Tag: Costituzione

Fratelli d’Italia e Italo Balbo a Retorbido (PV)

28 Novembre 2022

Fratelli d’Italia e Italo Balbo a Retorbido (PV)

Leggo che a Reterbido (PV), Fratelli d’Italia ha deciso di intitolare il proprio circolo territoriale al gerarca fascista Italo Balbo.

Italo Balbo fu uno dei fondatori del Partito Nazionale Fascista, uno degli organizzatori della famosa Marcia su Roma che mise fine alla libertà nel nostro Paese, capo dei fascisti a Ferrara che si distinsero per la loro ferocia violenza contro il movimento operaio e socialista Ferrarese, membro del Gran Consiglio del Fascismo, corresponsabile di tutti i crimini commessi dal Fascismo in Italia e nel Mondo.

La cosa onestamente non mi stupisce, Fratelli d’Italia non ha mai rotto fino in fondo con quella esperienza.

In tutta Italia assistiamo da anni, ad una operazione politica culturale da parte della Destra Italiana tesa a riabilitare quel periodo storico, ovunque governa la destra si tenta di intitolare strade e piazze a personaggi legati al Fascismo.

C’è una grande contraddizione da parte di questi politici che grazie alla libertà garantita dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza sono diventati rappresentanti istituzionali e inneggiano a quel regime che non gli avrebbe permesso di essere eletti.

Mi viene sempre in mente un dialogo tra il senatore Socialista Vittorio Foa e un senatore fascista Giorgio Pisanò.

Vittorio Foa: “Se aveste vinto voi io sarei in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore”

Se lo ricordino questi signori che godono delle libertà garantita dalla nostra Costituzione

Rusconi Piero segretario Rifondazione Comunista Fed. Pavia


E’ arrivata la notizia che il neo circolo di Fratelli d’Italia di Retorbido si
intitolerà a Italo Balbo, scelta difesa se non ispirata dal neo deputato di Fratelli
d’Italia Paolo Chiesa.
Un rapido ripasso della storia del novecento porta a scoprire che Italo Balbo
fu uno dei quadrumviri della marcia su Roma nominati da Mussolini per organizzare il
rovesciamento del governo italiano legittimo. Fu l’unico colpo di stato della storia
d’Italia che spalancò la porta a 20 anni di dittatura, alle leggi razziali, a una serie
di guerre d’aggressione a centinaia di migliaia di morti in Italia e altrove per culminare
nella vergogna dell’8 settembre e ai crimini dello stato fantoccio filo nazista della
Repubblica di Salò.
Italo Balbo si era guadagnato sul campo i gradi di capo banda organizzando gli squadristi
in Emilia Romagna, dove più era forte il movimento socialista al soldo della parte più
retriva degli agrari ferraresi, lasciando sul campo morti, feriti, manganellati, sedi
politiche e sindacali devastate: tra i morti si conta il prete antifascista Don Minzoni.
La violenza terroristica organizzata da Balbo non bastò però a piegare Parma che di fronte
all’assalto di 10.000 fascisti darà un esempio di unità antifascista respingendo le bande
criminali che volevano devastare la città anticipando la Resistenza di venti anni più tardi.
Anni dopo i parmensi ci lasciarono l’unico ricordo di Balbo che vale la pena di tramandare:
“Balbo t’è pasè l’Atlantic ma miga la Pèrma”.

Cattaneo Paolo PRC Pavia

Cassolnovo: Anpissima, valori, idee, l’importanza di Resistere in questo tempo

15 Novembre 2022

Video inaugurazione sede Anpi, intitolazione sezione ai Resistenti Cassolesi ZEGGIO ALBERTO, GIANNINO PROFILI e la gravellonese CLOTILDE GIANNINI deportata ad Auschwitz.

Seguirà, a breve, un altro video con gli interventi dei partecipanti all’importante manifestazione antifascista.

L’Antifascismo, la difesa della Costituzione, il lavoro dell’Anpi nei territori.

L’appello dell’ANPI e noi

Pubblicato il 16 gen 2021

di Maurizio Acerbo

Abbiamo aderito all’appello proposto dall’ANPI “Uniamoci per salvare l’Italia” perché condividiamo da sempre l’impegno per la difesa e l’attuazione della Costituzione repubblicana del 1948, il rifiuto di ogni forma di razzismo e discriminazione, la lotta contro i nuovi fascismi, le idee che il testo propone come base indispensabile per affrontare la crisi che viviamo. 

L’ANPI e le altre associazioni che salvaguardano la memoria della Resistenza e della deportazione sono per noi la casa comune di tutte le antifasciste e gli antifascisti. All’ANPI va riconosciuto che ha sempre coniugato la tensione unitaria propria della tradizione antifascista all’autonomia dai governi e dai partiti, come ha dimostrato negli ultimi due referendum costituzionali o nel mese di novembre con la netta presa di posizione contro l’autonomia differenziata.

Oserei dire che tra i soggetti politici che hanno sottoscritto l’appello forse siamo gli unici che possono dire forte di essere stati sempre schierati dalla parte della Costituzione e che hanno un programma che va nella direzione proposta. 

Proprio per la nostra fedeltà a quei principi abbiamo scelto una linea di alternativa ai poli politici esistenti, alla destra come a quelli che compongono l’attuale coalizione di governo.  

La nostra alterità non ci ha mai impedito e non ci impedisce la convergenza unitaria in tutte le mobilitazioni antifasciste e antirazziste, in tutte le iniziative volte a trasmettere la memoria in un paese in cui è costante il tentativo di riabilitare il fascismo. Sono di altri le contraddizioni tra quel che si dice il 25 aprile e quel che si fa e vota durante l’anno.

Le nostre compagne partigiane Lidia Menapace, Tina Costa e Bianca Braccitorsi hanno mostrato come si possa essere sempre in prima fila in ogni mobilitazione unitaria senza mai cedere di un millimetro rispetto alle proprie posizioni.

Il documento proposto dall’ANPI non riguarda il terreno elettorale e i rapporti tra i partiti, terreni che esulano dai compiti dell’associazione. Altrimenti essa stessa diverrebbe fattore di divisione e non luogo in cui si incontrano e convivono tantissime/i cittadine e cittadini che si riconoscono nell’eredità della Resistenza che fu, soprattutto per iniziativa del Partito Comunista Italiano, un grande movimento unitario e plurale.

Nella lunga stagione del bipolarismo si è abusato della strumentalizzazione dell’antifascismo e dell’appello contro la destra. Un richiamo sempre agitato da chi ha voluto quei sistemi elettorali maggioritari che i costituenti avevano rigettato. A questo ricatto qualsiasi democratico dovrebbe rispondere: se la destra è così pericolosa perché avete voluto i premi di maggioranza che le consentirebbero di stravincere? Questa logica tra l’altro ha contribuito a spostare a destra metà del paese invece di isolare le componenti neofasciste come accadeva fino ai primi anni ’90.

L’unità a cui ci ha chiamato l’ANPI confidiamo innanzitutto che si traduca in un sempre più forte impegno comune per la messa al bando delle organizzazioni neofasciste che era stato oggetto di un precedente appello “Mai più fascismi” su cui sono state raccolte poi centinaia di miglia di firme.

Fu la scomparsa compagna Carla Nespolo a proporre appello e tavolo unitario a partiti, sindacati e associazioni per confrontarsi e condividere le iniziative su questi grandi temi. Il nuovo presidente Gianfranco Pagliarulo, a cui rinnoviamo i nostri auguri di buon lavoro, prosegue su quella strada. 

Non nascondiamo che nel partecipare a questi luoghi unitari ci troviamo a volte in un certo imbarazzo perché la questione ineludibile da anni è quella della contraddizione tra i principi fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza e le politiche neoliberiste e sicuritarie portate avanti anche dai partiti che aderiscono all’appello.

