30 Agosto 2022
Maurizio Acerbo
Susanna Camusso è passata alla storia per essersi opposta alla #leggeFornero con 3, sottolineo tre, ore di sciopero. Questa foto della sua risata girò molto su internet. Mentre milioni di lavoratrici e lavoratori si facevano i conti e si incazzavano, uscì questa foto che non dava l’idea di un clima di scontro che infatti non vi fu. All’incontro c’erano anche Letta e Bersani che la legge la votarono. Non a caso LeU 5 anni fa non aveva in programma l’abolizione della Fornero nonostante fosse candidato anche Giorgio Airaudo oggi intervistato dal quotidiano torinese La Stampa.
Ora Camusso è candidata col Pd.
Intanto gli operai di #Mirafiori, secondo quanto riferisce La Stampa, voteranno in maggioranza a destra.
Un operaio spiega che almeno la destra propone #quota41 mentre il centrosinistra ha le facce di Fornero e Cottarelli.
Finché i media racconteranno che ‘la sinistra’ sono il PD e i suoi satelliti non lamentatevi se gli operai finiscono a destra.
In realtà Giorgia Meloni e Berlusconi votarono la legge Fornero ma nell’immaginario è il PD a intestarsi queste politiche antipopolari.
Salvini ha condotto per anni una campagna sulle #pensioni e contro Fornero. Molto fumo e poco arrosto perché poi insieme a Conte e M5S hanno tradito la promessa di abolirla limitandosi a fare #quota100 già scaduta. Ma la parte almeno l’hanno recitata.
Invece il PD difende una “riforma” che ha fatto dell’Italia il paese con l’età pensionabile più alta d’Europa.
Un’operaio dice: “ho cominciato a lavorare a 20 anni. Oggi sarei in pensione già da due. Sa di chi è la colpa? Della Fornero, che ci costringe a andare in pensione con 42 anni di contributi e 67 di età. La Fornero mi ha tolto 7 anni di pensione e mi ha regalato altri 7 anni di lavoro in linea. Perché dovrei votare per quelli lì?”.
Gli operai hanno il diritto di farsi i conti come fanno i gruppi sociali benestanti e i capitalisti che tutta la politica oggi serve e vezzeggia.
Nelle interviste tanta confusione ma si può criticare una classe che ha perso punti di riferimento e che ha ricevuto tante fregature?
Lo stesso sindacato è stato spesso troppo tenero e anche complice con i governi Pd e prima Ds. Fortunatamente la Cgil non è stata e non è solo Camusso e se esprimo questa critica è proprio perché ci tengo alla più grande organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori italiani. La sua autonomia è fondamentale. Il rapporto col Pd un problema enorme.
In Francia la Cgt e gli altri sindacati non hanno fatto sconti ai governi di Hollande e Macron. Contro le riforme del lavoro e delle pensioni ci sono stati scioperi generali, articolati, generalizzati che hanno polarizzato la società.
In questo mare è emersa una sinistra alternativa al centrosinistra neoliberista e padronale. Melenchon ha martellato contro i “socialisti” per anni.
Però alle ultime presidenziali l’avanzata della Le Pen è stata stoppata proprio da questa nuova sinistra popolare guidata da Melenchon che alle legislative ha tolto il secondo posto alla destra e ha raccolto i voti di lavoratori, giovani e periferie.
Noi in questi anni abbiamo resistito controcorrente per tenere aperta questa prospettiva anche in Italia.
I nostri compagni di Rifondazione davanti ai cancelli di Mirafiori hanno continuato a andarci ma gli operai non mi stupisce che non ci percepiscano come un’alternativa.
Non ci vedono in TV da anni e quindi non esistiamo, non appariamo una forza.
E da anni viviamo in un clima segnato dal cloroformio che il Pd produce sul conflitto sindacale. Non abbiamo un mare in cui nuotare.
Durante il governo Monti facemmo due manifestazioni in 50.000 a Roma contro il governo.
Raccogliemmo anche le firme per un referendum.
Ma noi siamo oscurati dalle TV, soprattutto dalle trasmissioni di centrosinistra.
Il risultato è che il no alla Fornero se l’è intestato prima Salvini e ora persino Giorgia Meloni che l’ha votata.
Con l’Unione Popolare riproviamo a costruire uno spazio unitario a #sinistra perché non ci rassegniamo a un paese in cui gli operai di linea debbono sperare che vinca una fascista per poter andare in pensione con 41 anni di contributi.
Noi, come #Melenchon, proponiamo che a 60 anni si deve poter andarci e senza penalizzazioni.
Cerchiamo di ricostruire la forza che serve per cambiare le cose.
Un successo elettorale di Unione Popolare ridarebbe voce in parlamento e nei media al punto di vista operaio.
#UnionePopolare