Tag: #cile

11 SETTEMBRE 1973: 50 ANNI FA IL “GOLPE” FASCISTA CHE MISE FINE AL GOVERNO DI SALVADOR ALLENDE IN CILE

11 Settembre 2023

11 SETTEMBRE 1973: 50 ANNI FA Il “GOLPE” FASCISTA CHE MISE FINE AL GOVERNO DI SALVADOR ALLENDE IN CILE

Il 4 settembre 1970 Salvador Allende, un medico e senatore socialista, vinse le elezioni presidenziali in Cile alla testa di una coalizione chiamata Unidad Popular formata dal Partito Socialista, dal Partito Comunista, dal Mapu (una formazione della sinistra cattolica) e da altri gruppi. Il governo Allende promosse una serie di riforme sociali: la nazionalizzazione del rame (el cobre, il Cile aveva miniere di rame tra le più grandi del mondo, ma in mano a multinazionali degli Stati Uniti come “l’Anaconda”, la “Kennecot”), dell’energia elettrica, dei trasporti, di molte banche. Fu avviata anche la riforma agraria che liquidò il latifondo e furono varati estesi provvedimenti sociali (salario minimo garantito, riduzione degli affitti, lotta contro la povertà, istruzione e cure mediche, diritti del popolo “Mapuche”). In politica internazionale il Cile riaprì le relazioni diplomatiche con Cuba e nel 1971 ci fu la storica visita di Fidel Castro.

Naturalmente questa politica trovò l’ostilità degli Stati Uniti e degli oligarchi cileni. Furono mandate avanti, finanziate dalla CIA e dalle multinazionali, campagne per destabilizzare il governo, dallo sciopero dei camionisti agli attentati dell’estrema destra fascista.

L’11 settembre 1973 ci fu il colpo di stato delle Forze Armate con a capo il generale Augusto Pinochet. La ”Moneda” (il palazzo presidenziale) fu bombardata. Dopo una strenua difesa del Palazzo, muore Salvador Allende che aveva rifiutato di arrendersi ai golpisti pronunciando uno storico ultimo discorso alla radio.

Così pure furono massacrati migliaia di attivisti comunisti, socialisti, di sinistra, intellettuali e musicisti come Victor Jara. Molte migliaia furono i detenuti nei campi di concentramento nelle isole verso l’Antartico (come Luis Corvalan, segretario del Partito Comunista) e nel deserto del Nord del Cile.

Furono smantellate le conquiste sociali di Unidad Popular e il Cile divenne il campo di esperimento degli economisti neoliberisti, i “Chicago Boys”.

Grande fu la solidarietà nel Mondo verso il popolo cileno. In Italia ci furono grandi manifestazioni. Per anni la “colonna sonora” della solidarietà internazionalista furono le canzoni degli “Inti Illimani” che si salvarono dalla repressione, perché l’11 settembre erano in Italia a fare concerti per le Feste dell’Unità.

Giuseppe Abbà

PLAN CONDOR: finalmente un po’ di giustizia dall’Italia

Dopo un lungo iter processuale, la magistratura italiana ha finalmente ratificato la condanna all’ergastolo per tre ex-militari cileni coinvolti nel “Plan Condor” per l’omicidio e la scomparsa dei corpi dei cittadini italiani Omar Venturelli (nella foto) e Juan José Montiglio.

Come si ricorderà, il “Plan Condor” fu il coordinamento delle dittature civico-militari sudamericane degli anni ’70 e ’80, con la direzione degli Stati Uniti, attraverso il quale si realizzarono azioni repressive contro gli oppositori dei regimi militari imposti nel continente, con un saldo tragico di torture, omicidi e desaparecidos, in Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Paraguay, Uruguay ed in minor misura Colombia Ecuador, Perù e Venezuela.

Il colonnello Rafael Ahumada Valderrama, il maresciallo Orlando Moreno Vásquez e il brigadiere Manuel Vásquez Chauan erano stati condannati dalla Corte d’appello di Roma nel luglio 2019, per l’omicidio e la scomparsa dei due cittadini italiani durante la dittatura civico-militare di Augusto Pinochet. La sentenza è stata confermata dopo che il loro avvocato non ha presentato ricorso.

Secondo notizie di stampa, la procura di Roma avrebbe già inviato i mandati d’arresto corrispondenti al governo cileno di Sebastian Piñera.

Il prossimo 8 luglio, la Corte di Cassazione italiana si pronuncerà sulle altre condanne all’ergastolo emesse nel luglio 2019 dalla Corte d’appello di Roma, in secondo grado, contro un totale di 24 militari e civili di Bolivia, Cile, Uruguay e Perù.

Oltre ai tre condannati in via definitiva, la Cassazione deve pronunciarsi sugli altri 19 imputati, visto che due sono già deceduti: l’ex ministro dell’Interno boliviano, Luis Arce Gómez, e l’uruguaiano José Horacio “Nino” Gavazzo Pereira.

Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprime la propria soddisfazione per la importantissima sentenza che rappresenta un atto di giustizia sui crimini imprescrivibili.

Il PRC-SE abbraccia tutti i familiari delle vittime, e in particolare la famiglia di Omar Venturelli e di Juan José Montiglio.

Nel riaffermare la nostra solidarietà, insieme a loro esigiamo VERITÀ, GIUSTIZIA, RIPARAZIONE, MEMORIA E GARANZIA DI NON RIPETIZIONE dei crimini.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea