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Vigevano: scompaiono le tessere dell’acqua pubblica?

Alcuni cittadini ci segnalano che non è più possibile ritirare, presso la sede del comune, le tessere dell’acqua pubblica.
Il servizio permetteva, con la suddetta tessera, di ritirare un numero specifico di litri di acqua gratuitamente.
Andando sul sito del comune leggiamo, in un articolo del 13 dicembre 2022, che il servizio, data la grande richiesta, sarà temporaneamente sospeso.
Avete capito bene: il servizio è sospeso dal 2022 e ancora non è stata data alcuna indicazione in merito a quando potrebbe riprendere.

Avendo da sempre combattuto per l’acqua pubblica e gratuita (in quanto la riteniamo un bene comune che non deve essere soggetto al profitto dei privati) siamo molto preoccupati da questa situazione e temiamo che si possa trattare di un modo per chiudere definitivamente il servizio.

Chiediamo al comune di provvedere alla stampa di altre tessere e di organizzare un’altra distribuzione in quanto lo riteniamo uno strumento utile per portare la città sempre più vicina a quello che è, da sempre, uno degli obbiettivi che inseriamo nei nostri programmi elettorali: una città con l’acqua totalmente pubblica, gratuita e libera dalle speculazioni dei privati. Altre città l’hanno fatto, noi che aspettiamo?

EDOARDO CASATI
Rifondazione – Unione Popolare

C’E’ CHI DICE NO! TARIFFE: È SBAGLIATO AUMENTARE L’ACQUA

9 Dicembre 2022

Leggiamo, sulla Provincia Pavese dell’8 dicembre che la Conferenza dei Sindaci ha approvato all’unanimità l’aumento dell’acqua dell’8 per cento proposto da Pavia Acque.

Alla situazione sociale enormemente aggravata negli ultimi mesi con il sensibilissimo aumento di luce, gas, carburanti e generi alimentari si aggiunge quello di un bene primario come l’acqua.

Riteniamo necessario, almeno per i beni amministrati sul territorio e indispensabili come l’acqua, dare un segnale in controtendenza per non aggravare ulteriormente le condizioni di vita delle masse popolari.

Già dal 13 ottobre scorso, il nostro consigliere comunale  Giuseppe Abbà  ha presentato al Consiglio Comunale di Mortara, sentendo le prime proposte di aumento da parte di Pavia Acque, una mozione per impegnare il Sindaco a pronunciarsi contro i rincari.

La mozione è, purtroppo, stata respinta come pure un’altra sulle bollette della luce e del gas che chiedeva interventi per evitare che si staccassero le forniture e perché funzionasse il garante regionale sull’energia.

Anche l’ipotesi di bonus sull’acqua per nuclei disagiati prevede un ISEE molto bassa per cui una vasta fascia di persone, comunque povera, ne sarà esclusa.

Sarebbe ora che gli Enti Locali tornassero a battersi per ottenere da Regione e Stato finanziamenti a favore della popolazione e per evitare di sprecare denaro in progetti di dubbia utilità.

Una strada sarebbe quella di opporsi all’aumento di beni primari per rivendicare che gli investimenti sulla rete idrica siano a carico di Stato e Regione che, a loro volta, potrebbero reperire risorse colpendo speculazioni e gli scandalosi extraprofitti, nonché la mostruosa evasione fiscale.

Giuseppe Abbà Consigliere comunale del Partito della Rifondazione Comunista di Mortara.

Rifondazione Comunista Fed. di Pavia

La siccità non è un dibattito vuoto

Riprendiamo l’articolo pubblicato sul sito di Rifondazione Comunista Lombardia

di Massimo Gatti già Presidente CAP-gestione 2004-2008

L’emergenza idrica in corso ha bisogno di approfondimenti seri, di meno chiacchiere e di esempi virtuosi, nel massimo rispetto di chi quotidianamente nei vari settori e nelle istituzioni sta lavorando con fatica e tenacia.

1) Il 20-6-2005 ho avuto l’onere e l’onore di inaugurare come Presidente di CAP-gestione insieme al Sindaco di Milano Gabriele Albertini e all’Assessore Zampaglione il 3° depuratore della città capoluogo (per 300.000 abitanti), colmando un ritardo di decenni di una grande città che senza depuratori contribuiva significativamente all’inquinamento delle acque nel sud-milanese e nel lodigiano. Il nuovo impianto fu situato nel comune di Peschiera Borromeo, raddoppiando il depuratore esistente dal lontano 1982 al servizio di 12 comuni della Provincia di Milano, In pochissimi anni concludemmo un’opera complicata (dal punto di vista tecnico e amministrativo) avviata dal mio predecessore alla Presidenza CAP on. Osvaldo Felissari, oggi sindaco di Lodi Vecchio e diretta con altri, ma con un compito apicale e grande autorevolezza, dal compianto Dott. Marco Pelosi Direttore del settore fognatura e depurazione di CAP. Il Consorzio Acqua Potabile azienda interamente pubblica del ciclo integrato dell’oro blu che allora raggruppava i comuni della provincia di Milano e di Lodi diventava interlocutore essenziale e decisivo del comune di Milano (che gestisce da sempre l’acqua da solo) per contribuire a risolvere l’atavico problema della depurazione. In quella occasione per la prima volta nelle nostre zone un quantitativo rilevante di acqua ripulita veniva destinato all’agricoltura. Da allora, e sono passati 17 anni, è necessario conoscere quanta acqua recuperata dalla depurazione viene utilizzata oggi nel sistema milanese e lombardo, individuando luoghi e strutture dove si annidano inefficienze e sprechi da rimediare.

2) Già in quegli anni CAP-gestione, grazie alla professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori e come registrato dagli studi indipendenti di Mediobanca, segnalava perdite di rete medie di poco superiori al 20%. In alcune zone si scendeva ulteriormente e quindi si dimostrava la possibilità concreta di buoni rendimenti, tenuto conto di un margine fisiologico di utilizzo di acqua per gli spurghi. Bisogna quindi intervenire con precisione nelle situazioni di degrado e di malaffare senza sparare nel mucchio e poi combinare poco. Fatti salvi i buoni comportamenti sempre da mantenere, la disponibilità di acqua potabile nel nostro territorio è assicurata (tranne qualche eccezione) dalla ricchezza della falda. La situazione diventa molto critica per il costo in continua crescita dell’energia e per le gravi conseguenze delle epidemie e delle guerre. Al momento, al fine di tamponare, non c’è alcun provvedimento governativo (con l’Europa o senza) per recuperare finalmente risorse aggiuntive dagli extra-profitti delle grandi aziende nazionali e multinazionali che hanno realizzato in questa fase guadagni enormi e senza precedenti. Diversificare e puntare a fonti energetiche alternative diventa un impegno ineludibile su cui investire. I nostri pozzi pescano in media a 100 m di profondità e quindi la materia prima va captata e sollevata continuamente con la conseguenza di bollette energetiche da capogiro. Le riduzioni fiscali permanenti devono valere immediatamente per tutelare il lavoro e i beni comuni in una situazione economica così difficile. Bisogna inoltre regolamentare in modo uniforme ed efficace l’utilizzo dell’acqua non potabile di prima falda (ad es. profondità. 10 m) per gli usi agricoli, industriali, sportivi e termici che possono produrre l’aumento di una buona occupazione e dei ricavi.

3) Oggi per essere credibili le classi dirigenti devono collocare come prima opera pubblica il riassetto idro-geologico, dalla montagna alla pianura, la cura dei boschi, dei laghi, dei fiumi e del reticolo idrico minore. Non è così, e si prosegue solo con la logica delle grandi opere e dei grandi eventi. Nelle nostre zone, ad esempio le nuove grandi autostrade BREBEMI e TEM, hanno aggredito una delle campagne più fertili d’Italia, penalizzato il trasporto pubblico locale, compromesso lo scorrimento delle acque, dimenticato di collocare alberi ad alto fusto lungo i tracciati autostradali per contrastare l’inquinamento e le urbanizzazioni selvagge a ridosso dei caselli. Tornando all’oggi, subito, secondo i principi dell’interesse pubblico, l’utilizzo delle scorte dei grandi bacini idroelettrici ed alpini va programmato regolarmente da Regione Lombardia e dagli altri enti competenti, senza aspettare l’emergenza e bilanciando le esigenze dell’agricoltura, dei produttori di energia e del turismo. La frammentazione delle competenze va superata e riordinata, ma intanto un sistema di piccoli invasi razionalmente distribuito è irrinunciabile per fronteggiare siccità e alluvioni, prendendo sul serio le conseguenze dirompenti del cambiamento climatico e le indicazioni del CIRF (centro italiano per la riqualificazione fluviale).

