiti della guerra.

Basta guerra. Intervento di Abbà di adesione alla manifestazione nazionale a Genova con i portuali.

25 Febbraio 2023

Registrazione del giorno 24 a Mortara.

Unione Popolare aderisce e invita a partecipare a tutte le iniziative territoriali indette dal coordinamento Europe for peace dal 23 al 26 febbraio

22 Febbraio 2023

UNIONE POPOLARE ADERISCE E INVITA A PARTECIPARE A TUTTE LE INIZIATIVE TERRITORIALI INDETTE DAL COORDINAMENTO EUROPE FOR PEACE DAL 23 AL 26 FEBBRAIO

Il 25 febbraio saremo a Genova alla manifestazione nazionale ‘Abbassiamo le armi, alziamo i salari’ promossa dai portuali che hanno bloccato le navi che trasportano armi.

La destra al governo e il centrosinistra sono uniti nella violazione dell’articolo 11 della Costituzione.

Meloni come Draghi prosegue sulla linea dell’obbedienza ai diktat di NATO e Stati Uniti. Abbiamo condannato immediatamente l’invasione di Putin ma riteniamo folle continuare a sostenere e fomentare Zelensky nel suo proposito di proseguire la guerra “fino alla vittoria”. È ora di dire basta all’escalation e di esigere un immediato cessate il fuoco e l’apertura delle trattative.

Riteniamo il governo e le forze politiche italiane che hanno votato e continuano a votare per il proseguimento della guerra corresponsabili del massacro in corso. Centinaia di migliaia di esseri umani sono morti. È ora di dire basta.

La pace non si costruisce con la guerra.

Coordinamento nazionale Unione Popolare