Tag: #Massimiliano Farrell

Il congresso nazionale Anpi visto attraverso gli occhi di un diciannovenne

1 Aprile 2022

MASSIMILIANO FARRELL

Egregio direttore,

lo scorso fine settimana, dal 24 al 27 marzo, ho avuto l’occasione di partecipare attivamente, in quanto delegato in rappresentanza del comitato provinciale di Pavia, al congresso nazionale dell’ANPI a Riccione. Diciannovenne, ero tra i più giovani presenti.

Voglio qui riportare alcune mie riflessioni su questo importante appuntamento che ha riscosso l’attenzione anche dei media nazionali.

Innanzitutto, una doverosa premessa. L’ANPI è l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, la casa di tutti gli antifascisti, dei vecchi e nuovi resistenti, di chi crede e difende attivamente i valori della nostra Costituzione nata dalla lotta per la libertà dal regime fascista e nazista che avevano portato alla rovina l’Italia e l’Europa. È doveroso non dare per scontato che tutti i lettori sappiano cos’è l’ANPI, dal momento che le classi dirigenti italiane ci vogliono tutti quanti ignoranti nelle discipline storiche e geografiche per poterci manipolare meglio e portarci a votare il primo idiota qualunquista di turno (sia esso Salvini, Meloni, Renzi, Di Maio o Calenda).

Il congresso di Riccione è stato un importante momento di confronto e di dibattito, un’occasione per conoscere tantissime nuove persone da tutta Italia che condividono i nostri stessi valori, quella della sinistra vera e di lotta.

Abbiamo avviato, come comitato provinciale di Pavia, un gemellaggio con il comitato provinciale di BAT (Barletta-Andria-Trani). Ci lega la figura di un partigiano trasferitosi al Sud dopo aver combattuto contro i fascisti al Nord.

Più dei due terzi degli interventi delle delegate e dei delegati si sono concentrati, com’è ovvio che sarebbe successo, sulla guerra in Ucraina e sulle strumentalizzazioni che alcuni giornali avevano fatto su alcune dichiarazioni dell’ANPI relative al conflitto in corso.

Ciò che è emerso è un ampio consenso, e non una divisione, su questo tema: condanna all’aggressione di Putin, solidarietà al popolo ucraino, no all’invio di armi e all’aumento delle spese militari.

Non mi sembra che siamo filo-Putin come dicono alcuni media, e nemmeno equidistanti. Il partigiano Carlo Smuraglia, ora presidente emerito, pare abbia ritrattato alcune delle sue posizioni (alcune sue parole erano state strumentalizzate per farlo apparire favorevole all’invio di armamenti all’Ucraina). La senatrice a vita Liliana Segre, intervenuta al congresso, non ha criticato l’ANPI per la sua presunta equidistanza, come invece si evincerebbe da titoli usciti su “la Repubblica” negli ultimi giorni. Ha anzi condiviso la condanna ferma dell’aggressione e le posizioni pacifiste della nostra Associazione.

Gli amici di Putin vanno ricercati a destra, nei partiti di Berlusconi, Salvini e della Meloni, come ha ricordato un delegato, e di certo non nella sinistra vera.

Dico sinistra vera perché esiste a parer mio una sinistra un po’ più finta, anch’essa presente al congresso. La sinistra finta del democristiano Enrico Letta, che a Riccione non menziona le posizioni belliciste e atlantiste del suo partito, e di Giuseppe Conte, di cui forse abbiamo dimenticato il suo passato in cui si vantava di essere sovranista e populista. Inviare armi in Ucraina e aumentare le spese militari porta all’escalation, all’intervento attivo, e al prolungamento della guerra. Più armi ci sono in giro e più morti ci saranno.

L’ANPI chiede che i governi europei si impegnino per la pace, per le trattative e per un compromesso dove Russia e Ucraina devono fare un passo indietro e rinunciare ad alcune pretese.

Il paragone tra la lotta di liberazione in Italia e il conflitto in Ucraina non ha senso per ovvi motivi. Ovvi se si apre un qualsiasi manuale di storia, e oltre ad aprirlo lo si legga.  Nemmeno il Beppe Grillo dell’Ucraina Zelensky, che sta mandando al macello il suo intero popolo, nel suo intervento al Parlamento Italiano ha fatto questo assurdo paragone, memore forse della figura da cioccolataio che aveva fatto pochi giorni prima in Israele, dove era stato giustamente criticato per aver paragonato l’invasione russa dell’Ucraina al genocidio programmato e sistematico di 6 milioni di ebrei. Semplicemente follia!

L’ultima cosa la dico sui giovani, sui miei coetanei dentro l’ANPI. I giovani esistono, ce ne erano un po’, sparsi tra tutte le regioni d’Italia. Ho conosciuto due delegati lombardi, un ragazzo di 20 anni di Como e una ragazza di 24 anni di Monza, con i quali cercherò di costituire nelle prossime settimane e nei prossimi mesi un coordinamento (per ora a livello regionale) dei giovani iscritti all’ANPI, per misurare le nostre forze e lavorare su iniziative comuni.

Da parte dei “vecchi” si è parlato dell’importanza di “studiare” il fenomeno giovanile dentro l’ANPI e di lavorare per fare in modo che nuovi partigiani si avvicinino all’associazione. Posso soltanto limitarmi a dire che nessun giovane sotto i 30 anni è entrato a far parte degli organismi nazionali che contano. Per ora l’integrazione tra l’esperienza e l’innovazione rimane solo sulla carta.

Tutti noi giovani siamo concordi su un punto, che è emerso anche dagli interventi: la necessità di una riforma scolastica seria e dell’introduzione nei programmi scolastici anche della storia contemporanea dopo la Seconda Guerra Mondiale, che in nessuna scuola superiore viene studiata.

La storia e la geografia sono le chiavi che aprono le porte alla comprensione del mondo. L’ha dimostrato il conflitto in corso. La riduzione progressiva delle ore di storia e l’abolizione della geografia nelle scuole superiori, che noi studenti abbiamo vissuto sulla nostra pelle, è un’idea partorita dalle classi dirigenti per tenerci ignoranti. Stessa cosa l’allontanamento (o almeno il suo tentativo) degli esperti di geopolitica dal dibattito pubblico (vedi Orsini) e l’affidamento del ruolo che spetterebbe allo storico o allo scienziato politico a un Povia o un Telese o uno Scanzi qualunque.

Massimiliano Farrell

Presidente Sezione ANPI Mortara “Fratelli Capettini”