Tag: Disarmo

NO ALLA GUERRA MOBILITIAMOCI PER LA PACE

9 marzo 2022

Il Partito della Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo contro l’Ucraina.

Eravamo contro la Nato quando bombardava Belgrado e la Serbia. Eravamo contro gli Stati Uniti e le altre potenze imperialiste quando hanno invaso e distrutto l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia. Prima ancora siamo stati contro gli interventi militari degli Stati Uniti in altri Paesi, dal Vietnam, a Panama, a Grenada, a San Domingo.

Siamo contro il blocco di Cuba da parte degli Stati Uniti.

Abbiamo condannato l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele e gli attacchi militari di questo Paese contro la striscia di Gaza e la Siria .

NOI NON USIAMO DUE PESI, DUE MISURE. CONDANNIAMO IL RICORSO ALLA GUERRA SIA NEI CASI CITATI CHE NEL CASO DELL’ATTACCO RUSSO.

Nel medesimo tempo ricordiamo che la situazione attuale deriva dalla guerra iniziata 8 anni fa in Donbass con oltre 15.000 vittime. Ricordiamo la presenza nell’esercito ucraino del famigerato battaglione neonazista “Azov”. Non dimentichiamo i sindacalisti bruciati vivi ad Odessa dai fascisti (2014), la messa fuori legge e la persecuzione dei comunisti ucraini e neanche dimentichiamo il nostro giornalista Andrea Rocchelli ucciso da militari dell’esercito ucraino, mentre documentava  la guerra nel Donbass.

Siamo nettamente contrari alla decisione del governo italiano (PD in testa che si distingue per il suo furore bellicista ed atlantista) di inviare armi all’Ucraina.

IL FUOCO NON SI SPEGNE CON LA BENZINA.

Lottiamo per:

1) IL CESSATE  IL FUOCO IMMEDIATO.

2) COLLOQUI DI PACE CON L’APPLICAZIONE DEI DISATTESI ACCORDI DI MINSK

3) BLOCCARE L’ESPANSIONE DELLA NATO (con i suoi pericolosi armamenti, anche nucleari) AD EST.

L’Italia dovrebbe veramente applicare l’articolo 11 della propria Costituzione “l’Italia ripudia la guerra…”e adoperarsi per il dialogo e la pace.

NEL CONTEMPO L’ITALIA DOVREBBE ALLONTANARE DAL  PROPRIO TERRITORIO LE BASI MILITARI STRANIERE ZEPPE DI BOMBE ATOMICHE (Ghedi ed Aviano).

www.rifondazionevigevano.it   www.rifondazionepavia.it

RIFONDAZIONE COMUNISTA                                                 

                                 

Roma: la manifestazione per la pace, bella e determinata

6 marzo 2022

Eleonora Forenza

Nonostante le preoccupanti pressioni che hanno portato a una versione edulcorata della piattaforma di convocazione iniziale, la manifestazione per la #pace di oggi – grande, bella, determinata – ha scandito parole chiare e nette.

Contro il neozarista Putin Contro l’invio di armi da Italia e Ue.

Contro la Nato e per il disarmo.

Per il rispetto dell’art. 11 della Costituzione.

Queste le parole d’ordine che ho sentito nel corteo e negli interventi (non li ho sentiti tutti, il nostro spezzone è arrivato in piazza a comizio iniziato perché il corteo era lungo).

Ho visto tante bandiere della pace e non bandiere nazionali.

Spero che la manifestazione di oggi non venga censurata. Ma ho appena acceso la Tv e letto che la Rai ha sospeso tutti i servizi degli inviati dalla Russia…

FUORI LA GUERRA DALLA STORIA. CONTRO PUTIN E LA NATO. CHI INVIA ARMI ALIMENTA IL CONFLITTO

3 marzo 2022

Documento approvato all’unanimità dalla Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Sabato 5 marzo tutte/i a Roma contro la guerra. 

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione della Russia di abbandonare la diplomazia e invadere l’Ucraina non può essere giustificata ed è contraria al diritto internazionale e ai principi della Carta delle Nazioni Unite. La guerra non risolve i problemi, produce solo lacrime, morti, deserti di umanità e bacini di permanente rancore e odio tra i popoli. Deve essere fatto di tutto per arrivare ad un immediato cessate il fuoco. Vanno riaperti i canali diplomatici e non alimentato il fuoco con nuove armi, con il rischio di allargare il conflitto e di una guerra nucleare.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni del Donbass. Le analogie nella violazione del diritto internazionale sono fortissime.

Condanniamo l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto una escalation irresponsabile. Siamo di fronte a uno scontro tra potenze capitalistiche che rischia di condurci alla terza guerra mondiale. Se oggi a morire sono gli ucraini e i russi, l’enorme costo economico e sociale lo pagheranno anche tutti i popoli europei mentre le industrie belliche accumulano profitti e il più costoso gas liquido statunitense si prepara a sostituire quello russo.

Più si inasprisce il conflitto e più ne saranno principali vittime i civili, che cadranno a causa dei bombardamenti, e le tante/i costrette all’esodo da profughi. Oggi, con chi fugge dall’Ucraina, l’Europa mostra un volto solidale. C’è da temere che a breve la loro vita subisca un destino simile a quella di coloro che fuggono da Bielorussia, Paesi Balcanici, Siria, Afghanistan, Iraq e Mediterraneo Centrale. Emerge in questi giorni un suprematismo bianco eurocentrico e razzista che considera “veri profughi” solo chi è vicino per cultura, religione, colore della pelle ed è vittima delle guerre degli altri.

Un’incessante martellamento mediatico cerca di strumentalizzare i sentimenti di solidarietà e umanità per trasformarli in consenso per le scelte di guerra dei governi. E questo accade in Russia come nei paesi occidentali. Si assiste alla criminalizzazione di coloro che tentano di dare una informazione più articolata del conflitto. Esprimiamo una forte preoccupazione per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Europa ed anche in Italia nei confronti delle voci critiche e indipendenti nell’informazione e gli attacchi che hanno colpito persino l’ANPI. Respingiamo le accuse di essere a favore di Putin rivolte a chi come noi cerca di fermare la spirale della guerra e
critica chi la alimenta. Rifiutiamo l’indecente ondata di russofobia e ostracismo contro la cultura russa che non favorisce il dialogo tra i popoli e offende innanzitutto chi in quel paese sta esprimendo il proprio dissenso nei confronti della guerra.

Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto in testa. Restiamo umani. Rifiutiamo la propaganda di guerra con cui – per l’ennesima volta dopo Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria – si sta manipolando l’opinione pubblica e si sta alimentando l’isteria bellicista.

Rivendichiamo gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista che – con i principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza – continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Non c’è da contrastare solo l’inammissibile aggressione militare decisa da Putin.

Di fatto la NATO sta portando avanti una guerra per procura contro la Russia strumentalizzando il popolo ucraino che viene armato per far impantanare Putin in un nuovo Afghanistan nel cuore dell’Europa.

Dopo aver gettato benzina sul fuoco della crisi ucraina per anni, ora la NATO coglie l’occasione per un enorme rilancio del riarmo assolutamente immotivato visto che il bilancio militare russo è già clamorosamente inferiore a quello dei paesi NATO che spendono 18 volte più della Russia per la “difesa”. Questo riarmo sottrae risorse che potrebbero essere indirizzate alla sanità, alla scuola, alla cultura, alla solidarietà, ai trasporti, alla riconversione ecologica, al lavoro, all’accoglienza.

GOVERNO E PD CONTRO LA COSTITUZIONE

Chi vuole la pace non può non denunciare le iniziative assunte dall’Unione Europea e anche dal governo italiano.

L’UE e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA e alla NATO invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Per la prima volta l’Unione Europea ha deciso di utilizzare i propri fondi per spese militari.

Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi letali e associarsi a “sanzioni” illegittime che non faranno che inasprire il conflitto e aumentare il numero di vittime. 

Siamo di fronte alla palese violazione del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e anche del diritto internazionale. Il governo e il parlamento hanno di fatto deciso di entrare in guerra con la Russia. 

Il PD si è posto alla testa del partito trasversale della guerra, dell’arco anticostituzionale che vede la convergenza di centrodestra e centrosinistra nel voto per il coinvolgimento diretto del nostro Paese nel conflitto.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale ma USA, NATO e UE continuano a delegittimare il ruolo dell’ONU e dell’OSCE.
L’unica via per la pace è quella del disarmo, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Purtroppo dopo il 1991 l’Unione Europea, invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare, ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui proprio l’Europa è la prima vittima.

Gli USA hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa.

Non può essere taciuta la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista. Queste circostanze rendono grottesco assimilare il nazionalismo ucraino ai combattenti della Guerra di Spagna e della Resistenza o fare paragoni con la Primavera di Praga.
Per otto anni la guerra dell’Ucraina contro le repubbliche di Donetsk e Lugansk e il ruolo delle milizie neonaziste sono stati ignorati dai media occidentali, ma quel conflitto ha causato più di 14.000 vittime.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente ed in altre zone del pianeta.
Bisogna liberare l’Europa e l’Italia dalla sudditanza all’atlantismo e alla NATO.

Questa è anche una guerra contro gli interessi dei popoli europei alla cooperazione con la Russia e produce un ricompattamento del blocco occidentale in vista di un possibile ulteriore conflitto con la Cina.

Non basta condannare Putin se non si mette in discussione la pretesa occidentale – e in particolare degli Stati Uniti – di continuare a imporre un ruolo di governo e dominio unipolare che conduce allo scontro e alla guerra con altri blocchi geopolitici.

Solo la mobilitazione dei popoli europei può costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo.

Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra.

Siamo impegnate/i nella costruzione di un grande movimento per la pace e la cessazione del conflitto.

Partecipiamo e invitiamo a partecipare sabato 5 marzo alla manifestazione nazionale a Roma contro la guerra e domenica 6 marzo davanti all’aeroporto militare di Ghedi.

Parteciperemo allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo con striscioni con la scritta FUORI LA GUERRA DALLA STORIA che ci ha lasciato in eredità la compagna Lidia Menapace.

Tutti i nostri sforzi vanno impegnati nello sviluppo del movimento per la pace e contro la guerra.

Contro la guerra, sempre. Contro l’egemonia Usa e Nato. Per un mondo multipolare

2 Marzo 2022

di Giorgio Riolo

La guerra è un tragico catalizzatore. È la più grande politica di destra. Spegne il pensiero, la ragione, lo spirito critico. Alimenta istinti primordiali di sopraffazione, il tribalismo, lo sciovinismo. Arruola, inquadra, schiera, arma. “Noi” contro “loro”.

Dall’altra parte, induce donne e uomini di buona volontà a combattere con le armi spirituali della scelta etica, della cultura e della politica i soliti malvagi poteri che traggono profitto dalla guerra. Contro chi vuole sempre dominare, egemonizzare, contro i mercanti d’armi, il sempre attivo e feroce complesso militare-industriale.

Donne e uomini, la migliore umanità. La pace è sempre “pane, pace, lavoro”. È sempre a difesa dei deboli, di chi subisce morti, patimenti, distruzioni, stupri.

1. È in corso l’immane ipocrisia e la ributtante retorica dei sempiterni “valori occidentali”, della libertà e della democrazia, delle guerre umanitarie, della missione civilizzatrice dell’Europa, degli Usa e della Nato contro i barbari di sempre. Nell’Est e nel Sud del mondo. Prima contro i “comunisti” e poi semplicemente contro i “russi”.

La mente colonizzatrice agisce sempre, dalle Crociate alle nefandezze dell’olocausto IndoAfroAmericano, al colonialismo e all’imperialismo dell’epoca moderna.

I mass media si sono scatenati qui in Europa, in Occidente, con i giornalisti “democratici” in prima fila. A incitare, a disinformare, a reclutare. Un’impressionante manipolazione è dispiegata. L’impero del bene contro l’impero del male. Il baraccone massmediatico costituisce un braccio armato indispensabile.

Il barbaro, folle, ultracorrotto, despota, Hitler contemporaneo, Putin è il bersaglio. È la Russia che minaccia l’Occidente e non il contrario. La Nato essendo un pacifico consorzio di pacifici signori i quali, per esempio, ogni anno tengono manovre chiamate “Defender Europe”. Nell’ultima, maggio 2021, per due mesi, attorno alla Russia, 28.000 soldati e migliaia di mezzi, blindati, aerei, navi. La motivazione delle manovre  “contro una possibile aggressione in Europa da parte della Russia”.

2. Un poco di storia come retroterra. La Nato e l’atlantismo non hanno alcuna ragione d’essere. Allora. Ancor più dopo la fine dell’Urss e del cosiddetto socialismo reale nel 1991. È organismo sovranazionale di offesa. Contro l’Est, allora e oggi, e contro il Sud del mondo oggi. A guida e controllo totale Usa. Ed è lo strumento degli Usa per tenere l’Europa sotto scacco e ben schierata dietro di essa.

Con la fine dell’Urss, gli Usa e l’Occidente hanno voluto stravincere. Con lo smembramento dell’Unione Sovietica e con l’incitamento nazionalistico (come avverrà poi in Jugoslavia). Con il corrotto Boris Eltsin, a loro asservito, e con le bande oligarchico-mafiose imperversanti nei tragici dieci anni 1991-2000. A causa del capitalismo selvaggio e della rovina di molta parte della popolazione russa. Umiliando letteralmente quella parte del mondo. Ha detto recentemente l’ammiraglio tedesco Kay-Achim Schönbach “Putin e la Russia chiedono rispetto”. Semplice. Lo stesso ammiraglio subito fatto dimettere.

Il nostro Draghi, l’Unione Europea e il baraccone massmediatico all’unisono “la prima guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale”. Totalmente falso.

Nel 1999 la Nato a guida Usa, compresa l’Italia dell’allora governo D’Alema, aggredirono la Jugoslavia di Milosevič, ormai ridotta alla sola Serbia. La giustificazione fu la “guerra umanitaria” contro i serbi a difesa del Kosovo. 78 giorni di bombardamenti con 1.100 aerei, Usa e italiani in primo luogo. Bombardata Belgrado e nessuna immagine della popolazione terrorizzata nelle cantine. Come si fa oggi abbondantemente con gli ucraini. Ma i serbi erano “cattivi”, gli ucraini sono “europei” e buoni.

Nel tempo, la Nato si è allargata ai paesi ex Patto di Varsavia. Accerchiamento della Russia e grandi commesse militari da parte di questi paesi a vantaggio Usa. Mancava l’Ucraina.

Nel 2014 si inscena l’ennesimo “colpo di stato democratico” contro il presidente democraticamente eletto Janukovyč in Piazza Majdan a Kiev. Filorusso e quindi da eliminare. Con regia della Cia e con protagonisti i nazisti di Settore Destro e di Svoboda (dal nome di Stepan Svoboda, capo dei feroci collaborazionisti ucraini dei nazisti tedeschi nel 1941. Ogni anno nella innocente Ucraina si tengono sfilate per onorarlo).

Henry Kissinger dall’alto del suo sinistro realismo politico, in un articolo dello stesso 2014, metteva in guardia dal non portare la Nato sotto casa della Russia e di lasciare l’Ucraina come stato cuscinetto. Nel Donbass, la popolazione russofona nello stesso 2014 si ribella. La guerra nel Donbass ha fatto 14/15.000 morti e con protagonisti i nazisti del Battaglione Azov inquadrati nella Guardia Nazionale ucraina. Costoro hanno ammazzato vecchi inermi e hanno compiuto la strage di Odessa, dando fuoco alla sede del sindacato nella quale erano rinchiuse senza scampo 41 persone.

3. Putin e la Russia agiscono da puro realismo politico. Da stato-nazione e da richiamo nazionale e nazionalistico del ruolo storico svolto nel passato, dall’impero zarista e dalla potenza dell’Urss, o da svolgersi oggi e domani. Molto revanscismo dell’umiliazione subita. Nessuna giustificazione della guerra. Ma almeno la comprensione dei processi storici che determinano questi esiti nefasti.

4. Occidente contro Oriente e contro Sud. Prima la Russia, poi verrà la Cina. Armi all’Ucraina. La Germania si riarma, l’Italia sempre obbediente manda armi.

Non arruoliamoci e adoperiamoci per un mondo multipolare antiegemonico. Dove ogni popolo e ogni stato-nazione possano contare.

Milano, 1 marzo 2022

LA COSTITUZIONE ITALIANA: Articolo 11, l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

Tonino Linfanti

1 Marzo 2022

Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Poiché l’Italia non ha subito nessun attacco da dove nasce il prurito dei nostri politici rispetto ad un Intervento nello scontro fra Russia ed Ucraina?

Poiché è chiara la sudditanza dell’Italia agli Stati Uniti ed alla Nato va da sé che tutti si mettono sull’attenti pronti ad eseguire gli ordini del capo.

Diciamolo chiaramente Putin è un dittatore ma è anche chiaro che la Nato ha disatteso tutti gli accordi del post crollo sovietico in cui si dichiarava che non ci sarebbe stato un’allargamento della stessa verso oriente.

Se il Messico in preda ad un delirio facesse un patto con la Russia e questi istallasse dei missili in territorio messicano quale sarebbe la risposta degli USA?

La realtà è che le cause non sono unilaterali ma le ragioni sono da ricercare nel passato, e nella pretesa occidentale di volere essere egemonici su questo pianeta. 

NO ALLA GUERRA. Pace subito!

24 Febbraio 2022

Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo e invita alla mobilitazione per la cessazione immediata del conflitto in Ucraina e la ricerca di una soluzione di pace. Rifiutiamo la logica bellicista e imperialista che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa. Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della NATO in testa.

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina e l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile alimentando il nazionalismo ucraino e l’attacco contro le repubbliche del Donbass.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni russe del Donbass.

Il conflitto tra il revanscismo nazionalista di Putin e la prepotenza imperialista statunitense rischia di precipitarci in una guerra di dimensioni mai viste e dalle conseguenze inimmaginabili.

L’Italia deve innanzitutto rifiutare qualsiasi coinvolgimento e recuperare il ruolo di pace e ripudio della guerra della nostra Costituzione.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale.

L’unica via per la pace è quella della sicurezza comune, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Questa aggressione, e la tensione che l’ha scatenata, avrebbero potuto essere evitate se si fosse deciso di costruire una Sicurezza Continentale Integrata come approvata nel 1990 nella cosiddetta “Carta di Parigi” dalla CSCE (oggi OSCE).Purtroppo dopo il 1991 l’Europa invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui l’Europa è la prima vittima.

L’ Europa è stata incapace di reagire alla prepotenza degli USA che hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia e la creazione del gasdotto Nord stream 2, usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa. Condanniamo la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la sua persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la sua glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista.

Continuiamo a sperare che non sia troppo tardi per cambiare strada, e sciogliere la NATO.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente. Putin deve fermare il suo attacco, l’Italia e i Paesi europei devono assumere l’impegno – anche senza USA – di dire no all’allargamento dell’alleanza all’Ucraina come base per una trattativa di pace autentica.

Condanniamo l’irresponsabile sudditanza con cui il governo italiano ha fatto propria la linea della porta aperta della NATO all’Ucraina e l’invio di proprie truppe nei Paesi confinanti. Condanniamo altresì le dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha prefigurato l’allargamento anche ai Paesi scandinavi.

Mobilitiamoci per la pace e la ripresa del dialogo. Mobilitiamoci per chiedere al governo italiano di agire nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione e all’Unione Europea di assumere un’iniziativa di pace autonoma dall’oltranzismo della NATO e degli USA.

Facciamo appello a un immediato cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili.

I popoli dell’Europa costringano i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e i nazionalismi.

Gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Giovani Comuniste/i

Presidio contro la guerra in Ucraina

ADRIANO ARLENGHI

18 Febbraio 2022

Invito!

Un presidio in Piazza Vittorio Emanuele II – Piazza del Teatro – domenica 20/2/2022 alle ore 10.

Anpi Mortara e Associazione Culturale Il Villaggio di Esteban, promuovono un presidio contro la guerra.

Il presidio vuole esprimere tutta la preoccupazione, per il rapidissimo deteriorarsi dei rapporti internazionali fra Russia e Stati Uniti in merito alla vicenda Ucraina e per la conseguente isteria militarista che ne consegue.

Si leggono ogni giorno sui media notizie di concentramenti di truppe, di invio di forze navali, aeree e di armamenti, di sanzioni e di contro-sanzioni.

Un piccolo incidente potrebbe portare ad una guerra. I membri delle due associazioni intendono pertanto con questa manifestazione, lanciare un appello al governo italiano ed al parlamento europeo, tramite una determinazione dell’amministrazione cittadina che raccolga tutta la voglia di pace dei cittadini lomellini.

Chiedono che si interrompa questa escalation militare pericolosa che può portare ad un conflitto bellico nel cuore dell’Europa.

Le associazioni saranno in piazza il 20 febbraio alle ore 10.

Invitano tutti i cittadini preoccupati per gli eventi di queste ore, a partecipare alla mobilitazione, per scongiurare una guerra dagli esiti imprevedibili, che potrebbe degenerare anche in un confronto nucleare e per far sentire la voce di chi ripudia la guerra, così come recita l’articolo 11 della nostra Costituzione Italiana.

50 PREMI NOBEL CHIEDONO TAGLIO SPESE MILITARI, GOVERNO DRAGHI LE AUMENTA

5 Gennaio 2022

La spesa militare globale è raddoppiata negli ultimi venti anni ed ha quasi raggiunto i 2000 miliardi di dollari. Una follia mentre milioni di persone muoiono di fame e malattie e si nega accoglienza a chi fugge da guerre.

Per questo 50 premi Nobel hanno firmato un appello rivolto ai governi del mondo per ridurre del 2% le spese militari e destinare le risorse così risparmiate nella risoluzione dei gravi problemi che affliggono l’umanità: pandemie, crisi climatica, povertà estrema.

Sosteniamo l’appello di assoluto buonsenso dei 50 Nobel ma dobbiamo denunciare che il governo italiano fa l’esatto contrario e continua a aumentare le spese militari.

Il nostro governo è un fedele esecutore delle direttive della Nato e gli USA che sempre più si configurano come una minaccia per la pace, il motore della corsa agli armamenti (anche nucleare).

Secondo il Sipri di Stoccolma l’80,4% del mercato mondiale delle armi e dei sistemi d’arma è controllato da multinazionali del blocco euro-atlantico (più paesi alleati Israele, Turchia ed Emirati Arabi).

Non solo, l’internazionalizzazione della filiera industriale militare che coinvolge decine di paesi nel mondo è sempre legata alle multinazionali e governi di cui sopra.

Se è vero che la spesa militare cinese (1,4 mld. di persone) è seconda a quella statunitense (330 milioni di persone) è pur vero che essa non comprende basi, flotte e interventi armati in ogni angolo del pianeta.

La responsabilità per la trentennale guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo (e relativa corsa agli armamenti) è quasi esclusivamente una responsabilità euroatlantica: Stati Uniti, Europa, Nato e relativi alleati strategici.

Non è un caso che Julian Assange, che ha denunciato i crimini di guerra, sia prigioniero delle “democrazie” occidentali e rischi di passare il resto della sua vita in un carcere statunitense.

Non ci stanchiamo di esigere il taglio delle spese militari e la liberazione di Julian Assange.

Anche in questo caso il governo italiano non ascolta appelli di Nobel come Adolfo Perez Esquivel.

Una concreta politica di disarmo globale e distensione non può che partire da una chiara presa di coscienza delle responsabilità di guerra del blocco euro-atlantico.

Anche per rilanciare la lotta per la pace c’è bisogno di uno schieramento alternativo ai poli esistenti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea