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Nominato l’esecutivo nazionale Giovani Comunisti/e

È stato nominato l’esecutivo nazionale dei Giovani Comunisti a seguito della riunione del neoeletto Coordinamento Nazionale; tra le nomine ritroviamo un compagno del circolo di Vigevano, Edoardo Casati, responsabile dei saperi a livello nazionale.

Nella foto di seguito tutte le altre nomine.

Conferenza nazionale 2023 dei Giovani Comunisti

Ecco un po’ di foto della conferenza nazionale dei Giovani Comunisti, tenutasi a Solaio – Pietrasanta (LU) il 15-16/7/2023. Di seguito alcune foto e un resoconto in punti della conferenza.

  • Il coordinamento nazionale nuovo che si è costituito è di 33 persone; la federazione di Pavia è rappresentata da Ilaria Falossi e Edoardo casati (iscritto al circolo di Vigevano), a cui auguriamo buon lavoro. Il coordinamento si riunirà il 26/7 per eleggere l’esecutivo nazionale;
  • È stato eletto come portavoce nazionale Paolo Bertolozzi (ex coordinatore provinciale di Lucca);
  • Questa conferenza ha segnato un cambiamento importantissimo dal punto di vista delle linea politica e, da settembre, inizierà il nuovo effettivo lavoro della nuova giovanile.

A prescindere da tutto, facciamo le congratulazioni a tutti/e gli/le eletti/e e soprattutto gli auguri di buon lavoro per il migliore rilancio possibile della giovanile.

Università di Pavia: Vittoria! Si potrà mangiare al caldo

16 Novembre 2022

EDOARDO CASATI

VITTORIA! Grazie alla nostra battaglia, portata avanti assieme al coordinamento per il diritto allo studio – unione degli studenti, da oggi é possibile mangiare nelle aule e da domani ne verranno indicate alcune specifiche in cui sarà possibile consumare il pasto per i prossimi mesi invernali.

Un esempio pratico di come la lotta, in questo caso durata 6 giorni, paga e porta a raggiungere risultati strepitosi.
Bellissimo oggi vedere gli studenti e le studentesse consumare, in tranquillità e al caldo, la loro schiscetta.

Università di Pavia: aula occupata!

Oggi, con 6 gradi e la pioggia battente, è impossibile mangiare all’aperto. Il problema diventa ogni giorno più concreto e abbiamo deciso, quindi, di passare all’azione.

É stata occupata l’aula G1 (in San Tommaso) dell’UNIPV, con un’occupazione simbolica durante la pausa pranzo. Tale occupazione continuerà ad esserci fino a quando il rettore non troverà una soluzione.

Abbiamo, come GC, appoggiato, sin dal primo giorno, la protesta; abbiamo appoggiato l’occupazione di oggi e continueremo ad appoggiare ogni azione che porta avanti rivendicazioni del genere.

Esigiamo uno spazio riscaldato in cui gli studenti e le studentesse possano mangiare senza rischiare, ogni volta, una broncopolmonite.

Pavia, 15/11/2022

Edoardo CasatiCoordinatore Giovani Comunisti/e Pavia

NO ALLA GUERRA. Pace subito!

24 Febbraio 2022

Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace. Rifiutiamo la logica bellicista e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della NATO in testa.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni russe del Donbass.

Il conflitto tra il revanscismo nazionalista di Putin e la prepotenza imperialista statunitense rischia di precipitarci in una guerra di dimensioni mai viste e dalle conseguenze inimmaginabili.

L’Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e ripudio della guerra della nostra Costituzione.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale.

L’unica via per la pace è quella della sicurezza comune, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Questa aggressione, e la tensione che l’ha scatenata, avrebbero potuto essere evitate se si fosse deciso di costruire una Sicurezza Continentale Integrata come approvata nel 1990 nella cosiddetta “Carta di Parigi” dalla CSCE (oggi OSCE).Purtroppo dopo il 1991 l’Europa invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui l’Europa è la prima vittima.

L’ Europa è stata incapace di reagire alla prepotenza degli USA che hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia e la creazione del gasdotto Nord stream 2, usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa. Condanniamo la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la sua persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la sua glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista.

Continuiamo a sperare che non sia troppo tardi per cambiare strada, e sciogliere la NATO.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente. Putin deve fermare il suo attacco, l’Italia e i Paesi europei devono assumere l’impegno – anche senza USA – di dire no all’allargamento dell’alleanza all’Ucraina come base per una trattativa di pace autentica.

Condanniamo l’irresponsabile sudditanza con cui il governo italiano ha fatto propria la linea della porta aperta della NATO all’Ucraina e l’invio di proprie truppe nei Paesi confinanti. Condanniamo altresì le dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha prefigurato l’allargamento anche ai Paesi scandinavi.

Mobilitiamoci per la pace e la ripresa del dialogo. Mobilitiamoci per chiedere al governo italiano di agire nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione e all’Unione Europea di assumere un’iniziativa di pace autonoma dall’oltranzismo della NATO e degli USA.

Facciamo appello a un immediato cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili.

I popoli dell’Europa costringano i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e i nazionalismi.

Gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Giovani Comuniste/i

VERSO L’8 MARZO

Il 7 marzo alle 16:00 non perdetevi la nostra live sul canale YouTube e la pagina Facebook di La Spina e sulle pagine Facebook di Giovani Comunisti/e Lombardia, Giovani Comunisti/e ComoGiovani Comunisti/e MantovaGiovani Comunisti/e PaviaGiovani Comunisti/e MilanoGiovani Comunisti/e Lecco e Giovani Comunisti/e Crema.

Sarà un’occasione per parlare di femminismo intersezionale, immigrazione e lavoro, della violenza di genere e di come si sia diffusa post-pandemia e per sentire testimonianze di donne che vivono in un mondo patriarcale.

(per chi non avesse Facebook può scriverci in direct per ricevere il link per seguire la diretta).

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Democratiche le bombe, identiche le tragedie.

GIOVANI COMUNISTI/E

Tornano le bombe e piovono sulla Siria.

Gli Stati Uniti del democratico Biden si sono presentati in politica estera con il bombardamento avvenuto il 25 febbraio nella Siria orientale nei pressi del confine con l’Iran.

L’obiettivo del bombardamento le presunte formazioni militari filo-iraniane situate in quel luogo e responsabili, secondo il Pentagono, dell’attacco missilistico del 15 gennaio registrato nel Kurdistan iracheno, in cui ha perso la vita un mercenario statunitense.

In realtà, l’atto degli USA costituisce un segnale forte e chiaro lanciato a tutti, nemici e alleati.

Torna forte dunque la volontà di influenzare l’area usando qualsiasi mezzo per isolare l’Iran nella sua corsa al nucleare, salvaguardare gli interessi di Israele e spingere a decisioni radicali l’Unione Europea.

Non è un caso infatti che l’ultimo Consiglio Europeo del 26 febbraio ha avuto la militarizzazione al centro dei temi trattati, annunciando un incremento della spesa militare da parte degli Stati UE.

Uno scenario che rischia di farci tornare indietro di anni e di destabilizzare ulteriormente la regione mediorientale.

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