Tag: Governo Draghi

Pandemia, guerra e crisi economica. Non vi basta?

Riprendiamo il post-dichiarazione di Edoardo Casati su Facebook

Pandemia, guerra e crisi economica.
Non vi basta?
Sembra di no…

Dopo tutto questo assistiamo all’ennesimo colpo di mano fatto per interessi di partito.
Il Movimento 5 Stelle fa cadere questo governo, che sicuramente non ci mancherà, essendo lui stesso la causa dei problemi economici che stiamo vivendo.

Da subito Draghi ha snobbato il parlamento e la democrazia costituzionale in generale; un premier che utilizza questo passo indietro dei 5S come scusa per scrollarsi di dosso le responsabilità che il suo ruolo comporta, in una situazione così delicata.

Come pensate che, dopo anni e anni di politica fatta per arricchire le proprie tasche, i giovani possano avere ancora fiducia nella politica? Mai come oggi serve una parola fondamentale: CORAGGIO.
Il coraggio di affrontare le proprie responsabilità, il coraggio di ripartire da zero e il coraggio di fare un vero e proprio ricambio generazionale.
Adesso o mai piu.

Rifondazione Comunista vuole avere questo coraggio e si mette in gioco #versounionepopolare

Edoardo Casati – Coordinatore Giovani Comunisti/e Pavia

Volantinaggio al mercato di Vigevano dei compagni del circolo Prc

11 dicembre 2021

Con la buona volontà dei compagni del Prc di Vigevano, questa mattina abbiamo distribuito più di 600 volantini contro l’aumento delle bollette di luce e gas, contro la legge Fornero e raccolto firme.

RIFONDAZIONE COMUNISTA VIGEVANO

Rifondazione: CGIL dichiari sciopero generale contro il governo

30 novembre 2021

GOVERNO – MANOVRA DI BILANCIO CONTRO IL LAVORO E GLI STRATI POPOLARI: SCIOPERO GENERALE!

Porte sbattute in faccia. E’ il risultato dell’incontro tenutosi ieri al Mef tra i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil e il ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco conclusosi appunto con una chiusura più totale alle richieste dei sindacati.

Di fronte alla richiesta di modifica delle misure fiscali a vantaggio dei redditi più bassi il ministro, forte della convergenza dei partiti al governo sulla scelta di dare di più a chi ha di più, ha difeso l’iniqua distribuzione delle risorse e la riduzione del numero delle aliquote sempre a vantaggio dei redditi più alti.

Una scelta intollerabile nel momento in cui salari e pensioni, colpiti da decenni di rincorsa al ribasso, precarietà selvaggia, part-time obbligati e mancati rinnovi contrattuali vengono duramente erosi dal carovita crescente e dagli aumenti delle bollette su cui si scaricano gli aumenti delle materie prime e dell’energia.

Dopo lo schiaffo sulle pensioni, corredato dalla presa in giro di quota 102, l’accettazione di fatto delle delocalizzazioni, l’insufficienza assoluta dell’intervento sugli ammortizzatori sociali, cosa si aspetta a concludere che dai tavoli con questo governo non può arrivare nulla di buono per il mondo del lavoro e gli strati popolari?

I sindacati della scuola – confederali e di base – hanno indetto per il 10 dicembre una giornata di sciopero per il contratto e per il perpetuarsi delle carenze di organico e il nulla di fatto contro le classi pollaio.
La Fiom si prepara alla lotta per la mancanza di risposte sulle crisi e le delocalizzazioni e l’assenza di politiche industriali di settore, che mette a rischio intere filiere produttive come quella sull’automotive con la conseguenza della perdita di competenze, tecnologie e decine di migliaia di posti di lavoro.

In tutte le regioni ci sono iniziative e scioperi sui temi del reddito, del lavoro e dei diritti.

Non basta! Di fronte al progetto globale incarnato da Draghi e dall’alleanza neoliberista al governo di utilizzo delle risorse pubbliche per ristrutturare il sistema paese a vantaggio esclusivo delle imprese e ai danni dei lavoratori, di tutti gli strati popolari e dell’ambiente, l’unica risposte possibile è il rilancio e la generalizzazione delle lotte unendo tutti i soggetti che pagano queste politiche in termini di reddito, perdita di diritti, distruzione dell’ambiente.
Prima le persone e l’ambiente non i profitti! Sciopero generale subito!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Contro il governo Draghi e le sue politiche

21 novembre 2021

Questa mattina eravamo a Pavia al presidio contro il ddl concorrenza del governo Draghi.

