Tag: #Giorgio Riolo

Ciclo di incontri del Collettivo Culturale Rosa Luxemburg di Vigevano

4 Gennaio 2023

Ciclo di incontri

LA MEMORIA STORICA NECESSARIA

PER LA PROSPETTIVA DEL PRESENTE E DEL FUTURO POSSIBILE

IN ITALIA E NEL MONDO

Un breve ciclo di incontri per esercitare la memoria e per rievocare alcuni passaggi

importanti nella storia italiana e nel mondo. Per conoscere e per agire.

L’antifascismo, la giustizia sociale e la giustizia ambientale come premessa per un

mondo di pace.

Vigevano – Biblioteca Civica Lucio Mastronardi

Corso Cavour 82

– sabato 21 gennaio 2023 – ore 15.30

Gli occhi nelle lacrime. La strage nazifascista di Vinca (Massa-Carrara) del 1944

introduce

Massimiliano Farrell (presidente Anpi Mortara)

Lettura a due voci di Susanna Baldi e di Laura Giannanti

Presentazione del racconto di Susanna Baldi, Gli occhi nelle lacrime

– sabato 18 febbraio 2023 – ore 15.30

Memoria e futuro. La pace e il disarmo e la costruzione della Rete per l’Educazione

alla Terrestrità

intervengono

Fabrizio Cracolici, Alfonso Navarra, Laura Tussi (curatori del volume collettaneo)

presentazione del libro AA.VV, Memoria e futuro, Mimesis editore

– sabato 4 marzo 2023 – ore 15.30

La sovranità alimentare. Cos’è e perché la difendiamo.

L’esempio dell’India

interviene

Daniela Bezzi (saggista e attivista)

Seguirà la proiezione del documentario Too much Democracy di Varrun Sukhraj.

Girato in India nel 2021 durante il più grande sciopero della storia. Ha coinvolto

milioni di contadini e di contadine e ha costretto il governo Modi a ritirare le leggi

per la liberalizzazione del settore agricolo.

– sabato 18 marzo 2023 – ore 15.30

Ballata Pasolini.

Canzoni, poesie, parole di e per Pier Paolo Pasolini

Ancora nel segno del centenario della nascita, un omaggio al grande poeta, letterato,

regista, intellettuale italiano

intervengono

Piero Carcano e il gruppo Cantosociale

Organizza

Collettivo Culturale Rosa Luxemburg – Vigevano – Rete delle Alternative

Un appello per la pace a tutti coloro i quali hanno a cuore il futuro dell’umanità e del pianeta

9 Ottobre 2022

Care, cari,

oggi è arrivato questo appello redatto da Richard Falk (Usa), Chandra Muzaffar (Malesia) e Joseph Camilleri (Malta e Australia). È sostenuto da numerose personalità di tutto il mondo. Sottolineo: statunitensi, europei, latinoamericani, africani, asiatici e dell’Oceania. Nord Globale e Sud Globale.

In allegato la traduzione.

Sottolineo. Né filorussi, né filoamericani, né filo-Nato. Per la pace, per l’umanità e per il pianeta.

Nel 1947 partiva il Doomsday Clock (l’Orologio del Giorno del Giudizio o dell’Apocalisse) promosso da scienziati dell’atomo preoccupati per il destino del mondo, in pericolo a causa della Guerra Fredda. E indicava allora che c’erano solo 7 minuti all’annientamento nucleare. Oggi siamo a pochi secondi. Togliamo ai novelli dottor Stranamore la prepotenza di “giocare con il mondo”, al fine di mantenere privilegi, ricchezza, egemonia e potere.

Vi prego di firmare questo appello, vedete il link nel testo, e di farlo girare nei vostri ambiti. Le persone che l’hanno promosso rappresentano un’umanità che ha a cuore il futuro della specie umana, del vivente e del pianeta tutto. Per un mondo multipolare, antiegemonico, antimperiale.

Un caro saluto.

Giorgio Riolo


Un appello per la pace a tutti coloro i quali hanno a cuore il futuro dell’umanità e del pianeta

promosso da Richard Falk, Joseph Camilleri, Chandra Muzaffar e sostenuto da tante altre personalità del mondo intero

L’umanità ha raggiunto un punto di svolta. È tempo che i governi, le istituzioni internazionali e le persone di tutto il mondo facciano il punto della situazione e agiscano con rinnovata urgenza.

