3 Giugno 2023
Il caso della cooperativa Faber, gestita da Fabio Garavaglia, incaricata dalla prefettura di occuparsi dei migranti richiedenti asilo e di cui si è occupato, in un articolo – inchiesta, Massimiliano Farrell, induce ad una nostra presa di posizione e ad alcune riflessioni.
Gli ex lavoratori della Faber (circa una cinquantina) non sono stati retribuiti e devono, per una parte di loro, avere spettanze per diverse migliaia di euro. È ovvio che mesi e mesi senza stipendio pesano gravemente sulle condizioni di vita di questi lavoratori e delle loro famiglie, tanto è vero che, oltre alle vertenze sindacali sostenute dalla CGIL, hanno messo in atto una protesta con striscioni in via Belvedere (prontamente rimossi da Garavaglia) davanti alla palazzina dove erano ospitati i migranti.
Oltre a non pagare i dipendenti, la “Faber” non avrebbe ottemperato alla necessaria assistenza ai migranti per cui era incaricata e finanziata dalla Prefettura.
Riteniamo questa situazione molto grave. Intanto esprimiamo solidarietà e pieno appoggio ai lavoratori che hanno il pieno diritto di essere pagati regolarmente. Questa è, purtroppo, una situazione ricorrente nel nostro Paese e facciamo delle considerazioni:
Quali sono gli effettivi controlli da parte degli organi competenti sulla corretta gestione dei dipendenti e dei migranti da parte dei soggetti ai quali viene appaltato il servizio? Temiamo siano scarsi o addirittura nulli.
È particolarmente odioso trovarsi di fronte a queste situazioni nel caso della gestione dei profughi (persone, non dimentichiamolo mai, che fuggono da guerre, fame, persecuzioni), ma è il sistema complessivo delle esternalizzazioni dei servizi che crea questi problemi. In generale ci troviamo di fronte a cooperative dove il padrone intasca i soldi e sfrutta i dipendenti. Questo avviene in moltissimi campi (non solo nell’immigrazione, ma imprese di pulizia, servizi vari) come conseguenza delle esternalizzazioni e dell’estensione molto grande del lavoro precario.
È ora, non solo di seri controlli verso queste “imprese”, ma di una legislazione che abolisca queste forme di sfruttamento.
RIFONDAZIONE COMUNISTA MORTARA E UNIONE POPOLARE