Eravamo a protestare, insieme ad altri, contro il tentavo di costringere i comuni a vendere a privati tutti i servizi di loro competenza, acqua, rifiuti, trasporti ecc ecc.

Questa è la prima di una serie di iniziative che come partito abbiamo promosso, assieme ad altre forze politiche e sociale, a questa ne seguiranno altre contro il caro vita e contro la nuova riforma sanitaria della regione Lombardia.

Mai come in questo momento è importante scendere in piazza, stare tra la gente per informare e costruire un’alternativa al governo Draghi.

Presidio a Pavia in Piazza Minerva – 21 novembre 2021

CONTRO IL DDL CONCORRENZA DEL GOVERNO DRAGHI. Domenica 21 novembre a partire dalle ore 9.30, come Rifondazione Comunista saremo in Piazza Minerva a Pavia.

18 novembre 2021

CONTRO IL DDL CONCORRENZA DEL GOVERNO DRAGHI

Domenica 21 novembre a partire dalle ore 9.30, come Rifondazione Comunista saremo in Piazza Minerva a Pavia.

Saremo in piazza con altre forze politiche, sociali e sindacali per contrastare il progetto Draghi che mira a costringere i comuni a svendere ai privati tutti i servizi pubblici locali.

Quella delle privatizzazioni è il cavallo di battaglia di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni, si svende tutto ai privati per rendere più efficienti e convenienti i servizi pubblici.

In Italia, i vari governi hanno venduto tutto il patrimonio pubblico facente capo allo stato, oggi siamo il paese Europeo con la minor presenza dello stato in economia, ricordiamo che ad esempio Germania e Francia mantengono una forte presenza statale sia nell’industria che nel sistema bancario.

Ma la realtà non è quella che lor signori ci dipingono, tutti i servizi statali che sono stati privatizzati, dalle telecomunicazioni alle banche, dai trasporti alle autostrade, non hanno certo portato più efficienza e minor costo per i cittadini, basta come esempio la vicenda delle autostrade.

Ora si vuole portare a termine tale scellerato progetto privatizzando tutti i servizi dei comuni, con le conseguenze già note e certe, maggior profitto per le imprese, pessimi e cari servizi per i cittadini.

Lor signori, non vogliono vedere la realtà, la privatizzazione della sanità, vanto della nostra giunta Lombarda di centro destra, ha dimostrato la sua inefficienza nell’affrontare la pandemia COVID-19, nella nostra regione ci sono stati più di 30.000 morti.

Tutti i paesi del mondo stanno attraversando un momento molto difficile sia dal punto di vista economico, sanitario che sociale, pensare di risolvere i problemi con MENO STATO è una sciocchezza.

Necessita un più diretto impegno dello stato sia in economia che nella gestione delle problematiche sociali.

Per questi motivi invitiamo tutti i cittadini e le cittadini ad essere presenti al presidio di Domenica 21 a Pavia

Rifondazione Comunista Federazione Pavia

Draghi all’assalto dei servizi pubblici locali

di Marco Bersani, Attac Italia –

Era atteso da tempo. Faceva parte delle stringenti “condizionalità” richieste dalla Commissione Europea per accedere ai fondi del Next Generation Eu. Era uno degli assi portanti per i quali Draghi è stato definito da Confindustria “l’uomo della necessità”. Era fortemente voluto dalle lobby finanziarie. Ed è arrivato. Il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato. Un nuovo bastimento carico di privatizzazioni.

Mentre i media mainstream ancora una volta dirottano l’attenzione (colpiti i tassisti, risparmiati i concessionari degli stabilimenti balneari etc.) nessuno mette l’accento sulla sostanza del provvedimento, concentrata nell’art. 6: la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la definitiva mutazione del ruolo dei Comuni.

Un provvedimento vergognoso che, sin nelle finalità espresse all’art. 1, sembra aver completamente accantonato quanto la pandemia ha evidenziato oltre ogni ragionevole dubbio: il mercato non funziona, non protegge, separa persone e comunità.

