Tag: Disarmo

Guerra in Ucraina. Quali conseguenze economiche per l’Italia e l’Europa?

27 Novembre 2022

Lunedì 5 dicembre a partire dalle ore 20 e 30, presso la Sala Conferenze di Palazzo Cambieri, corso Garibaldi 44, Mortara, si terrà un incontro pubblico per discutere di: “Guerra in Ucraina. Quali conseguenze economiche per il nostro Paese?”.

Lo scopo di questa iniziativa è quella di sviluppare un’analisi seria e approfondita sulle conseguenze economiche e sociali che sta provocando e provocherà la guerra in Ucraina in Italia e in Europa.

All’incontro parteciperanno:

  • Piero Rusconi, segretario Rifondazione Comunista federazione di Pavia;
  • Francesca Strinchis, Giovani Comunisti/e Vigevano;
  • Simone Verni, consigliere regionale Movimento 5 Stelle;
  • Massimo De Rosa, consigliere regionale Movimento 5 Stelle

L’incontro è organizzato dai circoli di Rifondazione Comunista di Mortara e di Vigevano e dal gruppo locale del Movimento 5 Stelle di Mortara. Tutta la cittadinanza è invitata.

4 novembre: festa della guerra e della cobelligeranza

3 Novembre 2022

La retorica di circostanza accompagna anche quest’anno le inutili stragi di ieri e di oggi, nascondendo sotto il tappeto una tragica realtà.

In trent’anni di belligeranza NATO il nostro Paese ha accumulato pesantissime responsabilità di guerra.

L’uso massiccio di armi all’uranio impoverito da parte della NATO ha causato un disastro ambientale ed una vera e propria epidemia che ancora oggi continua a mietere decine di migliaia di vittime in Iraq, Afghanistan, Serbia, Kosovo, Bosnia ed Europa.

Solo in Italia ci sono almeno 8000 ex militari colpiti da gravissime patologie legate all’esposizione all’uranio impoverito usato dalla NATO nel corso delle così dette “missioni di pace”. Altri 400 sono morti ed il Ministero della difesa continua a negare le sue responsabilità, nonostante oltre trecento sentenze perse nei tribunali di ogni ordine e grado compreso il Consiglio di Stato.

Le attività del poligono NATO di Capo Teulada sono sotto inchiesta da parte del tribunale di Cagliari che ha istruito lo scorso giugno un processo per disastro ambientale che vede come imputati i generali Valotto, Errico, Rossi, Santroni e Graziano (già “promosso” alla presidenza di Fincantieri).

Il neo-ministro della difesa Crosetto, fino a ieri lobbista dell’industria bellica nazionale, ha recentemente affermato che le Forze Armate hanno bisogno di giovani per essere più funzionali ai nuovi scenari di guerra, mentre il nostro territorio continua ad essere usato come una rampa di lancio statunitense coperta dal segreto di Stato.

Il governo Meloni, in perfetta continuità coi governi precedenti, continua a prendere ordini da Washington e dalla NATO, trascinando il Paese e gli stessi soldati in una guerra tra superpotenze con esiti drammatici per l’umanità intera.

Rifondazione comunista sta dalla parte della pace e delle vittime dell’uranio impoverito, compresi i veterani che già dallo scorso marzo si opponevano all’invio di armi e soldati ai confini con la Russia.

L’unico modo per celebrare i caduti di tutte le guerre è che l’Italia ritiri i  contingenti da quelle in corso ed esca dalla Nato.

Marco Consolo, responsabile area esteri e pace

Gregorio Piccin,, responsabile pace, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 

CONTRO LA GUERRA E L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI, PER LA PACE E LA COSTITUZIONE

Pubblicato il 5 apr 2022

Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista sabato 2 aprile

Il Comitato politico nazionale ribadisce le posizioni espresse dalla direzione con il documento FUORI LA GUERRA DALLA STORIA. CONTRO PUTIN E LA NATO, approvato lo scorso 5 marzo. 

Diciamo no all’aumento delle spese militari condiviso da tutte le forze di governo e dalla finta opposizione di destra che compete col PD per la testa dello schieramento guerrafondaio. L’aumento al 2% della spesa militare significa sottrarre enormi risorse alla sanità, all’istruzione, alla riconversione ecologica, ai servizi sociali, alla ricerca, all’occupazione. E’ una scelta che prepara ulteriori scenari di guerra e non ha alcuna motivazione di difesa del nostro paese.

Difendiamo la Costituzione “pacifista” che ci ha lasciato in eredità la Resistenza italiana e accusiamo il governo Draghi e la stragrande maggioranza del parlamento per la palese e gravissima violazione dell’articolo 11 che sancisce il ripudio della guerra con la scelta dell’invio delle armi, delle sanzioni, della co-belligeranza e dell’aumento delle spese militari. L’Italia è di fatto entrata nel conflitto e ormai siamo dentro un’economia di guerra le conseguenze ricadranno e già stanno ricadendo sulle cassi lavoratrici e popolari.

Denunciamo la fine del tabù nucleare. Ormai l’uso delle armi nucleari è tornato nel dibattito pubblico come opzione possibile persino nelle dichiarazioni dei presidenti di Russia e Stati Uniti. Il fatto che dal 1945 non sia esplosa la guerra atomica non ne cancella la minaccia. Mai come oggi è all’ordine del giorno la rivendicazione del disarmo nucleare.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina che costituisce una aperta violazione del diritto internazionale e l’espansionismo della NATO che ha determinato un’escalation irresponsabile. Siamo contro la guerra senza se e senza ma.

Rimaniamo fedeli agli ideali internazionalisti della migliore tradizione socialista, comunista e antifascista. La lotta contro la guerra parte dalla consapevolezza, per dirla con Brecht, che “il nemico marcia alla tua testa”.

Respingiamo le accuse di essere a favore di Putin rivolte a chi cerca di fermare la spirale della guerra e critica chi la alimenta. Non nutriamo alcuna simpatia per il revanscismo nazionalista, per le logiche di potenza, per le tendenze conservatrici di Putin che ne hanno fatto un punto di riferimento per la destra italiana. Non tifiamo per gli oligarchi russi, arricchiti grazie al saccheggio delle risorse e della proprietà pubblica dell’ex-URSS, né per gli oligarchi dell’ovest.

Diciamo no all’invio di armi da parte dei paesi dell’UE e della NATO all’Ucraina. Più si inasprisce il conflitto e più aumenta il numero delle vittime.

Diciamo no alla guerra per procura tra NATO e Russia di cui la prima vittima è il popolo ucraino. Ribadiamo che non si aiutano gli ucraini sostenendo gli orientamenti nazionalisti più oltranzisti e armandoli per una prosecuzione della guerra “fino alla vittoria”. Abbiamo denunciato fin dall’inizio l’intenzione di USA, Gran Bretagna e NATO di trasformare l’Ucraina in un nuovo Afghanistan. E’ evidente il palese impegno di USA e Gran Bretagna nell’ostacolare il negoziato e allontanare una soluzione pacifica del conflitto, come precedentemente nella delegittimazione degli accordi di Minsk.

Il riconoscimento del diritto dello stato ucraino alla difesa dall’invasione non implicava la rinuncia a svolgere un ruolo di mediazione da parte dell’UE e della stessa Italia con la scelta della co-belligeranza. Rivendichiamo il diritto di criticare le caratteristiche del nazionalismo ucraino, la riabilitazione dei criminali filonazisti come Stepan Bandera diventati eroi nazionali, le politiche discriminatorie, l’aggressione alle repubbliche di Donetsk e Lugansk, il mancato rispetto degli accordi di Minsk.

Rivendichiamo la nostra partecipazione alle carovane e alla solidarietà antifascista e internazionalista verso le popolazioni del Donbass e alla lotta contro i neonazisti ucraini responsabili di stragi atroci, a partire da quella di Odessa. Contro ogni revisionismo, denunciamo il silenzio complice della Ue sul coinvolgimento di forze neonaziste nel processo iniziato con Euromaidan nel 2014. Il rispetto della volontà popolare e dei diritti delle popolazioni russofone – attraverso il riconoscimento delle Repubbliche di Donesk e Lugansk o l’autonomia prevista dagli accordi di Minsk – avrebbe prevenuto la strumentale aggressione militare da parte del governo russo. La garanzia di un’Ucraina neutrale al di fuori della NATO avrebbe probabilmente evitato l’escalation.

