GIUSEPPE ABBA’
76 anni fa, il 6 agosto 1945, nelle prime ore del mattino, un aereo degli Stati Uniti sganciò sulla città giapponese di Hiroshima una bomba atomica.
Il 9 agosto un altro ordigno nucleare fu lanciato su Nagasaki.
Antefatto storico: il Giappone si era avviato sulla strada dell’imperialismo dalla fine dell’800 in poi.
Le tappe successive furono: la guerra con la Cina nel 1894, la partecipazione, assieme alle potenze occidentali, alla repressione della rivolta dei “Boxers” nel 1900, la guerra russo-giapponese del 1904-1905, l’invasione della Manciuria nel 1931, l’attacco alla Cina nel 1937, gli scontri con l’Armata Rossa Sovietica in Siberia nel 1938 e al confine mongolo- manciuriano nel 1939.
Alla fine, dopo aver trovato una forte resistenza da parte dell’ Unione sovietica e della guerriglia comunista cinese, il Giappone si rivolge verso Sud (il Nanshin) attaccando la base USA di Pearl Harbour nelle Hawaii.
Tutto questo promosso, come per gli altri imperialismi, dai grossi gruppi capitalistici (nel caso del Giappone gli “zaibatsu”).
Gli Stati Uniti, durante la guerra, con il progetto “Manhattan” avevano costruito tre bombe atomiche.
La prima fu sperimentata nel deserto del New Mexico, ma le altre due furono lanciate sul Giappone.
In realtà il Giappone, nel 1945, era ormai sconfitto per cui l’uso delle bombe atomiche, che provocarono la morte orrenda di centinaia di migliaia di persone sia nel primo impatto che successivamente per le radiazioni, aveva lo scopo di cominciare a preparare il terreno per il dopoguerra contro l’Unione sovietica.
L’Unione sovietica entrò in guerra contro il Giappone l’8 agosto, sconfiggendo la forte armata nipponica del Kwantung e occupando la Manciuria e la Corea del Nord.
Con l’uso della bomba atomica il presidente USA Truman voleva dimostrare che” non aveva bisogno dell’armata Rossa” e poi voleva far pesare negli anni successivi l’ arma nucleare nei nuovi rapporti di forza.
Ma, nel 1949, “l’equilibrio atomico” fu ristabilito, in quanto anche l’Unione Sovietica riuscì a dotarsi di tali armi.
Il Mondo entrava in una nuova era, in quanto la potenza distruttiva di tali armi era (ed è) tale da distruggere gran parte della vita sulla Terra.
Nacquero sin dal 1949 grandi movimenti contro le armi atomiche: dall’appello di Stoccolma con la raccolta di milioni di firme (in prima fila i Comunisti), alla marcia Londra-Aldermaston, alla lotta contro la NATO e le basi militari, a quella contro gli euromissili.
Anche oggi è necessario l’impegno contro le armi atomiche. In Italia, a Ghedi e ad Aviano sono stoccate decine di testate nucleari in fase di ristrutturazione per essere portate dagli F 35, con spese enormi.
Mancano i soldi per i “Canadair” contro gli incendi, mentre miliardi di euro vengono spesi per gli F 35, per i profitti dell’industria aeronautica degli Stati Uniti.