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Quale salute, quale sicurezza oggi? Dalle ferrovie all’Ilva ai videoterminali. Canti, poesie e pensieri per non morire di lavoro. Ricordando Renzo Prevedelli

21 Novembre 2023

Il 10 Luglio scorso ci lasciava Renzo Prevedelli nostro amico, sindacalista, compagno di tante battaglie soprattutto legate ai problemi della salute della sicurezza (è stato valente appassionato Responsabile della salute e sicurezza per molti anni sul nostro territorio) si é sempre molto esposto con forza e vigore dalla parte dei colleghi e lavoratori, ha sempre affrontato con passione e coraggio anche i direttori più duri e padronali.

Noi abbiamo pensato di ricordarlo organizzando una manifestazione a lui dedicata,
alla quale parteciperemo suonando cantando canti di lavoro, canti semiseri dal mondo bancario… questo il programma: Lavorare, non morire.
Quale salute, quale sicurezza, oggi?
Dalle ferrovie all’Ilva ai videoterminali. Canti, poesie e pensieri per non morire di lavoro. Ricordando Renzo Prevedelli

Sabato 25 Novembre

ENTRATA LIBERA
al Centro Sociale COX 18, Libreria Calusca, Archivio Primo Moroni in Via Conchetta 18, Zona Navigli a Milano.

Sabato 25 novembre 2023
Ore 18: LAVORO, SALUTE, SICUREZZA
Si muore di lavoro e d’inquinamento: è il profitto sopra tutto, anche a discapito della salute e della vita.
Incontro-dibattito con:
– Nicola De Lussu (Cobas)
– Alessandro Pellegatta (macchinista ferroviere per oltre quarant’anni, attivista del sindacalismo di base e RLS Cub Trasporti)
– Davide Biggi (Associazione Seveso Memoria di Parte)
– Tommaso Vigliotti (Unisin Segr. coord. segr. Resp. BNL)

19,30: “Hostaria Banca”. Cena-buffet cantata

20,30: Facciamo il punto e… avanti! Archivio Primo Moroni e Unisin
Intervengono Tommaso Spazzali (Archivio Primo Moroni) e Joseph Fremder (pres. Falcri BNL)

21.30: “Se ghe voeur, al Renzo e ’l so gran coeur”. Ricordi, immagini, poesie, canzoni per l’amico, il sindacalista, il compagno Renzo.
Gli amici, i colleghi e i “Blues & Barlafus”, insieme con la grande poetessa e blues singer Betty Gilmore

APM – CSOA Cox 18 – Calusca City Lights
Via Conchetta 18 – Milano

Sabato 25 Novembre al Centro Sociale COX 18, Libreria Calusca, Archivio Primo Moroni in Via Conchetta 18, Zona Navigli a Milano.

 ENTRATA LIBERA meglio prenotare se si intende mangiare al n cell 3335740348

Si partirà al tardo pomeriggio ore 18:00 con un dibattito proprio sui temi della salute sui luoghi di lavoro, le morti bianche e dell’inquinamento, con importanti relatori da tutto il territorio nazionale, medici, esponenti della società civile e delle diverse categorie del mondo del lavoro anche sindacale (tra i quali il nostro segretario Tommaso Vigliotti)

Seguirà, ore 19:30/20:00 una cena cantata (canzoni semiserie di banca e … osteria) a cui possono partecipare tutti (per organizzarci meglio sarebbe meglio prenotare) per proseguire poi con un breve  e significativo filmato centrato  su di lui (materiale di lotte sindacali e suoi interventi che verrà conservato proprio nell ‘Archivio Primo Moroni fondo Alessandro Cazzaniga)  e durante la serata con un concerto dei Blues & Barlafus a lui dedicato e aperto anche ad interventi liberi (poesie ricordi letture) al quale parteciperà la grande cantante e poetessa afroamericana Betty Gilmore che ha tenuto particolarmente a portare la sua solidarietà alle vittime del lavoro e il suo omaggio al nostro Renzo.

Per questo facciamo un accorato appello a tutti voi a partecipare e far partecipare, l’entrata è libera per tutti sarà un altro modo per aprire il nostro mondo di bancari, non banchieri, troppo spesso considerato chiuso … per stare insieme, per ricordarlo il Renzo, che è ancora sempre al nostro fianco ogni volta che teniamo la schiena dritta facendo valere i nostri diritti.
ENTRATA LIBERA per info 3335740348

Blues & Barlafus, Betty Gilmore COX 18 Archivio Primo Moroni 

1° incontro del Collettivo Culturale “Rosa Luxemburg” sul tema del lavoro

7 Novembre 2023

1° incontro di sabato 4 novembre 2023 organizzato dal Collettivo Culturale “Rosa Luxemburg” di Vigevano presso la Biblioteca civica “Lucio Mastronardi” di Vigevano.