Non facciamo analogie con il 1939 perchè la reductio ad hitlerum serve a chiudere lo spazio del dialogo e della trattativa indispensabili per costruire la pace. Quanto sta accadendo ricorda sempre più il 1914. Il mondo è sull’orlo della terza guerra mondiale.

La nuova guerra fredda con cui gli USA rispondono alla crisi della propria egemonia economica e politica planetaria sta diventando sempre più “calda”. L’Unione Europea ha finora scelto la subordinazione nel ricompattato blocco occidentale a guida USA con la scelta del riarmo nonostante una spesa già enormemente superiore a quella di Russia e Cina.

Siamo per l’uscita dalla NATO e il suo scioglimento. La NATO ha da tempo abbandonato ogni profilo “difensivo” assumendo il ruolo di forza militare globale ed è diventata un fattore di destabilizzazione.

Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto in testa. Restiamo umani. Rifiutiamo la propaganda di guerra, l’isteria bellicista, l’indecente ondata di russofobia, le ricostruzioni manichee.

Siamo al fianco di chi lotta per la pace in Russia e Ucraina, siamo contro la repressione del dissenso in Russia e in Ucraina. Siamo dalla parte delle vittime e dei popoli trascinati dentro la spirale della guerra.

Chiediamo un’accoglienza senza discriminazioni. L’invasione dell’Ucraina, così come tutti i conflitti di questo secolo, ha colpito soprattutto le popolazioni civili e costretto alla fuga chi non vuole o non può combattere. Ad oggi sono oltre 4 milioni i profughi, per lo più rimasti nei paesi confinanti in attesa di poter rientrare. Quasi 80 mila quelli giunti in Italia, al 90% donne e bambini. Due sono le considerazioni da fare: l’evacuazione è stata, nonostante i bombardamenti, resa possibile dall’applicazione per la prima volta da 21 anni della direttiva europea 55/2001 che consente di entrare in UE e ottenere una protezione valida fino a 2 anni, avere diritto all’assistenza sanitaria, all’istruzione, a poter lavorare, senza dover affrontare una complessa trafila burocratica. Una direttiva che non è stata applicata per nessun conflitto e che, per imposizione del gruppo Visegrad, non riguarderà coloro che fuggono dall’Ucraina ma non ne sono cittadini, in particolare studenti e persone che vi lavorano. L’applicazione della direttiva risale al 3 marzo, solo il 28 il Consiglio d’Europa ha deciso di fornire anche un minimo di sostegno economico ai profughi e il trasporto gratuito per chi vuole raggiungere un altro Paese europeo. La seconda considerazione riguarda l’Italia. Il Dpcm che ha recepito la direttiva è giunto solo il 31 marzo. Ad oggi il ministero dell’Interno ha garantito solo 13 mila posti per chi arriva, molte persone arrivate hanno trovato sostegno fra la comunità ucraina in Italia, la più grande d’Europa e fra le famiglie. Sono state fatte promesse ma, per l’ennesima volta, questo si dimostra un governo cialtrone e ipocrita, capace di trovare in poche ore centinaia di milioni per gli armamenti ma non di trovare le risorse per poche decine di migliaia di donne e bambini. Il tutto in un contesto che vede sempre più deprivarsi i diritti di chi giunge da altri paesi e da altre guerre in cui il colore della pelle di chi fugge è diverso. Rifiutiamo ogni trattamento differenziato e discriminatorio. Lavoriamo per una solidarietà e un’accoglienza per tutte/i.

Le classi popolari già stanno pagando il costo della guerra che aggiunge un nuovo disastroso fattore alla crescita del carovita con l’aumento delle bollette, del prezzo della benzina, dell’inflazione. La guerra viene usata dalla nostra classe dirigente anche per mettere in discussione la transizione ecologica con il ritorno al carbone e lo sblocco di progetti bloccati dalle lotte ambientaliste.

Bisogna coniugare la lotta per la pace a quella per la difesa delle condizioni di vita delle classi popolari e lavoratrici. La nostra campagna sociale va intrecciata con la mobilitazione contro la guerra. Vanno promossi in tutti i territori comitati contro la guerra, le spese militari e il carovita. Sosteniamo la petizione no alle spese militari.