Senza alcun senso del ridicolo si dice che il provvedimento ha lo scopo di “promuovere lo sviluppo della concorrenza e di rimuovere gli ostacoli all’apertura dei mercati (…) per rafforzare la giustizia sociale, la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, la tutela dell’ambiente e il diritto alla salute dei cittadini”.

Se dalle finalità generali passiamo allo specifico articolo sui servizi pubblici locali, va subito notato il salto di qualità messo in campo dal governo Draghi: per la prima volta si parla di tutti i servizi pubblici locali senza alcuna esclusione. Come si evince dall’unico passaggio – paragrafo d – in cui sono menzionati i servizi pubblici locali a rilevanza economica in merito alla necessità di una loro ottimale organizzazione territoriale, il resto del provvedimento supera i precedenti tentativi di privatizzazione per la globalità dei servizi coinvolti. Ad ulteriore conferma di questa estensione, valga il richiamo (par. o) alla normativa relativa al Terzo Settore.

Ribaltando a 360 gradi la funzione dei Comuni e il ruolo di garanzia dei diritti svolto storicamente dai servizi pubblici locali, il ddl Concorrenza (par. a) pone la gestione dei servizi pubblici locali come competenza esclusiva dello Stato da esercitare nel rispetto della tutela della concorrenza. E ne separa (par. b) le funzioni di gestione da quelle di controllo.

I paragrafi successivi sono un vero capolavoro di ribaltamento della realtà.

Mentre all’affidatario privato viene richiesta (bontà sua) una relazione annuale sui dati di qualità del servizio e sugli investimenti effettuati, ecco il tour de force che deve affrontare il Comune che, malauguratamente, scelga di gestire in proprio un servizio pubblico locale: dovrà produrre “una motivazione anticipata e qualificata che dia conto delle ragioni che giustificano il mancato ricorso al mercato” (par. f); dovrà tempestivamente trasmetterla all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (par.g); dovrà prevedere sistemi di monitoraggio dei costi (par. i); dovrà procedere alla revisione periodica delle ragioni per le quali ha scelto l’autoproduzione.

Per quanto riguarda i servizi pubblici a rilevanza economica (par. d), ovvero acqua, rifiuti, energia, e trasporto pubblico, si prevedono inoltre incentivi e premialità che favoriscano l’aggregazione (leggi multiutility).

Non contento di puntare alla privatizzazione delle gestioni, il Governo prevede anche (par. q) una revisione della disciplina dei regimi di proprietà e di gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni, nonché di cessione dei beni in caso di subentro, anche al fine di assicurare un’adeguata valorizzazione della proprietà pubblica, nonché un’adeguata tutela del gestore uscente.

In questo contesto, il richiamo (par. t) alla partecipazione degli utenti nella definizione della qualità, degli obiettivi e dei costi del servizio pubblico locale suona come la presa per i fondelli finale.

Un attacco feroce e determinato ai diritti delle persone, ai beni comuni e alle comunità locali. Di questo si tratta. Portato avanti da un governo che non ha mai fatto mistero di essere al servizio dei grandi interessi finanziari e che ha preteso un Parlamento embedded per poter avere mano libera su tutte le scelte fondamentali di ridisegno della società.

“La zavorra dei vincoli e del debito ci impedisce qualunque movimento. Non avere alcuna agibilità sul bilancio significa impattare enormemente sulla qualità di vita dei cittadini. E’ impossibile governare la città se non possiamo mettere risorse”. Così ha tuonato pochi giorni fa Gaetano Manfredi, nuovo sindaco di Napoli.

La risposta del governo Draghi è che non vi è alcun bisogno di governare i Comuni e le città: basta mettere tutto sul mercato.

ACERBO (PRC-SE): GOVERNO SPACCA IL PAESE. NO A OBBLIGO GP SUL LAVORO, NON C’È IN EUROPA

Pubblicato il 15 ott 2021

Il governo Draghi con una misura sbagliata come l’obbligo di green pass sul lavoro sta spaccando il paese tra opposte demagogie.

L’obbligo di green pass sul lavoro è una misura sbagliata e eccessiva che non è prevista nella gran parte dei paesi europei. Non a caso è stata proposta da Confindustria e adottata in Francia da Macron, il ‘presidente dei ricchi’ inviso ai sindacati.

