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Gli americani…

20 Aprile 2022

“Gli Americani non si stancheranno mai di fomentare l’odio, scatenare le guerre e sterminare gli innocenti.

Essi vogliono il predominio sul mondo.

Creeranno nuovi poveri e nuovi schiavi pur di conservare i loro privilegi.

Mentiranno e faranno ricadere le colpe su altri, mentre commetteranno le peggiori nefandezze di questo mondo, pur di raggiungere il proprio profitto.”

Ernesto Che Guevara

9 ottobre 1967. Il Compagno Ernesto Che Guevara veniva assassinato dai militari boliviani guidati da un agente della C.I.A.

CALENDARIO DEL POPOLO

9 ottobre 2021

Giuseppe Abbà

Quel giorno, nel villaggio di La Higuera in Bolivia veniva ucciso il Che, catturato il giorno prima durante un violento combattimento.

L’emozione nel Mondo, soprattutto tra i giovani, fu enorme. Che Guevara era diventato il simbolo della lotta rivoluzionaria per cambiare un mondo ingiusto.
Il giovane Ernesto, nato a Rosario, in Argentina, il 14 giugno 1928, nei suoi viaggi attraverso l’America Latina assieme all’amico Alberto Granado, si rese conto della tragica realtà del continente sudamericano: fame, malattie, analfabetismo, rapina delle risorse e sfruttamento spietato da parte delle multinazionali degli Stati Uniti con la complicità dei governi locali.

Maturò in questo modo convinzioni marxiste, comuniste. Giunse in Guatemala dove sostenne il governo di Jacobo Arbenz, un progressista che aveva “osato” nazionalizzare le immense proprietà della “United Fruit” per potere aiutare i contadini poveri del proprio Paese.

Nel 1954 gli Stati Uniti abbatterono il governo Arbenz con un’invasione di mercenari. Ernesto Guevara dovette riparare in Messico dove conobbe gli esuli cubani, Fidel Castro e Raul Castro. Si unì a loro nella spedizione del “Granma” che il 2 dicembre 1956 approdò sulla costa cubana di Oriente.

Dopo la prima sconfitta ad opera delle truppe del dittatore Batista, i superstiti raggiunsero la Sierra Maestra. Si sviluppò la guerriglia che ottenne l’ appoggio dei contadini. Dopo due anni di combattimenti, tra cui l’epica battaglia di Santa Clara, diretta dal Che, la guerriglia trionfò il 2 gennaio 1959.

Fu effettuata una vasta riforma agraria e Cuba si avviò, nonostante le aggressioni e il blocco ( che dura tutt’ora) degli Stati Uniti, verso il socialismo.
Il Che, dopo aver fatto il Presidente della Banca Nazionale e il Ministro dell’Industria, dopo 5 anni lascia Cuba, annunciando che “altre terre del Mondo reclamano i suoi modesti sforzi”. Con l’aiuto cubano si reca clandestinamente nel Congo (1965) per aiutare i guerriglieri lumumbisti, ma la guerra popolare non riesce a svilupparsi. Il Che si ritira per qualche tempo a Praga, quindi ritorna per qualche tempo a Cuba, senza che la cosa venga resa nota.

Riparte per la Bolivia dove, purtroppo, la guerriglia insediata nella Selva, viene accerchiata e sconfitta.
Che Guevara fu un esempio di internazionalismo proletario.
Ricordiamolo con le parole pronunciate da Fidel Castro: “il Che non è caduto difendendo altri interessi, altra causa che la causa degli sfruttati e degli oppressi di questo continente. La causa per cui il Che è morto è la causa degli umili di questa Terra”.
Ricordiamolo anche con le parole della canzone cubana “Guantanamera “( versi di José Marti’): “con los pobres de la Tierra quiero yo mi suerte echar” (con i poveri della Terra voglio lanciare la mia sorte).