Tag: #RifondazioneComunista

Firenze rossa grazie a lavoratori #Gkn

Maurizio Acerbo

Decine di migliaia di persone oggi a #Firenze al corteo convocato da Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

La lotta contro licenziamenti e delocalizzazioni riprende la piazza e cerca di uscire dall’isolamento delle singole vertenze.

Il governo non ha intenzione di disturbare i grandi gruppi.

Mario Draghi è latitante, il ministro leghista Giorgetti dovrebbe essere sovranista e difendere i posti di lavoro.

Invece accade che il fondo Melrose chiude stabilimento fiorentino e delocalizza a est. Per chi produce componenti Gkn? Per Stellantis, cioè la ex-Fiat che anch’essa apre stabilimenti in Polonia come sanno lavoratori Sevel.

Secondo voi Gkn fa un’operazione del genere senza averla concordata con Stellantis?

E il governo che dice? Facile prendersela con cetrulli novax e riempire pagine di giornali e ore di talk.

Non sarebbe ora di parlare di delocalizzazioni? I superpoteri di Super Mario dove sono finiti? Il ministro Orlando (Pd) aveva preparato una legge camomilla senza sanzioni per le imprese. Ne è seguita la solita sceneggiata con #Confindustria come su blocco dei licenziamenti.

In sostanza siamo al nulla condito di chiacchiere. Oggi abbiamo manifestato per chiedere una legge seria che contrasti lo strapotere e l’irresponsabilità di un capitale finanziarizzato che finora ha goduto di regole scritte al suo servizio.

Il governo distribuisce più di 200 miliardi col #Pnrr ma non pone condizioni sul piano occupazionale.

I lavoratori GKN proponendo la parola d’ordine della Resistenza fiorentina #Insorgiamo hanno lanciato un segnale importante che non va sprecato.

Noi di Rifondazione Comunista c’eravamo perché queste sono le strade da percorrere e condividere.

Rifondazione: ius soli, la cittadinanza è un diritto, non una medaglia

Riparte in pieno agosto, l’ipocrita dibattito sullo ius soli.

Le medaglie olimpiche hanno fatto ricordare al Pd che una riforma del diritto di cittadinanza può portare consensi, alla Lega e a FdI di essere razzisti dentro, a esponenti del M5S di rappresentare l’immensa truppa degli ignavi che dicono che altre sono le priorità.

Come se una banalissima legge che potrebbe definirsi con pochi articoli costituisse un ostacolo a occuparsi di altre emergenze del paese.

Chi cresce e nasce in Italia ha diritto alla cittadinanza anche se non è un atleta; chi risiede stabilmente ha diritto di voto almeno alle elezioni amministrative.

Due norme il cui risultato sarebbe quello di garantire in pieno i diritti di 1,3 milioni di minori e di renderne almeno altri 3 milioni in grado di avere un ruolo nella vita pubblica.

Ma fa paura perché si perderebbe un capro espiatorio utile non solo alla destra becera.

Una ragione in più per unirsi a chi chiede al governo e al parlamento di voler considerare la società italiana per quello che anche le Olimpiadi hanno mostrato, pluriculturale e composita.

E forse il paese reale ne è più cosciente di quanto lo siano coloro che ne insultano l’intelligenza.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione,

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Un altro primato italiano: 7 milioni di persone non possono permettersi nemmeno una settimana di vacanze

Molti cittadini europei non possono fare nemmeno una settimana di vacanze. Anche così si manifesta in Europa la crescita delle disuguaglianze prodotta dalle politiche neoliberiste che hanno tagliato salari, pensioni e protezioni sociali.
E’ quanto emerge da un report della CES basato sull’elaborazione di dati Eurostat sui cittadini e lavoratori europei a rischio povertà secondo cui ben 35 milioni di europei, il 59,5% di quelli il cui reddito è sotto la soglia del rischio povertà, non possono permettersi nemmeno una settimana di vacanze all’anno fuori casa.

L’Italia occupa il primo posto di questa triste graduatoria con ben 7 milioni di persone seguita dalla Spagna con 4,7 milioni, la Germania con 4,3 milioni, la Francia con 3,6 milioni.

Non siamo sorpresi da questi dati avendo denunciato da tempo gli effetti delle feroci politiche neoliberiste degli ultimi decenni in termini di disoccupazione, precarietà, bassi salari, aumento delle povertà; i salari da fame in particolare sono responsabili del fatto che una percentuale enorme della popolazione italiana, ben il 27% è a rischio povertà.

Non siamo nemmeno sorpresi del fatto che mentre si enfatizzano come strumenti di distrazione di massa i risultati dei nostri atleti alle olimpiadi, questo primato da veri numeri venga fatto passare dal governo e dai media amici completamente sotto silenzio.

La Ces presenterà questi dati alla Commissione europea per chiedere che la Direttiva sui salari minimi in preparazione contenga l’indicazione che essi non siano inferiori al 50 per cento della media , in modo da togliere ben 24 milioni di lavoratori dal rischio povertà.

Sappiamo che spesso le Direttive Ue lasciano il tempo che trovano e che essendo i salari italiani tra i più bassi d’Europa una retribuzione media sarebbe comunque insufficiente, ma va colta l’occasione per aprire una grande discussione nel paese.

Siamo impegnati per un autunno di mobilitazioni in cui oltre alle lotte contro i licenziamenti, la precarietà, l’occupazione e la riduzione d’orario si rimetta al centro la richiesta di un salario minimo orario di 10 euro netti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

RIFONDAZIONE: LA RIPRESA… DEI LICENZIAMENTI

Un’altra multinazionale dell’automotive, la statunitense Timken, ha annunciato ieri la chiusura dello stabilimento di Villa Carcina, in provincia di Brescia, e il licenziamento di 106 lavoratori.

Dopo la Gianetti Ruote  di Ceriano Laghetto e la Gkn di Campi Bisenzio è la terza azienda del settore che, in pochi giorni, approfitta dello sblocco dei licenziamenti per procedere alla cessazione delle attività e lasciare a casa i propri dipendenti.

E viene fatto con modalità  cui queste società di rapina ci hanno abituato da anni: un totale disprezzo per la dignità delle persone   e la più completa indifferenza  sulla sorte dell’economia dei territori.

Non erano necessarie queste nuove verifiche, sulla pelle dei lavoratori, per capire che la  famosa “presa d’atto”  di governo e parti sociali con annessa raccomandazione alle imprese a non licenziare  era solo una foglia di fico senza alcun effetto.

Dietro questa scelta è evidente la volontà di questo governo di continuare a fidare nelle logiche del mercato e del profitto, le stesse che hanno prodotto il declino economico e produttivo del paese, sei milioni di disoccupati reali e condannato milioni di persone, specie donne e giovani a lavori precari con tutele sempre più scarse e salari da fame.

Non è un caso che il governo non abbia uno straccio di politiche industriali, che di fronte ai rischi enormi che la rivoluzione  della mobilità in atto produrrà sul settore dell’auto e sulla componentistica, nel Pnrr non se ne parli nemmeno.

Salutiamo positivamente  e sosteniamo le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici della Gkn, della Gianetti e ora della timken, ma non si può continuare a difendere una fabbrica alla volta con lotte parziali come avviene da tempo.

Ai piani di ristrutturazione globale del sistema produttivo ai danni dei lavoratori  bisogna rispondere con la ripresa di grandi lotte unitarie per affermare il primato del lavoro e delle persone rispetto ai profitti; per una riconversione ambientale delle produzioni che abbia al centro un grande piano per l’occupazione fondato sulla  riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, il rilancio del pubblico, più diritti per tutte e tutti.

Antonello Patta, Responsabile nazionale lavoro
Fabbrizio Baggi, Segretario della Lombardia
Partito della Rifondazione Comunista /Sinistra Europea

Rifondazione: militare egiziano a La Spezia fugge dopo tentata violenza. Per destre e governo gli affari coprono ogni delitto

Pubblicato il 14 apr 2021

“Dei dittatori abbiamo bisogno”, lo diceva il presidente Draghi a proposito di Erdogan ma questo vale per ogni regime con cui si hanno vantaggiosi rapporti commerciali.

A qualsiasi costo, al punto che un militare del regime di Al Sisi, venuto dall’Egitto per il ritiro di una delle fregate Fremm, vendute dalle nostre “prestigiose aziende”, ha potuto tentare una violenza nei confronti di una ragazza e, sapendosi denunciato, partire indisturbato sfuggendo alla giustizia. Il dittatore che ha fatto torturare e uccidere Giulio Regeni, che detiene illegalmente Patrick Zaki, studente all’Università di Bologna, che reclude 60 mila detenuti politici è intoccabile e come lui lo sono i suoi dipendenti.

Governo italiano, ministero degli Affari esteri e della Difesa chiariscano i fatti.

Nel notare come la Lega, partito in maggioranza, tanto pronto a gridare all’”allarme sicurezza” quando i presunti colpevoli di reati sono “immigrati”, o addirittura a condannare a priori chi cerca salvezza sulle coste italiane, stavolta taccia.

La violenza sulle donne è il punto cardine di una cultura patriarcale trasversale, in ogni angolo del mondo, chiunque, maschio, ne è colpevole, non merita attenuanti ne protezioni in nome degli affari di Stato.

Che governo e il parlamento – oggi si dovrebbe votare la cittadinanza italiana a Patrick Zaki – prendano impegno tanto a riportare Patrick nel nostro paese, quanto a far estradare e portare in giudizio chi ha tentato uno stupro e chi è responsabile dell’uccisione di Giulio Regeni.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Veruschka Fedi Segretaria provinciale La Spezia, PRC-S.E.

Oltre la provvisorietà

Pubblicato il 12 apr 2021

Loredana Fraleone*

Gli scienziati hanno individuato, ormai da anni, le cause della diffusione di nuovi patogeni pericolosi, che si sviluppano a causa del cambiamento climatico, l’urbanizzazione, l’invadenza di ambienti naturali e l’avvicinamento delle popolazioni agli animali selvatici, gli allevamenti intensivi, gli scambi internazionali sempre più intensi.

Il premio Nobel Joshua Lederberg, rettore della Rockefeller University ha dichiarato: “L’unica più grande minaccia al continuo predominio dell’uomo sul pianeta è il virus”.

Che questi avvertimenti non siano stati ascoltati fino alla diffusione del coronavirus, è un fatto grave, ma lo è ancora di più che la pandemia venga affrontata, non solo in Italia, come fosse un evento eccezionale, quando ormai innumerevoli studi prevedono altre diffusioni di virus sconosciuti. Siamo di fronte a una colpevole rimozione di eventi prevedibili e soprattutto delle cause che sono alla base di questi fenomeni. La ricerca del profitto, si sa, non si mette in discussione di fronte a niente e non guarda al futuro, l’accumulazione si fa qui e ora.

I guardiani del profitto, infatti, di centrodestra e di centrosinistra, stanno mettendo in campo provvedimenti parziali ed estemporanei, pur di non mettere in discussione un modello di società che fa acqua da tutte le parti, come dimostra anche la vicenda dei brevetti sui vaccini. Da qui la necessità e la possibilità che si sviluppino movimenti, che partendo magari da aspetti specifici mettano in discussione questo modello e ne contrastino l’andamento disastroso. Vi sono alcuni segnali in questa direzione, in particolare rispetto alla sanità e alla scuola, dove le contraddizioni e la confusione della gestione nazionale e regionale appaiono più evidenti e lesive di diritti percepiti ancora come universali.

Da un anno a questa parte vi sono stati provvedimenti improntati alla provvisorietà, che non solo non fanno i conti con gli scenari futuri, ma non soddisfano, per quanto riguarda le scuole in particolare, neanche la sicurezza di chi le frequenta, dagli alunni e studenti al personale docente e ATA, stante l’assenza di provvedimenti strutturali. Il composito movimento che si è sviluppato sulla scuola ha rischiato e rischia di dividersi su bisogni apparentemente contrapposti, quello della sicurezza e quello della didattica in presenza, elementi da tenere saldamente insieme, valorizzando le comuni rivendicazioni, sulle risorse, la riduzione del numero degli alunni per classe, l’edilizia, i trasporti e quant’altro.

Dallo scorso anno circolano piattaforme che hanno in comune questi punti fondamentali, sui quali è veramente possibile costruire un fronte molto largo, che potrebbe comprendere i sindacati confederali e quelli di base, anche se il credito concesso a Draghi, da parte dei primi, sembra un ostacolo di non poco conto al momento. Prezioso è il lavoro di tutti i soggetti associativi che non si sono lasciati narcotizzare dall’esponente del capitale alla guida del governo e dal ministro di fede confindustriale. Questa terribile pandemia ci sta mostrando che se chi detiene il potere economico e politico continua ad agire ancora indisturbato, è perché è riuscito a dividere chi avrebbe interessi comuni, ad addormentare le coscienze, a diffondere un senso d’impotenza. È con l’unità e con la lotta che si può invertire la devastante tendenza in atto. Dovremmo riflettere a fondo su questo e non cadere nella trappola del tutti a scuola nessuno a scuola, mettendo oggettivamente in subordine le misure indispensabili per una scuola davvero sicura e il rilancio della sua efficacia per garantire il diritto allo studio per tutte e tutti.

*Responsabili Scuola Università Ricerca PRC/SE

RIFONDAZIONE: VIA LIBERA ALLE TRIVELLE CON IL MINISTRO DELLA FINZIONE ECOLOGICA. E’ PER FARE QUESTO CHE GRILLO HA DETTO SI A DRAGHI?

Come avevamo previsto la transizione ecologica era solo fuffa.

Ha ragione il Forum H20 che propone di ribattezzare quello di Cingolani come Ministero della Finzione Ecologica.

Il neo ministro dà il via libera a nuovi 11 pozzi di idrocarburi.

Ma non dovremmo ridurre l’utilizzo di fonti fossili per combattere il mutamento climatico?

Sorge una domanda: è per fare queste cose che Grillo ha detto sì al governo Draghi?

Dopo aver abbandonato la lotta No Tav in Val di Susa e quella No Tap in Puglia ora è la volta di quella no triv?

Non diciamo niente al PD che è sempre stato dalla parte dei petrolieri, con o senza Renzi. Ricordate lo Sblocca Italia?

Maurizio Acerbo, segretario nazionale 

Elena Mazzoni, responsabile ambiente

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

ACERBO (PRC-SE): NESSUNA SOLIDARIETA’ A URSULA CHE VA DA ERDOGAN A TRATTARE POLITICHE DISUMANE

La cosa più agghiacciante non è che il fascista Erdogan faccia accomodare Ursula von der Leyen sul divano ma che l’Unione Europea intenda ancora rifinanziare il regime turco per tenere i profughi lontani dalle proprie frontiere.

La Fortezza Europa – con l’esternalizzazione della repressione dei flussi migratori – è una creazione della grande coalizione dei “responsabili” e dei “moderati” che sono responsabili di politiche disumane.

Le galere della Turchia sono piene di prigionieri politici, i territori curdi sono stati devastati dal terrorismo di stato, la Turchia ha persino invaso il territorio siriano e Ursula von der Leyen va a far visita al satrapo turco?

Proprio Erdogan che fa caricare e arrestare le femministe l’8 marzo e si ritira dalla Convenzione di Istanbul?

Proprio Erdogan che sta per mettere fuorilegge il partito di opposizione HDP?

Decisamente nessuna solidarietà a Ursula von der Leyen. Il 26 aprile andrò in Turchia a esprimere la mia solidarietà alle donne e agli uomini dell’HDP che combattono ogni giorno per la democrazia.

Trovo francamente fuori luogo anche l’indignazione di Laura Boldrini che più che per il divano dovrebbe prendere le distanze dagli accordi con Libia e Turchia dei governi che sostiene con il suo partito.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Presentazione: Le vie dei farmaci

Rosa Rinaldi

Grazie agli autori Michele Mellara e Alessandro Rossi vi proponiamo la visione gratuita, dal 7 al 12 aprile, di un film/documentario che pur prodotto nel 2007 sembra girato oggi! Parla di brevetti diritti di proprietà sui farmaci e sulla salute, ci spiega la grande speculazione economica operata dalle multinazionali del farmaco sulle mostre vite. “Le vie dei farmaci”, questo il titolo del film, suggeriamo di vederlo per intero nei 52 minuti di durata, parla del potere di Big Pharma, di come l’accesso alle cure, anche per malattie facilmente curabili, venga trattato come un immenso business in cui non conta la salute delle persone ma unicamente le disponibilità economiche dei paesi in cui vivono. Una denuncia che, dopo oltre un anno di pandemia, svela i meccanismi infernali per cui su farmaci e vaccini vengono fatti valere i brevetti, un monopolio che tratta la salute e la vita come una merce qualunque una sorta di prelazione che decide chi ha accesso alle cure e chi no. Per questo partecipiamo alla campagna: “O i brevetti o la vita” per questo vi chiediamo di firmare la petizione europea noprofitonpandemic.eu! Questo è un film che, certo, fa indignare ma rende tutti e tutte consapevoli di quale sia la posta in gioco.

REGALO DI PASQUA DAL GOVERNO, 17 MILIARDI PER LE ARMI NEL RECOVERY FUND

Dentro l’uovo di pasqua di governo e maggioranza – ma l’opposizione di FdI sarà certamente entusiasta – le italiane e gli italiani troveranno un bel regalo.

Le commissioni parlamentari di Camera e Senato hanno dato il via libera alla destinazione di ben 17 miliardi del Recovery Fund in armamenti.

Va detto che è una scelta in parte ereditata dal governo Conte e non ci si poteva aspettare che la mettesse in discussione un uomo della Nato come Draghi.

Si tratta di 17 miliardi sottratti a sanità, scuola, servizi sociali, messa in sicurezza del territorio, trasporto pubblico, case popolari e mille altre esigenze sociali.

Non era meglio destinare questa somma alle tante piccole imprese che stanno chiudendo?

Non si dovrebbero aumentare il numero delle terapie intensive o impiantare un’industria farmaceutica pubblica capace di produrre vaccini come fa la piccola Cuba invece che sovvenzionare la produzione di strumenti di morte?

Come al solito una scelta condivisa dalla destra e dal PD, dettata dall’assoluta subalternità delle forze politiche al governo agli imperativi che giungono dagli USA e dalla NATO oltre che dalla lobby dell’industria bellica.

Questa insensata spesa militare è un’offesa ai valori della pace e della Costituzione.

Non si ricostruisce l’Italia con le armi.

Tutte le chiacchiere di rossi e verdi sulla convergenza col PD si fondano sulla rimozione della realtà del concrete scelte programmatiche e, lo scriviamo con rispetto, risultano essere operazioni di greenwashing.

Maurizio Acerbo , segretario nazionale

Gregorio Piccin, responsabile pace

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

#pasqua2021#regalidipasqua#RecoveryFund
#PNRR#dalfondentealcontante#RifondazioneComunista