Tag: Gas

Pavia: privatizzazione dei servizi

PAOLO CATTANEO

Dopo un percorso lungo e tortuoso durato più di dieci anni, opaco e poco pubblicizzato, siamo di fronte all’ultimo passaggio di una alienazione e/o privatizzazione di importanti servizi pubblici a Pavia quali la vendita e distribuzione di gas, la produzione e distribuzione di energia elettrica, il teleriscaldamento, la gestione dei rifiuti.

Un percorso lungo e tortuoso ha portato prima a cedere, col voto contrario di Rifondazione Comunista, servizi comunali propri dell’ASM Pavia alla società per azioni ancora pubblica LGH controllata da vari comuni del sud della Lombardia, poi alla vendita, con l’assenso di tutte i partiti politici presenti nel consiglio comunale, delle azioni LGH alla società A2A, uno dei giganti delle multiservizi, controllata per metà dai comuni di Milano e Brescia e per metà da privati in cambio di azione A2A, infine pochi mesi fa la maggioranza ha deliberato, senza alcuna spiegazione, di cedere al più presto le azioni A2A ai soci rinunciando anche alla debolissima influenza che il Comune potrebbe avere sulle scelte di A2A.

Il controllo dei servizi gestiti da LGH e ceduti a A2A sono già al di fuori dal controllo del territorio e sono gestiti con finalità esclusivamente di profitto.

Fin dai primi passi, durante l’amministrazione Capitelli, Rifondazione Comunista si era opposta alla creazione della società LGH paventando la privatizzazione a cui siamo quasi arrivati con quest’ultimo passaggio.

Ora forse ci sta ripensando, ma l’amministrazione ha ampiamente dimostrato di non avere a cuore il mantenimento di un controllo pubblico sulla gestione dei servizi.

Se la vendita proseguirà la privatizzazione sarà irreversibile.

Partito della Rifondazione Comunista, Circolo di Pavia

Rifondazione Comunista sostiene sciopero dei settori ambientale, elettrico, gas, acqua

Pubblicato il 30 giu 2021

Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore ambientale, elettrico, gas, acqua indetto da Cgil, Cisl e Uil per chiedere la modifica dell’articolo 177 del codice degli appalti.

Con l’entrata in vigore di questa norma le aziende concessionarie sarebbero obbligate a esternalizzare entro il 31 dicembre 2021 l’80% delle attività con gravissime ricadute immediate sui posti di lavoro, la destrutturazione dell’intero settore con conseguenze pesanti sui servizi essenziali forniti.

I lavoratori verrebbero colpiti doppiamente pagando da un lato la perdita di posti di lavoro nelle aziende che vedrebbero ridimensionate le proprie attività, dall’altro gli effetti nefasti di uno spezzettamento che produrrebbe appalti al ribasso, lavoro precario e contratti pirata.
Si distruggerebbe un grande patrimonio di professionalità che durante il lockdown è stato decisivo per continuare a fornire servizi di qualità ai cittadini e si allargherebbe l’area del lavoro non tutelato, malpagato e spesso illegale.

Abbiamo sempre criticato la trasformazione delle aziende pubbliche in Spa, aziende di diritto privato soggette alle leggi del mercato in nome dell’efficienza; con la stessa forza ci opponiamo al tentativo di procedere a questa ulteriore privatizzazione selvaggia il cui unico scopo è garantire profitti sempre più alti e distruggere ancora di più i diritti dei lavoratori senza nessun riguardo per la qualità dei servizi.

Ci uniamo ai sindacati del settore nel chiedere al governo e al parlamento una modifica immediata di questa norma.

A dieci anni dal referendum invece di ripubblicizzare come avrebbe imposto il voto popolare la politica continua a lavorare per la consegna del settore dei servizi alla logica del capitalismo selvaggio.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea