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RIFONDAZIONE: NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DEI SINDACATI CONFLITTUALI. ADERIAMO AL PRESIDIO INDETTO PER OGGI A MILANO DA USB

Quanto accaduto ieri nella Sede nazionale dell’USB è gravissimo, l’attacco diretto ad un’organizzazione sindacale conflittuale, le modalità della perquisizione e le circostanze nelle quali è stata trovata l’arma – una perquisizione “a colpo sicuro” che ha rinvenuto una pistola avvolta nel cellophane e immersa nell’acqua di uno sciacquone del bagno aperto al pubblico – lasciano legittimamente pensare, senza grandi dubbi, che la natura dei fatti sia circoscrivibile nel quadro di una grave provocazione ai danni dell’organizzazione.

Le sole armi che utilizzano le organizzazioni sindacali sono gli scioperi, la mobilitazione e la contrattazione, le pistole piacciono a chi invia armi nei luoghi di guerra alimentando il conflitto non certo a chi chiede la pace rifiutandosi, tra le altre cose, di caricarle sugli aerei diretti in Ucraina.

Per tutte queste ragioni esprimiamo solidarietà e vicinanza alle compagne e ai compagni di USB, in queste ore sotto l’attacco di un sistema che criminalizza chi lotta per la pace, per i diritti, per il servizio pubblico e per l’autodeterminazione delle lavoratrici e dei lavoratori ed aderiamo al presidio che si terrà a Milano questa sera a partire dalle ore 18:00 davanti alle sedi RAI di Corso Sempione, 27.

Se toccano una/o toccano tutte e tutte/i

Fabrizio Baggi, Segretario regionale Partito della Rifondazione Comunista Lombardia. 

PER GINO STRADA

di Dino Greco

Eravamo nei primi anni novanta quando la Valsella Meccanotecnica di Castenedolo (BS), controllata dalla Fiat, era leader nazionale nella produzione di mine anti-uomo, vendute all’Iraq in 9 milioni di esemplari.

Vi lavoravano un pugno di ingegneri, pagati a peso d’oro, e 40 operaie, addette allo stampaggio, per 800 mila lire al mese. In assemblea ponemmo in tutta la sua gravità il problema della corresponsabilità anche di chi lavorava alla costruzione di quegli ordigni di morte.

La prima risposta fu: “Noi non abbiamo le mani sporche di sangue; se non facciamo noi le mine le farà qualcun altro“.

Allora organizziamo un incontro in Camera del lavoro con Gino Strada al quale partecipò l’intero consiglio di fabbrica.

La riunione fu introdotta da un documentario che Gino aveva portato con sé sui tragici e indiscriminati effetti delle mine, soprattutto sulla popolazione civile  sui bambini, con mutilazioni permanenti, provocati da ordigni in qualche caso fatti a forma di bambole affinché suscitassero l’interesse dei più piccoli.

Lo shoch fu potente ed innescò nelle lavoratrici una catarsi, una presa di coscienza che avviò una delle più straordinarie battaglie sindacali e di civiltà che io ricordi. A quel primo incontro con Gino Strada ne seguirono altri, mentre maturata la decisione di chiedere l’interruzione della produzione delle mine e l’avvio di un processo di riconversione.

Ma la Valsella non aveva alcuna intenzione di rinunciare ad una produzione lucrativa come nessun’altra. Cominciarono gli scioperi, via via più intensi, fino a trasformarsi in un blocco a oltranza dell’attività. Il prezzo era altissimo.

Dopo mesi di lotta le operaie e le loro famiglie vivevano a credito. La lotta non aveva contenuti salariali o normativi. Era il grido di donne che dicevano all’azienda dove si fabbrica la morte: “Noi non saremo complici“. Quelle operaie vinsero, perché la moratoria nella produzione di quegli ordigni infami ne bloccò la produzione. A quel punto si fece avanti un’azienda, la Vehicle Engineering&Design, che si candidò a rilevare l’impresa per produrre motori elettrici per automobili: indubbiamente un bel salto, dalle mine a motorizzazioni ecologiche. Ma la nuova azienda pose una condizione: potere vendere alla Spagna il brevetto dell’Istrice, un dispositivo per il disseminamento delle mine dall’alto, senza mappatura, con le conseguenze che ciascuno può immaginare.

L’azienda promise che il denaro incassato sarebbe servito anche per saldare alle lavoratrici le mensilità arretrate. In assemblea intervenne la compagna più anziana, componente del consiglio di fabbrica e disse queste parole: “ragazze, in questi mesi abbiamo fatto tanta strada insieme e siamo cambiate. So che è dura, ma non possiamo tornare indietro. Quindi, nessuna macchia. Se la nuova azienda vuole subentrare, nessuna condizione”. Le operaie approvano, tutte, con un grande applauso. A sera scrivemmo alla Engineering comunicando le decisioni assunte di comune accordo fra sindacato e lavoratrici. Per uno di quei rari casi che talvolta capitano, l’azienda rispose che rinunciava alla propria richiesta. Seguì una grande manifestazione, in realtà una festa. I brevetti furono restituiti al ministro della difesa e gli stampi delle mine bruciati in piazza.

Sono certo che distanza di oltre vent’anni tutte le operaie ricordino questa vicenda come uno dei momenti più importanti delle loro vite e che il ricordo di colui che tanta importanza ebbe nella loro maturazione non è  mai venuto meno.

Ben fatto, caro vecchio Gino. La terra ti sia lieve.

CIAO GINO, CHE LA TERRA TI SIA LIEVE

È con grande tristezza che apprendiamo della scomparsa di Gino Strada – medico fondatore di EMERGENCY – la #ONG italiana, tra le più famose al mondo, che offre cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra e non solo.

Siamo affranti dalla scomparsa di una personalità tanto importante per la nostra comunità; una persona che ha sempre messo al centro della sua esistenza la vita, i diritti e la salute delle altre persone, una persona che con tutto sé stesso si è battuto contro le guerre e contro le gravi conseguenze patite di chi nei luoghi di guerra ci vive.

Una persona che, per il nostro modo di vedere le cose, ci piace definire un Compagno.

La Memoria di Gino andrà onorata portando avanti con ancora più forza le sue battaglie umanitarie.

Tutta Rifondazione Comunista della Lombardia si stringe in un grande abbraccio a Cecilia, alla famiglia, agli amici di Gino ed a tutta Emergency in questo momento tanto triste per tutto il Paese.

Ciao Gino, grazie per tutto quello che sei stato e che hai rappresentato.

Che la terra ti sia lieve.

Milano, 13 agosto 2021

Fabrizio Baggi, segretario regionale Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea Lombardia.