Lavoriamo per lo sviluppo del movimento per la pace in Italia e in Europa su poche ma chiare discriminanti. Il successo della manifestazione convocata da Gkn, la convergenza con i Fridays For Future e ampie aree di movimento, è un segnale importante nella direzione giusta. Le posizioni di Cgil, Anpi, Arci, associazionismo pacifista segnalano – come i sondaggi – l’incrinatura del consenso verso le scelte del governo del PD e del governo.

Proponiamo a tutte le organizzazioni sindacali di rispondere alle scelte del governo con lo sciopero generale contro la guerra e l’aumento delle spese militari, per il blocco di tutti gli aumenti dei prezzi e delle bollette, consistenti aumenti salariali, il ripristino di meccanismi di difesa dall’inflazione per salari e pensioni, il contrasto ai licenziamenti, alla precarietà e al ripristino della Fornero, la richiesta di investimenti per la buona e piena occupazione, anche attraverso la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, nella riconversione ecologica delle produzioni e nel rilancio della sanità, della scuola, delle politiche per il diritto all’abitare, per i diritti sociali. Ci impegniamo a far crescere, dentro e fuori le organizzazioni sindacali, la parola d’ordine dello sciopero generale.

La guerra non ha fatto che confermare la necessità della costruzione di uno schieramento, di una coalizione sociale e politica, di alternativa alle forze politiche neoliberiste e guerrafondaie.

Riaffermiamo la linea uscita dal congresso anche in relazione alle prossime elezioni amministrative in cui tutto il partito è impegnato nella costruzione di liste e/o coalizioni alternative ai poli esistenti.

Lavoriamo per la convergenza dei movimenti, il rapporto unitario con le altre formazioni della sinistra, l’interlocuzione con tutte le aree della sinistra sociale e politica nella costruzione dell’opposizione, l’apertura del dibattito a livello nazionale a partire dagli appelli (per la sinistra, rossoverde, dei lavoratori) che in queste settimane hanno espresso un orientamento che va nella direzione da noi ampiamente condivisa. La nascita della componente Manifesta alla Camera è un passo positivo nella direzione che auspichiamo e per cui siamo attivamente impegnati.

Di fronte alla gravità dei fatti che stanno accadendo è giunto il tempo di costruire uno schieramento, una forza plurale, un movimento che si proponga al paese come alternativa al neoliberismo e alla guerra.

Chiunque può ritrovarsi rifugiato – rispetto e azioni umanitarie per tutte/i!

Pubblicato il 22 mar 2022

Olga Athaniti  e Stefano Galieni*

La guerra in Ucraina continua ancora- circa 3 milioni di persone (1,4 milioni di loro sono bambini) hanno attualmente lasciato la loro patria, mentre carovane di persone al confine con la Polonia e gli altri Stati vicini dell’Ucraina  crescono ogni giorno.

Ciò che sta realmente accadendo in Ucraina è un’invasione della Russia, in violazione di qualsiasi nozione di diritto internazionale, un intervento imperialista, come quelli effettuati dalla NATO o da altre grandi potenze negli ultimi anni in tutto il mondo, con conseguente perdita di vite umane, distruzione di interi paesi, creazione di enormi ondate di popolazioni di rifugiati.

Gli ucraini stanno vivendo oggi lo stesso amaro destino di milioni di altri, da così tanti anni, stanno lottando per salvare le loro vite e le vite dei loro figli.

La situazione che stiamo affrontando, non lascia spazio all’apatia: abbiamo bisogno, prima di tutto, di un forte movimento contro la guerra, ampio, dinamico e unito, per porre fine alla guerra. Un movimento per la pace simile a quelli degli anni Settanta, Ottanta e oltre, che avevano svolto un ruolo decisivo per giungere al cessate il fuoco. Dobbiamo anche fare uno sforzo congiunto per combattere le cause che portano alle guerre.

Il Partito della Sinistra Europea, in ogni Stato membro dell’UE, mobilita le sue forze, in collaborazione con le organizzazioni sociali e di base sul campo, in modo da ricevere, informare, trasportare, accogliere e rispondere ai bisogni fondamentali delle nuove ondate di rifugiati e per garantire l’inclusione dei bambini nell’istruzione.

Allo stesso tempo, esorta i governi degli Stati membri dell’UE a cancellare l’inaccettabile New pact on migration and asylum  e a riconoscere la necessità di creare corridoi legali e sicuri, nonché un serio piano di ricollocazione per tutti i rifugiati.