Il conflitto in Ucraina sta infliggendo morte, ferite, sfollati e distruzione, aggravando la crisi alimentare globale, portando l’Europa alla recessione e creando onde d’urto nell’economia mondiale.

Il conflitto su Taiwan minaccia di degenerare in una vera e propria guerra che devasterebbe Taiwan e trasformerebbe l’Asia orientale in una polveriera.

Ancora più preoccupante è la relazione tossica tra gli Stati Uniti da un lato e la Cina e la Russia dall’altro. Qui risiede la chiave di entrambi i conflitti.

Quello a cui stiamo assistendo è il culmine di decenni di evidente malagestione della sicurezza globale. Gli Stati Uniti non sono stati disposti ad accettare, e tanto meno ad adattarsi, all’ascesa della Cina e al riemergere della Russia. Non sono disposti a rompere con le nozioni obsolete di dominio globale, retaggio della Guerra Fredda e del trionfalismo seguito al crollo dell’Unione Sovietica.

È in atto un cambiamento nel potere globale. Il mondo occidentalocentrico, in cui prima l’Europa e poi gli Stati Uniti hanno avuto la posizione di dominio, sta lasciando il posto a un mondo multicentrico e multilaterale in fatto di civiltà, in cui altri centri di potere e di influenza esigono di essere ascoltati.

La mancata accettazione di questa nuova realtà comporta un pericolo immenso. È in pieno svolgimento una nuova guerra fredda, la quale può trasformarsi in qualsiasi momento in una guerra calda. Secondo le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, “l’umanità è a un dipresso dall’annientamento nucleare, a causa di un malinteso, a causa di un errore di calcolo”.

Anche se l’apocalisse nucleare è scongiurata, la discordia tra gli Stati dotati di armi nucleari impedisce la risoluzione cooperativa dei problemi, la fornitura di beni pubblici globali e un sistema Onu efficace e indipendente.

Per essere all’altezza della sfida abbiamo bisogno di una risposta coerente, sostenuta e multiforme da parte dei governi e delle istituzioni internazionali, ispirata e guidata da una società civile sempre attenta e impegnata. Sono diversi i passi da compiere, alcuni immediati, altri a più lungo termine.

I primi passi debbono mirare a porre fine al conflitto in Ucraina e a disinnescare le tensioni su Taiwan. Sono necessari sforzi più sostanziali per promuovere un quadro di coesistenza cooperativa tra Stati Uniti, Russia e Cina – un elemento essenziale per la costruzione della pace in Europa e in Asia.

A tal fine, riteniamo che il Segretario Generale delle Nazioni Unite o un gruppo di medie potenze – idealmente meglio entrambe le parti, agendo di concerto – potrebbero avviare un’iniziativa su più fronti volta a garantire un cessate il fuoco efficace e duraturo in Ucraina e l’allentamento delle tensioni su Taiwan.

Nel caso dell’Ucraina, l’obiettivo deve essere quello di garantire la cessazione di tutti i combattimenti da parte delle forze russe e ucraine e dei gruppi separatisti operanti nella regione del Donbass. Si tratterebbe di un cessate il fuoco monitorato da un gruppo delle Nazioni Unite che riferisca regolarmente e direttamente al Segretario Generale dell’Onu.

Tuttavia, è improbabile che un cessate il fuoco possa durare a lungo senza una soluzione duratura del conflitto russo-ucraino. Questa dipenderà a sua volta dalla fine dell’uso cinico della guerra in Ucraina da parte di grandi potenze intenzionate a perseguire le proprie ambizioni geopolitiche. Solo allora sarà possibile conseguire

– il ritiro graduale delle forze militari russe;

– la fine della fornitura di aiuti militari letali all’Ucraina;

– una politica di neutralità costituzionalmente sancita per l’Ucraina;

– la risoluzione delle questioni giurisdizionali, in particolare la Crimea e la regione del Donbass, insieme a un processo volto a sanare le animosità regionali, etniche e religiose all’interno dell’Ucraina.

– Tutti i prigionieri di guerra, i rifugiati e i civili in cattività devono essere restituiti ai rispettivi Paesi e tutti i loro diritti devono essere rispettati come previsto dalle Convenzioni di Ginevra.

Questi accordi dovranno essere integrati da un accordo più ampio che coinvolga altre parti interessate, al fine di assicurare: un programma internazionale adeguatamente finanziato per affrontare la crisi umanitaria in Ucraina; garanzie internazionali per salvaguardare l’indipendenza, la neutralità e l’integrità territoriale dell’Ucraina; la rimozione di tutte le sanzioni imposte alla Russia e il ripristino di normali relazioni commerciali.

Nel caso del conflitto di Taiwan, il primo passo deve essere quello di allentare l’attuale livello di tensione. A tal fine, la comunità internazionale dovrebbe riaffermare i principi enunciati nel comunicato di Shanghai del 1972, in particolare il principio “una sola Cina”, che oggi gode di un ampio sostegno internazionale. In linea con questo principio, la comunità internazionale deve utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per dissuadere Taiwan dal fare qualsiasi dichiarazione unilaterale di indipendenza. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, insieme all’Asean, è nella posizione ideale per condurre questa linea d’azione.

Queste iniziative, relativamente a breve termine, devono aprire la strada a una serie di consultazioni interconnesse, culminanti in una conferenza internazionale, il cui scopo principale sarebbe quello di definire una nuova architettura di sicurezza globale, sostenuta da adeguate riforme della governance mondiale e finalizzata a:

1. Fermare la marcia verso la completa distruzione nucleare e avviare un programma ambizioso per il disarmo nucleare, iniziando con una serie di accordi per il controllo degli armamenti e il disarmo e portando, entro un determinato lasso di tempo, all’adesione universale al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari;

2. Rispecchiare la realtà di un mondo multicentrico e multilaterale in fatto di civiltà, rispettoso dell’indipendenza e dei diritti legittimi di tutte le nazioni sovrane e in cui nessun attore miri ad esercitare ambizioni imperiali o egemoniche.

3. Enunciare i principi di sicurezza comune, cooperativa e globale e tradurli in accordi regionali efficaci, soprattutto in Europa e nella regione Asia-Pacifico;

4. Avviare una serie di misure in grado di invertire la militarizzazione del sistema internazionale, tra cui la limitazione della portata e degli obiettivi delle alleanze militari e del dispiegamento di forze militari all’estero, nonché la progressiva riduzione dei bilanci militari nazionali, reindirizzando così le risorse verso aree di urgente necessità sociale, economica e ambientale;

5. Avviare una profonda riforma delle istituzioni internazionali, in particolare del sistema delle Nazioni Unite, in modo che possano rispondere in modo più efficace e cooperativo alle minacce esistenziali, in particolare al cambiamento climatico, alla perdita di biodiversità e alle pandemie presenti e future.

Tutto questo non avverrà senza un massiccio risveglio globale della saggezza e dell’energia umane. Per quanto importanti siano i governi e le istituzioni internazionali, l’iniziativa per una risposta coerente alle sfide che dobbiamo affrontare spetta in gran parte alle persone, alla società civile.

È necessaria una leadership di vario tipo. Ecco perché questo messaggio è rivolto anche a intellettuali, artisti, scienziati, giornalisti, capi religiosi, sostenitori e altri cittadini impegnati.

Parimenti, abbiamo in mente i gruppi che si occupano dei diritti dei popoli indigeni, degli aiuti e dello sviluppo, della risoluzione dei conflitti, delle libertà civili e dei diritti umani, della violenza contro le donne, dei rifugiati e dei richiedenti asilo, dei cambiamenti climatici e delle altre minacce all’ambiente, della salute pubblica (non ultima la Covid), della giustizia per i poveri e per gli emarginati e della diversità etnica, religiosa e culturale.

TUTTI sono colpiti negativamente dal confronto tra grandi potenze, dalle leggi oppressive sulla sicurezza, dall’aumento dei bilanci militari e dalle attività militari distruttive, per non parlare della prospettiva di una catastrofe nucleare.

TUTTI hanno un ruolo cruciale da svolgere.

Anche i sindacati, le reti professionali (nel campo dell’istruzione, della legge, della medicina, dell’assistenza infermieristica, dei media e delle comunicazioni), le organizzazioni di agricoltori, gli enti religiosi, i gruppi di riflessione incentrati sull’uomo e i centri di ricerca hanno molto da contribuire alla discussione per un futuro abitabile.

È tempo che le persone di tutto il mondo assumano l’iniziativa, individualmente e collettivamente, per avviare discussioni, piccole e grandi, formali e informali, in rete e di persona, utilizzando la parola scritta e parlata, nonché le arti visive e dello spettacolo.

Questo è un momento di riflessione collettiva sulla situazione attuale, sulla direzione da prendere e sui passi necessari per arrivarci.

La posta in gioco è alta. Abbiamo bisogno di un pensiero coraggioso che metta in connessione le persone e le questioni, all’interno dei Paesi e tra i Paesi stessi. Dobbiamo ravvivare e riformulare la discussione sulla sicurezza globale. Non c’è un momento da perdere.

Clicca qui per firmare la petizione

https://www.change.org/p/to-all-who-care-about-humanity-s-and-the-planet-s-future

Appello preparato da

Richard Falk, professore emerito di diritto internazionale all’Università di Princeton; cattedra di diritto globale all’Università Queen Mary di Londra; ricercatore associato all’Ucsb.

Joseph Camilleri, professore emerito dell’Università La Trobe di Melbourne; membro dell’Accademia delle Scienze Sociali in Australia; presidente di Conversation at the Crossroads.

Chandra Muzaffar, ex professore di Studi globali, Universiti Sains Malaysia, Penang; presidente del Movimento internazionale per un mondo giusto (JUST).

Sostenuto da

Prof. Abdelllah Hammoudi, Professore emerito di Antropologia; Direttore fondatore dell’Istituto Transregionale, Università di Princeton

Ajarn Sulak Sivaraksa, cofondatore e presidente del Comitato consultivo della Rete internazionale di buddisti impegnati

Ashis Nandy, Homi Bhabha Fellow, Centro per lo studio delle società in via di sviluppo

Brad Wolf, direttore esecutivo di Peace Action Network of Lancaster.

Prof. Alfred de Zayas, professore di diritto internazionale, Scuola diplomatica di Ginevra; ex esperto indipendente delle Nazioni Unite sull’ordine internazionale (2012-18).

Dr. Arujunan Narayanan, accademico che insegna Relazioni internazionali, Diritto internazionale e Filosofia occidentale – UKM, UM, HELP University, Armed Forces Defence College, Institute of Diplomacy and Foreign Relations.

Prof. Assaf Kfoury, professore di informatica, Università di Boston.

Prof. Azyumardi Azra (deceduto), Rettore dell’Università islamica di Stato Syarif Hidayatullah, Giacarta, Indonesia (1998-2006); Professore di Storia, Università islamica di Stato, Giacarta, Indonesia (dal 1997).

Celso Luiz Nunes Amorim, ex ministro degli Esteri; ex ministro della Difesa, Brasile

Prof. Chaiwat Satha-Anand, ex presidente dell’Associazione per le scienze sociali della Thailandia; ex vice rettore per gli affari accademici dell’Università Thammasat; attualmente esperto del Toda Peace Institute, professore di scienze politiche dell’Università Thammasat; illustre studioso dell’Università Thammasat.

Chris Hedges, giornalista, autore e commentatore americano

David Swanson, autore, direttore esecutivo di World BEYOND War

Prof. Farish A. Noor, Professore, Dipartimento di Storia, Università di Malaya

Fredrik S. Heffermehl, avvocato e scrittore, Norvegia, Premio Nobel per la Pace.

Prof. Ilan Pappe, Direttore del Centro europeo di studi sulla Palestina, Università di Exeter, Gran Bretagna.

Ivana Nikolic Hughes, presidente della Nuclear Age Peace Foundation; docente senior di chimica alla Columbia University.

Prof. Jeffrey Sachs, Professore universitario, Columbia University

Jorge Casteneda, ex ministro degli esteri del Messico, New York University

Jeremy Corbyn, deputato indipendente, ex segretario del Labour Party

John K. Stoner, 1040forpeace.org

Prof. Jomo Kwame Sundaram, Professore emerito di Economia, Università di Malaya

Prof. Junaid S. Ahmad, Direttore del Centro per lo studio dell’Islam e della decolonialità, Islamabad, Pakistan

Dott.ssa Kate Hudson, Segretario generale della Campagna per il disarmo nucleare.

Kathy Kelly, Presidente del Consiglio di amministrazione di World BEYOND War

Kishore Mahbubani, preside fondatore della Scuola di politica pubblica Lee Kuan Yew, NUS.

Prof. Kevin Clements, Direttore dell’Istituto per la pace Toda, Tokyo, Giappone.

Dr. Lim Teck Ghee, analista politico

Prof. Mahmood Mamdani, Professore presso Columbia University, New York.

Mairead Maguire, vincitrice del premio per la pace; cofondatrice di Peace People; Irlanda del Nord

Prof. Maivan Clech Lam, professore emerito di diritto internazionale, Ralph Bunche Institute for International Studies presso il Graduate Center della City University di New York.

Maung Zarni, dissidente birmano e cofondatore di Forsea.

(Tan Sri.) Mohamed Jawhar Hassan, professore aggiunto dell’Istituto Asia-Europa dell’Università di Malaya; ex presidente e direttore generale dell’Istituto di studi strategici e internazionali (Isis) della Malesia.

Dr. Ramzy Baroud, Centro per l’Islam e gli Affari Globali, Università Zain, Istanbul

Prof. Shad Saleem Faruqi, professore emerito presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Malaya; titolare della cattedra della Fondazione Tunku Abdul Rahman

Shahanaaz Habib, ex giornalista, The Star

Susan Wright, Ph.D., ricercatrice e docente emerita di Storia della scienza presso l’Università del Michigan.

Victoria Brittain, giornalista e autrice

Yanis Varoufakis, membro del Parlamento greco e leader del MeRA25, cofondatore del DiEM25; professore di economia all’Università di Atene; professore onorario di economia politica all’Università di Sydney; professore honoris causa di diritto, economia e finanza all’Università di Torino; Distinguished Visiting Professor di economia politica al Kings College dell’Università di Londra.

Hans von Sponeck, Segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite (in pensione)

Dr. Michael Jeyakumar, presidente del Partito socialista della Malesia

Noam Chomsky, linguista americano, filosofo, scienziato cognitivo, saggista storico, critico sociale e attivista politico

Phyllis Bennis, Direttore del New Internationalism Project, Istituto per gli Studi Politici

Ronnie Kasrils, ex ministro sudafricano in pensione, attivista e autore.

Video della 3^ conferenza del collettivo “Rosa Luxemburg” di Vigevano sulla giustizia ecologico climatica e sociale

31 Maggio 2022

VIGEVANO – DA PASOLINI ALLA QUESTIONE CLIMATICA: DUE CONFERENZE DEL COLLETTIVO “LUXEMBURG”

9 maggio 2022
Due sabati in biblioteca con il collettivo culturale “Rosa Luxemburg” – Rete delle alternative di Vigevano.

Sabato 14 maggio si parlerà della “presenza profetica” di Pier Paolo Pasolini nel centenario dalla nascita, mentre il sabato successivo sarà approfondito il tema “La giustizia ecologico-climatica e la giustizia sociale, la confluenza dei movimenti.

Dai movimenti antisistemici e dai Forum Sociali Mondiali ai nuovi movimenti”.

Le due conferenze pubbliche ad ingresso libero si terranno sempre con inizio alle ore 15,30 presso la Sala polivalente “Giuseppe Franzoso” della Biblioteca Civica “Lucio Mastronardi” in corso Cavour 82 a Vigevano.

Sabato 14 maggio i relatori saranno i saggisti Francesco Muraro e Giorgio Riolo, che analizzeranno la figura ed il ruolo di Pier Paolo Pasolini, mentre sabato 21 maggio parleranno della questione climatica Ilaria Falossi e Bjork Ruggeri, studentesse di Pavia e attiviste di “Fridays For Future”, insieme a Giorgio Riolo, qui nelle sue vesti di esponente dalla “Rete delle alternative”.

«Con quest’ultima conferenza – spiega il collettivo nel comunicato stampa di presentazione – vogliamo in particolare approfondire i temi che sono declinati nel mondo contemporaneo come “crisi globali”, come crisi economica, crisi ecologica-climatica e crisi epidemiologica, analizzando allo stesso tempo il “fil rouge” che lega le esperienze dei Forum sociali mondiali e dei movimenti antisistemici alle rivendicazioni dei nuovi movimenti ambientalisti di protesta che negli ultimi anni vedono protagonisti soprattutto i giovani».

Saranno applicate le disposizioni anti-Covid vigenti al momento dello svolgimento delle singole iniziative.

Collettivo culturale “Rosa Luxemburb” di Vigevano

LAVORO, PASOLINI, AMBIENTE: TRE CONFERENZE DEL COLLETTIVO CULTURALE “ROSA LUXEMBURG”

19 marzo 2022

LAVORO, PASOLINI, AMBIENTE: TRE CONFERENZE DEL COLLETTIVO CULTURALE “ROSA LUXEMBURG”
Il lavoro oggi, Pier Paolo Pasolini, la questione climatica. Sono questi i temi al centro del ciclo di tre conferenze pubbliche organizzate per le prossime settimane dal collettivo culturale “Rosa Luxemburg” – Rete delle alternative di Vigevano.

Tutti gli incontri saranno a ingresso libero e si svolgeranno nei pomeriggi di sabato con inizio alle ore 15,30 presso la Sala polivalente “Giuseppe Franzoso” della Biblioteca Civica “Lucio Mastronardi” in corso Cavour 82 a Vigevano.

Saranno applicate le disposizioni anti-Covid vigenti al momento di ogni singola iniziativa.
«Le conferenze – spiega il collettivo nel comunicato stampa di presentazione – sono raggruppate sotto un significativo titolo: “Dignità umana, dignità del lavoro, dignità della natura. Cultura, movimenti sociali, politica” e hanno l’obiettivo di far conoscere ed approfondire alcune dinamiche importanti del nostro tempo.

Questi temi sono declinati nel mondo contemporaneo come “crisi globali”, come crisi economica, crisi ecologica-climatica e crisi epidemiologica. La conoscenza delle suddette dinamiche viene proposta come premessa culturale necessaria per un agire sociale e politico efficace».

Il primo appuntamento è in programma sabato 9 aprile con inizio alle ore 15,30 e sarà dedicato al tema “Il lavoro nel mondo contemporaneo: precarietà, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, salario minimo, reddito incondizionato, lavoro di cura e riproduzione sociale”.

I relatori saranno Andrea Fumagalli, docente all’Università di Pavia, la saggista Cristina Morini, e Nadia Rosa, responsabile regionale lavoro Prc-Se Lombardia.
Sabato 14 maggio (sempre con inizio alle ore 15,30) si svolgerà la seconda conferenza, dedicata a Pier Paolo Pasolini nel centenario dalla nascita. La sua “presenza profetica” sarà analizzata ed approfondita dai saggisti Francesco Muraro e Giorgio Riolo.

Infine, sabato 21 maggio (ore 15,30) verrà affrontato l’argomento “La giustizia ecologico-climatica e la giustizia sociale, la confluenza dei movimenti.

Dai movimenti antisistemici e dai Forum Sociali Mondiali ai nuovi movimenti”.

Ne parleranno Ilaria Falossi e Bjork Ruggeri, studentesse di Pavia e attiviste di “Fridays For Future”, insieme a Giorgio Riolo, esponente dalla “Rete delle alternative”.

LA COMUNE DI PARIGI (18 MARZO-28 MAGGIO 1871). Tra l’ “assalto al cielo” e la dura e terrena realtà del potere e delle armi dei dominanti.

20 marzo 2022

GIORGIO RIOLO

Nella primavera del 1971, centenario della Comune di Parigi, molti di noi, giovani e giovanissimi, cominciammo a conoscere, meglio e profondamente, questo passaggio decisivo nella storia dei movimenti di emancipazione, del movimento operaio in particolare. Avevamo comunque alle spalle il biennio 1968-69, e la scuola e la pedagogia e l’autoapprendimento della ondata trasformativa di quella particolare fase storica. In Italia, in Occidente e nel resto del mondo.

Da allora la Comune si è oggettivata nella nostra testa e nel nostro cuore come un “universale”, come un “simbolico”, oltre la concretezza, il “particolare” del suo accadere. Che ci ha trasformati e ci trasforma ulteriormente, al pari di passaggi decisivi della liberazione umana. Altri “assalti al cielo”, da Spartaco all’Ottobre 1917, al risveglio dei popoli coloniali, ecc.

Ogni universale, tuttavia, ha un corrispettivo fattuale, del corso storico reale, il particolare concreto, della dura realtà della storia e della società a cui si riferisce. E la Comune non sfugge a questa dialettica.

Gli avvenimenti della guerra franco-prussiana del settembre 1870, con la sconfitta di Sedan e la fine di Napoleone III e del Secondo Impero, costituiscono l’antecedente storico immediato. Così come la nascita della Repubblica e tutte le vicende e manovre di ceti politici borghesi francesi alle prese con la volontà della classe operaia, in primo luogo, e di artigiani e di piccolo-borghesi parigini, di non cedere alle armate prussiane di occupazione e di resistere ad oltranza all’assedio di Parigi.

Il problema è il popolo in armi. Con la Guardia Nazionale che non depone le armi così come ordina di fare il governo Thiers. Al tentativo fallito, il popolo parigino, alla cui guida sono esponenti proudhoniani, blanquisti, neogiacobini e internazionalisti seguaci di Marx, proclama la Comune, sul modello della “patria in pericolo” della Grande Rivoluzione del 1792-1794.

Il 18 marzo 1871 il governo, i ministri, l’Assemblea, i grandi faccendieri, la grande borghesia capitalistica e i grandi proprietari terrieri, con il codazzo di funzionari e di subordinati di varia natura, fuggono a Versailles. Parigi rimane in mano agli operai e artigiani e al popolo in armi della Guardia Nazionale.

La Comune durerà dal 18 marzo al 28 maggio. Nella sua breve esistenza essa ebbe da risolvere problemi e questioni grandi e adottare misure in corso d’opera. Molte inedite e di grande valore, esempi per la storia successiva delle rivoluzioni e dei movimenti sociali. Entro la difficile navigazione a vista tra, all’interno, disparità di vedute delle sue componenti e correnti, molte attenuate comunque dell’eccezionalità della situazione, e, all’esterno, i prussiani alle porte e le manovre e l’accerchiamento costante dei “versagliesi”, i dominanti costretti a rifugiarsi a Versailles.

Ricordiamo solo alcune misure adottate dalla Comune, per capire il valore della sua esperienza. 1. Elezione diretta di tutte le cariche. Dirigenti e funzionari revocabili in ogni momento. 2. Salario equivalente a quello di un operaio specializzato per ogni esponente e ogni carica, dai componenti del Consiglio ai magistrati, ai poliziotti, ai semplici funzionari e impiegati. 3. Non esercito professionale, ma popolo in armi. 4. Misure per il lavoro, con proibizione del lavoro notturno, a partire da quello dei fornai. Regolamentazione del lavoro femminile e minorile. 5. Asili, scuola elementare laica gratuita. 6. Partecipazione e ruolo attivo delle donne. “Unione delle donne per la difesa di Parigi” e due esemplari, nobili figure femminili alla testa dell’Unione, da ricordare sempre: Louise Michel, maestra e rivoluzionaria, e l’esiliata russa Elisabeth Dimitrieff, di origini nobili e divenuta seguace di Marx. 7. “Nei confronti dello Stato la religione è un affare privato”.

Marx ed Engels e il Consiglio Generale di Londra della Internazionale avevano ben chiaro in quale disperata condizione si stava compiendo questo “assalto al cielo”, questo esperimento di nuovo assetto sociale e politico, di autogoverno delle classi subalterne, di costruzione di uno Stato e di un mondo nuovi. Nelle circolari redatte da Marx, note come “Indirizzi” del Consiglio generale della Associazione Internazionale dei Lavoratori, si analizzano gli avvenimenti nello svolgersi degli stessi. Il terzo “Indirizzo”, letto da Marx al Consiglio generale due giorni dopo la tragica fine della Comune, è conosciuto come “La guerra civile in Francia”, ed è un capolavoro letterario nella analisi politica e nella esposizione dei fatti.

Egli aveva chiaro che le condizioni in cui si venne a trovare Parigi e il suo popolo in quel particolare momento esibivano un’alternativa secca. O capitolare e deporre le armi, con allora la “demoralizzazione” e la sconfitta senza ingaggiare lo scontro, o ingaggiare battaglia e provare a prendere il potere, ma in un contesto sfavorevole, molto difficile.

Due soli rilievi, da parte di Marx ed Engels, tra gli errori fatti. Il non aver marciato su Versailles prima che le forze militari versagliesi di Mac Mahon si riorganizzassero e venissero ampliate con reclutamenti vari, anche dei prigionieri di guerra francesi rilasciati dai prussiani. Il non aver messo le mani sulla Banca di Francia, per spingere la borghesia capitalistica e l’aristocrazia affinché costringessero il governo Thiers a cercare un compromesso con la Comune, e a non procedere nella repressione violenta e definitiva.

Rimaneva comunque il problema generale di ogni rivoluzione o di ogni insurrezione a Parigi e quindi anche della Comune. L’essere sempre isolata rispetto alla campagna francese, composta com’era di molti contadini beneficiati prima da Napoleone I e poi da Luigi Bonaparte. La Francia bonapartista e sciovinista per antonomasia.

L’ 8 maggio l’esercito versagliese, forte di 160mila uomini e dei cannoni ad esso ceduti dai prussiani, procedette all’attacco e al bombardamento continuo di Parigi. Il 21 maggio i soldati penetrarono in città e si abbandonarono a massacri, fucilazioni e sventramenti di uomini, donne e bambini. Fu la terribile “settimana di sangue” dal 21 al 28 maggio. Vennero passati per le armi circa 31mila comunardi, molti fucilati sul posto, compresi donne e bambini. Più di 38mila furono fatti prigionieri e deportati con estenuante marcia al campo di concentramento di Satory. Qui furono ulteriormente decimati. I sopravvissuti vennero deportati nella Nuova Calendonia, in Oceania. Negli scontri precedenti la “settimana di sangue”, erano caduti circa 10mila comunardi.

Un solo testimone. Non simpatizzante della Comune bensì del governo Thiers. Il corrispondente del “Times” di Londra scrisse il 29 maggio: “I francesi stanno scrivendo la pagina più nera della storia loro e dell’umanità”.

Nel settembre 1871 si tenne a Londra una Conferenza dell’Internazionale. In quell’occasione Marx fece intendere che la Comune costituiva un punto di svolta nella storia del movimento operaio e socialista. Occorreva prenderne atto. “La classe operaia deve costituirsi in partito politico”. Si trattava di formare partiti socialisti su base nazionale. Con relativa revisione delle forme politiche e organizzative e delle forme di lotta. Forme in relazione alle trasformazioni del capitalismo e della società borghese.

Engels, nella famosa “Introduzione” alla edizione del 1894 dello scritto di Marx “Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850”, espresse questa nuova visione. Le forme di lotta non potevano essere più le forme ottocentesche dello scontro armato di strada, con barricate, ecc. I prodromi di una visione che con molti passaggi intermedi giungerà alla concezione gramsciana della “rivoluzione in Occidente”.

Chi tenta l’ “assalto al cielo” confida molto sul “fattore soggettivo”, sul volontarismo, sullo spirito di abnegazione e di sacrificio. La generosità umana e la dignità morale sono indiscusse. Nel Novecento il filosofo marxista Ernst Bloch denominerà questa modalità dell’umano con la nozione di “corrente calda” della società e della storia. Essendo la esatta ricognizione del cosiddetto “fattore oggettivo”, delle condizioni oggettive, delle condizioni economiche, sociali e politiche, dei rapporti di forza tra le classi, ecc. la “corrente fredda” nella dinamica storica e sociale.

L’esperienza storica successiva alla Comune mostra molte cose. In primo luogo, la Comune e la Rivoluzione d’Ottobre, l’altro “assalto al cielo”, sono state sconfitte (il socialismo reale nel 1989), ma hanno trasformato il mondo. In secondo luogo, sempre alla luce dell’esperienza storica, piuttosto che di “rivoluzioni” puntiformi forse occorre parlare di avanzamenti, di incessanti trasformazioni di “lunga durata”, con possibili temporanei arretramenti sociali e politici. Sempre da tenere nel conto. Sempre avendo chiaro l’ammonimento dello stesso Bloch secondo cui il confidare solo sulla “corrente calda” può condurre all’avventurismo, al colpo di mano, all’inutile sacrificio, mentre il confidare solo sulla “corrente fredda” può condurre all’opportunismo, al considerare la realtà storica e sociale non trasformabile, immodificabile.

Per concludere, ecco il perché di questa nota nell’anniversario della Comune. La sua lezione rimane come punto fermo della “nostra” storia. Veramente, con le parole di Marx. I suoi martiri hanno per urna il grande cuore della classe operaia. E, noi aggiungiamo, dei movimenti antisistemici e di chi non crede o si adagia alla “fine della storia”.

giorgioriolo.it

Un mondo di mondi: un altro mondo è possibile (e necessario)

Mercoledì 30 giugno 2021, ore 18.00

In diretta su YouTube (https://youtu.be/bmYEGwu2MZ0) e sulle pagine Facebook @rifondazione.comunista e @paoloferreroPrc

Dialogo tra:
– Raffaella Bolini (ARCI)
– Parolo Ferrero (vicepresidente Sinistra Europea)
– Giorgio Riolo (autore)

A venti anni da Genova 2001 la presentazione dell’ultimo di libro di Massimiliano Lepratti e Giorgio Riolo, «Un mondo di mondi. L’avventura umana dalla scoperta dell’agricoltura alle crisi globali contemporanee» (Asterios, 2021).
L’evento Facebook: https://www.facebook.com/events/2005190162965133/***
Tutti i dialoghi sull’immaginario:
www.rifondazionecultura.it/immaginario/