Primo tema affrontato il lavoro con introduzione di Vladimiro Lionello e l’intervento del delegato sindacale Adriano Sgrò della Cgil del Comune di Milano.

Per problemi di brevità dei video e la loro visione, a breve saranno pubblicati anche gli altri interventi presenti all’incontro pubblico.

Buona visione e diffusione.

Arrigoni Rino.

CALZATURIERO – La crisi del settore vista da Edoardo Casati, coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia

Il comparto ha preferito ridurre il costo del lavoro

«Le aziende del settore, tutte medie e piccole, non hanno investito in innovazione e competenze»

Testo a cura di Edoardo Varese, da “Il Punto Pavese” del 12/07/2021

Un settore che ha segnato per decenni la storia di Vigevano e della terra del riso, dal secondo dopoguerra fino ad arrivare ai giorni nostri. Un arco di tempo immenso, ricco di vari avvenimenti storici e di eventi. Stiamo parlando del settore calzaturiero ed in particolar modo della ditta Moreschi, un’azienda che ha reso famosa la cittadina ducale in Italia, in Europa e nel mondo: il fatto che Vigevano fosse considerata la capitale della scarpa ne è una diretta conferma. Un’azienda che però, adesso si trova costretta a lottare per la propria sopravvivenza.

Come sempre, per capire il motivo per il quale una ditta che per anni ha portato avanti la propria attività con grandi risultati, sia andata incontro ad un inesorabile declino, occorre soffermarsi sul rapporto cause ed effetto. Analizzando le varie scelte di stampo economico-politico che si sono rivelate errate. In questo senso, Edoardo Casati, coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia, vuole dare uno sguardo da vicino al destino al quale sta andando incontro il famoso marchio calzaturiero vigevanese.

“I problemi – spiega Edoardo Casati – sono iniziati a sorgere a partire dal momento in cui invece di innovare i prodotti, si è preferito ridurre i costi del lavoro. Con la globalizzazione, se si vuole vendere su larga scala i propri prodotti, è fondamentale innovare, altrimenti si rischia di implodere. Le aziende di Vigevano, tutte piccole o medie, invece di investire per nuove competenze, hanno abbassato i costi del lavoro, diminuendo le proprie possibilità di vendita e azzerando di fatto la possibilità di ottenere guadagni. Quando un’azienda specializzata in un determinato settore entra in crisi, in questo caso quello calzaturiero, perdiamo persone che hanno interesse nel prepararsi adeguatamente per entrare a farne parte. Vengono a mancare delle esperienze professionali che poi sono difficili da recuperare. Noi di Rifondazione Comunista riteniamo sia doverosa una nuova gestione economica da parte dello Stato. Dalla crisi si può fuoriuscire non grazie ai privati, ma solo tramite lo Stato. E il Comune, in questo senso, potrebbe sollecitare questo tipo di intervento”.

La base industriale è molto importante per la sopravvivenza di un Paese.

“Moreschi – prosegue il giovane militante di Rifondazione Comunista – rappresenta l’ultimo baluardo di azienda che contribuisce a creare un settore industriale con basi solide a Vigevano. La vecchia gestione ha dato in mano l’azienda a qualcuno che dell’azienda non era minimamente interessato e soprattutto a qualcuno che non aveva minimamente a cuore i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Lo Stato deve aiutare quelle aziende che vogliono rimanere in Italia e che intendano tutelare tutti i posti di lavoro dei propri dipendenti. Il Comune non ha detto o comunque fatto nulla in favore dei lavoratori della Moreschi. I lavoratori dipendenti vengono trattati come se appartenessero ad una categoria inferiore, un modus cogitandi che deve essere cambiato. Se non si applicano le richieste e le rivendicazioni che noi, mettiamo in campo, si va a peggiorare la situazione. Serve un intervento dello Stato, una programmazione seria che parta dal pubblico e non dal privato. Occorre applicare tutti gli ammortizzatori sociali possibili, partendo da una cassa integrazione che possa gradualmente portare al rilancio produttivo dell’azienda. Si può benissimo fare”.

Gli ingredienti per impedire alla storica azienda di fallire ci sono tutti. Non resta altro da fare che applicarli.

PD E LEGA UNITI PER CONFINDUSTRIA. ELIMINATE LE CAUSALI PER I CONTRATTI A TERMINE

Il parlamento ha approvato la norma, voluta con forza da Lega e Pd, che elimina del tutto, per i contratti a termine, le causali, definite dal decreto “dignità”, che giustifichino la temporaneità reale delle esigenze dell’impresa, in assenza delle quali lo stesso decreto aveva previsto l’obbligo della conversione del contratto a termine in contratto a tempo determinato.
Già il governo Draghi, aderendo alle pressanti richieste di Confindustria, aveva approfittato dell’emergenza per consentire alle aziende, che già godevano della possibilità di assumere lavoratori a termine per un anno senza giustificazione alcuna, il rinnovo per una volta per 12 mesi senza causali.
Ora con la modifica approvata dal parlamento la regolazione delle proroghe e dei rinnovi è lasciata totalmente nella disponibilità della contrattazione collettiva anche aziendale.

Viene così smantellato il decreto bandiera del M5S, un argine già insufficiente rispetto alla precarizzazione introdotta dalla legge 30 e dal jobs act che si manifesta soprattutto con la prevalenza di contratti di lavoro inferiori a 6 mesi.
E’ comunque un’ulteriore via libera alle assunzioni precarie che saranno facilitate in parte dalla debolezza delle rappresentanze sindacali aziendali, ma soprattutto dalla complicità dei sindacati gialli firmatari delle centinaia di contratti pirata, ma legali, che in questi anni hanno ridotto salari e tutele a livelli vergognosi.
Pd e Lega fanno a gara nell’esprimere la propria soddisfazione per il risultato raggiunto. Con lo sblocco dei licenziamenti si manderanno a casa lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato ancora coperti dalle vecchie tutele che saranno sostituiti da precari senza diritti. Confindustria ringrazia, ma ad uscirne confermata è l’ispirazione neoliberista complessiva di questo governo che anche nel PNRR prefigura una ristrutturazione del sistema economico aumentando la precarietà e la flessibilità.
Ci sarebbe bisogno di una svolta con un piano per il lavoro che preveda la riduzione d’orario a parità di salario, il rilancio dell’obiettivo della piena occupazione a partire da un milione di assunzione nel pubblico, largamente al di sotto della media europea, un salario minimo orario legale contro i salari da fame, la fine delle esternalizzazioni, dei subappalti e delle false cooperative, l’abrogazione delle norme che precarizzano. Tutti obiettivi che questo governo dei padroni non intende perseguire.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello Patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

LOGISTICA: FOGLIO DI VIA A SINDACALISTA SICOBAS, SIAMO TORNATI ALL’800?

È stato notificato oggi pomeriggio (7 luglio) un foglio di via da San Giuliano Milanese al compagno Edoardo Sorge, valoroso sindacalista del SiCobas a cui va la nostra solidarietà.

Il Questore di Milano, invece di identificare i mazzieri che nelle scorse settimane hanno proprio a San Giuliano Milanese assalito i picchetti dei lavoratori, colpisce con un provvedimento il coordinatore sindacale.
La lettura dell’ordinanza del Questore è inquietante: chi difende i diritti dei lavoratori viene definito “pericoloso socialmente” e la responsabilità della violenza attribuita ai lavoratori licenziati dalla FedEx. Il provvedimento è chiaramente volto a garantire che i picchetti non disturbino i padroni della logistica.
A poche settimane dall’assassinio a Novara del sindacalista Adil Belakhdim, si tratta di un provvedimento vergognoso.
Riteniamo responsabile il governo di quello che sta accadendo nella logistica.
Il Questore evidentemente è in sintonia con il ministro Giorgetti che non ha mai aperto un tavolo su chiusura dell’hub di Piacenza ma ha invece incontrato FedEx facendo capire da che parte è schierato il governo Draghi.
Lo stesso ministro Orlando pare non trovare mai occasione per incontrare il SiCobas ma oggi fa un tavolo sulla logistica con le parti sociali ma senza la sigla che sta conducendo la lotta. Al Questore governo e parlamento avrebbero già dovuto chiedere conto del perché gli agenti presenti non erano intervenuti per fermare aggressione mazzieri a picchetti SiCobas. Evidentemente la mission che gli ha affidato il governo è quella di allontanare i sovversivi come nell’800 e garantire la “tranquillità” dello sfruttamento.

Alleghiamo il testo del provvedimento che merita attenta lettura. Il Questore di Milano sembra uscito dal film “I compagni” di Monicelli. Alla fine scopriamo che un sindacalista nel 2021 può venire assimilato a chi mette in pericolo “l’integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile lavoro
Fabrizio Baggi, segretario regionale Lombardia del Partito della Rifondazione Comunista

Clir: oltre al danno la beffa

Ad una settimana dall’occupazione del Clir registriamo la totale assenza dei Sindaci dei Comuni Soci sul tema occupazionale. Al riguardo ci risulta che gli affidamenti diretti ad aziende private avvengono senza tener conto delle clausole sociali previste che permetterebbero una giusta ricollocazione del personale; le attività che prima venivano svolte dai lavoratori del Clir vengono, di fatto, svolte da personale di altre aziende (CON CONTRATTI AL RIBASSO???).

Le aziende private affidatarie, pur consapevoli che nel caso di cambio di gestore è previsto il passaggio diretto dei lavoratori, non applicano l’art. 6 del CCNL di settore.

E’ un ulteriore schiaffo alle lavoratrici e ai lavoratori del Clir che in questi giorni hanno continuato a lavorare senza stipendio.

Parona, 5 luglio 2021

FP-CGIL Pavia, FIT-CISL Pavia Lodi