Il Partito della Sinistra Europea condanna in maniera netta il tentativo di discriminazione tra persone sradicate dagli orrori della guerra, le politiche di criminalizzazione del soccorso in mare, l’incapacità di affrontare decine di accuse rispetto alle deportazioni illegali di rifugiati, la chiusura delle frontiere tra gli Stati membri dell’UE, la militarizzazione dell’Europa contro tanti esseri umani disperati.

L’applicazione del diritto internazionale non può in nessun caso essere selettiva, né possono esserlo la sensibilità e l’umanità. La tragedia in corso del popolo ucraino lo rende chiaro: chiunque può ritrovarsi nelle condizioni di rifugiato quando i giochi e le scelte geopolitiche demoliscono ogni possibilità di coesistenza pacifica.

Chiediamo e abbiamo urgente bisogno di rispetto e di interventi umanitari per tutti coloro che ne hanno bisogno, per tutte le persone che rischiano la vita e che sono costrette a fuggire.

*Coordinatori del WG Migration, del Partito della Sinistra Europea

Rifondazione: gravissima circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito. Ci prepariamo a combattere

Pubblicato il 15 mar 2022

Gravissima la circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito datata 9 marzo. Il nostro esercito si prepara a combattere. E’ la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso. Cittadini/e sono tenuti all’oscuro di come il governo ci stia sciaguratamente trascinando in una guerra i cui sviluppi, se si continua su questa strada, saranno devastanti. Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent’anni non ha mai visto una circolare dello stato maggiore dell’Esercito di questo tenore. A questa sciagurata mobilitazione di truppe si aggiunga che ancora non è dato sapere che tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina. Il governo chiarisca immediatamente al Paese.

Bisogna fermare questa spirale di guerra.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

la circolare è in allegato.

MANIFESTAZIONE A PAVIA, DOMENICA 20 MARZO, ORE 17, PIAZZA DELLA VITTORIA

14 marzo 2022

CONTRO LA GUERRA! Condanniamo l’invasione dell’Ucraina attuata dalla Russia di Putin.

Non crediamo ai “bombardamenti chirurgici” e alla finta retorica antifascista di un regime che perseguita i suoi stessi cittadini se osano opporsi alla guerra. Siamo solidali a chi in Russia scende in piazza e come noi protesta contro la guerra, sfidando la repressione.

CONTRO L’INTERVENTISMO OCCIDENTALE!

Le grandi potenze occidentali hanno seminato morte, sfruttamento e distruzione in tutto il mondo con le loro “guerre umanitarie” e con la loro ipocrisia. Si sono interessate all’Ucraina solo per i propri interessi e la abbandoneranno quando non servirà più, come hanno sempre fatto. Non ci facciamo arruolare nello scontro catastrofico tra l’espansionismo della NATO e la “sfera d’influenza” russa. Non accettiamo che in Italia e in Europa si tagli la spesa sociale per aumentare la spesa militare.

CONTRO L’ODIO NAZIONALISTA!

Ogni popolo ha diritto di esistere e di scegliere il suo futuro. Conosciamo la ferocia dei nazionalisti ucraini, che hanno ucciso nel Donbass il nostro concittadino Andy Rocchelli, e che senza farsi scrupoli hanno armato gruppi neonazisti come il famigerato battaglione Azov. Anche per questo non crediamo all’invio di armi allo Stato ucraino, usato dalla NATO per portare avanti una guerra per procura contro la Russia. Rifiutiamo la logica di punire indiscriminatamente il popolo russo e addirittura censurare la cultura russa per i crimini del suo governo.

FRONTIERE APERTE per tutti, per chiunque fugge dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla povertà. Deve valere per i profughi ucraini, deve valere per i disertori da entrambi i lati del fronte, deve valere per chi è di qualsiasi altra nazionalità e provenienza. L’Europa deve accogliere, senza discriminarli e senza sfruttarli, i migranti che vengono da noi a cercare protezione, lavoro, un futuro per i loro bambini.

PRIME ADESIONI:


ANPI Pavia sez. Onorina Pesce Brambilla, Sinistra Classe Rivoluzione, Partito Comunista dei Lavoratori, Liberi Tutti, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, 6.000 Sardine, ARCI Pavia com. provinciale, ANPI Cologno Monzese