Il governo ha scelto di stare con Confindustria e di non ascoltare sindacati.

I luoghi di lavoro dovevano essere in sicurezza già prima della vaccinazione, senza condizioni di promiscuità e rischio. Ora se i padroni per aumentare la produzione chiedono obbligo del GP paghino almeno i tamponi.

Una cosa è incentivare la vaccinazione con limitazioni che riguardano l’accesso
a teatri o ristoranti, altra negare un diritto fondamentale come quello al lavoro.

Chiediamo tamponi gratuiti per tutti dall’inizio della pandemia perché il tracciamento è fondamentale nella lotta al contagio e anche noi vaccinati possiamo essere contagiati e contagiare altri.

Draghi e il Pd hanno scelto i novax come opposizione utile a far aumentare i propri consensi tra la maggioranza vaccinata e a distrarre l’attenzione da temi scomodi.

Il governo non sta investendo sulla sanità pubblica né rivedendo scelte folli a favore di privati e regionalizzazione che viene estesa con l’autonomia differenziata che sta portando avanti nella distrazione generale. Il trasporto pubblico rimane sovraffollato come nelle scuole le classi pollaio.
Gli ultimi dati dicono che l’Italia è l’unico paese europeo in cui i salari sono diminuiti dal 1990 ma il governo dice no a salario minimo legale né interviene su precarietà del lavoro.
Tutto accantonato perché si parla solo delle proteste dei novax.

A scanso di equivoci ribadiamo che noi di Rifondazione Comunista siamo a favore della vaccinazione come tutti i sindacati, dalla Cgil ai sindacati di base, che hanno criticato l’obbligo di green pass per accesso al lavoro.

Insieme a associazioni e movimenti che da sempre si battono per il diritto alla salute, con Vittorio Agnoletto e Gino Strada e tantissimi altri, abbiamo lanciato la campagna Nessun Profitto Sulla Pandemia per la moratoria sui brevetti per poter produrre vaccini in grande quantità e a basso costo garantendo l’accesso a tutti i popoli del mondo alla vaccinazione (e anche per non far speculare multinazionali).

Non siamo quindi per nulla favorevoli agli argomenti del movimento novax e soprattutto all’uso delle teorie del complotto per gridare contro le mascherine, le restrizioni, la presunta dittatura sanitaria ma non ci facciamo arruolare da governo e Confindustria.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

RIFONDAZIONE: LICENZIAMENTI, VINCE CONFINDUSTRIA

L’incontro governo sindacati sul tema dei licenziamenti si è concluso con la conferma della scelta gravissima del governo di sbloccare i licenziamenti tranne che per settori limitati.

Così si legge nell’inusuale “presa d’atto” firmata da Governo, sindacati e imprese che si riassume nel risibile impegno a “raccomandare” alle aziende di utilizzare le nuove settimane di cassa integrazione gratuita(!) concesse in alternativa ai licenziamenti.

Non poteva che finire così con un presidente del consiglio e un governo schierati con Confindustria. Dopo la pugnalata di Letta che ha blindato la scelta del governo era difficile far retrocedere Draghi.

Prevale di nuovo Confindustria assecondata pienamente dal governo Draghi che tutto ha fatto meno che mediare, sempre teso, come ribadito a chiare lettere anche nel Recovery Plan, a finanziare le imprese ed eliminare tutti i vincoli che possono ostacolare la libertà delle stesse di ristrutturarsi con soldi pubblici ai danni dei lavoratori.

L’accordo non ci sembra una vittoria per le lavoratrici e i lavoratori.

Tutto il senso delle misure decise si riduce al fatto che viene data totale libertà alle aziende di decidere se licenziare o no.

Vale per il tessile e la moda che avevano già chiesto loro stessi l’estensione della cassa covid per reggere fino alla ripresa, vale per tutte le altre che decideranno in base ai propri interessi.

È il caso che nella Cgil si apra una riflessione sulla reale natura del governo Draghi e su una piattaforma in grado di unificare un mondo del lavoro su cui sta ricadendo il peso della crisi.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Antonello Patta, responsabile lavoro

Partito della Rifondazione Comunista / #SinistraEuropea