4) Infine se si ha il coraggio di una riflessione critica bisogna cambiare strada e rettificare decisioni sbagliate in tempo utile. In una situazione eccezionale governo, regioni, comuni e tutti i soggetti coinvolti non si nascondano dietro le procedure e assumano nuovi e adeguati provvedimenti. Le prossime Olimpiadi invernali Milano-Cortina prevedono nuove piste e impianti che si basano al 100% sulla produzione di neve artificiale che sottrae quantità abnormi di acqua buona, in una situazione di crisi idrica permanente e di mancanza di pioggia e di neve. È così difficile pensare allo sport anziché all’edilizia e ad Olimpiadi che riguardino l’arco alpino e che si collochino nei numerosi impianti già esistenti in Stati confinanti (tutti in Europa) con un risparmio ingente di terra, di acqua e di quattrini. Serve coerenza con gli allarmi lanciati a cui non possono seguire solo lacrime di coccodrillo, si può fare meglio: occorre coraggio, competenza e la capacità di affrontare esasperazioni, gravi conflitti tra le categorie e le persone e anche molteplici contenziosi già in essere. Il tempo per intervenire è ora!

Rifondazione Comunista sostiene sciopero dei settori ambientale, elettrico, gas, acqua

Pubblicato il 30 giu 2021

Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore ambientale, elettrico, gas, acqua indetto da Cgil, Cisl e Uil per chiedere la modifica dell’articolo 177 del codice degli appalti.

Con l’entrata in vigore di questa norma le aziende concessionarie sarebbero obbligate a esternalizzare entro il 31 dicembre 2021 l’80% delle attività con gravissime ricadute immediate sui posti di lavoro, la destrutturazione dell’intero settore con conseguenze pesanti sui servizi essenziali forniti.

I lavoratori verrebbero colpiti doppiamente pagando da un lato la perdita di posti di lavoro nelle aziende che vedrebbero ridimensionate le proprie attività, dall’altro gli effetti nefasti di uno spezzettamento che produrrebbe appalti al ribasso, lavoro precario e contratti pirata.
Si distruggerebbe un grande patrimonio di professionalità che durante il lockdown è stato decisivo per continuare a fornire servizi di qualità ai cittadini e si allargherebbe l’area del lavoro non tutelato, malpagato e spesso illegale.

Abbiamo sempre criticato la trasformazione delle aziende pubbliche in Spa, aziende di diritto privato soggette alle leggi del mercato in nome dell’efficienza; con la stessa forza ci opponiamo al tentativo di procedere a questa ulteriore privatizzazione selvaggia il cui unico scopo è garantire profitti sempre più alti e distruggere ancora di più i diritti dei lavoratori senza nessun riguardo per la qualità dei servizi.

Ci uniamo ai sindacati del settore nel chiedere al governo e al parlamento una modifica immediata di questa norma.

A dieci anni dal referendum invece di ripubblicizzare come avrebbe imposto il voto popolare la politica continua a lavorare per la consegna del settore dei servizi alla logica del capitalismo selvaggio.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

DIECI ANNI DAL REFERENDUM SU ACQUA E NUCLEARE, QUELLA VITTORIA BRUCIA ANCORA

Fonte: https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=11766

Resoconto assemblea nazionale

2011-2021 Dieci anni dal referendum su acqua e nucleare: quella vittoria brucia ancora

29 aprile 2021

L’assemblea nazionale convocata in previsione del decennale del referendum su acqua e nucleare ha visto un’ampia partecipazione e una buona discussione.
Sono state decine le realtà presenti sia tra quelle che hanno preso parte alla coalizione sociale promotrice della campagna referendaria sia tra quelle che si sono costituite in questi anni e si sono attivate sul tema dei beni comuni e servizi pubblici locali.
In totale oltre 150 persone hanno seguito il dibattito tramite la piattaforma Zoom e la pagina Fb @acquabenecomune.

