Tag: #precarietà

RIFONDAZIONE: PRESENTATA PROPOSTA DI LEGGE SALARIO MINIMO 10 EURO

Pubblicato il 19 mag 2023

Oggi, 19 maggio, noi di Unione Popolare abbiamo depositato in Corte di Cassazione la “Proposta di legge per l’istituzione del salario minimo legale”.

I salari da fame sono un’emergenza italiana. È ora di costruire una campagna dal basso per imporre l’introduzione di un salario minimo di 10 euro l’ora. Come Rifondazione Comunista, insieme alle altre realtà di UP, organizzeremo banchetti in tutta Italia per raccogliere le 50.000 firme necessarie. La nostra proposta prevede che il salario minimo sia indicizzato per evitare che venga eroso dall’inflazione.

Respingiamo la tesi che il salario minimo inibisce la contrattazione. Piuttosto fissa un limite sotto il quale non si può scendere.

La raccolta firme sarà condotta parallelamente a quella per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, ai referendum per lo stop all’invio di armi in Ucraina e alla mobilitazione per la difesa e l’estensione del reddito di cittadinanza a partire dalla manifestazione che si terrà a Roma sabato 27 maggio.

Per noi rimane valido lo slogan degli scioperi operai della Resistenza: Pane, Pace, Lavoro.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Video dell’ANSA Salario minimo, proposta di legge depositata in Cassazione – Economia – ANSA.it

Video di Rifondazione Comunista: https://www.facebook.com/rifondazione.comunista/videos/938475900608221

PD E LEGA UNITI PER CONFINDUSTRIA. ELIMINATE LE CAUSALI PER I CONTRATTI A TERMINE

Il parlamento ha approvato la norma, voluta con forza da Lega e Pd, che elimina del tutto, per i contratti a termine, le causali, definite dal decreto “dignità”, che giustifichino la temporaneità reale delle esigenze dell’impresa, in assenza delle quali lo stesso decreto aveva previsto l’obbligo della conversione del contratto a termine in contratto a tempo determinato.
Già il governo Draghi, aderendo alle pressanti richieste di Confindustria, aveva approfittato dell’emergenza per consentire alle aziende, che già godevano della possibilità di assumere lavoratori a termine per un anno senza giustificazione alcuna, il rinnovo per una volta per 12 mesi senza causali.
Ora con la modifica approvata dal parlamento la regolazione delle proroghe e dei rinnovi è lasciata totalmente nella disponibilità della contrattazione collettiva anche aziendale.

Viene così smantellato il decreto bandiera del M5S, un argine già insufficiente rispetto alla precarizzazione introdotta dalla legge 30 e dal jobs act che si manifesta soprattutto con la prevalenza di contratti di lavoro inferiori a 6 mesi.
E’ comunque un’ulteriore via libera alle assunzioni precarie che saranno facilitate in parte dalla debolezza delle rappresentanze sindacali aziendali, ma soprattutto dalla complicità dei sindacati gialli firmatari delle centinaia di contratti pirata, ma legali, che in questi anni hanno ridotto salari e tutele a livelli vergognosi.
Pd e Lega fanno a gara nell’esprimere la propria soddisfazione per il risultato raggiunto. Con lo sblocco dei licenziamenti si manderanno a casa lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato ancora coperti dalle vecchie tutele che saranno sostituiti da precari senza diritti. Confindustria ringrazia, ma ad uscirne confermata è l’ispirazione neoliberista complessiva di questo governo che anche nel PNRR prefigura una ristrutturazione del sistema economico aumentando la precarietà e la flessibilità.
Ci sarebbe bisogno di una svolta con un piano per il lavoro che preveda la riduzione d’orario a parità di salario, il rilancio dell’obiettivo della piena occupazione a partire da un milione di assunzione nel pubblico, largamente al di sotto della media europea, un salario minimo orario legale contro i salari da fame, la fine delle esternalizzazioni, dei subappalti e delle false cooperative, l’abrogazione delle norme che precarizzano. Tutti obiettivi che questo governo dei padroni non intende perseguire.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Clir: oltre al danno la beffa

Ad una settimana dall’occupazione del Clir registriamo la totale assenza dei Sindaci dei Comuni Soci sul tema occupazionale. Al riguardo ci risulta che gli affidamenti diretti ad aziende private avvengono senza tener conto delle clausole sociali previste che permetterebbero una giusta ricollocazione del personale; le attività che prima venivano svolte dai lavoratori del Clir vengono, di fatto, svolte da personale di altre aziende (CON CONTRATTI AL RIBASSO???).

Le aziende private affidatarie, pur consapevoli che nel caso di cambio di gestore è previsto il passaggio diretto dei lavoratori, non applicano l’art. 6 del CCNL di settore.

E’ un ulteriore schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori del Clir che in questi giorni hanno continuato a lavorare senza stipendio.

Parona, 5 luglio 2021

FP-CGIL Pavia, FIT-CISL Pavia Lodi