Il testo si richiama a principi che dovrebbero essere condivisi da tutte le formazioni politiche che vogliano definirsi democratiche. Purtroppo non lo sono, apertamente da quelle della destra illiberale e xenofoba, nei fatti assai spesso da quelle ora al governo.

Auspichiamo che l’appello costituisca dunque un richiamo alla coerenza per i partiti che lo hanno sottoscritto a partire dall’approvazione di una legge elettorale proporzionale che garantisca il pluralismo e metta in sicurezza le istituzioni democratiche da nuovi tentativi di stravolgimento della Costituzione.

Antonio Gramsci ci ha insegnato che “la verità è rivoluzionaria”. Ed è doveroso ricordare che le modifiche costituzionali e le leggi elettorali che hanno svuotato il ruolo del parlamento, diviso il paese e alterato gli equilibri dei poteri sono tutte state approvate da partiti che hanno sottoscritto con noi l’appello. E la stessa responsabilità può essere individuata nel gravissimo arretramento sul piano dei diritti sociali sanciti nella Costituzione.

Alle radici della crescita di una destra mai così forte tra le classi popolari ci sono le politiche che accrescono le disuguaglianze, la precarizzazione del lavoro, la perdita di tutele e diritti per chi lavora, le privatizzazioni, lo smantellamento del ruolo del pubblico in economia, i tagli a scuola, sanità, servizi, l’abbandono delle politiche per la piena occupazione, le leggi inaccettabili sull’immigrazione e l’ordine pubblico, la crescita della spesa militare, l’assenza di politiche per la casa, il saccheggio dei beni comuni. E anche la mancata difesa della storia di chi ha dato un contributo essenziale alla nascita e allo sviluppo della nostra democrazia.

Quando cantano Bella Ciao in parlamento quelli che vogliono mandare in pensione la gente a 70 anni è davvero singolare che ci si stupisca della presa di Salvini tra lavoratrici e lavoratori. 

Negli ultimi undici anni – tranne il breve anno del governo Conte1  – il PD è sempre stato al governo. Il risultato è una destra fortissima e a egemonia trumpiana. 

Non si difende la democrazia e la stessa convivenza civile con politiche che ne erodono le basi di consenso e di partecipazione aprendo la strada alla peggiore demagogia di destra e all’imbarbarimento della società.

Non si difende la democrazia se si alimentano il revisionismo storico e la delegittimazione dei comunisti che furono la componente principale dell’antifascismo e della Resistenza votando risoluzioni che li equiparano ai nazisti.

E non ci stancheremo mai di ripetere che la democrazia si riduce a un misero simulacro se sulle grandi questioni decide il “pilota automatico” e si considera come proprio imperativo la zelante attuazione delle raccomandazioni arrivate per anni dalla Commissione Europea e dalla Bce e il rispetto di trattati che contraddicono la nostra carta. Tantomeno abbiamo mai smesso di ricordare che l’indignazione morale e la sensibilità per i diritti umani non possono essere intermittenti, brandite nella polemica contro Salvini e Meloni, attenuate e accantonate quando le responsabilità sono da addebitarsi a PD e M5S.

Per ricostruire l’Italia dopo la pandemia bisogna ridare centralità ai principi fondamentali della nostra Costituzione e farla finita con il neoliberismo.

L’unità più larga possibile nel riferimento ai valori dell’antifascismo va sempre salutata positivamente ma non cancella le differenze politiche che da tempo sono molto forti.

Per noi la Costituzione non è un testo da leggere a messa la domenica, ma un programma di lotta per la trasformazione della società. 

Cantosociale: Rodari e la Costituzione

Nell’ambito della rassegna
CANTIERE MEMORIA 2020/21promosso dalla CASA DELLA MEMORIA -Ass.to Cultura COMUNE DI MILANO
il 6 GENNAIO 2021 alle ore 21
In streaming gratuitamente visibile
www.casadellacultura.it e
pagina FACEBOOK: https://www.facebook.com/events/260004718790130

Cantiere memoria I C A N T O S O C I A L E
presentano
Il concerto tematico
R O D A R I e la COSTITUZIONE
dal grande Gianni :parole, rime e canzoni per resistere
registrato presso la CASA DELLA MEMORIA in via Confalonieri 14 a MILANO
” Ho scritto sui muri della città VOGLIAMO PACE E LIBERTA'” è una delle bellissime strofe che Gianni Rodari ci ha lasciato e che a modo suo, con parole semplici ma ferme , poetiche e giocose ha insegnato a piccoli e grandi valori come :Pace Giustizia , Libertà, Uguaglianza
In definitiva i principi su cui si fonda la Nostra Costituzione Italiana tanto bella quanto disattesa.
Da quelle rime da quelle poesie i CANTOSOCIALE ne hanno fatto canzoni che insieme a quelle di altri suoi amici poeti scrittori come Calvino, Fortini, e ai canti popolari verranno presentate nell’omaggio
che la band ha voluto fare per i 100 anni dalla nascita del grande autore piemontese

Dopo i numerosi spettacoli appositamente realizzati sulla Resistenza e presentati negli anni nella nostra penisola i CANTOSOCIALE presentano dopo i mesi di blocco per il Covid questo OMAGGIO A GIANNI RODARI E alla COSTITUZIONE in piena sintonia con la rassegna e il luogo dedicato alla Memoria sempre con la formula del Concerto-Testimonianza, come lo chiamano loro, che propone canti, musiche affiancate a monologhi brevi e in questo caso a poesie e filastrocche musicate e cantate che raccontano storie (da fonti orali) legate tra loro dall’esigenza di TESTIMONIARE i valori che la Resistenza ha lasciato in eredità alla nostra Repubblica e alla sua COSTITUZIONE valori capi saldo del nostro Paese : Giustizia, Pace, Libertà. In piena sintonia con la rassegna e la manifestazione CANTIERE MEMORIA i CANTOSOCIALE nel loro spettacolo originale svilupperanno questi temi del resto ampiamente presenti nelle poesie di Gianni Rodari collegandoli direttamente agli articoli della Costituzione Italiana attraverso un percorso narrativo fatto di canti sociali storici , canzoni appositamente scritte dal gruppo, musiche e brevi ma intensi monologhi costruiti su testimonianze e racconti orali oltre naturalmente alle CANZONI “RODARIANE” costruite intorno alle strofe delle sue filastrocche e dei brani delle sue fiabe .
Riflettere anche sul clima odierno culturale di odio, razzismo, guerra, vincendo quotidianamente la paura richiamando i diversi articoli della COSTITUZIONE ITALIANA spesso traditi e inattuati : la giustizia e lavoro per primi, quasi che quelle rime siano qui oggi a farci da monito non a caso una delle canzoni portanti dello spettacolo è “Partigiani fratelli maggiori “.
Il repertorio portante dello spettacolo è costituito ovviamente dai testi di Rodari ma non mancheranno canti popolari che tanto piacevano a lui (specie il canto delle mondine ) e anche una inedita “rodariana” Bella Ciao
Naturalmente la poesia trova il giusto spazio con suggestivi canzoni ispirate ai versi dei grandi poeti Franco Fortini e Pier Paolo Pasolini; in particolare il recupero dei Fausto Amodei, Michele Straniero che rivestirono lr sue filastrocche ( Il Pane, Girotondo di tutto il Mondo…) e insieme a Eco ,Calvino ed altri grandi scrittori furono protagonisti della grande esperienza del gruppo del CANTACRONACHE capostipite negli anni 50 della canzone politica e sociale.

Non mancheranno Le ultime canzoni dei Cantosociale verranno presentate in anteprima e daranno una significativa e appassionata analisi del presente : dal Covid e la sanità malata al razzismo e “L’odio” per i diversi, con dedica particolare a Liliana Segre.