In generale è emersa una volontà diffusa di recuperare il patrimonio di temi che si sono imposti al centro del dibattito pubblico nel corso della campagna referendaria: dall’affermazione dei diritti di tutt* sui profitti di pochi alla tutela dei beni comuni, a partire dall’acqua, con la consapevolezza che questi sono un valore fondante delle comunità e della società, passando per la necessità di elaborare un nuovo modello di gestione pubblica, partecipativa e ambientalmente ecosostenibile soprattutto di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici, con tariffe eque per tutti i cittadini, un modello che garantisca gli investimenti necessari fuori da qualsiasi logica di profitto e i diritti dei lavoratori.

E’ stata espressa convinzione rispetto all’opportunità di attualizzare questi temi alla luce delle contraddizioni e della drammatica crisi rese evidenti dall’esplosione della pandemia, oltre alla necessità di opporsi ad un forte rilancio delle privatizzazioni attuato mediante il PNRR e le riforme che lo accompagneranno. L’apertura ai grandi capitali del Recovery Plan, la quotazione in Borsa dell’acqua che costituisce l’ennesima testimonianza del venir meno di qualsiasi limite di fronte al profitto, la pressione per i grandi investimenti, l’assenza nella normativa europea del diritto universale all’acqua e della sua gestione pubblica, è stato individuato come un attacco decisivo alla natura pubblica di bene comune dell’acqua ed un processo di privatizzazione sempre più concentrato nelle mani del grande capitale.

Diversi interventi hanno sottolineato come l’emergenza sanitaria e la gestione della crisi hanno molto a che fare con la democrazia e s’inseriscono nel progressivo svuotamento dei poteri delle istituzioni democratiche. Tutto ciò, purtroppo, ampiamente confermato anche nella procedura seguita nell’elaborazione del PNRR per cui persino il Parlamento è stato esautorato dalla possibilità di incidere e decidere su interventi, investimenti e scelte che condizioneranno il futuro del nostro paese e attraverso una vera e propria secretazione dei documenti all’opinione pubblica è stata completamente preclusa qualsiasi forma di partecipazione rendendo così impossibile lo sviluppo di un dibattito pubblico e democratico nel paese.
Un vulnus democratico che tutti hanno riconosciuto anche nel mancato rispetto della volontà popolare espressa con i referendum e nei vari tentativi messi in atto per cancellarne l’esito.

In estrema sintesi si è convenuto sul fatto che le trasformazioni del mondo del lavoro, dei servizi, del welfare imposte dall’ideologia neoliberista e dalle politiche di austerità abbiano dimostrato il loro fallimento, che la pandemia e la gestione della crisi minaccino fortemente il godimento di alcuni diritti fondamentali e che oggi il conflitto diventa anche tra il profitto e la vita, tra il capitale e il vivente.

Alla luce di queste riflessioni è emersa un’ampia condivisione circa la necessità di organizzare una grande mobilitazione in occasione del decennale che si sviluppi tanto a livello locale quanto a livello nazionale secondo il seguente schema:

  • nei giorni precedenti al 12 e 13 giugno– organizzazione di iniziative e azioni diffuse sui territori caratterizzandole sul tema dell’acqua e dei referendum, nello specifico si sta verificando la possibilità di una collaborazione con i Fridays For Future per le iniziative del venerdì 11/6 e della fattibilità di una mobilitazione nei confronti del Parlamento;
  • sabato 12/6organizzazione di una manifestazione nazionale a Roma nel pomeriggio caratterizzandolo con i temi emersi dalla straordinaria esperienza di partecipazione popolare che sono stati i referendum del 2011 e puntando sul valore paradigmatico rispetto all’alternativa di società;
  • domenica 13/6organizzazione di un dibattito on line a carattere internazionale invitando a partecipare le realtà e i protagonisti dei processi di ripubblicizzazione.

In conclusione si è condiviso di puntare a costruire una mobilitazione che possa essere percepita come la prima opportunità di scendere di nuovo in piazza e prendere parola collettivamente.

L’assemblea ha costituito sicuramente un buon punto di partenza consegnando una responsabilità nella mani di quelle realtà che intendono adoperarsi per la buona riuscita della mobilitazione e il riconoscimento del movimento per l’acqua come uno dei punti di riferimento per la realizzazione di una connessione e convergenza sul tema dell’acqua e dei beni comuni.

La proposta finale è stata quella di fissare una seconda assemblea per il 27 di maggio alle ore 18.00 in cui approfondire ulteriormente la discussione e affinare l’organizzazione pratica della mobilitazione.

Paolo Carsetti

Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Tel. 333 6876990
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org – www.obbedienzacivile.it

Niente può essere più catastrofico che scommettere sull’acqua.

Quotazione in Borsa dell’acqua: NO grazie.

APPELLO

sottoscritte/i ci uniamo alla denuncia del Relatore Speciale dell’ONU sul diritto all’acqua Pedro Arrojo-Agudo che l’11 dicembre scorso ha espresso grave preoccupazione alla notizia che l’acqua, come una qualsiasi altra merce, verrà scambiata nel mercato dei “futures” della Borsa di Wall Street.
L’inizio della quotazione dell’acqua segna un prima e un dopo per questo bene indispensabile per la vita sulla Terra.
Si tratta di un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni, piccoli agricoltori e piccole imprese ed è una grave minaccia ai diritti umani fondamentali.
L’acqua è già minacciata dall’incremento demografico, dal crescente consumo ed inquinamento dell’agricoltura su larga scala e della grande industria, dal surriscaldamento globale e dai relativi cambiamenti climatici.
E’ una notizia scioccante per noi, criminale perché ucciderà soprattutto gli impoveriti nel mondo.
Secondo l’ONU già oggi un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e dai tre ai quattro miliardi ne dispongono in quantità insufficiente. Per questo già oggi ben otto milioni di esseri umani all’anno muoiono per malattie legate alla carenza di questo bene così prezioso.
Questa operazione speculativa renderà vana, nei fatti, la fondamentale risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU del 2010 sul diritto universale all’acqua e, nel nostro paese, rappresenterà un ulteriore schiaffo al voto di 27 milioni di cittadine/i italiane/i che nel 2011 si espressero nel referendum dicendo che l’acqua doveva uscire dal mercato e che non si poteva fare profitto su questo bene.
Se oggi l’acqua può essere quotata in Borsa è perchè da tempo è stata considerata merce, sottoposta ad una logica di profitto e la sua gestione privatizzata.
Per invertire una volta per tutte la rotta, per mettere in sicurezza la risorsa acqua e difendere i diritti fondamentali delle cittadine/i
CHIEDIAMO
Al Governo italiano che si sta delineando nel nostro paese chiediamo di:
• prendere posizione ufficialmente contro la quotazione dell’acqua in borsa;
• approvare la proposta di legge “Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo
integrale delle acque” (A. C. n. 52) in discussione presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori
Pubblici della Camera dei Deputati;
• sottrarre ad ARERA le competenze sul Servizio Idrico e di riportarle al Ministero dell’Ambiente;
• di investire per la riduzione drastica delle perdite nelle reti idriche;
• di salvaguardare il territorio attraverso investimenti contro il dissesto idrogeologico;
• impedire l’accaparramento delle fonti attraverso l’approvazione di concessioni di derivazione che
garantiscano il principio di solidarietà e la tutela degli equilibri degli ecosistemi fluviali.
Primi firmatari: Dacia Maraini (scrittrice), Luciana Castellina (personalità politica), Moni Ovadia ( attore cittadino del mondo) Nando dalla Chiesa (sociologo antimafia), Gino Strada ( medico) Emilio Molinari ( ambientalista), Padre Alex Zanotelli, ( missionario) Don Virginio Colmegna ( Casa della Carità.) 
Segreteria operativa Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.Mail: segreteria@ acquabenecomune.org