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È MORTO IL COMPAGNO CITTO MASELLI

Pubblicato il 21 mar 2023

Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito.

Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile.

Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione.

Dopo lo scioglimento del PCI, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno.

Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale.

Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

PRESE IN GIRO

26 Febbraio 2023

Maurizio Acerbo

Enrico Letta ci comunica che

“Ho chiesto che i seggi per le #primariepd2023 espongano 🏳️‍🌈 e 🇺🇦. A testimoniare il nostro impegno per la pace e al fianco, sempre, dell’aggredito”.

Sarebbe assai più onesto e rispettoso dell’intelligenza di cittadine e cittadini esporre la bandiera della NATO davanti a quelle sedi.

Siamo di fronte all’ennesima presa in giro da parte di un partito che si è caratterizzato per la totale identificazione con l’aumento delle spese militari e le politiche di guerra e riarmo della NATO.

Il PD è talmente guerrafondaio che ha preferito perdere le elezioni che allearsi con chi metteva in dubbio la scelta di proseguire con l’invio di armi.

È talmente allineato con gli USA che si complimenta continuamente con Meloni per aver proseguito nello schieramento del paese sulle posizioni di oltranzismo NATO.

Il PD è NATO, come raccontano i cablo di Wikileaks sull’entusiasmo degli USA nel 2008, per garantire che i governi di “centrosinistra” non fossero più condizionati da sinistra pacifista.

Il PD porta grandi responsabilità nella crisi ucraina avendo sostenuto acriticamente Euromaidan facendo finta di non vedere i gruppi paramilitari di estrema destra.

Che il Pd sia sempre dalla parte dell’aggredito non ci sembra proprio visto che è il partito che si è schierato, sul palco con la destra, dalla parte di Israele anche quando Netanyahu bombardava Gaza.

Il PD è talmente guerrafondaio che nessuna/o alle primarie si è candidata/o proponendo lo stop all’invio di armi.

Sulla guerra, fino all’arrivo di Giorgia Meloni, il PD è riuscito a battere la destra che nel militarismo ha uno dei suoi valori fondanti.

Ricordate quando Berlusconi titubava sulla guerra alla Libia come il PD insistette per partecipare ai bombardamenti?

L’identificazione del PD con i “socialisti” europei della razza di Blair e Stoltenberg e con il Partito democratico USA ha rappresentato una rottura con la tradizione di lotta per la pace e il disarmo e per il superamento dei blocchi militari di Enrico Berlinguer, Willy Brandt, Olof Palme.

Dalle ceneri del partito che guidò il movimento contro l’istallazione degli euromissili a Comiso è nato per inesorabile involuzione il partito che ha trasformato l’Italia, in totale accordo con la destra, nella piattaforma militare per le guerre degli USA nel Mediterraneo.

Quelle bandiere della pace davanti alle sedi del PD rappresentano in maniera visibile l’ennesimo tentativo di egemonizzare e di assumere la rappresentanza di tutto ciò che nega con la sua politica.

Il PD fa la guerra ma vuole occupare lo spazio della pace, fa le leggi contro lavoratrici e lavoratori ma pretende di occupare lo spazio della sinistra, ha svuotato la democrazia costituzionale ma pretende di rappresentare l’argine contro la destra che ha vinto grazie alla legge elettorale che il Pd ha voluto.

L’appropriazione indebita della bandiera della pace è l’ennesima presa in giro cinica e spregiudicata.

Solo l’autonomia e la rottura dei movimenti per la pace con il PD può dare efficacia alla lotta contro la guerra nel nostro paese.

Le bandiere della pace portiamole oggi nelle piazze dove si chiede lo stop all’invio di armi, il taglio delle spese militari, il cessate il fuoco e la trattativa.

Disertiamo i partiti della guerra.

Unione Popolare contro la guerra e per la pace

7 Febbraio 2023

Concludiamo la campagna elettorale
Continuiamo la campagna contro la guerra.
Unione Popolare è l’unica forza politica in questa tornata elettorale che si è sempre espressa, senza ambiguità, contro la guerra e l’economia di guerra imposta prima dal governo Draghi e poi in perfetta continuità dal governo Meloni.
È per questo che abbiamo deciso di concludere la nostra campagna elettorale rilanciando su una campagna contro la guerra e le servitù militari, per la pace e la giustizia sociale!

H 17.30 concentramento in porta Genova per corteo
H 19 interverranno:

Mara Ghidorzi X Unione Popolare
Maurizio Acerbo
Giuliano Granato

#stopwar
#stopinvioarmi
#UnionePopolare
#regionaliLombardia2023

RUSSIA TERRORISTA COME USA E NATO. PARLAMENTO EUROPEO VOTA PER GUERRA

23 Novembre 2022

Rifondazione Comunista condanna la risoluzione approvata oggi dal parlamento europeo su proposta di parlamentari dei gruppi di estrema destra, centrodestra e liberali, ma col voto favorevole anche del gruppo “socialista” e dei “verdi”.

Classificare la Russia come “Stato Terrorista” significa scegliere la via della guerra a oltranza.

La risoluzione chiude le porte alla trattativa e alla ricerca di una soluzione pacifica.

È una scelta anche ipocrita perché tutto ciò che si imputa alla Russia è stato praticato dagli USA e dalle potenze europee. Non sono poi nemmeno paragonabili il numero delle vittime civili delle guerre occidentali con quelli causati finora dai russi.
Questa finta indignazione contrasta con l’assenza di risoluzioni analoghe per alleati come la Turchia o l’Arabia Saudita.

L’emendamento dei Verdi, ormai partito del militarismo Nato, che criminalizza chi dissente sulle ricostruzioni unilaterali della guerra in Ucraina imita le norme in vigore in Russia e Ucraina.

La richiesta di escludere una potenza nucleare come la Russia dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è una follia.

Quella di chiudere i centri di cultura russa un’aberrazione.

Ringraziamo i parlamentari del nostro gruppo La Sinistra e di altre formazioni che non hanno votato questa vergognosa risoluzione.

*Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista, coordinamento Unione Popolare

Acerbo (PRC-UP): Meloni programma guerrafondaio, neoliberista, confindustriale, allineato con i poteri forti. Niente su precarietà e emergenza casa, sanità e scuola pubblica

26 Ottobre 2022

Dall’ampio discorso programmatico di Giorgia Meloni si ricava che il governo non intende disturbare alcun potentato. Sarà un governo allineato con Nato e Confindustria, persino disciplinato nell’Eurozona che poco tempo fa Meloni e Salvini volevano sciogliere.

Il programma è tipicamente neoliberista e in sintonia con Calenda, Renzi e almeno mezzo PD.

Colpisce che in un’ora e venti Meloni non abbia nemmeno citato la precarietà del lavoro o l’emergenza casa con migliaia di sfratti e 600.000 famiglie aventi diritto in attesa di un alloggio popolare.

Nemmeno una parola sul rilancio del pubblico, in particolare della sanità e della scuola che evidentemente ci si prepara ad un ulteriore sostegno ai privati.

Sulle pensioni nessun impegno per la cancellazione della legge Fornero.

Sulle tasse nessuna riforma che ne faccia pagare di più ai ricchi. Scontate, dopo le affermazioni di ministri non ancora in carica come Salvini e Piantedosi, i violenti programmi antimmigrazione, peraltro difficilmente perseguibili. Si rinnova il tentativo di realizzare hotspot (di detenzione) nei Paesi del Nord Africa, per selezionare chi ha diritto a chiedere asilo e chi deve essere abbandonato a se stesso

Un programma di attacco alla Costituzione del 1948 con presidenzialismo e autonomia differenziata.

Per quanto riguarda la ricostruzione storica della destra democratica puro revisionismo sugli ani ’70 presentati come un’epoca in cui c’era una destra democratica dimenticando le collusioni con lo stragismo e le trame nere e che il MSI invocava il colpo di stato per impedire al PCI di Berlinguer di andare al governo.

Sull’impegno antimafia c’è solo da ridere perché ci vuole davvero una faccia tosta per raccontare di essere diventata una militante di destra dopo la morte di Borsellino per andare a sostenere Berlusconi e Dell’Utri.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, coordinamento di Unione Popolare

Rifondazione: “avanti con l’Unione Popolare”

Pubblicato il 26 set 2022

“Il risultato elettorale di ieri è stato al di sotto delle aspettative e delle nostre potenzialità ma le nostre ragioni restano valide.

Per questo il nostro partito deve lavorare affinché il progetto politico nato solo il 9 luglio, cresca, si radichi nei territori, sia protagonista nei conflitti e riesca a farsi conoscere anche laddove non è riuscito ad arrivare.

L’Italia di oggi sarà in mano ad una destra nazionalista che proseguirà a garantire gli interessi delle fasce più ricche, a sostenere le ragioni di una orrida guerra, a garantire fedeltà alla NATO. Gli eredi di Mussolini, 100 anni dopo, vanno al potere grazie soprattutto alle scelte politiche del Partito Democratico e dei suoi alleati che hanno portato unicamente ad un peggioramento delle condizioni di vita di chi lavora o non ha reddito.

Come nel resto d’Europa, quando le forze che si dichiarano progressiste attuano politiche neoliberiste spietate, le persone o si allontanano dalla politica (si registra il minor tasso di partecipazione al voto dal dopoguerra), o si collocano in una destra che lancia promesse destinate ad essere smentite.

Contro entrambi gli schieramenti, per un Paese in cui si spendano risorse per sanità, scuola, servizi e non per armare gli eserciti o per contribuire a distruggere il pianeta, bisogna costruire una vera e propria resistenza sociale e politica.

Unione Popolare è l’inizio di questo percorso di cui Rifondazione Comunista vuole essere protagonista attiva.

Ringrazio le compagne e i compagni che, con ogni mezzo, si sono spesi in questa breve ma faticosissima campagna elettorale.

Da oggi si ricomincia, aggregando nuove forze e costruendo quella partecipazione reale che la democrazia italiana non garantisce più”

Dichiarazione di Maurizio Acerbo, Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea

Se gli operai votano a destra la colpa è della finta “sinistra”

30 Agosto 2022

Maurizio Acerbo

Susanna Camusso è passata alla storia per essersi opposta alla #leggeFornero con 3, sottolineo tre, ore di sciopero. Questa foto della sua risata girò molto su internet. Mentre milioni di lavoratrici e lavoratori si facevano i conti e si incazzavano, uscì questa foto che non dava l’idea di un clima di scontro che infatti non vi fu. All’incontro c’erano anche Letta e Bersani che la legge la votarono. Non a caso LeU 5 anni fa non aveva in programma l’abolizione della Fornero nonostante fosse candidato anche Giorgio Airaudo oggi intervistato dal quotidiano torinese La Stampa.

Ora Camusso è candidata col Pd.
Intanto gli operai di #Mirafiori, secondo quanto riferisce La Stampa, voteranno in maggioranza a destra.

Un operaio spiega che almeno la destra propone #quota41 mentre il centrosinistra ha le facce di Fornero e Cottarelli.

Finché i media racconteranno che ‘la sinistra’ sono il PD e i suoi satelliti non lamentatevi se gli operai finiscono a destra.

In realtà Giorgia Meloni e Berlusconi votarono la legge Fornero ma nell’immaginario è il PD a intestarsi queste politiche antipopolari.

Salvini ha condotto per anni una campagna sulle #pensioni e contro Fornero. Molto fumo e poco arrosto perché poi insieme a Conte e M5S hanno tradito la promessa di abolirla limitandosi a fare #quota100 già scaduta. Ma la parte almeno l’hanno recitata.
Invece il PD difende una “riforma” che ha fatto dell’Italia il paese con l’età pensionabile più alta d’Europa.

Un’operaio dice: “ho cominciato a lavorare a 20 anni. Oggi sarei in pensione già da due. Sa di chi è la colpa? Della Fornero, che ci costringe a andare in pensione con 42 anni di contributi e 67 di età. La Fornero mi ha tolto 7 anni di pensione e mi ha regalato altri 7 anni di lavoro in linea. Perché dovrei votare per quelli lì?”.

Gli operai hanno il diritto di farsi i conti come fanno i gruppi sociali benestanti e i capitalisti che tutta la politica oggi serve e vezzeggia.

Nelle interviste tanta confusione ma si può criticare una classe che ha perso punti di riferimento e che ha ricevuto tante fregature?

Lo stesso sindacato è stato spesso troppo tenero e anche complice con i governi Pd e prima Ds. Fortunatamente la Cgil non è stata e non è solo Camusso e se esprimo questa critica è proprio perché ci tengo alla più grande organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. La sua autonomia è fondamentale. Il rapporto col Pd un problema enorme.

In Francia la Cgt e gli altri sindacati non hanno fatto sconti ai governi di Hollande e Macron. Contro le riforme del lavoro e delle pensioni ci sono stati scioperi generali, articolati, generalizzati che hanno polarizzato la società.

In questo mare è emersa una sinistra alternativa al centrosinistra neoliberista e padronale. Melenchon ha martellato contro i “socialisti” per anni.

Però alle ultime presidenziali l’avanzata della Le Pen è stata stoppata proprio da questa nuova sinistra popolare guidata da Melenchon che alle legislative ha tolto il secondo posto alla destra e ha raccolto i voti di lavoratori, giovani e periferie.

Noi in questi anni abbiamo resistito controcorrente per tenere aperta questa prospettiva anche in Italia.

I nostri compagni di Rifondazione davanti ai cancelli di Mirafiori hanno continuato a andarci ma gli operai non mi stupisce che non ci percepiscano come un’alternativa.

Non ci vedono in TV da anni e quindi non esistiamo, non appariamo una forza.

E da anni viviamo in un clima segnato dal cloroformio che il Pd produce sul conflitto sindacale. Non abbiamo un mare in cui nuotare.

Durante il governo Monti facemmo due manifestazioni in 50.000 a Roma contro il governo.
Raccogliemmo anche le firme per un referendum.

Ma noi siamo oscurati dalle TV, soprattutto dalle trasmissioni di centrosinistra.

Il risultato è che il no alla Fornero se l’è intestato prima Salvini e ora persino Giorgia Meloni che l’ha votata.

Con l’Unione Popolare riproviamo a costruire uno spazio unitario a #sinistra perché non ci rassegniamo a un paese in cui gli operai di linea debbono sperare che vinca una fascista per poter andare in pensione con 41 anni di contributi.

Noi, come #Melenchon, proponiamo che a 60 anni si deve poter andarci e senza penalizzazioni.

Cerchiamo di ricostruire la forza che serve per cambiare le cose.

Un successo elettorale di Unione Popolare ridarebbe voce in parlamento e nei media al punto di vista operaio.

#UnionePopolare

Acerbo (Prc-Se): tutta Italia deve dire grazie alla famiglia di Stefano Cucchi

Pubblicato il 5 apr 2022

Rifondazione Comunista esprime soddisfazione per la conferma delle condanne per omicidio preterintenzionale nei confronti dei carabinieri responsabili della morte di Stefano Cucchi.

Tutta l’Italia democratica deve dire grazie alla sorella Ilaria, ai suoi genitori, all’avvocato Fabio Anselmo senza i quali questa sentenza non ci sarebbe stata.

Si è trattato di un caso tragico di abuso di potere. Si è trattato, altresì, di una brutta vicenda di depistaggio e di chiusura corporativa e antidemocratica per farla passare liscia ai colpevoli del delitto più grave: l’uccisione di un uomo. Bisogna dire grazie anche a carabinieri come Riccardo Casamassima che hanno testimoniato rompendo il clima di omertà dentro l’Arma e subendo anche ritorsioni.

Nella loro lotta per la verità e la giustizia Ilaria e i suoi genitori hanno dovuto anche subire gli inaccettabili insulti e i tentativi di delegittimazione da parte di esponenti politici di primo piano della destra.

Ora è fatta giustizia, ma dobbiamo continuare la lotta per lo stato di diritto senza zone di impunità incompatibili con la nostra Costituzione.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Inflazione al 4,8%, ridateci la scala mobile

4 Febbraio 2022

Con un’inflazione al 4,8% lavoratrici e lavoratori vedono decurtati salari che già sono tra i più bassi in Europa. E’ ora di reintrodurre la scala mobile per fare fronta al carovita e difendere il potere d’acquisto delle classi popolari. E’ indispensabile un meccanismo di recupero automatico annuale dell’inflazione reale, una nuova scala mobile che tuteli anche il lavoro precario.

Le lavoratrici e i lavoratori più giovani, forse neanche lo ricorderanno ma dal 1945 al 1992 in Italia c’era la scala mobile, un meccanismo di adeguamento di salari e pensioni al costo della vita.
Fu introdotta dopo la Liberazione grazie alla forza che avevano le sinistre e la Cgil guidata da Giuseppe Di Vittorio nei confronti di un padronato ancora debole perché era stato complice e sponsor del regime fascista.

La scala mobile divenne bersaglio del primo taglio nel 1984 da parte del governo Craxi con l’accordo di Cisl e Uil. Fu l’ultima battaglia di Enrico Berlinguer quella per un referendum che fu sconfitto nel 1985. L’economista Federico Caffè si schierò in difesa di questo strumento.

Fu abolita dopo lo scioglimento del PCI quando gli ex-comunisti spinsero tragicamente la Cgil verso una linea di concertazione e di cedimento al governo Amato e a Confindustria che avrebbe inaugurato una lunga stagione di ritirata e perdita di diritti.

Anche per questo l’Italia è diventata l’unico paese europeo in cui il monte salari complessivo è diminuito dal 1990.

Rifondazione Comunista ha sempre proposto la reintroduzione della scala mobile e nel 2006 raccogliemmo le firme per una legge di iniziativa popolare che prevedeva di tutelare anche il lavoro precario. E’ ora di rilanciare questa rivendicazione insieme all’introduzione di un salario minimo orario legale di 10 euro e alla cancellazione delle leggi che hanno precarizzato il lavoro.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Antonello Patta, Responsabile lavoro, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea